mercoledì 25 marzo 2015

Preparazione alla Pasqua

Presso i Sumeri la Dea Inanna - raffigurante la Madre Terra - ebbe una grande diffusione. Ed è del VI millennio a.C. una Dea della Fecondità e della Maternità adorata dagli Ittiti (ma questi adoravano pure la Gran Madre Ishtar).
Altra Dea della Fecondità fu l'Iranica Anahita, che influenzò poi la religione greco-romana, diventando Afrodite per i Greci e Magna Mater (la Grande Madre) per i Romani.
I Sacchèi adorarono la Dea Madre Anaide, in onore della quale si tenevano delle feste molto licenziose. 
Alla mitologia pre-Ellenica dell'Asia Minore appartiene Cibele, Dea della Terra, designata all'inizio con il nome di Gran Madre. Nel Suo culto, al solito, prevalse il carattere orgiastico e le feste in Suo onore celebravano il ritorno della Primavera e il risorgere della Natura.
Le prime raffigurazioni della Dea Cibele sono del II-I millennio a.C.
In seguito il culto di Cibele sarebbe stato ripreso dalle grandiose Feste Adònie dei Fenici (in onore di Adone il giovane Dio "che muore e poi risorge") nonché - non ci stancheremo di ripeterlo - si sarebbe poi riattualizzato nella nostra "Pasqua di Resurrezione".
Ben altra fu la Pasqua nelle civiltà matriarcali!
"Le feste agricole" scrive il Briffault "e soprattutto quelle connesse alla semina e al raccolto delle messi, in ogni luogo del mondo e in ogni epoca, presentano i più larghi esempi di licenza sessuale".
"Le popolazioni agricole algerine protestano vivamente, per ogni restrizione imposta alla licenziosità delle loro donne, poiché credono che cercare di limitare e costringere la morale sessuale sia nocivo al successo dei lavori agricoli".
I Thesmophoria, o Feste della semina, conservano in forma attenuata l'originale carattere magico della fertilità. Le donne portavano emblemi fallici e pronunciavano parole oscene. I Saturnàlia erano le feste romane della semina e ad esse seguì, nell'Europa del Sud, il carnevale, di cui i simboli fallici erano i segni caratteristici fino a poco tempo fa".

La "Prostituzione Sacra", oltre che per Afrodite, Ishtar e Mylitta, era praticata anche in onore di altre Dee: Anaitis, Innini, Athagatia e altre ancora.

Dice lo psicologo Ferene Schuch: "Le civiltà arcaiche usavano i simboli erotico sessuali più audaci per propiziare la raccolta del grano, la nascita dei figli, la prosperità in generale. I tabù giudeo-cristiani hanno poi drasticamente messo all'indice questi simboli bollandoli come peccaminosi e abominevoli, creando così il piacere proibito della "pornografia" (in greco: raffigurazione di cose sporche); o meglio: rendendo sporco quello che prima era semplicemente naturale, come mangiare e bere. E aggiunge lo Stacul: "Fin quando gli uomini furono incapaci di comprensione logica e di dominio tecnico della Natura, il problema dominante della loro esistenza non fu quello di modificare le cose, per trarne maggiori vantaggi, ma di riaffermare - attraverso riti magici e pratiche cultuali - l'unità biologica e la solidarietà organica con tutte le forme viventi.
Di qui si spiega anche il valore cultuale attribuito alle figurazioni femminili orgiastiche, che si ritrovano durante il Neolitico; connesse ai riti di fecondità e rigenerazione. Le Veneri di Tell Brak e di Tell Halaf - che sollevano le mammelle con le mani od ostentano il sesso, scostando le gambe - erano intese a rafforzare, con l'atteggiamento e il gesto, il potere magico dei loro attributi".

Erodoto e Strabone ci parlano della Dea Madre Universale Mylitta degli Assiro-Babilonesi; questa si identifica con l'Ashtart dei Fenici, l'Afrodite dei Greci, l'Alitta degli Arabi e la Derceto dei Filistei.
Tutti i popoli del Medio Oriente arcaico adoravano la Dea Ishtar, seppure con differenti denominazioni. Infatti Essa si identifica con l'Iside Egizia, l'Astarte fenicia, la Venere babilonese, con Athar; la Venere dei Minèi sudarabici, con la "Dea dei Serpenti" dei Cretesi, con la Tanit dei Cartaginesi e con l'Astarotte dell'Antico Testamento. Fu ancora assimilata - parliamo sempre di Ishtar - con l'Inanna sumera, con le greche Afrodite, Cibèle, Hera e con la Venere Ericìna dei Romani.

Fratelli e Sorelle per l'Età dell'Acquario. Né Patriarcato né Matriarcato - Eugenio Mazzolla 



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