Par ce signe tu le vaincras.
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mercoledì 1 giugno 2016
GRAAL
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sabato 5 marzo 2016
Mellifera
All'Origine della Creazione è posta la "Padre-Madre" Neit, la Neter Ua (Dio Uno) per eccellenza.
Neit crea con proiezione di intento dal Cuore, in assoluta Allegrezza e Libertà da qualsivoglia vincolo all'infuori del proprio Piacere.
Ciò che Lei sente dal Cuore si manifesta nell'esistenza.
Neit tesse il Cosmo con fibre incrociate, con filamenti cosmici, i quali con Ptah e Thot diventano una Rete Magica, custodita gelosamente nei loro templi e che celava grandi segreti.
Il libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
Lo spirito guida (conosciuto come angelo custode) proviene dal mondo spirituale dei geni ed è considerato la fonte della nostra intuizione, o sesto senso. Il sesto senso è la nostra capacità di percepire informazioni senza l'aiuto dei nostri cinque sensi. Quando la persona capace di ricevere informazioni dal mondo invisibile è intellettualmente preparata, e quindi in grado di interpretare ed elaborare quest'informazione, allora diventa un 'genio'. La capacità di ricevere informazioni attraverso lo spirito guida può essere di diversi gradi di sviluppo; può essere ricevuta come un'intuizione chiara, come una voce interna, come una voce esterna oppure un'immagine interna od esterna, o la combinazione di questi fenomeni insieme.
Medicina Universale e il Settimo Senso - Nader Butto
Fa' ciò che Vuoi conformando la tua piccola volontà alla Volontà della PadreMadre in te restando in perenne comunicazione col Daimon e sarà tutta la Legge.
debdeashakti
Neit crea con proiezione di intento dal Cuore, in assoluta Allegrezza e Libertà da qualsivoglia vincolo all'infuori del proprio Piacere.
Ciò che Lei sente dal Cuore si manifesta nell'esistenza.
Neit tesse il Cosmo con fibre incrociate, con filamenti cosmici, i quali con Ptah e Thot diventano una Rete Magica, custodita gelosamente nei loro templi e che celava grandi segreti.
Il libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
Lo spirito guida (conosciuto come angelo custode) proviene dal mondo spirituale dei geni ed è considerato la fonte della nostra intuizione, o sesto senso. Il sesto senso è la nostra capacità di percepire informazioni senza l'aiuto dei nostri cinque sensi. Quando la persona capace di ricevere informazioni dal mondo invisibile è intellettualmente preparata, e quindi in grado di interpretare ed elaborare quest'informazione, allora diventa un 'genio'. La capacità di ricevere informazioni attraverso lo spirito guida può essere di diversi gradi di sviluppo; può essere ricevuta come un'intuizione chiara, come una voce interna, come una voce esterna oppure un'immagine interna od esterna, o la combinazione di questi fenomeni insieme.
Medicina Universale e il Settimo Senso - Nader Butto
Fa' ciò che Vuoi conformando la tua piccola volontà alla Volontà della PadreMadre in te restando in perenne comunicazione col Daimon e sarà tutta la Legge.
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giovedì 3 marzo 2016
Fa' ciò che vuoi e sarà tutta la legge
Consideriamo l’affermazione del Maestro Therìon “Fa’ ciò che vuoi e sarà tutta la Legge”, che alcuni hanno completamente frainteso.
Quando udii per la prima volta questa affermazione, molti anni fa, restai scosso e sorpreso: non mi sembrava possibile che una simile dottrina avesse un’applicazione universale. Tuttavia non la rifiutai per questo. Quando lessi il “Messaggio di Maestro Therìon” vi trovai chiaramente affermato e spiegato che “Fa’ ciò che vuoi” non significa “Fa’ quel che ti piace”.
Cosa significa allora? Ho cercato di scoprirlo per mezzo di esprimenti e ho verificato che, come afferma Therìon, questa massima, ben lungi dal condurre alla “sregolatezza”, rappresenta il “più stretto dei legacci possibili”.
E’ difficile non rendersi conto che siamo vissuti in un’epoca di “repressione” che ha condotto ai più funesti risultati. La soluzione di questo problema, tuttavia, non va cercata in una fuga sconsiderata da qualsiasi autorità e ordine, in una corsa selvaggia accompagnata da chiassose proclamazioni di “libertà” e “liberazione”, solo per ritrovarci ancor più schiavi di prima. Qual è allora la soluzione del problema? Cercherò di spiegarvi come ho tradotto in pratica questo insegnamento nella mia vita e nella mia coscienza.
Considerai seriamente la questione e mi dissi che se “Fa’ ciò che vuoi e sarà tutta la Legge” essa evidentemente si applica a tutta l’umanità. In tal caso la mia volontà personale è soltanto una piccola parte della volontà dell’umanità e nel compierla devo imparare innanzitutto a tenere conto, più di ogni altra cosa, della volontà delle altre persone.
Se tutte le persone compiono la propria volontà ciò che rimane da compiere dev’essere la mia volontà e ciò che devo fare diviene chiaro. Di conseguenza mi si lasci imparare a badare ai miei affari, smettere di cercare d’interferire con la volontà di un altro e vedere ciò che ne viene. Vidi che non appena divenni meno ansioso di dire a tutti gli altri ciò che a mio parere dovevano fare mi guadagnai molti sinceri e devoti amici, che da allora non mi hanno mai abbandonato, se non a causa di quel mutamento chiamato morte. La gente sembrava accorgersi che non avevo un mio particolare chiodo da battere e mi concedeva la sua fraterna amicizia. Al contempo vidi che c’era molto da fare e che nessun altro sembrava interessato a intraprendere, cosicché continuai a fare con grande gioia ciò che sentivo essere giusto, senza entrare in serio conflitto con alcuno. Non avvertivo alcun contrasto tra la mia volontà e le leggi del paese o della città e così esse non mi limitavano in alcun modo. Cominciai a sentire che questa era una delle fondamentali regole della vita, una linea di condotta pratica e sensata. Sembrava così semplice che quasi mi chiedevo come mai la gente non l’avesse adottata prima.
Poi iniziai a notare i suoi effetti su altri che a loro volta stavano cercando di conformarvisi. In certi casi al principio sembrava che la interpretassero nel senso di “ fa’ ciò che vuoi senza preoccuparti degli altri”, ma presto scoprivano che non funzionava affatto, almeno quando avevano a che fare con me. Se qualcuno si faceva avanti e mi si rivolgeva con prepotenza o mi annunciava stupidamente quel che mi avrebbe fatto o non mi avrebbe fatto, io rispondevo semplicemente: “fa’ pure, ma non aspettarti il mio aiuto”. Il risultato era immancabilmente che, non trovando in me alcuna opposizione e poiché a me non importava nulla, il loro ardore si raffreddava e cambiavano idea, maturando improvvisamente un’idea migliore. Opporsi e resistere in questi casi sarebbe stato equivalente ad aiutare l’altra persona a porre in atto quella che con ogni evidenza era una condotta sconsiderata e, se lo avessi fatto, non solo avrei agito in un modo che riconoscevo sbagliato, ma avrei aiutato l’altro a fare qualcosa che in seguito egli stesso avrebbe riconosciuto sbagliato ed entrambi ci saremmo pentiti amaramente della nostra condotta.
Cominciai a rendermi conto del fatto che la volontà autentica dell’umanità nella sua interezza coincideva con il volere di Dio riguardo all’umanità in questo particolare stadio del suo sviluppo. Di conseguenza cercando di aiutare l’umanità nella sua interezza, senza distinzioni, per quanto fosse in mio potere, potevo imparare a compiere la volontà di Dio, ossia il vero volere. Scoprii che questo soddisfaceva perfettamente la mia “volontà personale”, poiché mi rendevo conto di stare vivendo in vista di un fine ben più grandioso di quello che avrei saputo propormi sulla base della mia piccola “volontà”. Qui dunque stava il segreto di “Fa’ ciò che vuoi e sarà tutta la Legge”: si trattava di una promessa divina per incoraggiare l’umanità nella sua ora più buia. Più mi riusciva di conformarmi a questa Legge, più mi risultava facile farlo. E’ qualcosa di simile alla legge della minima resistenza, poiché ci si avvantaggia dell’inerzia dell’universo. Non ci poteva essere alcun ripensamento: divenne un libero, conscio compimento del destino, una cooperazione con il Disegno del Grande Architetto.
Questo Disegno diventava sempre più chiaro. Problemi che mi avevano angustiato per anni si risolvevano a poco a poco da soli, senza sforzi da parte mia. Cose che avevo strenuamente cercato di fare diventavano facili per mezzo della sola volontà personale. Ne ricavavo tutto il piacere personale della realizzazione, senza lo sforzo per ottenerla. Imparai ad affrontare ogni problema nel momento in cui sorgeva e a risolverlo prima che crescesse. Divenne chiaro qual era il mio “dovere” e la mia volontà era di compierlo quando ne avevo l’opportunità. Scoprii che avevo abbastanza lavoro da fare bene senza che mi avanzasse tempo di fare per gli altri qualcosa che potevano fare meglio da soli; ma c’era sempre abbastanza tempo per aiutare un altro riguardo a un problema che con ogni evidenza io ero in grado di risolvere e per il quale questi aveva veramente bisogno del mio aiuto.
