mercoledì 30 dicembre 2015

La mia Piccola Principessa

"Come? Sei caduta dal cielo!"
"" risposi modestamente.
"Ah! Questa è buffa..."


E la Piccola Principessa scoppiò in una risata che mi irritò.
Voglio che le mie disgrazie siano prese sul serio.
Poi riprese: "Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?"


Intravvidi una luce, nel mistero della sua presenza, e la interrogai bruscamente:
"Tu vieni dunque da un altro pianeta?"


Il Piccolo Principe - Antoine de Saint Exupery, (rivisitato alla maniera di Venere)

venerdì 25 dicembre 2015

la CristoSophia

Restano due interrogativi: perché è toccato a Lei, e non a qualcun altro, accogliere la Coscienza Cristica? Perché, poi, Lei ha accesso diretto al Maestro?
La risposta si trova in questo stesso Vangelo: perché Lei non si disperde, non le manca la Fiducia, e non sviluppa la mente analitica. Il Maestro le annuncia in effetti che Lui viene a Lei perché "non dimentica il proprio Centro", e aggiunge persino: "tu non guardi, tu Vedi...".

Maria Maddalena ci appare allora come il Simbolo dell'elemento dinamico indispensabile in questo nostro mondo in cerca della propria realtà; illustra la certezza e la Fede che proprio perché ci fanno difetto, ci costringono a rimanere nell'irrisolutezza e in questo nostro errare.
L'aspetto propulsore e potente che fa di Maria Maddalena la cinghia di trasmissione designata dal Maestro per ricordarci che è possibile realizzare il "Cristo Interiore", certo non è dovuto unicamente alla sua sensibilità femminile; attraverso di Lei, il Principio che veicola l'Iniziazione è la Femminilità nel senso più assoluto del termine. Resta il fatto che Myriam non è una donna qualsiasi: è la "Beneamata", e questo perché ha potuto accedere, con la sua Apertura, la sua Volontà e la sua Audacia, a questo rango.
In realtà, Myriam contiene tanti elementi maschili quanto elementi femminili; rappresenta una specie di Androginia ideale che le consente di presentarsi alla soglia di ciò che chiamiamo Realizzazione.

"Chi è questa Donna?", s'interroga Simon Pietro, visibilmente interdetto davanti all'ampiezza della personalità che gli viene rivelata.
La questione è sapere perché gli apostoli, che rappresentano le esitazioni e gli interrogativi del nostro mondo, accettino di rimanere raggruppati intorno a una Donna di questo genere. Verosimilmente, è perché Lei, pur simboleggiando la polarità intuitiva e femminile, è in grado anche di tradurre quella Forza attiva e riformatrice che ancora ci manca per raggiungere un armonioso equilibrio dell'Androginia Ideale.

Il Vangelo di Maria Maddalena...restituito dal Libro del Tempo - Daniel Meurois-Givaudan

giovedì 24 dicembre 2015

Divino Femminile

Lasciati amare più di quanto tu sia mai stata amata in passato.
Lascia che l'amore ti conduca là dove desidera.
Sei come un fiume che si precipita verso l'oceano dell'unione divina.
Non costruire sbarramenti che potrebbero ostacolare la tua presenza dell'amore.
Non lasciare che coloro che vivono sulle rive del fiume influenzino questo amore.
Perché essi non ne conoscono la potenza e la forza che gli consentono di spazzar via ogni differenza affinché l'amore sia.
L'amore e il fiume possiedono entrambi le loro ragioni per proseguire verso l'oceano della divina felicità.
Non avere paura della potenza, non avere paura della forza del fiume.
Abbandonati e lascia che l'amore sia.
Amore, amore, amore, sii l'oceano d'amore che Dio vuole che tu sia.
Lasciati liberare dalle tue paure.
Rimani nuda in tutto il tuo splendore, abbandonandoti all'amore di Dio che si trova al di là di qualsiasi forma e di qualsiasi concetto puritano.
Sii il fiore che Dio desidera che tu sia, aperto e pieno della tua essenza, mentre ti innalzi o ti chini.
Sappi che non esiste alcuna differenza, non esiste peccato.


Raylene Abbott - Divino femminile

giovedì 10 dicembre 2015

La Madre di tutte le cose

Sperate davvero di compiere una creazione dal nulla? Certamente no, dato che la facoltà di creare appartiene solo a Dio, l'unico Creatore.
Quindi desiderate provocare in seno ai vostri materiali una generazione.
Ma in questo caso avete bisogno dell'aiuto della Natura, e potete star certi che quest'aiuto vi sarà rifiutato se per disgrazia o ignoranza non mettete la Natura in condizione d'applicare le Sue leggi. 
Qual è, dunque, la condizione primordiale, essenziale, perché si possa manifestare una generazione?
Risponderemo per voi: l'assenza totale di ogni luce solare, anche diffusa o filtrata. Guardatevi intorno, interrogate la vostra stessa natura. Non vedete che nell'uomo e negli animali la fecondazione e la generazione avvengono, grazie a una certa disposizione degli organi, in totale oscurità, mantenuta fino al giorno della nascita? E' in superficie - in piena luce - oppure nella stessa terra - nell'oscurità - che i semi vegetali possono germogliare e riprodursi? E' di giorno o di notte che cade la rugiada fecondante che li alimenta e li rende vitali?  (...) Quanto a voi, non è durante la notte, nel sonno notturno, che il vostro organismo ripara i danni, elimina le scorie, forma nuove cellule e nuovi tessuti al posto di quelli che la luce del giorno ha bruciato, consumato e distrutto? Persino l'opera di digestione, assimilazione e trasformazione degli alimenti in sangue e sostanza organica si compie nell'Oscurità.
(...)

E' importante quindi ricordare che il Sole è il Distruttore per eccellenza di tutte le sostanze troppo giovani, troppo deboli per resistere al suo potere igneo. Ora lavorate pure di giorno se volete, ma non ci accusate se i vostri sforzi si concludono sempre con insuccessi. 


