martedì 27 gennaio 2015

la Dea Avvoltoio

Per l'archeologa Marija Gimbutas, Atena rappresenta una Divinità discendente dai prototipi antico-europei o minoici: "l'immagine della greca Atena fa emergere alcune caratteristiche acquisite dalla Dea Avvoltoio dell'Europa antica".

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Le gambe umane dell'Avvoltoio in alcune pitture di Çatal Hüyük ci dicono che non si tratta di un uccello, ma piuttosto della Dea nell'aspetto di un avvoltoio: un uccello che vola alto nel cielo, padrone dell'aria, inattaccabile dalle frecce e dalle fionde del cacciatore. (...) A questo proposito la studiosa Marija Gimbutas osserva: "risulta evidente che per millenni le Ali ampie ebbero un'enorme rilevanza simbolica. Le Ali dell'Avvoltoio a Çatal Hüyük hanno un'apparenza sovrannaturale: più che ali vere e proprie, che hanno una curvatura differente, ricordano scope rettangolari, o pettini. Nel folclore europeo, la scopa delle Streghe (da strix, 'uccello notturno') era il mezzo per scomparire a qualsiasi attacco nemico e raggiungere in un battibaleno il luogo dei loro incontri.
Il Potere Divino del Pettine può essere meglio percepito in immagini dove il Pettine appare come una Dea con seni e testa.  (...)

Tra i molti appellativi, Atena aveva anche quello di 'Nike', la Dea Alata della Vittoria: il Suo abito frangiato rappresentava la sua combattività sempre desta, l'Autonomia Sovrana dall'Integrità inattaccabile, un esempio di Potenza ed Energia Sovrannaturale che probabilmente si è ripetuto nei millenni, un'eredità della Dea Avvoltoio e un possibile modello per Tecla, la fanciulla vittoriosa che difende l'altezza che ha raggiunto in ogni senso, fisico e spirituale.

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Per comprendere il comportamento di Tecla occorre fare riferimento agli esempi delle Dee che l'hanno aiutata a essere ciò che è: una Donna consapevole del suo Valore Sacro. Soprattutto le Dee Atena e Artemide rappresentavano la versione Verginale della Grande Dea Avvoltoio di Çatal Hüyük , venerate dalle Amazzoni, Donne guerriere pronte a difendere la loro integrità e libertà di movimento.

Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini


Virgo Virago

Il Mistero dell'essere di Tecla e la straordinarietà delle sue vicissitudini sono spiegabili solo attraverso la Sacralità del Mito, in cui agiscono quelle Divinità che hanno vissuto determinati eventi per la prima volta in un tempo primordiale e che per gli antichi rappresentavano Modelli da imitare; vivere i Miti nell'antichità, infatti, implicava ripetere nel presente quel primo Accadimento Divino. 
Tutto il carattere Sacro del racconto mitico risale in definitiva al carattere sacro dell'Origine.

l'Androginia di Tecla, il suo vestirsi da uomo, potrebbe ad esempio rispecchiare l'Androginia della Dea Atena chiamata Pallade. La parola greca 'Pallas' poteva essere usata tanto al maschile quanto al femminile: nel primo caso significava un giovane uomo forte, nel secondo una forte giovinetta, una Virago, come si direbbe in latino.

Anche la Nuda Verginità di Tecla, che può essere guardata solo a caro prezzo, potrebbe essere paragonata a quella della Dea Vergine Atena. La Dea si era immersa nelle acque di un fiume e, vista dal giovane Tiresia che cacciava nel Luogo Sacro e aveva scorto quello che non avrebbe dovuto vedere, ovvero il Suo seno e il grembo di Atena, aveva posto le mani sugli occhi del giovane, accecandolo.

Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini





Hildegard

Profetessa, filosofa, scienziata, poetessa, musicista (probabilmente la prima donna musicista della storia cristiana), chiamata santa, ma mai canonizzata, nei documenti dell’epoca indicata come abbatissa, generalmente indicata come magistra, domina o praeposita (ma lei si definiva “l’ombra della luce vivente”), Ildegarda nacque nel 1098 a Bermesheim, in una nobile e numerosa famiglia renana, e morì al Rupertsberg nel 1179, esattamente il 17 settembre, così come le era stato predetto.