Cominciai a notare richiami alla mia attenzione dall’”esterno” e a dar loro una considerazione prioritaria. Vale a dire: se una cosa “mi si presentava perché la facessi” cercavo di farla con tutte le mie forze. Ma cercavo di reprimere in me, per quanto mi era possibile, la tendenza a “cercare guai” che altrimenti non avrei trovato sulla mia strada. In tal modo sto scoprendo che “Fa’ ciò che vuoi” mi aiuta a trovare il mio posto particolare nello schema generale delle cose. Sta cominciando a piacermi tutto quello che faccio, cosa molto più soddisfacente del cercare di “fare ciò che mi piace”.
Il Thelema, ovvero “Fa’ ciò che vuoi”, è la Pietra di Paragone a tal riguardo.
Se l’accettiamo e interpretiamo nel senso di assecondare solo la “volontà personale” vediamo il destino intervenire e fermarci. Se ancora insistiamo, andando volontariamente contro il volere divino, contro quello che è il bene dell’umanità nella sua interezza, contro l’impulso naturale all’evoluzione, cercando di interferire con il volere altrui e di usurpare il diritto divino di ogni uomo e ogni donna a essere se stessi, incontriamo Horus il vendicatore e meritatamente veniamo cancellati, pronti a venir ricreati in qualche altro momento, quando la Natura non avrà di meglio da fare.
Se ci sottomettiamo a malincuore al Fato e lasciamo che il processo evoluzionistico ci spinga lentamente avanti non possiamo aspettarci molte consolazioni o successi. Siamo praticamente schiavi, poco più che animali.
Se d’altra parte accettiamo la Legge divina e scrutiamo in fondo al nostro cuore sforzandoci di conoscere in ogni momento il volere divino dentro di noi e di conformare la nostra volontà personale a quella divina, diventeremo uomini e donne con uno scopo vero. Cammineremo sulla strada del destino - che è tutt’uno con il libero arbitrio nella misura in cui coincide con il volere di Dio - con una sicurezza e un coraggio che rappresenteranno un esempio vivente e saranno d’aiuto a chi ci sta intorno. Non possiamo insegnare meglio che con l’esempio.
Cerchiamo allora di fare costantemente il volere di Dio, che coincide con il nostro vero volere e presto ci renderemo conto che “non c’è altra Legge che Fa’ ciò che vuoi”.
Frater Achad - La Qabala della Bestia Trionfante
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giovedì 25 febbraio 2016
La Donna di Mare
Sono una Donna di Mare,
quest'avventura l'ho scritta per me.
Nel momento in cui ho lasciato il porto, non sapevo se sarei mai tornata a casa. Ci si perde, spesso, per mare, le Sirene lo sanno ben fare, di trascinarti lontano dalla tua meta. Eppure, il richiamo verso l'ignoto non mi ha permesso di sottrarmi al Viaggio. Un viaggio dentro gli abissi della mia stessa anima. Ci ho trovato Demoni e Dei, e li ho racchiusi nel medesimo abbraccio, come solo una Madre sa fare.
Mi sono serviti dieci anni per mare per conoscermi. Come già Ulisse osò tentare. Ho visitato molti lidi, vissuto tante avventure che ho sentito di dover costantemente condividere e donare, sebbene non fossero che frammenti dello specchio in cui mi riflettevo. Oggi so chi sono e che stoffa ha la mia Anima. Adesso sto tornando a casa, posso già vedere la dolce riva della mia isola, la tempesta peggiore è ormai alle spalle.
Mi accorgo adesso che l'Ulisse che mi abita, il mio intrepido e astuto animus, è andato all'esplorazione, esattamente per dieci anni, mentre la mia fedele Penelope è rimasta a casa ad aspettarmi, pazientemente, senza mai dubitare del mio ritorno, in attesa che le riportassi Circe, Calipso, Nausicaa e tutte le altre parti nascoste della Dea, per ricongiungerci, finalmente.
Sono una Donna di Mare, una Dea delle Isole, una Signora degli Animali
e questa avventura l'ho scritta per me e per chiunque voglia leggerla. La dono a ogni esploratore degli abissi e delle vette, a ogni figlio della Terra e delle Stelle, affinché il cammino gli sia un po' più lieve.
Ecco, sono approdata.
Debdeashakti
quest'avventura l'ho scritta per me.
Nel momento in cui ho lasciato il porto, non sapevo se sarei mai tornata a casa. Ci si perde, spesso, per mare, le Sirene lo sanno ben fare, di trascinarti lontano dalla tua meta. Eppure, il richiamo verso l'ignoto non mi ha permesso di sottrarmi al Viaggio. Un viaggio dentro gli abissi della mia stessa anima. Ci ho trovato Demoni e Dei, e li ho racchiusi nel medesimo abbraccio, come solo una Madre sa fare.
Mi sono serviti dieci anni per mare per conoscermi. Come già Ulisse osò tentare. Ho visitato molti lidi, vissuto tante avventure che ho sentito di dover costantemente condividere e donare, sebbene non fossero che frammenti dello specchio in cui mi riflettevo. Oggi so chi sono e che stoffa ha la mia Anima. Adesso sto tornando a casa, posso già vedere la dolce riva della mia isola, la tempesta peggiore è ormai alle spalle.
Mi accorgo adesso che l'Ulisse che mi abita, il mio intrepido e astuto animus, è andato all'esplorazione, esattamente per dieci anni, mentre la mia fedele Penelope è rimasta a casa ad aspettarmi, pazientemente, senza mai dubitare del mio ritorno, in attesa che le riportassi Circe, Calipso, Nausicaa e tutte le altre parti nascoste della Dea, per ricongiungerci, finalmente.
Sono una Donna di Mare, una Dea delle Isole, una Signora degli Animali
e questa avventura l'ho scritta per me e per chiunque voglia leggerla. La dono a ogni esploratore degli abissi e delle vette, a ogni figlio della Terra e delle Stelle, affinché il cammino gli sia un po' più lieve.
Ecco, sono approdata.
Debdeashakti
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giovedì 14 gennaio 2016
la DeaCrazia
La Teocrazia Faraonica è una istituzione eccezionale, un Ordine di governo e sociale unico in tutta la storia occidentale.
In questa vera e propria Teocrazia in cui l'insieme della vita del popolo è dominata dalle Realtà Spirituali, il Faraone è sia Sovrano, sia Sacerdote, dal momento che egli è Figlio degli Dèi. E' il caso di domandarsi come abbia potuto realizzarsi in Egitto una siffatta Unificazione di Potere Spirituale e Potere Temporale. La Fede che nel corso di quaranta secoli ha predominato in Egitto era fondata sulla "Scienza Sacra", comprendente nello stesso tempo il mito e i riti religiosi, la medicina e la geometria, l'astronomia e le leggi della vita quotidiana e della giustizia. Il fine che ha ispirato la stesura di questo libro è far comprendere la realtà e l'importanza della "Scienza Sacra" degli Antichi Egizi.
Non vi è mai stata distanza più grande di quella che oggi esiste tra la coscienza degli esseri contemporanei e il pensiero dei Saggi dell'Antico Egitto. Tuttavia anche ai nostri giorni vi è chi - alla stregua degli Antichi Alchimisti - ricerca lo Spirito in quanto origine della Materia. Tale Ricerca non è soltanto un fine, ma contiene già in sé la Perfezione dell'Opera, come chiaramente ci mostrano la Teocrazia dei Faraoni e le tangibili realizzazioni della "Scienza Sacra".
la Teocrazia Faraonica - R. A. Schwaller de Lubicz
In questa vera e propria Teocrazia in cui l'insieme della vita del popolo è dominata dalle Realtà Spirituali, il Faraone è sia Sovrano, sia Sacerdote, dal momento che egli è Figlio degli Dèi. E' il caso di domandarsi come abbia potuto realizzarsi in Egitto una siffatta Unificazione di Potere Spirituale e Potere Temporale. La Fede che nel corso di quaranta secoli ha predominato in Egitto era fondata sulla "Scienza Sacra", comprendente nello stesso tempo il mito e i riti religiosi, la medicina e la geometria, l'astronomia e le leggi della vita quotidiana e della giustizia. Il fine che ha ispirato la stesura di questo libro è far comprendere la realtà e l'importanza della "Scienza Sacra" degli Antichi Egizi.
Non vi è mai stata distanza più grande di quella che oggi esiste tra la coscienza degli esseri contemporanei e il pensiero dei Saggi dell'Antico Egitto. Tuttavia anche ai nostri giorni vi è chi - alla stregua degli Antichi Alchimisti - ricerca lo Spirito in quanto origine della Materia. Tale Ricerca non è soltanto un fine, ma contiene già in sé la Perfezione dell'Opera, come chiaramente ci mostrano la Teocrazia dei Faraoni e le tangibili realizzazioni della "Scienza Sacra".
la Teocrazia Faraonica - R. A. Schwaller de Lubicz
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mercoledì 6 gennaio 2016
Io Sono una Donna Selvaggia
Io sono una Donna Selvaggia.
Corro con i lupi
somiglio alla leonessa.