Noi sappiamo che la Dea Iside è la Madre di tutte le cose, che le porta tutte nel Suo seno, che Lei sola è la Dispensatrice della Rivelazione e dell'Iniziazione. Profani, che avete occhi per non vedere e orecchie per non sentire, a chi rivolgerete le vostre preghiere? Ignorate che si giunge a Gesù solo per intercessione di sua Madre: Sancta Maria, ora pro nobis? La Vergine per istruirvi è raffigurata con i piedi posati sulla Falce Lunare, sempre vestita di blu, colore simbolico dell'astro notturno

Potremmo dire molto di più, ma crediamo d'aver parlato abbastanza.

Il Mistero delle Cattedrali - Fulcanelli


lunedì 7 dicembre 2015

la Vergine Drago

D'andar per questa strada, non per altra, dichiaro;
Tu nota solamente della ruota delle tracce.
E per dare dovunque un eguale calore,
Troppo in terra e in ciel non salire né calare.
Perché salendo troppo il cielo brucerai,
Calando troppo in basso la terra annienterai.
Ma se nel mezzo il percorso perdura
Più costante la corsa, e la strada sicura.

Poème philosophic de la Verité de la Physique mineralle

 

Aeternas Diva paravit aquas

Tu che hai sete, vieni qui: se per caso mancano le onde,
Per gradi, la Dea ha preparato le acque eterne.

Qui sitis, huc tendas: desunt si forte liquores,
Pergredere, aeternas diva paravit aquas.







venerdì 4 dicembre 2015

La Donna che vi fu data

"La donna è rara, dice Giradoux. dal momento che la maggior parte degli uomini sposa una mediocre contraffazione dell'uomo, un po' più scaltra, un po' più remissiva, questi, in realtà, sposano se stessi. Vedono se stessi passare per strada, con un po' più di seno, un po' più di anche, il tutto avvolto in jersey di seta, allora inseguono loro stessi, si abbracciano, si sposano. E' meno freddo, dopotutto, che sposare uno specchio.

La Donna è rara, genera le piene, rovescia i troni, arresta gli anni. la sua pelle è il marmo.
Quando ve n'è una, ella chiude ogni sbocco al mondo... dove vanno i fiumi, le nuvole, gli uccelli isolati? A gettarsi nella Donna... ma Ella è rara...
Bisogna fuggire quando la si vede, perché se Lei ama, se Lei detesta, è implacabile. La sua compassione è implacabile... ma Lei è rara.

La vera Donna, quella che viene dalla notte dei tempi, la donna che ci fu data, appartiene interamente ad un universo estraneo a quello dell'uomo. Ella risplende all'altra estremità del Creato. Ella conosce i segreti delle acque, delle pietre, delle piante e degli animali. Fissa il sole e vede chiaro nella notte. Ella possiede le chiavi della salute, del riposo, delle armonie della materia. E' la Strega bianca intravista da Michelet, la fata dai larghi fianchi umidi, dagli occhi trasparenti, che aspetta l'uomo per ricominciare il Paradiso terrestre.
Se si concede a lui, è attraverso un gesto di sacro panico, aprendogli in tal modo, nella calda oscurità del suo ventre, la porta di un altro mondo.
E' la fonte di virtù: il desiderio che Ella ispira consuma l'eccitazione. Immergersi in Lei ridona la castità.
Ella è sterile, perché ferma la ruota del tempo. O piuttosto è Lei che insemina l'uomo: lo dà di nuovo alla luce, reintroduce in lui l'infanzia del mondo. Lo restituisce al suo lavoro di uomo, che è quello di risalire al più alto gradino di se stesso.
Si dice 'Superuomo', non si dice Superdonna, perché la Donna, quella vera, è Colei che fa l'uomo superiore a quel che realmente è. A Lei basta esistere per essere con pienezza. L'uomo deve passare attraverso di Lei per pervenire all'Essere, a meno che non scelga altre ascesi, dove la incontrerà ancora, sotto forme simboliche..."


Tantra - l'altro sguardo sulla vita e sul sesso, André Van Lysebeth


venerdì 13 novembre 2015

Io Sono il Segreto del mio Nome

Io sono il silenzio che è incomprensibile,
e l'idea il cui ricordo è costante.
Io sono la voce il cui suono è multiforme
e la parola la cui apparizione è molteplice.
Io sono la pronuncia del mio nome.

Perché, voi che mi odiate, mi amate,
ed odiate quelli che mi amano?
Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,
e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.
Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,
e voi che avete mentito su di me, dite la verità.

Voi che mi conoscete, ignoratemi,
e quelli che non mi hanno conosciuta,
lasciate che mi conoscano.


Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.
Io sono la vergogna e l’impudenza.
Io sono la svergognata; Io sono colei che si vergogna.
Io sono la forza e la paura.
Io sono la guerra e la pace.
Prestatemi attenzione.
Io sono la disonorata e la grande.
Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza. 


il Tuono, Mente Perfetta 

 

martedì 10 novembre 2015

La Regina di Roma e d'Amor

Cristina aveva anche per modello gli umanisti del Rinascimento, come Nicolò e Pico della Mirandola. Il suo problema era quello di conoscere il ruolo dell'uomo nei confronti della Divinità e quali fossero i limiti della conoscenza umana. era spinta, nel suo continuo indagare, dal voler conciliare la filosofia e la scienza con la religione, l'intelletto e la fede, gli slanci mistici del Cuore con la razionalità della mente; di capire, cioè, attraverso l'intelletto, le ragioni della Fede (Fides quaerens intellectum). Il suo atteggiamento non era quello di una passiva accettazione, ma di una conquista interiore attraverso il 'dubitare'. Interessante è quanto scrive in proposito: "Non si deve credere nulla se non dopo aver osato dubitare... credere a tutto è debolezza, credere a nulla è follia".
(...)
"Io non credevo nella religione in cui fui nutrita. Tutto quello che mi insegnavano mi sembrava poco degno di Voi... odiavo mortalmente i lunghi e frequenti discorsi dei luterani, ma capivo che dovevo lasciarli dire e aver pazienza e che non dovevo manifestare quello che ne pensavo. Divenuta più grande, mi formai una specie di religione a modo mio, attendendo quella che Voi mi avete ispirato, per la quale avevo già naturalmente una così grande inclinazione. Voi sapete quante volte, con un linguaggio sconosciuto alla maggior parte degli uomini, Vi ho chiesto la grazia di essere illuminata da Voi... e che io feci voto di obbedirVi al prezzo della mia sorte e della mia vita".

