La Regina si svegliò all'alba, sotto una spessa coltre di
grigia nebbia.
Aveva pianto tutte le lacrime che aveva potuto e non le restava
altro che dirigersi a palazzo e affrontare i due Padri usurpatori.
Entrò annunciata da un guerriero messo a vigilare l'accesso
alla Sala del Trono. Per quanto lacera e malvestita, il suo sguardo rifulgente
della Luce della Divina Iside suscitava ancora quel sacro rispetto a cui nessun
mortale aveva mai saputo sottrarsi, in nessuna delle infinite galassie senza
tempo. Si trovò di fronte il suo antico allievo, quel giovane tanto bello e
fiero da sembrare un angelo ribelle. Mai era riuscita ad addomesticarlo, ma non
se ne rammaricava, perché certe nature umane nascono con l'impronta del divino
Osiride impressa a fuoco nella coscienza, e non possono essere piegate, ma solo
saggiamente dirette. Guai a indirizzarle in una direzione pericolosa per la
terra e i suoi figli, questo era ciò che Lei e tutte le sue antenate sapevano
essere il Sacro Mistero di quell'energia interamente indomita e virile.
"Che cosa hai fatto.."
Il giovane Re la guardò superbo. Non aveva preso bene la sua decisione di abbandonare il Regno, perché nella sua arroganza autosufficiente era riuscito tuttavia a presagire che l'Energia di Iside era fondamentale per mantenere coesa una comunità.
"Che t'importa. Te ne sei andata, non ti riguarda più".
debdeashakti (continua)