Ululo alla luna.
Mi lascio guidare dai miei antenati.
Ascolto la Dea e nessun altro.
Io sono una Donna Selvaggia. ...
In contatto con il mio Sé Superiore e nell'armonia dell'animale umano che ospita questo corpo.
Io sono una Donna Selvaggia.
Possiedo il mio corpo.
Possiedo il mio spirito.
Possiedo le mie scelte.
Possiedo la mia mente.
Il mio Spirito è mio.
Faccio quello che mi pare.
Io sono una Donna Selvaggia.
La mia Volontà è in linea con il Divino.
Io sono una Donna.
Sono stata una vittima.
Io sono una Guerriera.
Sono stata picchiata
Mi hanno creduta Morta.
Ho vissuto.
Io sono un sopravvissuta.
Io sono prospera.
Io sono una Regina perché io governo.
Io sono una guaritrice.
Io sono una donna di medicina.
Credo nell'Amore.
Credo nella giustizia.
Credo nel sangue.
Credo nella Legge naturale.
Credo che verrà un tempo in cui riconoscerete il mio Potere.
Io riconosco il mio Potere.
Io sono una Donna Selvaggia.
Semino preghiere nella terra.
Evoco la Magia con le mie mani.
Io guarisco con le mie parole.
Distruggo con la mia rabbia.
Non mi dite di obbedire.
Non mi dite di sorridere.
Non mi dite di star calma.
Non ditemi che sono troppo aggressiva, troppo violenta, troppo forte, troppo grande, troppo nera, troppo estrema, troppo piccola, troppo agguerrita.
O che io non sono abbastanza.
Non ditemi come agisce una signora, o come essere come una Donna, o che cosa pensate che dovrei fare.
Io cammino con gli elefanti.
Volo con i falchi.
Nuoto con il polpo.
Caccio con le tigri.
Io sono una Donna Selvaggia.
Una Donna senza legge.
Un fiore selvatico.
Una leonessa di montagna.
Una scimmia magica.
Un cacciatore.
Una Strega.
Un Guerriero.
Un'Amante.
Una Madre.
Una Sacerdotessa.
Una Donna di medicina.
Io sono fatta di Buio e Luce.
Io sono l'Equilibrio.
Invoco la Dea della distruzione e la Dea della nascita.
Io sono una selvaggia.
Io sono libera.
Io appartengo a me.
Io credo nella cura e nel machete .
Credo nel piantare fiori e nel sollevare i bambini.
Credo nella protezione e nella morbidezza.
Credo nell'arte e credo nel sacrificio.
So che a volte devi prendere l'arma così che gli altri depongano le loro.
Io sono una Donna Selvaggia
e faccio quello che mi pare
E non voglio scusarmi per nessuna parte di me.
Clarissa Pinkola Estès
Corro con i lupi
somiglio alla leonessa.
Ululo alla luna.
Mi lascio guidare dai miei antenati.
Ascolto la Dea e nessun altro.
Io sono una Donna Selvaggia. ...
In contatto con il mio Sé Superiore e nell'armonia dell'animale umano che ospita questo corpo.
Io sono una Donna Selvaggia.
Possiedo il mio corpo.
Possiedo il mio spirito.
Possiedo le mie scelte.
Possiedo la mia mente.
Il mio Spirito è mio.
Faccio quello che mi pare.
Io sono una Donna Selvaggia.
La mia Volontà è in linea con il Divino.
Io sono una Donna.
Sono stata una vittima.
Io sono una Guerriera.
Sono stata picchiata
Mi hanno creduta Morta.
Ho vissuto.
Io sono un sopravvissuta.
Io sono prospera.
Io sono una Regina perché io governo.
Io sono una guaritrice.
Io sono una donna di medicina.
Credo nell'Amore.
Credo nella giustizia.
Credo nel sangue.
Credo nella Legge naturale.
Credo che verrà un tempo in cui riconoscerete il mio Potere.
Io riconosco il mio Potere.
Io sono una Donna Selvaggia.
Semino preghiere nella terra.
Evoco la Magia con le mie mani.
Io guarisco con le mie parole.
Distruggo con la mia rabbia.
Non mi dite di obbedire.
Non mi dite di sorridere.
Non mi dite di star calma.
Non ditemi che sono troppo aggressiva, troppo violenta, troppo forte, troppo grande, troppo nera, troppo estrema, troppo piccola, troppo agguerrita.
O che io non sono abbastanza.
Non ditemi come agisce una signora, o come essere come una Donna, o che cosa pensate che dovrei fare.
Io cammino con gli elefanti.
Volo con i falchi.
Nuoto con il polpo.
Caccio con le tigri.
Io sono una Donna Selvaggia.
Una Donna senza legge.
Un fiore selvatico.
Una leonessa di montagna.
Una scimmia magica.
Un cacciatore.
Una Strega.
Un Guerriero.
Un'Amante.
Una Madre.
Una Sacerdotessa.
Una Donna di medicina.
Io sono fatta di Buio e Luce.
Io sono l'Equilibrio.
Invoco la Dea della distruzione e la Dea della nascita.
Io sono una selvaggia.
Io sono libera.
Io appartengo a me.
Io credo nella cura e nel machete .
Credo nel piantare fiori e nel sollevare i bambini.
Credo nella protezione e nella morbidezza.
Credo nell'arte e credo nel sacrificio.
So che a volte devi prendere l'arma così che gli altri depongano le loro.
Io sono una Donna Selvaggia
e faccio quello che mi pare
E non voglio scusarmi per nessuna parte di me.
Clarissa Pinkola Estès
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venerdì 25 dicembre 2015
la CristoSophia
Restano due interrogativi: perché è toccato a Lei, e non a qualcun
altro, accogliere la Coscienza Cristica? Perché, poi, Lei ha accesso
diretto al Maestro?
La risposta si trova in questo stesso Vangelo: perché Lei non si disperde, non le manca la Fiducia, e non sviluppa la mente analitica. Il Maestro le annuncia in effetti che Lui viene a Lei perché "non dimentica il proprio Centro", e aggiunge persino: "tu non guardi, tu Vedi...".
Maria Maddalena ci appare allora come il Simbolo dell'elemento dinamico indispensabile in questo nostro mondo in cerca della propria realtà; illustra la certezza e la Fede che proprio perché ci fanno difetto, ci costringono a rimanere nell'irrisolutezza e in questo nostro errare.
La risposta si trova in questo stesso Vangelo: perché Lei non si disperde, non le manca la Fiducia, e non sviluppa la mente analitica. Il Maestro le annuncia in effetti che Lui viene a Lei perché "non dimentica il proprio Centro", e aggiunge persino: "tu non guardi, tu Vedi...".
Maria Maddalena ci appare allora come il Simbolo dell'elemento dinamico indispensabile in questo nostro mondo in cerca della propria realtà; illustra la certezza e la Fede che proprio perché ci fanno difetto, ci costringono a rimanere nell'irrisolutezza e in questo nostro errare.
L'aspetto propulsore e potente che fa di Maria Maddalena la cinghia di
trasmissione designata dal Maestro per ricordarci che è possibile
realizzare il "Cristo Interiore", certo non è dovuto unicamente alla sua
sensibilità femminile; attraverso di Lei, il Principio che veicola
l'Iniziazione è la Femminilità nel senso più assoluto del termine. Resta
il fatto che Myriam non è una donna qualsiasi: è la "Beneamata", e
questo perché ha potuto accedere, con la sua Apertura, la sua Volontà e
la sua Audacia, a questo rango.
In realtà, Myriam contiene tanti elementi maschili quanto elementi femminili; rappresenta una specie di Androginia ideale che le consente di presentarsi alla soglia di ciò che chiamiamo Realizzazione.
"Chi è questa Donna?", s'interroga Simon Pietro, visibilmente interdetto davanti all'ampiezza della personalità che gli viene rivelata.
La questione è sapere perché gli apostoli, che rappresentano le esitazioni e gli interrogativi del nostro mondo, accettino di rimanere raggruppati intorno a una Donna di questo genere. Verosimilmente, è perché Lei, pur simboleggiando la polarità intuitiva e femminile, è in grado anche di tradurre quella Forza attiva e riformatrice che ancora ci manca per raggiungere un armonioso equilibrio dell'Androginia Ideale.
Il Vangelo di Maria Maddalena...restituito dal Libro del Tempo - Daniel Meurois-Givaudan
In realtà, Myriam contiene tanti elementi maschili quanto elementi femminili; rappresenta una specie di Androginia ideale che le consente di presentarsi alla soglia di ciò che chiamiamo Realizzazione.
"Chi è questa Donna?", s'interroga Simon Pietro, visibilmente interdetto davanti all'ampiezza della personalità che gli viene rivelata.
La questione è sapere perché gli apostoli, che rappresentano le esitazioni e gli interrogativi del nostro mondo, accettino di rimanere raggruppati intorno a una Donna di questo genere. Verosimilmente, è perché Lei, pur simboleggiando la polarità intuitiva e femminile, è in grado anche di tradurre quella Forza attiva e riformatrice che ancora ci manca per raggiungere un armonioso equilibrio dell'Androginia Ideale.