E' quel Fuoco d'Amore che la spinse fin da giovanissima a fondare l'Ordine dell'Amaranto, le cui 'fiamme immortali' sono quelle del Cuore della Regina e il cui emblema erano le due A intrecciate, simbolo di un Amore che va oltre la morte.

Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini



lunedì 9 novembre 2015

La Statua Interiore

Così porto in me, scolpita fin dall'infanzia, una specie di Statua Interiore che dà una continuità alla mia vita, che è la parte più intima, il nocciolo più duro del mio carattere. Questa statua l'ho modellata durante tutta la mia vita.
Così, alberga in me non solo un personaggio ideale con il quale mi confronto incessantemente. Porto in me anche tutta una serie di figure morali, dalle qualità assolutamente contraddittorie, che la mia immaginazione vede sempre pronte a recitare la parte dei miei partner in situazioni e dialoghi impressi nella mia testa, fin dall'infanzia o dall'adolescenza...
E lì, nemmeno un gesto, nemmeno una parola che non siano imposti dalla Statua Interiore.


Francois Jacob, La Statua Interiore


domenica 8 novembre 2015

Melissa

Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’ape mellifera, e al contempo la regina di tutte le api.

Le sue leggende nascono nell’antico mondo mediterraneo, nella calda e selvaggia terra di Creta, dove lei era una delle luminose espressioni della “primitiva Potnia dei fiori (…) dal filo d’erba agli alberi delle millenarie foreste”. La si poteva descrivere come “Dea celata nelle forme di un’ape, di cui, di quando in quando, si libera o in cui nuovamente si nasconde”, ovvero come sacra e libera energia naturale che abitava sì nelle graziose api e nel loro regno fiorito, ma poteva assumere anche sembianze diverse in un’infinita e gioiosa libertà d’espressione; e incarnava tutte le caratteristiche dell’ape regina e delle sue figlie, delle quali era l’archetipo divino.
Il suo era un regno di intima armonia femminile, di coralità perfetta fra sorelle nate dalla stessa prodigiosa madre; un regno basato sull’amorevole servizio ad una grande sovrana, unica femmina fertile del favo che dal bel ventre rigonfio genera tutte le sue devote figlie e ancelle, come pure i figli paredri, che nella loro breve esistenza stanno accanto a lei e ne fecondano le uova.
E tuttavia lei può generare anche da sola, indipendentemente dall’intervento del maschio, per questo richiama l’autonomia e l’indipendenza generativa della Grande Madre, androgina e completa in se stessa.
Melissa era dunque la dolce signora dell’alveo brunito, la materna Regina sempre gravida d’amore e la dolce e operosa Figlia; la languida femmina perennemente fertile e la fiera guerriera, che sacrifica la sua vita pur di proteggere il delicato equilibrio del suo piccolo mondo perfetto.
Rappresentava la Dea della Natura selvaggia, e anche della Trasformazione dopo la morte e della periodica Rigenerazione, e le sue ali d’oro indicavano la Rinascita ai regni sottili.
Al calare del sole, la selvatica Melissa solare lasciava il passo alla dolcissima Melissa lunare, la regolatrice dei cicli femminili, protettrice delle donne fertili e delle partorienti, e madrina dei bimbi, ai quali offriva il suo dolcissimo miele per addolcirne il latte.


tratto da: http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=173&MDPROSID=.


 

domenica 1 novembre 2015

Debbee

L'Ape è un animale Solare e il Sole abbisogna per una rivoluzione intorno a se stesso di un tempo circa pari a quello che è occorrente per lo sviluppo di un fuco. Perciò l'Ape Regina non aspetta per la propria completa evoluzione un'intera rivoluzione del Sole, vale a dire che Essa rimane del tutto nell'ambito di una rivoluzione solare, così da rimanere sempre sotto l'influsso del Sole. Per questo Essa diventa un'Ape capace di deporre uova, poiché la facoltà ovipara è sotto l'influsso del Sole e nello stesso tempo anche dell'Universo.
Nel momento stesso in cui l'Ape vien nutrita in modo da richiedere per il proprio sviluppo quasi un'intera rivoluzione solare, come nel caso dell'ape operaia, questa si trova più vicina all'influsso dell'evoluzione terrestre. Ora l'ape operaia è invero ancora decisamente un animale solare, ma già un po' terrestre. Il fuco, invece, a sviluppo più lungo pari circa al periodo di rivoluzione del Sole su se stesso, è animale terrestre, si distacca dal Sole.
Vi sono tre possibilità: abbiamo la Regina, l'ape operaia e il Sole nel quale abbiamo forze extraterrestri, ma già un po' terrestri, e ci sono i fuchi che non hanno più nulla delle forze solari, che sono del tutto animali terrestri. Tutto quel che succede nello sviluppo dei tre tipi di Api non è sotto l'influsso di forze terrestri, all'infuori della fecondazione stessa.

