mercoledì 16 settembre 2015

Visione e Profezia

Ildegarda fu donna di passioni, madre spirituale e maestra autorevole. Il monastero femminile altomedioevale fu sede eletta per la circolazione di intelligenza femminile, luogo di genealogie di donne, nel quale donne insegnavano a donne.
Svolse attività politica e diplomatica, fu consulente di papi e imperatori, ma tenne anche in conto la vita affettiva. Utilizzò magnificamente la forma espressiva femminile della Visione e della Profezia, mediante la quale fece valere la propria autorità nei confronti del potere costituito (sia laico che ecclesiastico del tempo), forte di una comunità femminile sulla cui fiducia poteva contare e che riponeva in lei fiducia. Il suo progetto fu quello di mettere al mondo un disegno di origine femminile, cioè la possibilità di essere per le donne.


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 Ma Ildegarda non solo è una madre spirituale. Ella sa anche prodigare delle consolazioni a queste donne spesso inquiete, in preda a dei reali conflitti interiori. Medico dei corpi, è anche medico delle anime che conosce molto bene. Non ignorava le sofferenze delle malattia né le angosce dell’anima. La sua sofferenza la rendeva certamente sensibile a quelle delle altre; sensibile e comprensiva, dunque indulgente. Le sue consolazioni si ritrovano nella maggior parte delle sue lettere indirizzate a delle monache anonime, o a delle monache di cui noi non conosciamo che i nomi, ma anche a delle donne della più alta nobiltà.

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 Questa corrispondenza ci fornisce anche delle ampie informazioni. Non facendo intervenire nessun uomo, né come intermediario, né in un ruolo di supervisore, ella ci offre l’inestimabile interesse di dialoghi tra donne. Così possiamo capire fino a qual punto le badesse soffrono della loro carica, perché incapaci di compierla correttamente. Molte di esse ricercano l’ascetismo, segno che non sono certe di assicurarsi la loro salvezza in questo mondo; cercano una vita di romitaggio, senza aver altra cura che il servizio di Dio. Ecco ciò che le conduce sulle rive del Reno: là vive una donna, badessa come loro, e che si dice in contatto, con Dio. Non scrive sotto la Sua dettatura? Non vede ciò che Egli vuole mostrandole i misteri terribili e splendidi della Creazione? Santa (quante volte troviamo la definizione sanctitas vestra), perché mediatrice privilegiata presso Dio, Ildegarda perora la loro causa presso di Lui e trasmette le Sue Volontà.

tratto da: https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2015/03/09/lepistolario-di-s-ildegarda-di-bingen-lettere-di-donna-badessa-e-madre/

 

L'Unità Essenziale della Tradizione

La questione (...) era la seguente: Dante fu cattolico o albigese?
Per altri, essa sembra invece porsi in questi termini: fu cristiano o pagano?

Quanto a noi, non riteniamo corretto un punto di vista del genere, perché l'Esoterismo autentico è tutt'altra cosa rispetto alla religione esteriore e, se anche ha con essa dei legami, ciò è possibile solo in quanto trova nelle forme religiose una modalità di espressione simbolica; poco importa, d'altronde, che queste forme appartengano all'una o all'altra religione, poiché ciò che conta è l'Unità Dottrinale Essenziale che si dissimula sotto la loro apparente diversità

Per questo motivo gli antichi Iniziati partecipavano indistintamente a tutti i culti esteriori, seguendo i costumi correnti dei paesi in cui si trovavano; parimenti, è perché vedeva questa Unità fondamentale, e non per effetto di un ''sincretismo'' superficiale, che Dante ha utilizzato indifferentemente, a seconda dei casi, un linguaggio improntato sia al Cristianesimo che all'antichità greco-romana.  La Metafisica Pura non è né pagana né cristiana, è Universale; gli Antichi Misteri non appartenevano al Paganesimo, bensì gli si sovrapponevano; allo stesso modo, nel Medioevo, vi furono organizzazioni il cui carattere era Iniziatico e non religioso, e che però ponevano le loro basi nel cattolicesimo.
Se Dante ha fatto parte di alcune di queste organizzazioni, come ci sembra incontestabile, non è un buon motivo per dichiararlo ''eretico''; chi la pensa in tal modo ha del Medioevo un'idea falsa e incompleta, non vede per così dire che l'esteriorità, poiché, quanto al resto, non esiste più niente nel mondo moderno che possa servire da termine di confronto.

L'Esoterismo di Dante - René Guénon