Il Vangelo di Maria Maddalena...restituito dal Libro del Tempo - Daniel Meurois-Givaudan
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giovedì 10 dicembre 2015
La Madre di tutte le cose
Sperate davvero di compiere una creazione dal nulla? Certamente no, dato che la facoltà di creare appartiene solo a Dio, l'unico Creatore.
Quindi desiderate provocare in seno ai vostri materiali una generazione.
Ma in questo caso avete bisogno dell'aiuto della Natura, e potete star certi che quest'aiuto vi sarà rifiutato se per disgrazia o ignoranza non mettete la Natura in condizione d'applicare le Sue leggi.
Qual è, dunque, la condizione primordiale, essenziale, perché si possa manifestare una generazione?
Risponderemo per voi: l'assenza totale di ogni luce solare, anche diffusa o filtrata. Guardatevi intorno, interrogate la vostra stessa natura. Non vedete che nell'uomo e negli animali la fecondazione e la generazione avvengono, grazie a una certa disposizione degli organi, in totale oscurità, mantenuta fino al giorno della nascita? E' in superficie - in piena luce - oppure nella stessa terra - nell'oscurità - che i semi vegetali possono germogliare e riprodursi? E' di giorno o di notte che cade la rugiada fecondante che li alimenta e li rende vitali? (...) Quanto a voi, non è durante la notte, nel sonno notturno, che il vostro organismo ripara i danni, elimina le scorie, forma nuove cellule e nuovi tessuti al posto di quelli che la luce del giorno ha bruciato, consumato e distrutto? Persino l'opera di digestione, assimilazione e trasformazione degli alimenti in sangue e sostanza organica si compie nell'Oscurità.
(...)
E' importante quindi ricordare che il Sole è il Distruttore per eccellenza di tutte le sostanze troppo giovani, troppo deboli per resistere al suo potere igneo. Ora lavorate pure di giorno se volete, ma non ci accusate se i vostri sforzi si concludono sempre con insuccessi.
Noi sappiamo che la Dea Iside è la Madre di tutte le cose, che le porta tutte nel Suo seno, che Lei sola è la Dispensatrice della Rivelazione e dell'Iniziazione. Profani, che avete occhi per non vedere e orecchie per non sentire, a chi rivolgerete le vostre preghiere? Ignorate che si giunge a Gesù solo per intercessione di sua Madre: Sancta Maria, ora pro nobis? La Vergine per istruirvi è raffigurata con i piedi posati sulla Falce Lunare, sempre vestita di blu, colore simbolico dell'astro notturno,
Potremmo dire molto di più, ma crediamo d'aver parlato abbastanza.
Il Mistero delle Cattedrali - Fulcanelli
Quindi desiderate provocare in seno ai vostri materiali una generazione.
Ma in questo caso avete bisogno dell'aiuto della Natura, e potete star certi che quest'aiuto vi sarà rifiutato se per disgrazia o ignoranza non mettete la Natura in condizione d'applicare le Sue leggi.
Qual è, dunque, la condizione primordiale, essenziale, perché si possa manifestare una generazione?
Risponderemo per voi: l'assenza totale di ogni luce solare, anche diffusa o filtrata. Guardatevi intorno, interrogate la vostra stessa natura. Non vedete che nell'uomo e negli animali la fecondazione e la generazione avvengono, grazie a una certa disposizione degli organi, in totale oscurità, mantenuta fino al giorno della nascita? E' in superficie - in piena luce - oppure nella stessa terra - nell'oscurità - che i semi vegetali possono germogliare e riprodursi? E' di giorno o di notte che cade la rugiada fecondante che li alimenta e li rende vitali? (...) Quanto a voi, non è durante la notte, nel sonno notturno, che il vostro organismo ripara i danni, elimina le scorie, forma nuove cellule e nuovi tessuti al posto di quelli che la luce del giorno ha bruciato, consumato e distrutto? Persino l'opera di digestione, assimilazione e trasformazione degli alimenti in sangue e sostanza organica si compie nell'Oscurità.
(...)
E' importante quindi ricordare che il Sole è il Distruttore per eccellenza di tutte le sostanze troppo giovani, troppo deboli per resistere al suo potere igneo. Ora lavorate pure di giorno se volete, ma non ci accusate se i vostri sforzi si concludono sempre con insuccessi.
Noi sappiamo che la Dea Iside è la Madre di tutte le cose, che le porta tutte nel Suo seno, che Lei sola è la Dispensatrice della Rivelazione e dell'Iniziazione. Profani, che avete occhi per non vedere e orecchie per non sentire, a chi rivolgerete le vostre preghiere? Ignorate che si giunge a Gesù solo per intercessione di sua Madre: Sancta Maria, ora pro nobis? La Vergine per istruirvi è raffigurata con i piedi posati sulla Falce Lunare, sempre vestita di blu, colore simbolico dell'astro notturno,
Potremmo dire molto di più, ma crediamo d'aver parlato abbastanza.
Il Mistero delle Cattedrali - Fulcanelli
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lunedì 7 dicembre 2015
la Vergine Drago
D'andar per questa strada, non per altra, dichiaro;
Tu nota solamente della ruota delle tracce.
E per dare dovunque un eguale calore,
Troppo in terra e in ciel non salire né calare.
Perché salendo troppo il cielo brucerai,
Calando troppo in basso la terra annienterai.
Ma se nel mezzo il percorso perdura
Più costante la corsa, e la strada sicura.
Poème philosophic de la Verité de la Physique mineralle
Tu nota solamente della ruota delle tracce.
E per dare dovunque un eguale calore,
Troppo in terra e in ciel non salire né calare.
Perché salendo troppo il cielo brucerai,
Calando troppo in basso la terra annienterai.
Ma se nel mezzo il percorso perdura
Più costante la corsa, e la strada sicura.
Poème philosophic de la Verité de la Physique mineralle
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Aeternas Diva paravit aquas
Tu che hai sete, vieni qui: se per caso mancano le onde,
Per gradi, la Dea ha preparato le acque eterne.
Qui sitis, huc tendas: desunt si forte liquores,
Pergredere, aeternas diva paravit aquas.
Per gradi, la Dea ha preparato le acque eterne.
Qui sitis, huc tendas: desunt si forte liquores,
Pergredere, aeternas diva paravit aquas.
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venerdì 4 dicembre 2015
La Donna che vi fu data
"La donna è rara, dice Giradoux. dal momento
che la maggior parte degli uomini sposa una mediocre contraffazione
dell'uomo, un po' più scaltra, un po' più remissiva, questi, in realtà,
sposano se stessi. Vedono se stessi passare per strada,
con un po' più di seno, un po' più di anche, il tutto avvolto in jersey
di seta, allora inseguono loro stessi, si abbracciano, si sposano. E'
meno freddo, dopotutto, che sposare uno specchio.
La Donna è rara, genera le piene, rovescia i troni, arresta gli anni. la sua pelle è il marmo.
Quando ve n'è una, ella chiude ogni sbocco al mondo... dove vanno i fiumi, le nuvole, gli uccelli isolati? A gettarsi nella Donna... ma Ella è rara...
Bisogna fuggire quando la si vede, perché se Lei ama, se Lei detesta, è implacabile. La sua compassione è implacabile... ma Lei è rara.
La vera Donna, quella che viene dalla notte dei tempi, la donna che ci fu data, appartiene interamente ad un universo estraneo a quello dell'uomo. Ella risplende all'altra estremità del Creato. Ella conosce i segreti delle acque, delle pietre, delle piante e degli animali. Fissa il sole e vede chiaro nella notte. Ella possiede le chiavi della salute, del riposo, delle armonie della materia. E' la Strega bianca intravista da Michelet, la fata dai larghi fianchi umidi, dagli occhi trasparenti, che aspetta l'uomo per ricominciare il Paradiso terrestre.
Se si concede a lui, è attraverso un gesto di sacro panico, aprendogli in tal modo, nella calda oscurità del suo ventre, la porta di un altro mondo.
E' la fonte di virtù: il desiderio che Ella ispira consuma l'eccitazione. Immergersi in Lei ridona la castità.
Ella è sterile, perché ferma la ruota del tempo. O piuttosto è Lei che insemina l'uomo: lo dà di nuovo alla luce, reintroduce in lui l'infanzia del mondo. Lo restituisce al suo lavoro di uomo, che è quello di risalire al più alto gradino di se stesso.
Si dice 'Superuomo', non si dice Superdonna, perché la Donna, quella vera, è Colei che fa l'uomo superiore a quel che realmente è. A Lei basta esistere per essere con pienezza. L'uomo deve passare attraverso di Lei per pervenire all'Essere, a meno che non scelga altre ascesi, dove la incontrerà ancora, sotto forme simboliche..."
Tantra - l'altro sguardo sulla vita e sul sesso, André Van Lysebeth
La Donna è rara, genera le piene, rovescia i troni, arresta gli anni. la sua pelle è il marmo.
Quando ve n'è una, ella chiude ogni sbocco al mondo... dove vanno i fiumi, le nuvole, gli uccelli isolati? A gettarsi nella Donna... ma Ella è rara...
Bisogna fuggire quando la si vede, perché se Lei ama, se Lei detesta, è implacabile. La sua compassione è implacabile... ma Lei è rara.