Ora il fatto strano è quello che si osserva nel volo nuziale: (...) la Regina fa proprio una fuga verso il Sole, e quando è nuvoloso la fecondazione non avviene. I fuchi, che vogliono introdurre l'elemento terrestre in quello solare, combattono perfino nell'aria, e quelli che sono deboli soccombono. Solamente quello che conserva la forza fino all'ultimo e vola alto come la Regina può compiere la fecondazione. Seppure la Regina è fecondata non vuol dire che ogni uovo sia fecondato, ma lo è solo la parte delle uova della Regina da cui nascono api operaie e Regine; una parte rimane non fecondata nel corpo della Regina, e da quella nasceranno i fuchi. Se poi la Regina non è fecondata affatto, nascono solo fuchi. Da Regina fecondata possono nascere fuchi da uova non fecondate, oppure operaie e Regine da uova fecondate, quando cioè l'elemento celeste è venuto in contatto con l'elemento terrestre, cosicchè quando accanto ai fuchi ci sono delle api operaie, i fuchi derivano dal fatto che sono stati esposti al massimo dell'influsso terrestre, poiché nessuna fecondazione ha avuto luogo. Devono appunto venir esposti all'influsso terrestre, per rimaner capaci di vita, devono venir nutriti più a lungo.

Le Api - Rudolf Steiner



giovedì 29 ottobre 2015

Fanciulla Maddy, Fanciulla Kore

Gesù esaltò molti valori tipici delle società matriarcali, messi in evidenza dall'archeologa Marija Gimbutas: l'antica abitudine di condividere anziché opprimere, di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi, valori di affiliazione e di unione e non di dominio, valori di giustizia e bellezza in una società pacifica e ugualitaria, tutti raggiungibili se si ha una concezione globale della realtà umana, dove i confini tra ciò che è visibile e ciò che non lo è sono labili, in una dimensione spesso identificata con l'acqua del mare, ossia con l'inconscio. Un segno di riconoscimento dei primi cristiani fu inoltre il 'pesce', simbolo identificativo anche di Persefone. Maria Maddalena, considerata dagli gnostici come Sofia, aveva come simbolo il 'pesce', animale acquatico e connesso con il mare. Il mutismo del pesce simboleggiava inoltre il silenzio a cui era obbligato l'iniziato, che doveva eliminare tutti gli ostacoli che si frapponevano alla sua visione interiore.
Karol Kerényi, nel suo studio 'Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia', afferma che in connessione con la festa dei Misteri in Eleusi si rappresentava l'emergere di una Dea dal mare: una fanciulla nasceva da una conchiglia simboleggiando come Afrodite, fanciulla divina, l'amore nella sua forma fisica. Si dice che la bella Phryne fosse una 'prostituta'. Il riferimento alla prostituta rimanda alla figura della Maddalena, nell'accezione di cui abbiamo già avuto modo di discutere. Ricordo, infatti, che per gli gnostici questo ruolo simboleggiava l'aspetto di Sofia che, inconsapevole della sua natura divina, si concedeva a molti amanti, mostrando la sua natura infedele; ma allorquando Sofia conquistava la consapevolezza della sua origine divina, un principio informatore di carattere spirituale guidava la sua vita e la prostituta, una volta redenta, trovava la sua vera Madre divina.

Maria Maddalena fu quindi considerata una prostituta probabilmente perché aveva svolto lo stesso ruolo di Phryne nei Misteri della Dea; nella parte finale dei Misteri eleusini avveniva il ricongiungimento della fanciulla 'prostituta' con la sua origine divina, ossia con la sua Dea Madre e con la Dea dei morti, in modo da ritornare alla Trinità degli aspetti Persefone-Demetra-Ecate. Questo ricongiungimento era la Risurrezione, la nuova nascita, che comportava l'apparizione di un bambino divino.


Rosa Mistica, la Tradizione della Dea nel Nuovo Testamento - Elisa Ghigghini




mercoledì 21 ottobre 2015

il Segreto dell'Alveare

Ti ringrazio, Ape
che mi hai insegnato la tua antica arte della collaborazione...
il ronzio di gruppo che porta con sé
il nettare che trasformate in
Divino Nutrimento,

grazie perchè in un periodo storico dove
la distruzione è ovunque,
Tu con le tue Sorelle
continuate deditamente a produrre
il vostro Oro

e provvedete a tenere in equilibrio
la Madre Terra.


Titti Bertolin, ne "L'Agenda della Dea - Il Corpo Sacro"

Ora possiamo precisare che quando si descrivono da un lato le vespe o le formiche si può affermare che si tratta di animali che si sottraggono all'influsso del Pianeta Venere, al quale invece sono del tutto soggette le Api, che sviluppano la vita amorosa nel complesso del loro Alveare. Qui essa diventa una vita saggia, e vi potete immaginare quanto saggia debba essere. Vi ho già descritto diversi fatti sulla procreazione della discendenza, in essa vi è molta saggezza inconscia. Le Api sviluppano questa saggezza inconscia nella loro azione esteriore. Così abbiamo nell'Alveare nel suo complesso, come una sostanza, l'elemento che in noi vive manifestamente quando il nostro cuore sviluppa Amore. L'intero Alveare è compenetrato di vita amorosa, le singole Api rinunciano tutte all'Amore e sviluppano complessivamente l'Amore nell'Alveare.
Si comincia quindi a comprendere la vita delle Api quando si appura che l'Ape vive come in un'atmosfera tutta impregnata d'Amore.

Le Api - Rudolf Steiner

L’Ape è stata Simbolo di Regalità sin dai tempi degli Egizi e come tale veniva utilizzata associata ai Faraoni, sopratutto collegata alla sovranità sul Basso Egitto. Sempre per gli Egizi essa rappresentava la Divinità in quanto nata dalle lacrime di Ra. Nel corso della storia ha anche rappresentato lo stesso Gesù, o per meglio dire il Cristo, in quanto Emblema della Risurrezione a causa della sua sparizione durante i mesi invernali ed il ritorno in primavera. Furono poi proprio i Merovingi a reintrodurre il Simbolo dell’Ape in quanto Sigillo Regale prima ancora del fiore di loto. (...) va inoltre considerato il valore Alchemico dell’Ape determinato dalla sua capacità di trasformare la materia, il nettare in miele, che può essere associato al processo di Iniziazione della Massoneria tramite il quale il novizio, la pietra grezza, viene lavorato sino a diventare una pietra perfetta.

