Profetessa, filosofa, scienziata, poetessa, musicista
(probabilmente la prima donna musicista della storia cristiana),
chiamata santa, ma mai canonizzata, nei documenti dell’epoca indicata
come abbatissa, generalmente indicata come magistra, domina o praeposita
(ma lei si definiva “l’ombra della luce vivente”), Ildegarda nacque nel
1098 a Bermesheim, in una nobile e numerosa famiglia renana, e morì al
Rupertsberg nel 1179, esattamente il 17 settembre, così come le era
stato predetto.
...nel 1116 fu nominata badessa. Staccatasi, poi, dal monastero di Disibodenberg, fondò quello di Rupertsberg, presso Bingen.
Quando
aveva quarantatré anni ricevette l'ordine divino di divulgare il
contenuto delle visioni soprannaturali, che le apparivano fin da quando
aveva cinque anni, e di cui solo pochi intimi erano a conoscenza e,
ricevuta l’approvazione del papa Eugenio III, che, nel 1148, ordinò ad
una commissione d’interrogarla, e di Bernardo da Chiaravalle, le più
eminenti figure della Chiesa del tempo, così fece.
Tali visioni
non erano fantasie o visioni oniriche, ma si manifestavano quando era
perfettamente in sé, e per trascriverne i contenuti, incapace di
scrivere in lingua tedesca, e poco padrona del latino, si serviva di
collaboratori, uomini e donne (il più importante, Volmar, amico e
segretario, il mio diletto figlio, la seguì per moltissimi anni, con
fedeltà e precisione, aiutandola nella stesura ed anche nella correzione
dei testi). Fu così che, ispirata dalla voce divina, tormentata da
violente crisi di malessere contemporaneamente fisico e psichico, che
accompagnavano sia le visioni che la stesura dei libri, fra il 1141 ed
il 1170 compose opere mistiche poderose, come “Scivias” (conosci le vie)
“Liber vitae meritorum”, “Liber divinorum operum”.
Famosa è la
miniatura del XII secolo che la ritrae, presente il fedele Volmar,
proprio mentre scrive sotto l’effetto delle rivelazioni, con il volto
toccato da un fuoco proveniente dall’alto.
Oltre alle opere di carattere mistico, molto apprezzate pure da
San Bernardo, che la definì la diletta figlia in Cristo, scrisse anche
prediche, che spesso, evento raro di quei tempi per una donna, teneva
non in chiesa ma davanti al popolo, e lettere (circa trecento) talvolta
di tono imperioso, ai più importanti sovrani (Corrado III, Federico
Barbarossa, Enrico II d'Inghilterra) e ai pontefici che si succedettero
nel corso del XII secolo (Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV), quando
non decideva addirittura di affrontarli personalmente lasciando
momentaneamente il convento.
In altre opere IIdegarda, in contrasto
con le sue affermazioni di essere ignorante, dimostrò di avere buona
conoscenza non solo della Bibbia, ma anche degli autori latini, della
filosofia neoplatonica e delle scienze naturali, come in “Causae et
curae” una specie di manuale di medicina pratica e farmacologia, su
tematiche mediche, filosofiche e astrologiche, come in “Physica”, sulle
proprietà delle piante, delle pietre e degli animali.
E compose
anche canzoni e melodie in onore di Dio e dei Santi, inni, sequenze e
antifone in versi (la sua opera musicale più conosciuta è “Symphonia
harmoniae celestium revelationum”, "La sinfonia dell’armonia delle
celesti rivelazioni"), esprimendo precise e avanzate idee sulla musica,
pur non avendo ricevuto alcun insegnamento musicale, perché riteneva che
attraverso il canto si esprimesse la gioia sonora e fisica verso il
creato e l’amore verso Dio, e pure elaborò una sorta di dizionario
relativo a 900 vocaboli di un linguaggio artificiale da lei stessa
inventato, con molti nomi di erbe e piante, legati alla sua ricerca
medica.
Ildegarda, in consapevolezza della missione che era chiamata a
svolgere nel mondo, superò anche l'innata timidezza, affrontando
autorevolmente, spesso con successo, molte difficoltà esterne, come
quando sfidò la comunità maschile del monastero gemello di
Disibodenberg, che nel 1150 voleva impedirle di fondare un nuovo
convento femminile a Rupertsberg, vicino Bingen, e pure seppe
fronteggiare i potenti, come Federico Barbarossa (incontrato di persona
quando lui la invitò nel suo palazzo in Inghilterra), scrivendogli
parole dure allorché, nel 1164, nominò per la seconda volta un antipapa,
Pasquale III, contro il pontefice Alessandro.
Virgo Virago - Francesca Santucci
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