La vera Donna, quella che viene dalla notte dei tempi, la donna che ci fu data, appartiene interamente ad un universo estraneo a quello dell'uomo. Ella risplende all'altra estremità del Creato. Ella conosce i segreti delle acque, delle pietre, delle piante e degli animali. Fissa il sole e vede chiaro nella notte. Ella possiede le chiavi della salute, del riposo, delle armonie della materia. E' la Strega bianca intravista da Michelet, la fata dai larghi fianchi umidi, dagli occhi trasparenti, che aspetta l'uomo per ricominciare il Paradiso terrestre.
Se si concede a lui, è attraverso un gesto di sacro panico, aprendogli in tal modo, nella calda oscurità del suo ventre, la porta di un altro mondo.
E' la fonte di virtù: il desiderio che Ella ispira consuma l'eccitazione. Immergersi in Lei ridona la castità.
Ella è sterile, perché ferma la ruota del tempo. O piuttosto è Lei che insemina l'uomo: lo dà di nuovo alla luce, reintroduce in lui l'infanzia del mondo. Lo restituisce al suo lavoro di uomo, che è quello di risalire al più alto gradino di se stesso.
Si dice 'Superuomo', non si dice Superdonna, perché la Donna, quella vera, è Colei che fa l'uomo superiore a quel che realmente è. A Lei basta esistere per essere con pienezza. L'uomo deve passare attraverso di Lei per pervenire all'Essere, a meno che non scelga altre ascesi, dove la incontrerà ancora, sotto forme simboliche..."
Tantra - l'altro sguardo sulla vita e sul sesso, André Van Lysebeth
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venerdì 13 novembre 2015
Io Sono il Segreto del mio Nome
Io sono il silenzio che è incomprensibile,
e l'idea il cui ricordo è costante.
Io sono la voce il cui suono è multiforme
e la parola la cui apparizione è molteplice.
Io sono la pronuncia del mio nome.
Perché, voi che mi odiate, mi amate,
ed odiate quelli che mi amano?
Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,
e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.
Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,
e voi che avete mentito su di me, dite la verità.
Voi che mi conoscete, ignoratemi,
e quelli che non mi hanno conosciuta,
lasciate che mi conoscano.
Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.
Io sono la vergogna e l’impudenza.
Io sono la svergognata; Io sono colei che si vergogna.
Io sono la forza e la paura.
Io sono la guerra e la pace.
Prestatemi attenzione.
Io sono la disonorata e la grande.
Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza.
il Tuono, Mente Perfetta
e l'idea il cui ricordo è costante.
Io sono la voce il cui suono è multiforme
e la parola la cui apparizione è molteplice.
Io sono la pronuncia del mio nome.
Perché, voi che mi odiate, mi amate,
ed odiate quelli che mi amano?
Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,
e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.
Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,
e voi che avete mentito su di me, dite la verità.
Voi che mi conoscete, ignoratemi,
e quelli che non mi hanno conosciuta,
lasciate che mi conoscano.
Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.
Io sono la vergogna e l’impudenza.
Io sono la svergognata; Io sono colei che si vergogna.
Io sono la forza e la paura.
Io sono la guerra e la pace.
Prestatemi attenzione.
Io sono la disonorata e la grande.
Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza.
il Tuono, Mente Perfetta
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domenica 8 novembre 2015
Melissa
Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa
letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il
miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’ape mellifera, e
al contempo la regina di tutte le api.
Le sue leggende nascono nell’antico mondo mediterraneo, nella calda e selvaggia terra di Creta, dove lei era una delle luminose espressioni della “primitiva Potnia dei fiori (…) dal filo d’erba agli alberi delle millenarie foreste”. La si poteva descrivere come “Dea celata nelle forme di un’ape, di cui, di quando in quando, si libera o in cui nuovamente si nasconde”, ovvero come sacra e libera energia naturale che abitava sì nelle graziose api e nel loro regno fiorito, ma poteva assumere anche sembianze diverse in un’infinita e gioiosa libertà d’espressione; e incarnava tutte le caratteristiche dell’ape regina e delle sue figlie, delle quali era l’archetipo divino.
Il suo era un regno di intima armonia femminile, di coralità perfetta fra sorelle nate dalla stessa prodigiosa madre; un regno basato sull’amorevole servizio ad una grande sovrana, unica femmina fertile del favo che dal bel ventre rigonfio genera tutte le sue devote figlie e ancelle, come pure i figli paredri, che nella loro breve esistenza stanno accanto a lei e ne fecondano le uova.
E tuttavia lei può generare anche da sola, indipendentemente dall’intervento del maschio, per questo richiama l’autonomia e l’indipendenza generativa della Grande Madre, androgina e completa in se stessa.
Melissa era dunque la dolce signora dell’alveo brunito, la materna Regina sempre gravida d’amore e la dolce e operosa Figlia; la languida femmina perennemente fertile e la fiera guerriera, che sacrifica la sua vita pur di proteggere il delicato equilibrio del suo piccolo mondo perfetto.
Rappresentava la Dea della Natura selvaggia, e anche della Trasformazione dopo la morte e della periodica Rigenerazione, e le sue ali d’oro indicavano la Rinascita ai regni sottili.
Al calare del sole, la selvatica Melissa solare lasciava il passo alla dolcissima Melissa lunare, la regolatrice dei cicli femminili, protettrice delle donne fertili e delle partorienti, e madrina dei bimbi, ai quali offriva il suo dolcissimo miele per addolcirne il latte.
tratto da: http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=173&MDPROSID=.
Le sue leggende nascono nell’antico mondo mediterraneo, nella calda e selvaggia terra di Creta, dove lei era una delle luminose espressioni della “primitiva Potnia dei fiori (…) dal filo d’erba agli alberi delle millenarie foreste”. La si poteva descrivere come “Dea celata nelle forme di un’ape, di cui, di quando in quando, si libera o in cui nuovamente si nasconde”, ovvero come sacra e libera energia naturale che abitava sì nelle graziose api e nel loro regno fiorito, ma poteva assumere anche sembianze diverse in un’infinita e gioiosa libertà d’espressione; e incarnava tutte le caratteristiche dell’ape regina e delle sue figlie, delle quali era l’archetipo divino.
Il suo era un regno di intima armonia femminile, di coralità perfetta fra sorelle nate dalla stessa prodigiosa madre; un regno basato sull’amorevole servizio ad una grande sovrana, unica femmina fertile del favo che dal bel ventre rigonfio genera tutte le sue devote figlie e ancelle, come pure i figli paredri, che nella loro breve esistenza stanno accanto a lei e ne fecondano le uova.
E tuttavia lei può generare anche da sola, indipendentemente dall’intervento del maschio, per questo richiama l’autonomia e l’indipendenza generativa della Grande Madre, androgina e completa in se stessa.
Melissa era dunque la dolce signora dell’alveo brunito, la materna Regina sempre gravida d’amore e la dolce e operosa Figlia; la languida femmina perennemente fertile e la fiera guerriera, che sacrifica la sua vita pur di proteggere il delicato equilibrio del suo piccolo mondo perfetto.
Rappresentava la Dea della Natura selvaggia, e anche della Trasformazione dopo la morte e della periodica Rigenerazione, e le sue ali d’oro indicavano la Rinascita ai regni sottili.
Al calare del sole, la selvatica Melissa solare lasciava il passo alla dolcissima Melissa lunare, la regolatrice dei cicli femminili, protettrice delle donne fertili e delle partorienti, e madrina dei bimbi, ai quali offriva il suo dolcissimo miele per addolcirne il latte.
tratto da: http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=173&MDPROSID=.
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mercoledì 21 ottobre 2015
il Segreto dell'Alveare
Ti ringrazio, Ape
che mi hai insegnato la tua antica arte della collaborazione...
il ronzio di gruppo che porta con sé
il nettare che trasformate in
Divino Nutrimento,
grazie perchè in un periodo storico dove
la distruzione è ovunque,
Tu con le tue Sorelle
continuate deditamente a produrre
il vostro Oro
e provvedete a tenere in equilibrio
la Madre Terra.
Titti Bertolin, ne "L'Agenda della Dea - Il Corpo Sacro"
Ora possiamo precisare che quando si descrivono da un lato le vespe o le formiche si può affermare che si tratta di animali che si sottraggono all'influsso del Pianeta Venere, al quale invece sono del tutto soggette le Api, che sviluppano la vita amorosa nel complesso del loro Alveare. Qui essa diventa una vita saggia, e vi potete immaginare quanto saggia debba essere. Vi ho già descritto diversi fatti sulla procreazione della discendenza, in essa vi è molta saggezza inconscia. Le Api sviluppano questa saggezza inconscia nella loro azione esteriore. Così abbiamo nell'Alveare nel suo complesso, come una sostanza, l'elemento che in noi vive manifestamente quando il nostro cuore sviluppa Amore. L'intero Alveare è compenetrato di vita amorosa, le singole Api rinunciano tutte all'Amore e sviluppano complessivamente l'Amore nell'Alveare.
Si comincia quindi a comprendere la vita delle Api quando si appura che l'Ape vive come in un'atmosfera tutta impregnata d'Amore.