 tratto da: http://www.simonebarcelli.org/2010/04/la-cappella-di-rosslyn-rivela-un-nuovo-segreto-legato-alla-simbologia-dell-ape/

L’Ape è simbolo di fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il Segreto dell'Alveare è come cercare di svelare il Mistero Femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della Conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del Miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le Sacerdotesse di Demetra (Dea delle messi) che nei Riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono Sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento Lavoro Iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’Ambrosia, bevanda Sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. E' Emblema dell’Eterna Rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’Anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli Egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le Sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle Api è spesso associato all'innalzamento dell'Energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'Api spesso rappresentava l'Illuminazione. Le Api sono Sacre anche a Buddha, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti. 

 
tratto da:  http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/03/lape.html

Il fatto che anche il nome della Profetessa ebraica Deborah in ebraico significasse "Ape" suggerisce che l'associazione tra questo titolo e le Sacerdotesse oracolari era molto antica nell'area del Mediterraneo. 
 
Marguerite Rigoglioso - Partenogenesi

martedì 20 ottobre 2015

Ritorno alla Luce

Che i Misteri Eleusini presentassero agli Iniziati un Divino modello dell'Immortalità nelle figure di Dioniso e Demetra (e Core e Plutone) piace a tutti sentirlo.

Quel che piace di meno è sentir ricordare che Demetra è la spiga - il pane - e Dioniso l'uva - il vino.

"Prendete e mangiate..."

Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò - Il Mistero


 

giovedì 15 ottobre 2015

la Bilancia

Con la Bilancia inizia l'arco di ritorno; da qui fino ai Pesci il cerchio dello Zodiaco torna indietro verso il suo punto d'origine. Questo è il primo segno che compare oltre l'orizzonte e dà inizio all'emisfero ''dell'altro''. Nella Bilancia bisogna venire a patti con la crescente consapevolezza della fondamentale oggettività o alterità che risiede sia nel Sé sia nel mondo esterno. Tutto il Simbolismo che circonda questo segno riflette un processo di adattamento, di bilanciamento e di armonizzazione con la nascente percezione della diversità. A partire da questo segno si entra nel gruppo di quelli da cui si può imparare a essere autoriflessivi, e realmente sensibili ai bisogni degli altri. Gli attributi chiave della Bilancia sono cooperativo, che scende a compromessi, dipendente, amante della pace, giusto, tentennante, distaccato, affascinante. Tutti questi aggettivi esprimono una certa sensibilità per il mondo sottile, che tesse un'unità a partire dalle nostre differenze e diversità.
Il compito centrale della Bilancia è trovare quello stato di equilibrio mobile tra sé e gli altri, e successivamente trattenere la tensione degli opposti abbastanza a lungo per effettuare un'inversione di polarità. Questo procedimento è come camminare attraverso lo specchio, in cui noi smettiamo di porci in relazione con il riflesso di noi stessi, iniziando a relazionarci non più con l'Io ma con il Tu. Attraverso l'inversione di polarità, l'Io separativo è decentralizzato; la consapevolezza si dirige lontano da una forma di predominante interesse personale, verso un coinvolgimento con la totalità più grande. Nella Bilancia si scorge un Sé più elevato o lo Spirito della Natura: scoprendolo, questo segno vuole coltivare l'espressione di questo potente nuovo ruolo.
(...)
Questo segno può manifestarsi come il desiderio di vivere appieno, portando amore per la vita, gioia per l'espressione e entusiasmo per l'esperienza, con un aperto desiderio di affrontare la vita come viene. C'è sempre un forte richiamo per l'avventura, che porta fino allo sfinimento. L'apprendimento avviene in maniera migliore attingendo a piene mani dall'esperienza diretta, di modo che essa arrivi più facilmentente e sia ricordata meglio quando viene utilizzata. Così, la Bilancia diventa maestra dello strumento dell'artigianato, del commercio, della macchina, della personalità e dell'arte di vivere e fare.
Esiste anche un altro aspetto della Bilancia che è responsabile dei molti attributi ''negativi'' che la caratterizzano. La vita con questo segno, come per tutti gli altri segni d'Aria, è decisamente contestuale e segnata da problemi di dualità: il Sé è costantemente visto attraverso le reazioni altrui; può essere difficile trovare un punto d'ancoraggio, data la natura di costante movimento e capovolgimento di questo segno. Ogni esperienza rischia di trasformarsi nel suo opposto, ogni pensiero, impulso, desiderio e azione potrebbe altrettanto semplicemente essere subita da un altro punto di vista. Questa diversità può portare confusione, dubbi su di sé e il costante carosello di identificazione attraverso le apparenze, le strutture di una realtà più stabile nelle altre persone, e la paura di una scelta chiara.
La Bilancia insegna la Prospettiva, il riconoscimento di se stessi come parte di un'Unità più grande, e l'abilità della consapevolezza di contemplare questo nuovo stato di cose. Essa porta l'individuo ad un punto di scelta personale e stabilisce una chiara intenzione fondata su una piena comprensione degli interessi.
L'Arcano Maggiore solitamente associato alla Bilancia è la Giustizia (VIII).

La carta della Giustizia rappresenta l'equilibrio karmico; tutto sta andando come dovrebbe. Solitamente ci sono stati alcuni cambiamenti che hanno portato questo equilibrio. Quasi sempre è giusto e buono, ma certe volte la persona che riceve la carta  non lo sente in questo modo. (...) In ogni posizione questa carta ci insegna le cause e gli effetti - le azioni e le conseguenze. Simboleggia il modo di operare della Legge Naturale, la rete della vita. Ciò che compiete si ripercuote su ogni cosa; ciò che succede agli altri si ripercuote su di voi.