...nel 1116 fu nominata badessa. Staccatasi, poi, dal monastero di Disibodenberg, fondò quello di Rupertsberg, presso Bingen.
Quando aveva quarantatré anni ricevette l'ordine divino di divulgare il contenuto delle visioni soprannaturali, che le apparivano fin da quando aveva cinque anni, e di cui solo pochi intimi erano a conoscenza e, ricevuta l’approvazione del papa Eugenio III, che, nel 1148, ordinò ad una commissione d’interrogarla, e di Bernardo da Chiaravalle, le più eminenti figure della Chiesa del tempo, così fece.

Tali visioni non erano fantasie o visioni oniriche, ma si manifestavano quando era perfettamente in sé, e per trascriverne i contenuti, incapace di scrivere in lingua tedesca, e poco padrona del latino, si serviva di collaboratori, uomini e donne (il più importante, Volmar, amico e segretario, il mio diletto figlio, la seguì per moltissimi anni, con fedeltà e precisione, aiutandola nella stesura ed anche nella correzione dei testi). Fu così che, ispirata dalla voce divina, tormentata da violente crisi di malessere contemporaneamente fisico e psichico, che accompagnavano sia le visioni che la stesura dei libri, fra il 1141 ed il 1170 compose opere mistiche poderose, come “Scivias” (conosci le vie) “Liber vitae meritorum”, “Liber divinorum operum”.
Famosa è la miniatura del XII secolo che la ritrae, presente il fedele Volmar, proprio mentre scrive sotto l’effetto delle rivelazioni, con il volto toccato da un fuoco proveniente dall’alto.


 Oltre alle opere di carattere mistico, molto apprezzate pure da San Bernardo, che la definì la diletta figlia in Cristo, scrisse anche prediche, che spesso, evento raro di quei tempi per una donna, teneva non in chiesa ma davanti al popolo, e lettere (circa trecento) talvolta di tono imperioso, ai più importanti sovrani (Corrado III, Federico Barbarossa, Enrico II d'Inghilterra) e ai pontefici che si succedettero nel corso del XII secolo (Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV), quando non decideva addirittura di affrontarli personalmente lasciando momentaneamente il convento.
In altre opere IIdegarda, in contrasto con le sue affermazioni di essere ignorante, dimostrò di avere buona conoscenza non solo della Bibbia, ma anche degli autori latini, della filosofia neoplatonica e delle scienze naturali, come in “Causae et curae” una specie di manuale di medicina pratica e farmacologia, su tematiche mediche, filosofiche e astrologiche, come in “Physica”, sulle proprietà delle piante, delle pietre e degli animali.

E compose anche canzoni e melodie in onore di Dio e dei Santi, inni, sequenze e antifone in versi (la sua opera musicale più conosciuta è “Symphonia harmoniae celestium revelationum”, "La sinfonia dell’armonia delle celesti rivelazioni"), esprimendo precise e avanzate idee sulla musica, pur non avendo ricevuto alcun insegnamento musicale, perché riteneva che attraverso il canto si esprimesse la gioia sonora e fisica verso il creato e l’amore verso Dio, e pure elaborò una sorta di dizionario relativo a 900 vocaboli di un linguaggio artificiale da lei stessa inventato, con molti nomi di erbe e piante, legati alla sua ricerca medica.
Ildegarda, in consapevolezza della missione che era chiamata a svolgere nel mondo, superò anche l'innata timidezza, affrontando autorevolmente, spesso con successo, molte difficoltà esterne, come quando sfidò la comunità maschile del monastero gemello di Disibodenberg, che nel 1150 voleva impedirle di fondare un nuovo convento femminile a Rupertsberg, vicino Bingen, e pure seppe fronteggiare i potenti, come Federico Barbarossa (incontrato di persona quando lui la invitò nel suo palazzo in Inghilterra), scrivendogli parole dure allorché, nel 1164, nominò per la seconda volta un antipapa, Pasquale III, contro il pontefice Alessandro.


Virgo Virago - Francesca Santucci