Le Api - Rudolf Steiner
L’Ape è stata Simbolo di Regalità sin dai tempi degli Egizi e come tale veniva utilizzata associata ai Faraoni, sopratutto collegata alla sovranità sul Basso Egitto. Sempre per gli Egizi essa rappresentava la Divinità in quanto nata dalle lacrime di Ra. Nel corso della storia ha anche rappresentato lo stesso Gesù, o per meglio dire il Cristo, in quanto Emblema della Risurrezione a causa della sua sparizione durante i mesi invernali ed il ritorno in primavera. Furono poi proprio i Merovingi a reintrodurre il Simbolo dell’Ape in quanto Sigillo Regale prima ancora del fiore di loto. (...) va inoltre considerato il valore Alchemico dell’Ape determinato dalla sua capacità di trasformare la materia, il nettare in miele, che può essere associato al processo di Iniziazione della Massoneria tramite il quale il novizio, la pietra grezza, viene lavorato sino a diventare una pietra perfetta.
tratto da: http://www.simonebarcelli.org/2010/04/la-cappella-di-rosslyn-rivela-un-nuovo-segreto-legato-alla-simbologia-dell-ape/
L’Ape è simbolo di fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il Segreto dell'Alveare è come cercare di svelare il Mistero Femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della Conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del Miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le Sacerdotesse di Demetra (Dea delle messi) che nei Riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono Sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento Lavoro Iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’Ambrosia, bevanda Sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. E' Emblema dell’Eterna Rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’Anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli Egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le Sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle Api è spesso associato all'innalzamento dell'Energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'Api spesso rappresentava l'Illuminazione. Le Api sono Sacre anche a Buddha, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti.
tratto da: http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/03/lape.html
Il fatto che anche il nome della Profetessa ebraica Deborah in ebraico significasse "Ape" suggerisce che l'associazione tra questo titolo e le Sacerdotesse oracolari era molto antica nell'area del Mediterraneo.
Marguerite Rigoglioso - Partenogenesi
che mi hai insegnato la tua antica arte della collaborazione...
il ronzio di gruppo che porta con sé
il nettare che trasformate in
Divino Nutrimento,
grazie perchè in un periodo storico dove
la distruzione è ovunque,
Tu con le tue Sorelle
continuate deditamente a produrre
il vostro Oro
e provvedete a tenere in equilibrio
la Madre Terra.
Titti Bertolin, ne "L'Agenda della Dea - Il Corpo Sacro"
Ora possiamo precisare che quando si descrivono da un lato le vespe o le formiche si può affermare che si tratta di animali che si sottraggono all'influsso del Pianeta Venere, al quale invece sono del tutto soggette le Api, che sviluppano la vita amorosa nel complesso del loro Alveare. Qui essa diventa una vita saggia, e vi potete immaginare quanto saggia debba essere. Vi ho già descritto diversi fatti sulla procreazione della discendenza, in essa vi è molta saggezza inconscia. Le Api sviluppano questa saggezza inconscia nella loro azione esteriore. Così abbiamo nell'Alveare nel suo complesso, come una sostanza, l'elemento che in noi vive manifestamente quando il nostro cuore sviluppa Amore. L'intero Alveare è compenetrato di vita amorosa, le singole Api rinunciano tutte all'Amore e sviluppano complessivamente l'Amore nell'Alveare.
Si comincia quindi a comprendere la vita delle Api quando si appura che l'Ape vive come in un'atmosfera tutta impregnata d'Amore.
Le Api - Rudolf Steiner
L’Ape è stata Simbolo di Regalità sin dai tempi degli Egizi e come tale veniva utilizzata associata ai Faraoni, sopratutto collegata alla sovranità sul Basso Egitto. Sempre per gli Egizi essa rappresentava la Divinità in quanto nata dalle lacrime di Ra. Nel corso della storia ha anche rappresentato lo stesso Gesù, o per meglio dire il Cristo, in quanto Emblema della Risurrezione a causa della sua sparizione durante i mesi invernali ed il ritorno in primavera. Furono poi proprio i Merovingi a reintrodurre il Simbolo dell’Ape in quanto Sigillo Regale prima ancora del fiore di loto. (...) va inoltre considerato il valore Alchemico dell’Ape determinato dalla sua capacità di trasformare la materia, il nettare in miele, che può essere associato al processo di Iniziazione della Massoneria tramite il quale il novizio, la pietra grezza, viene lavorato sino a diventare una pietra perfetta.
tratto da: http://www.simonebarcelli.org/2010/04/la-cappella-di-rosslyn-rivela-un-nuovo-segreto-legato-alla-simbologia-dell-ape/
L’Ape è simbolo di fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il Segreto dell'Alveare è come cercare di svelare il Mistero Femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della Conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del Miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le Sacerdotesse di Demetra (Dea delle messi) che nei Riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono Sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento Lavoro Iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’Ambrosia, bevanda Sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. E' Emblema dell’Eterna Rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’Anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli Egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le Sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle Api è spesso associato all'innalzamento dell'Energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'Api spesso rappresentava l'Illuminazione. Le Api sono Sacre anche a Buddha, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti.
tratto da: http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/03/lape.html
Il fatto che anche il nome della Profetessa ebraica Deborah in ebraico significasse "Ape" suggerisce che l'associazione tra questo titolo e le Sacerdotesse oracolari era molto antica nell'area del Mediterraneo.
Marguerite Rigoglioso - Partenogenesi
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sabato 10 ottobre 2015
Splendore Oscuro, Oscurità Splendente
Stiamo imparando a non considerare più automaticamente una visione immanentistica e olistica come un impedimento e uno strangolamento della coscienza di sé. Non condividiamo più lo stereotipo sull'impossibilità di individuarsi - e quindi di esistere liberamente in quanto soggetti - nella ''simbiosi'' con la natura e abbiamo cominciato a percepire e a rappresentare la consapevolezza di portare dentro di noi l'Alterità, il diverso da noi, l'altro da sè, e a ricercare il senso dell'Unità profonda dietro alla molteplicità delle forme manifeste.
Sempre più (...) siamo in grado di riportare alla luce la diversità della nostra Visione, ''femminile'', che sta alla radice dei sistemi di pensiero che l'hanno occultata, in Grecia come in India, in Cina come nelle Americhe. ''Diversità'' ritenuta a un certo punto del percorso dell'umanità oscena e messa fuori scena come oscura e demoniaca in quanto in-divisa, non separata dal naturale; e ammessa nel contesto olimpico, gerarchico e patriarcale, e nel pensiero filosofico oppositivo e binario solo come polo negativo e oscuro, inglobante come il ventre della Madre da cui si emerge, nascendo, alla luce. Solo, cioè, come Madre/Materia, tutto quel che resta della Visione ''Femminile'' precedente nel contesto patriarcale che ne ha spezzato l'unità polimorfica.
(...) l'avvento del principio uranico ''civilizzatore'' portò contemporaneamente una caduta di livello, una caduta di stile, una perdita di spessore e la complessità della Visione precedente, non più comprensibile, potè essere resa intellegibile solo attraverso la riduzione a Madre di tutto ciò che era stata Themis nell'indifferenziato prima del tempo mitico.
(...) La Grande Madre, la Dea indifferenziata, la Potnia Fyton e la Potnia Theron, le Antiche Dee della Teogonia un po' alla volta si frammentarono, assumendo su di sé uno solo dei molti aspetti del Femminile. In ciascuna di queste nuove antiche divinità è possibile cogliere gli strati della Sua progressiva Individuazione, che si costruì attraverso l'istituzione di nuove parentele e l'invenzione di nuove delimitazioni in una miriade di racconti, fino a raggiungere l'istantanea perfetta del Pantheon olimpico.
Oscure Madri Splendenti, le radici del Sacro e delle Religioni - Luciana Percovich
Sempre più (...) siamo in grado di riportare alla luce la diversità della nostra Visione, ''femminile'', che sta alla radice dei sistemi di pensiero che l'hanno occultata, in Grecia come in India, in Cina come nelle Americhe. ''Diversità'' ritenuta a un certo punto del percorso dell'umanità oscena e messa fuori scena come oscura e demoniaca in quanto in-divisa, non separata dal naturale; e ammessa nel contesto olimpico, gerarchico e patriarcale, e nel pensiero filosofico oppositivo e binario solo come polo negativo e oscuro, inglobante come il ventre della Madre da cui si emerge, nascendo, alla luce. Solo, cioè, come Madre/Materia, tutto quel che resta della Visione ''Femminile'' precedente nel contesto patriarcale che ne ha spezzato l'unità polimorfica.
(...) l'avvento del principio uranico ''civilizzatore'' portò contemporaneamente una caduta di livello, una caduta di stile, una perdita di spessore e la complessità della Visione precedente, non più comprensibile, potè essere resa intellegibile solo attraverso la riduzione a Madre di tutto ciò che era stata Themis nell'indifferenziato prima del tempo mitico.
(...) La Grande Madre, la Dea indifferenziata, la Potnia Fyton e la Potnia Theron, le Antiche Dee della Teogonia un po' alla volta si frammentarono, assumendo su di sé uno solo dei molti aspetti del Femminile. In ciascuna di queste nuove antiche divinità è possibile cogliere gli strati della Sua progressiva Individuazione, che si costruì attraverso l'istituzione di nuove parentele e l'invenzione di nuove delimitazioni in una miriade di racconti, fino a raggiungere l'istantanea perfetta del Pantheon olimpico.