Vicky Noble & Jonathan Tenney - Motherpeace Playbook, la pratica di Madrepace attraverso i Tarocchi e l'Astrologia


sabato 10 ottobre 2015

Splendore Oscuro, Oscurità Splendente

Stiamo imparando a non considerare più automaticamente una visione immanentistica e olistica come un impedimento e uno strangolamento della coscienza di sé. Non condividiamo più lo stereotipo sull'impossibilità di individuarsi - e quindi di esistere liberamente in quanto soggetti - nella ''simbiosi'' con la natura e abbiamo cominciato a percepire e a rappresentare la consapevolezza di portare dentro di noi l'Alterità, il diverso da noi, l'altro da sè, e a ricercare il senso dell'Unità profonda dietro alla molteplicità delle forme manifeste.

Sempre più (...) siamo in grado di riportare alla luce la diversità della nostra Visione, ''femminile'', che sta alla radice dei sistemi di pensiero che l'hanno occultata, in Grecia come in India, in Cina come nelle Americhe. ''Diversità'' ritenuta a un certo punto del percorso dell'umanità oscena e messa fuori scena come oscura e demoniaca in quanto in-divisa, non separata dal naturale; e ammessa nel contesto olimpico, gerarchico e patriarcale, e nel pensiero filosofico oppositivo e binario solo come polo negativo e oscuro, inglobante come il ventre della Madre da cui si emerge, nascendo, alla luce. Solo, cioè, come Madre/Materia, tutto quel che resta della Visione ''Femminile'' precedente nel contesto patriarcale che ne ha spezzato l'unità polimorfica.

(...) l'avvento del principio uranico ''civilizzatore'' portò contemporaneamente una caduta di livello, una caduta di stile, una perdita di spessore e la complessità della Visione precedente, non più comprensibile, potè essere resa intellegibile solo attraverso la riduzione a Madre di tutto ciò che era stata Themis nell'indifferenziato prima del tempo mitico.

(...) La Grande Madre, la Dea indifferenziata, la Potnia Fyton e la Potnia Theron,  le Antiche Dee della Teogonia un po' alla volta si frammentarono, assumendo su di sé uno solo dei molti aspetti del Femminile. In ciascuna di queste nuove antiche divinità è possibile cogliere gli strati della Sua progressiva Individuazione, che si costruì attraverso l'istituzione di nuove parentele e l'invenzione di nuove delimitazioni in una miriade di racconti, fino a raggiungere l'istantanea perfetta del Pantheon olimpico.

Oscure Madri Splendenti, le radici del Sacro e delle Religioni - Luciana Percovich

giovedì 8 ottobre 2015

la Torre

Sia in lingua egiziana che in lingua ebraica la parola 'Torre' viene scritta con le sole consonanti 'mgdl' e letta 'migdal' o 'magdal', da cui il nome Maddalena. In effetti, nei Vangeli canonici la Maddalena viene presentata come nativa di Magdala, una località della Galilea sul lago di Tiberiade, che sappiamo fornita di un castello con Torre.
Questa connessione tra la Torre e Maria Maddalena è da intendersi su un piano puramente letterale, in quanto indicativa di una provenienza geografica della Maddalena da un paese fornito di torre, o è da intendersi in un senso più profondo?

La Torre, come la Scala, è stata per lungo tempo simbolo del Centro, in cui avvenivano contatti tra l'Alto e il Basso, spesso associata alla linea dinastica del Messia, nell'iconografia cristiana essa è collegata più spesso alla Madonna, che nelle litanie laurentane viene chiamata 'Torre Eburnea'. (...)
La Torre coronava anche le statue di Artemide-Rhene, la Dea Nera dei Traci; ancora, Cibele era circondata da Torri, per cui venne chiamata dai Romani 'Mater Turrita'. Si diceva, infatti, che la Torre si prolungasse anche nel sottosuolo a unire i Tre Mondi: Cielo, Terra e Mondo Sotterraneo dei morti.
Ogni gradino della Scala, così come ogni piano della Torre, segnavano una tappa dell'Ascensione Mistica.

Rosa Mistica, la Tradizione della Dea nel Nuovo Testamento - Elisa Ghigghini


domenica 4 ottobre 2015

I narcisisti, gli psicopatici, i prepotenti, i manipolatori vivono la vita come se fosse infinita, come se il tempo di ciascuno di noi fosse dilatato nei secoli. Per questo si permettono di sprecare l'attimo, il giorno, la settimana, il mese e gli anni in inutili trastullamenti sterili, in giochi perversi, in titubanze, in promesse mancate, in fughe e ritorni, nella costante creazione di una premessa che non conduce mai a un fatto concreto. Sprecano preziosi istanti di vita, sprecano le proprie ed altrui energie, dissipano tesori per avere in cambio uno stallo paludoso in cui l'unica certezza è l'infelicità. Dovrebbero capire che la persona che tanto malamente oggi evitano e domani desiderano, dopodomani potrebbe non esserci più. La vita non è infinita, soprattutto dopo i 40 anni .

L’ultima volta che la vide,
non sapeva che era l’ultima volta che la vedeva.
Perché?
Perché queste cose non si sanno mai.
Allora non fu gentile quell’ultima volta?
Sì, ma non a sufficienza
per l’eternità.


Vivian Lamarque

giovedì 1 ottobre 2015

BiancoRossoNero

La dualità e la ciclicità sono caratteristiche del vivere: notte-giorno, bene-male, yin-yang.

Il Doppio è la copresenza nella donna del Bianco/Bianca - ossia la razionalità, l'autorità e la direzione della parte sinistra del cervello che si manifesta nei primi 14 giorni del ciclo - e dell'Augusto/Augusta-rossa - ovvero l'irrazionalità, l'istinto guidato dalla parte destra del cervello, che si manifesta nella seconda fase del ciclo mestruale. L'aspetto duale giace nel continuo e ripetitivo alternarsi dell'ovulazione e delle mestruazioni.
L'aspetto lunare della Clownessa è entrare in contatto con lo spazio interiore profondo della nostra essenza, in cui nessuno può entrare; è prendere consapevolezza della nostra femminilità attraverso ciò che ci distingue dall'uomo: le ovaie, la Vagina, il Sacro sangue mestruale o l'uovo d'Oro della menopausa. E' l'osservazione interiore dell'aspetto che non si può vedere perché è oscuro e che, risiedendo nella profondità della nostra Anima-corpo, segna un Percorso Segreto.

(...)

"Nell'antichità la Luna era considerata una Dea e le Sacerdotesse avevano il Culto dell'armonia che anima l'Amore tra i due Sposi Sole-Luna. Fra i due innamorati si svolge il gioco dell'inseguimento, dell'eterno corteggiamento. Il Sole e la Luna si inseguono e rincorrono in un eterno gioco, proprio come due innamorati che tengono vivo il loro amore con maliziose strategie. Il Sole affascinato dalla sua bellezza la insegue, ma la Dea della notte scompare silenziosa. Poi, quando alla fine del giorno il Sole scompare e il cielo lentamente si oscura, la Luna riappare. C'è fra la Luna e il Sole una profonda armonia perché sono due energie complementari".

La Clownessa, il Sorriso intimo della Donna - Rossella Bergo


 

mercoledì 30 settembre 2015

Follia Sacra o la Sensualità dell'Anima

Vogliamo spingerci oltre? 
A rischio di sconvolgerti, sostengo che vi è nella Compassione una sorta di sensualità dell'Anima che può anche imprimersi nel corpo fisico. Voglio dire che possiamo essere il ricettacolo di ciò che l'altro sente, al punto di percepirne la realtà attraverso i nostri sensi e la nostra carne. Il mistico che nega i potenziali splendori del corpo, a mio avviso commette un atto di ribellione contro tutta una parte della Creazione; se è davvero capace di una compassione reale e potente, allora percepirà anche nella carne la vita, le sofferenze e le gioie dell'altro. Allo stesso modo ho sempre pensato che in una carezza, una carezza vera, che parla all'anima, potesse esserci compassione... tanto da far nascere una sensibilità mistica. 

Eppure non mi faccio illusioni: ci vorranno ancora millenni prima che l'umanità possa affrontare questi argomenti in modo libero, in modo sano, lontano dalla permissività oppure dalle interdizioni che, da tempo immemorabile, ci vengono ammannite come altrettante verità! La Verità, o perlomeno ciò che possiamo progressivamente percepire di essa, è un po' come la gioia condivisa; ed esistono così tante Vie inventate dalla Vita perché si possa scoprire questa gioia attraverso di noi!

Akhenaton, il folle di Dio - Daniel Meurois-Givaudan


Il Maestro della Tradizione

Il Maestro della Tradizione è un essere incredibile.

Viene da mondi sconosciuti per la mente, e ci conduce in mondi sconosciuti. Tutto ciò che apre ha un significato di esistenza più profondo e radicato, essenziale alla vita per chi non si accontenta delle discipline comuni degli esseri umani.
La sua storia inizia altrove, ed è circoscritta da tanti episodi che ne caratterizzano la Volontà e l'Onore, come un mare che si infrange sulle rocce trovando il suo contenimento.
La disciplina che conduce ha a che fare più con i nostri talenti e i nostri limiti che con qualcosa di astratto, come un ideale o una religione vissuta mentalmente. Ci sono significati ulteriori nelle sue parole, e spesso non si riesce a percepire tutto in un istante, ma l'elaborazione porta poi le comprensioni successive. Ci sono state volte in cui si è manifestato come altro da sé, impedendo alle proiezioni che continuamente possiamo avere su di lui, di appigliarsi. Ci sono state volte in cui ha canalizzato e interpretato gli umori degli spiriti, volte in cui ha esplicitato il sentire della Terra con tutta la Sua magnificenza e compassione e ha esplicitato a volte anche l'Amore degli Dèi. 

Il suo cammino è a ritroso nel tempo, piuttosto che avanti: è la memoria che lo conduce negli spazi del ricordo reale, energetico, non proiettivo-mentale. In quel ricordo ri-comprende come funzionavano le cose un tempo, e come funzionano adesso, per cui è in grado di gestire la dimenticanza. Egli fa parte della schiera dei personaggi che lottano per modificare l'essenza della realtà, per come gli è stata presentata dal mondo sociale, per cui non si vedono all'apparenza i cambiamenti, ma si percepiscono nel profondo quando si è in contatto.
Tutto rientra nella sua possibilità: egli è Maestro nell'arte dell'incorporazione, ed è al tempo stesso legato ai fenomeni della Terra. Per cui ogni volta deve ri-apprendere ciò che ha scordato, rivivere ciò che è passato, perché si ricordi nuovamente, e si faccia spazio tra le dimenticanze quotidiane.

Ogni volta che appare è la manifestazione di ciò che c'è potenzialmente in atto in una determinata situazione. I suoi occhi sono intensi, e semplice l'aspetto, perché grossolanamente egli è: un essere umano, con i suoi limiti, con i suoi tradimenti che ogni volta ripaga a caro prezzo. L'unica differenza che passa tra lui e gli altri è che si mette in ascolto, si attacca all'intento della situazione, rendendosi canale; e quando egli è qui, possono accadere molte cose che normalmente non accadono.

La maturazione per lui è il suo stesso insegnamento: ogni volta che lo trasmette mettendosi in discussione e in gioco, ne vale la pena perché è libero di affrontare le possibilità dell'ignoto e del conosciuto. Amore è il suo primo comandamento, che a volte dimentica concentrandosi su altro: non si disturba mai però questo intento quando ha in carico la responsabilità delle persone e dell'ambiente che ha a disposizione in quel momento. La luce dei suoi occhi è una possibilità:attraverso di essa si capisce che non c'è altro, non c'è niente, se non un terrificante intento di considerazione di tutti gli aspetti più profondi della personalità, dell'anima, dell'Amore, così come del mondo transpersonale con cui può fare capolino, mettendosi in evidenza.