Oscure Madri Splendenti, le radici del Sacro e delle Religioni - Luciana Percovich
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domenica 4 ottobre 2015
I narcisisti, gli psicopatici, i prepotenti, i manipolatori
vivono la vita come se fosse infinita, come se il tempo di
ciascuno di noi fosse dilatato nei secoli. Per questo si
permettono di sprecare l'attimo, il giorno, la settimana, il
mese e gli anni in inutili trastullamenti sterili, in giochi
perversi, in titubanze, in promesse mancate, in fughe e
ritorni, nella costante creazione di una premessa che
non conduce mai a un fatto concreto. Sprecano preziosi istanti
di vita, sprecano le proprie ed altrui energie, dissipano tesori
per avere in cambio uno stallo paludoso in cui l'unica
certezza è l'infelicità. Dovrebbero capire che la persona che
tanto malamente oggi evitano e domani desiderano, dopodomani
potrebbe non esserci più. La vita non è infinita, soprattutto
dopo i 40 anni .
mercoledì 30 settembre 2015
Il Maestro della Tradizione
Il Maestro della Tradizione è un essere incredibile.
Viene da mondi sconosciuti per la mente, e ci conduce in mondi sconosciuti. Tutto ciò che apre ha un significato di esistenza più profondo e radicato, essenziale alla vita per chi non si accontenta delle discipline comuni degli esseri umani.
La sua storia inizia altrove, ed è circoscritta da tanti episodi che ne caratterizzano la Volontà e l'Onore, come un mare che si infrange sulle rocce trovando il suo contenimento.
La disciplina che conduce ha a che fare più con i nostri talenti e i nostri limiti che con qualcosa di astratto, come un ideale o una religione vissuta mentalmente. Ci sono significati ulteriori nelle sue parole, e spesso non si riesce a percepire tutto in un istante, ma l'elaborazione porta poi le comprensioni successive. Ci sono state volte in cui si è manifestato come altro da sé, impedendo alle proiezioni che continuamente possiamo avere su di lui, di appigliarsi. Ci sono state volte in cui ha canalizzato e interpretato gli umori degli spiriti, volte in cui ha esplicitato il sentire della Terra con tutta la Sua magnificenza e compassione e ha esplicitato a volte anche l'Amore degli Dèi.
Il suo cammino è a ritroso nel tempo, piuttosto che avanti: è la memoria che lo conduce negli spazi del ricordo reale, energetico, non proiettivo-mentale. In quel ricordo ri-comprende come funzionavano le cose un tempo, e come funzionano adesso, per cui è in grado di gestire la dimenticanza. Egli fa parte della schiera dei personaggi che lottano per modificare l'essenza della realtà, per come gli è stata presentata dal mondo sociale, per cui non si vedono all'apparenza i cambiamenti, ma si percepiscono nel profondo quando si è in contatto.
Tutto rientra nella sua possibilità: egli è Maestro nell'arte dell'incorporazione, ed è al tempo stesso legato ai fenomeni della Terra. Per cui ogni volta deve ri-apprendere ciò che ha scordato, rivivere ciò che è passato, perché si ricordi nuovamente, e si faccia spazio tra le dimenticanze quotidiane.
Ogni volta che appare è la manifestazione di ciò che c'è potenzialmente in atto in una determinata situazione. I suoi occhi sono intensi, e semplice l'aspetto, perché grossolanamente egli è: un essere umano, con i suoi limiti, con i suoi tradimenti che ogni volta ripaga a caro prezzo. L'unica differenza che passa tra lui e gli altri è che si mette in ascolto, si attacca all'intento della situazione, rendendosi canale; e quando egli è qui, possono accadere molte cose che normalmente non accadono.
La maturazione per lui è il suo stesso insegnamento: ogni volta che lo trasmette mettendosi in discussione e in gioco, ne vale la pena perché è libero di affrontare le possibilità dell'ignoto e del conosciuto. Amore è il suo primo comandamento, che a volte dimentica concentrandosi su altro: non si disturba mai però questo intento quando ha in carico la responsabilità delle persone e dell'ambiente che ha a disposizione in quel momento. La luce dei suoi occhi è una possibilità:attraverso di essa si capisce che non c'è altro, non c'è niente, se non un terrificante intento di considerazione di tutti gli aspetti più profondi della personalità, dell'anima, dell'Amore, così come del mondo transpersonale con cui può fare capolino, mettendosi in evidenza.
L'onore e il rispetto sono le due sue meraviglie, che regala a chi lo partecipa essendogli disponibile. La viltà è il suo combattimento. La luce lo conquista, mentre l'ombra lo appaga, così che sono entrambe in lui un movimento di liberazione.
Egli è chiunque lo accolga, eppure colui che lo ha condotto fin qui. Si prende la responsabilità di parlare, di mettersi in discussione, di alzare lo sguardo o altrove o nella Terra che lo comanda sotto i suoi piedi.
In realtà poi è un essere umano che si diverte a prendere in giro, raccogliere fiori, giocare con il pallone, ricercare le verità dentro ogni cosa.
Il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
Viene da mondi sconosciuti per la mente, e ci conduce in mondi sconosciuti. Tutto ciò che apre ha un significato di esistenza più profondo e radicato, essenziale alla vita per chi non si accontenta delle discipline comuni degli esseri umani.
La sua storia inizia altrove, ed è circoscritta da tanti episodi che ne caratterizzano la Volontà e l'Onore, come un mare che si infrange sulle rocce trovando il suo contenimento.
La disciplina che conduce ha a che fare più con i nostri talenti e i nostri limiti che con qualcosa di astratto, come un ideale o una religione vissuta mentalmente. Ci sono significati ulteriori nelle sue parole, e spesso non si riesce a percepire tutto in un istante, ma l'elaborazione porta poi le comprensioni successive. Ci sono state volte in cui si è manifestato come altro da sé, impedendo alle proiezioni che continuamente possiamo avere su di lui, di appigliarsi. Ci sono state volte in cui ha canalizzato e interpretato gli umori degli spiriti, volte in cui ha esplicitato il sentire della Terra con tutta la Sua magnificenza e compassione e ha esplicitato a volte anche l'Amore degli Dèi.
Il suo cammino è a ritroso nel tempo, piuttosto che avanti: è la memoria che lo conduce negli spazi del ricordo reale, energetico, non proiettivo-mentale. In quel ricordo ri-comprende come funzionavano le cose un tempo, e come funzionano adesso, per cui è in grado di gestire la dimenticanza. Egli fa parte della schiera dei personaggi che lottano per modificare l'essenza della realtà, per come gli è stata presentata dal mondo sociale, per cui non si vedono all'apparenza i cambiamenti, ma si percepiscono nel profondo quando si è in contatto.
Tutto rientra nella sua possibilità: egli è Maestro nell'arte dell'incorporazione, ed è al tempo stesso legato ai fenomeni della Terra. Per cui ogni volta deve ri-apprendere ciò che ha scordato, rivivere ciò che è passato, perché si ricordi nuovamente, e si faccia spazio tra le dimenticanze quotidiane.
Ogni volta che appare è la manifestazione di ciò che c'è potenzialmente in atto in una determinata situazione. I suoi occhi sono intensi, e semplice l'aspetto, perché grossolanamente egli è: un essere umano, con i suoi limiti, con i suoi tradimenti che ogni volta ripaga a caro prezzo. L'unica differenza che passa tra lui e gli altri è che si mette in ascolto, si attacca all'intento della situazione, rendendosi canale; e quando egli è qui, possono accadere molte cose che normalmente non accadono.
La maturazione per lui è il suo stesso insegnamento: ogni volta che lo trasmette mettendosi in discussione e in gioco, ne vale la pena perché è libero di affrontare le possibilità dell'ignoto e del conosciuto. Amore è il suo primo comandamento, che a volte dimentica concentrandosi su altro: non si disturba mai però questo intento quando ha in carico la responsabilità delle persone e dell'ambiente che ha a disposizione in quel momento. La luce dei suoi occhi è una possibilità:attraverso di essa si capisce che non c'è altro, non c'è niente, se non un terrificante intento di considerazione di tutti gli aspetti più profondi della personalità, dell'anima, dell'Amore, così come del mondo transpersonale con cui può fare capolino, mettendosi in evidenza.
L'onore e il rispetto sono le due sue meraviglie, che regala a chi lo partecipa essendogli disponibile. La viltà è il suo combattimento. La luce lo conquista, mentre l'ombra lo appaga, così che sono entrambe in lui un movimento di liberazione.
Egli è chiunque lo accolga, eppure colui che lo ha condotto fin qui. Si prende la responsabilità di parlare, di mettersi in discussione, di alzare lo sguardo o altrove o nella Terra che lo comanda sotto i suoi piedi.
In realtà poi è un essere umano che si diverte a prendere in giro, raccogliere fiori, giocare con il pallone, ricercare le verità dentro ogni cosa.
Il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
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giovedì 17 settembre 2015
La Clownessa
La Clownessa-saggia è Colei che conosce la vita: la-sa-già, l'a-ssa-ggia fino a goderne appieno.