L'onore e il rispetto sono le due sue meraviglie, che regala a chi lo partecipa essendogli disponibile. La viltà è il suo combattimento. La luce lo conquista, mentre l'ombra lo appaga, così che sono entrambe in lui un movimento di liberazione.
Egli è chiunque lo accolga, eppure colui che lo ha condotto fin qui. Si prende la responsabilità di parlare, di mettersi in discussione, di alzare lo sguardo o altrove o nella Terra che lo comanda sotto i suoi piedi.
In realtà poi è un essere umano che si diverte a prendere in giro, raccogliere fiori, giocare con il pallone, ricercare le verità dentro ogni cosa.

Il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano


venerdì 25 settembre 2015

La biblioteca della Regina

La biblioteca del Palazzo delle ''Tre Corone'' a Stoccolma era una delle più complete e preziose d'Europa. Partendo dalla Svezia, Cristina, dopo la sua abdicazione, si preoccupò principalmente di portare con sé la sua ''Libreria'' ricca di manoscritti e stampe rare.
Durante il viaggio da Stoccolma ad Amburgo visitò, nelle città più importanti, accanto a conventi e chiese, le biblioteche più famose (a Deventer quella di Gronovius, a Munster quella dei Gesuiti, ecc.).
Ospitata in Vaticano alla Torre dei Venti, cosa eccezionale per una donna, uno dei suoi primi interessi fu quello di recarsi alla Biblioteca Vaticana, dove venne ricevuta da monsignor Stefano Gradi, che a lei dedicò alcuni componimenti poetici.
Al Collegio Romano ammirò gli antichi codici greci e latini e ''seppe dare giudizio degli autori mostrando profonda erudizione''.
In quella occasione padre Athanasius Kircher, autore delle trentatré iscrizioni in onore della Regina anche in lingue orientali, le offrì un salterio arabico-latino di cui si dichiara ''Scriptor et interpres''.

(...)


La profonda cultura di Cristina è messa in risalto dalla varietà e dalla ricchezza della sua biblioteca, considerata già a Stoccolma una delle più celebri d'Europa. Conteneva codici e libri di teologia, filosofia, storia, letteratura e scienze.

Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini 


 

mercoledì 23 settembre 2015

The Green Power

Il Verde è il colore della Natura e della Madre terra, un richiamo all'armonia, all'Amore, alla fecondità, all'abbondanza e alla prosperità. Ed è sacro a Venere, Dea dell'Amore.
Se usata al negativo, questa energia può invece portare sospetto, disarmonia, avarizia, invidia e gelosia.

Il Verde è inoltre il colore del chakra del Cuore.

Malefica era in grado di dare Amore, di guarire, di prendersi cura di altri esseri viventi. Ma, adesso che il cuore è stato spezzato, quell'energia potrà essere usata per fare il male, per provocare disgrazia. E Stefano, carico della veste regale, vede in lontananza quelle fiamme.
 
Malefica è diventata distruttiva, tutto ciò che tocca si sgretola. Va verso la Brughiera, non vuole più nascondersi. Ora che Stefano è diventato Re del mondo degli umani, Lei ha deciso di essere Regina del regno degli Spiriti.

Malefica, trasformare la rabbia femminile - Maura Gancitano

 

martedì 22 settembre 2015

Dea Oltraggiata, Dea Risorta

Marie-Louise von Franz l'ha definito il modello della Dea Oltraggiata.
Ma da dove nasce?
E' qualcosa che è sempre esistito o ha avuto un'origine?
Da chi è stata oltraggiata Malefica, dal Re che non l'ha invitata? E perché proprio lei non è stata invitata? Perché è stata dimenticata? Cosa nasconde questa dimenticanza?

Forse non è altro che il racconto della grande opera di rimozione compiuta a danno delle caratteristiche più forti, incontrollabili e dunque spaventose del potere femminile.

Ma che cos'è questa femminilità che viene addormentata?
La psicoterapeuta parla di alcuni ''aspetti del potere femminile e della specificità femminile (...) che sono stati negati e rimossi dalla cultura cristiana e che devono essere recuperati alla coscienza per comporre una nuova integrazione della personalità cosciente''.

Malefica, trasformare la rabbia femminile - Maura Gancitano

Malefica

Da dove sorge la rabbia della fata, della strega cattiva, di quella creatura incomprensibile che nella pellicola Disney ha il nome di Malefica?
La storia non lo spiega, ma è evidente che la sua figura sia sovrapponibile a molte altre. Malefica sarebbe la madrina cattiva, rintracciabile in altre storie, per esempio Cenerentola.

Ma perché esiste questa figura? 

Secondo Von Franz, nel mito il Maschile è riuscito a incarnarsi pienamente in un Figlio umano, mentre la Dea Madre antica non è riuscita a farlo. Questa mancata incarnazione ha provocato delle conseguenze in ambito sociale e culturale, influenzando l'intera storia della donna (''Non essendo riconosciuta la forma della donna, non lo fu nemmeno la donna'').

Anche nell'ambito della religione cristiana, Dio si incarna nel Cristo, ma la Vergine Maria è una donna che non ha alcun collegamento con una qualche divinità femminile, al massimo comunica con gli angeli e agisce seguendo il volere divino.
Del resto, la Madonna non possiede le caratteristiche feroci e oscure tipiche di tutte le divinità femminili della storia. Al tempo dell'elaborazione di questa figura, infatti, la civiltà occidentale aveva già cancellato (bruscamente) il Culto della Dea Madre. Anzi, lo aveva rimosso.
Il cosiddetto pensiero patriarcale aveva preferito purificare le figure femminili da ogni attributo bestiale, sottomettendole a una divinità maschile superiore, a cui ubbidire. Questa scelta ha creato enormi conseguenze sul pensiero occidentale, oltre che sulla storia politica, sociale e culturale delle donne, sul loro ruolo pubblico e sulla loro libertà personale.

Malefica, trasformare la rabbia femminile - Maura Gancitano