Nella condivisione con le giovani donne non ne svela il Mistero, ma offre degli input che risveglino la curiosità e il desiderio di vedere. Chi possiede la conoscenza sa infondere calore, tranquillità e sicurezza in chi si trova nella tempesta.
(...)
La Clownessa-saggia ha l'età che vuole, perché ora sa cosa esprimere. La sua è una libertà che conquista strada facendo e vivendo totalmente. Lascia da parte la scarsità delle false aspettative per dare spazio alla pienezza quotidiana e preferisce gustare l'attimo piuttosto che rimanere imbrigliata nei castelli delle attese, da cui esce usando l'ingresso principale come scelta, e non perché salvata da chissà quale principe. Non ha bisogno di lottare e lanciarsi dalla finestra perché non è più annebbiata dai demoni, e non dorme in attesa che qualcuno venga a risvegliarla.
Si è destata attraverso le esperienze, che sono il suo tesoro più prezioso e che ama donare.
La Clownessa, il sorriso intimo della Donna - Rossella Bergo
Nella condivisione con le giovani donne non ne svela il Mistero, ma offre degli input che risveglino la curiosità e il desiderio di vedere. Chi possiede la conoscenza sa infondere calore, tranquillità e sicurezza in chi si trova nella tempesta.
(...)
La Clownessa-saggia ha l'età che vuole, perché ora sa cosa esprimere. La sua è una libertà che conquista strada facendo e vivendo totalmente. Lascia da parte la scarsità delle false aspettative per dare spazio alla pienezza quotidiana e preferisce gustare l'attimo piuttosto che rimanere imbrigliata nei castelli delle attese, da cui esce usando l'ingresso principale come scelta, e non perché salvata da chissà quale principe. Non ha bisogno di lottare e lanciarsi dalla finestra perché non è più annebbiata dai demoni, e non dorme in attesa che qualcuno venga a risvegliarla.
Si è destata attraverso le esperienze, che sono il suo tesoro più prezioso e che ama donare.
La Clownessa, il sorriso intimo della Donna - Rossella Bergo
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mercoledì 16 settembre 2015
Visione e Profezia
Ildegarda fu donna di passioni, madre spirituale e maestra autorevole.
Il monastero femminile altomedioevale fu sede eletta per la circolazione
di intelligenza femminile, luogo di genealogie di donne, nel quale
donne insegnavano a donne.
Svolse attività politica e diplomatica, fu consulente di papi e imperatori, ma tenne anche in conto la vita affettiva. Utilizzò magnificamente la forma espressiva femminile della Visione e della Profezia, mediante la quale fece valere la propria autorità nei confronti del potere costituito (sia laico che ecclesiastico del tempo), forte di una comunità femminile sulla cui fiducia poteva contare e che riponeva in lei fiducia. Il suo progetto fu quello di mettere al mondo un disegno di origine femminile, cioè la possibilità di essere per le donne.
(...)
Ma Ildegarda non solo è una madre spirituale. Ella sa anche prodigare delle consolazioni a queste donne spesso inquiete, in preda a dei reali conflitti interiori. Medico dei corpi, è anche medico delle anime che conosce molto bene. Non ignorava le sofferenze delle malattia né le angosce dell’anima. La sua sofferenza la rendeva certamente sensibile a quelle delle altre; sensibile e comprensiva, dunque indulgente. Le sue consolazioni si ritrovano nella maggior parte delle sue lettere indirizzate a delle monache anonime, o a delle monache di cui noi non conosciamo che i nomi, ma anche a delle donne della più alta nobiltà.
(...)
Questa corrispondenza ci fornisce anche delle ampie informazioni. Non facendo intervenire nessun uomo, né come intermediario, né in un ruolo di supervisore, ella ci offre l’inestimabile interesse di dialoghi tra donne. Così possiamo capire fino a qual punto le badesse soffrono della loro carica, perché incapaci di compierla correttamente. Molte di esse ricercano l’ascetismo, segno che non sono certe di assicurarsi la loro salvezza in questo mondo; cercano una vita di romitaggio, senza aver altra cura che il servizio di Dio. Ecco ciò che le conduce sulle rive del Reno: là vive una donna, badessa come loro, e che si dice in contatto, con Dio. Non scrive sotto la Sua dettatura? Non vede ciò che Egli vuole mostrandole i misteri terribili e splendidi della Creazione? Santa (quante volte troviamo la definizione sanctitas vestra), perché mediatrice privilegiata presso Dio, Ildegarda perora la loro causa presso di Lui e trasmette le Sue Volontà.
tratto da: https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2015/03/09/lepistolario-di-s-ildegarda-di-bingen-lettere-di-donna-badessa-e-madre/
Svolse attività politica e diplomatica, fu consulente di papi e imperatori, ma tenne anche in conto la vita affettiva. Utilizzò magnificamente la forma espressiva femminile della Visione e della Profezia, mediante la quale fece valere la propria autorità nei confronti del potere costituito (sia laico che ecclesiastico del tempo), forte di una comunità femminile sulla cui fiducia poteva contare e che riponeva in lei fiducia. Il suo progetto fu quello di mettere al mondo un disegno di origine femminile, cioè la possibilità di essere per le donne.
(...)
Ma Ildegarda non solo è una madre spirituale. Ella sa anche prodigare delle consolazioni a queste donne spesso inquiete, in preda a dei reali conflitti interiori. Medico dei corpi, è anche medico delle anime che conosce molto bene. Non ignorava le sofferenze delle malattia né le angosce dell’anima. La sua sofferenza la rendeva certamente sensibile a quelle delle altre; sensibile e comprensiva, dunque indulgente. Le sue consolazioni si ritrovano nella maggior parte delle sue lettere indirizzate a delle monache anonime, o a delle monache di cui noi non conosciamo che i nomi, ma anche a delle donne della più alta nobiltà.
(...)
Questa corrispondenza ci fornisce anche delle ampie informazioni. Non facendo intervenire nessun uomo, né come intermediario, né in un ruolo di supervisore, ella ci offre l’inestimabile interesse di dialoghi tra donne. Così possiamo capire fino a qual punto le badesse soffrono della loro carica, perché incapaci di compierla correttamente. Molte di esse ricercano l’ascetismo, segno che non sono certe di assicurarsi la loro salvezza in questo mondo; cercano una vita di romitaggio, senza aver altra cura che il servizio di Dio. Ecco ciò che le conduce sulle rive del Reno: là vive una donna, badessa come loro, e che si dice in contatto, con Dio. Non scrive sotto la Sua dettatura? Non vede ciò che Egli vuole mostrandole i misteri terribili e splendidi della Creazione? Santa (quante volte troviamo la definizione sanctitas vestra), perché mediatrice privilegiata presso Dio, Ildegarda perora la loro causa presso di Lui e trasmette le Sue Volontà.
tratto da: https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2015/03/09/lepistolario-di-s-ildegarda-di-bingen-lettere-di-donna-badessa-e-madre/
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martedì 15 settembre 2015
La Dea dell'Ombra
E' sotto gli occhi di tutti. La Maria Maddalena, santa e asceta, della tradizione cristiana viene oggi insidiata, soprattutto nella cultura popolare (film, romanzi, libri dedicati ad argomenti misteriosi... ), da un'altra Maddalena, una 'nuova' Maddalena, di volta in volta strega, sacerdotessa, iniziata a grandi segreti, associata alla Dea Madre, alle Madonne Nere, alla Sophia gnostica, al 'Femminino Sacro', alla neostregoneria e al matriarcato.
Come si è potuti arrivare ad una tale stupefacente metamorfosi? Quali le condizioni che l'hanno resa possibile? Dove è iniziata? E perché?
Questo libro ricostruisce con ricchezza di dettagli la formazione di questa 'nuova' Maddalena, ambigua e trasformista. Rintraccia la sua vicenda nella storia dell'arte. Ne segue le tracce tra le spiritualità alternative. Individua gli ambienti e i personaggi che l'hanno sostenuta. Tra ritrovamenti d'antichi papiri e moderne rivendicazioni femministe, pratiche magiche e appelli al ritorno del matriarcato. Sino alle recenti, clamorose affermazioni in testi come Il Codice da Vinci.
Maria Maddalena e la Dea dell'Ombra, il Sacro femminile, la Spiritualità della Dea e l'immaginario contemporaneo - Mario Arturo Iannacone.
Come si è potuti arrivare ad una tale stupefacente metamorfosi? Quali le condizioni che l'hanno resa possibile? Dove è iniziata? E perché?
Questo libro ricostruisce con ricchezza di dettagli la formazione di questa 'nuova' Maddalena, ambigua e trasformista. Rintraccia la sua vicenda nella storia dell'arte. Ne segue le tracce tra le spiritualità alternative. Individua gli ambienti e i personaggi che l'hanno sostenuta. Tra ritrovamenti d'antichi papiri e moderne rivendicazioni femministe, pratiche magiche e appelli al ritorno del matriarcato. Sino alle recenti, clamorose affermazioni in testi come Il Codice da Vinci.
Maria Maddalena e la Dea dell'Ombra, il Sacro femminile, la Spiritualità della Dea e l'immaginario contemporaneo - Mario Arturo Iannacone.
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