Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa
letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il
miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’ape mellifera, e
al contempo la regina di tutte le api.
Le sue leggende nascono
nell’antico mondo mediterraneo, nella calda e selvaggia terra di Creta,
dove lei era una delle luminose espressioni della “primitiva Potnia dei
fiori (…) dal filo d’erba agli alberi delle millenarie foreste”. La si
poteva descrivere come “Dea celata nelle forme di un’ape, di cui, di
quando in quando, si libera o in cui nuovamente si nasconde”, ovvero
come sacra e libera energia naturale che abitava sì nelle graziose api e
nel loro regno fiorito, ma poteva assumere anche sembianze diverse in
un’infinita e gioiosa libertà d’espressione; e incarnava tutte le
caratteristiche dell’ape regina e delle sue figlie, delle quali era
l’archetipo divino.
Il suo era un regno di intima armonia femminile,
di coralità perfetta fra sorelle nate dalla stessa prodigiosa madre; un
regno basato sull’amorevole servizio ad una grande sovrana, unica
femmina fertile del favo che dal bel ventre rigonfio genera tutte le sue
devote figlie e ancelle, come pure i figli paredri, che nella loro
breve esistenza stanno accanto a lei e ne fecondano le uova.
E
tuttavia lei può generare anche da sola, indipendentemente
dall’intervento del maschio, per questo richiama l’autonomia e
l’indipendenza generativa della Grande Madre, androgina e completa in se
stessa.
Melissa era dunque la dolce signora dell’alveo brunito, la
materna Regina sempre gravida d’amore e la dolce e operosa Figlia; la
languida femmina perennemente fertile e la fiera guerriera, che
sacrifica la sua vita pur di proteggere il delicato equilibrio del suo
piccolo mondo perfetto.
Rappresentava la Dea della Natura selvaggia,
e anche della Trasformazione dopo la morte e della periodica
Rigenerazione, e le sue ali d’oro indicavano la Rinascita ai regni
sottili.
Al calare del sole, la selvatica Melissa solare lasciava il
passo alla dolcissima Melissa lunare, la regolatrice dei cicli
femminili, protettrice delle donne fertili e delle partorienti, e
madrina dei bimbi, ai quali offriva il suo dolcissimo miele per
addolcirne il latte.
tratto da: http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=173&MDPROSID=.
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domenica 8 novembre 2015
Melissa
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mercoledì 16 settembre 2015
Visione e Profezia
Ildegarda fu donna di passioni, madre spirituale e maestra autorevole.
Il monastero femminile altomedioevale fu sede eletta per la circolazione
di intelligenza femminile, luogo di genealogie di donne, nel quale
donne insegnavano a donne.
Svolse attività politica e diplomatica, fu consulente di papi e imperatori, ma tenne anche in conto la vita affettiva. Utilizzò magnificamente la forma espressiva femminile della Visione e della Profezia, mediante la quale fece valere la propria autorità nei confronti del potere costituito (sia laico che ecclesiastico del tempo), forte di una comunità femminile sulla cui fiducia poteva contare e che riponeva in lei fiducia. Il suo progetto fu quello di mettere al mondo un disegno di origine femminile, cioè la possibilità di essere per le donne.
(...)
Ma Ildegarda non solo è una madre spirituale. Ella sa anche prodigare delle consolazioni a queste donne spesso inquiete, in preda a dei reali conflitti interiori. Medico dei corpi, è anche medico delle anime che conosce molto bene. Non ignorava le sofferenze delle malattia né le angosce dell’anima. La sua sofferenza la rendeva certamente sensibile a quelle delle altre; sensibile e comprensiva, dunque indulgente. Le sue consolazioni si ritrovano nella maggior parte delle sue lettere indirizzate a delle monache anonime, o a delle monache di cui noi non conosciamo che i nomi, ma anche a delle donne della più alta nobiltà.
(...)
Questa corrispondenza ci fornisce anche delle ampie informazioni. Non facendo intervenire nessun uomo, né come intermediario, né in un ruolo di supervisore, ella ci offre l’inestimabile interesse di dialoghi tra donne. Così possiamo capire fino a qual punto le badesse soffrono della loro carica, perché incapaci di compierla correttamente. Molte di esse ricercano l’ascetismo, segno che non sono certe di assicurarsi la loro salvezza in questo mondo; cercano una vita di romitaggio, senza aver altra cura che il servizio di Dio. Ecco ciò che le conduce sulle rive del Reno: là vive una donna, badessa come loro, e che si dice in contatto, con Dio. Non scrive sotto la Sua dettatura? Non vede ciò che Egli vuole mostrandole i misteri terribili e splendidi della Creazione? Santa (quante volte troviamo la definizione sanctitas vestra), perché mediatrice privilegiata presso Dio, Ildegarda perora la loro causa presso di Lui e trasmette le Sue Volontà.
tratto da: https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2015/03/09/lepistolario-di-s-ildegarda-di-bingen-lettere-di-donna-badessa-e-madre/
Svolse attività politica e diplomatica, fu consulente di papi e imperatori, ma tenne anche in conto la vita affettiva. Utilizzò magnificamente la forma espressiva femminile della Visione e della Profezia, mediante la quale fece valere la propria autorità nei confronti del potere costituito (sia laico che ecclesiastico del tempo), forte di una comunità femminile sulla cui fiducia poteva contare e che riponeva in lei fiducia. Il suo progetto fu quello di mettere al mondo un disegno di origine femminile, cioè la possibilità di essere per le donne.
(...)
Ma Ildegarda non solo è una madre spirituale. Ella sa anche prodigare delle consolazioni a queste donne spesso inquiete, in preda a dei reali conflitti interiori. Medico dei corpi, è anche medico delle anime che conosce molto bene. Non ignorava le sofferenze delle malattia né le angosce dell’anima. La sua sofferenza la rendeva certamente sensibile a quelle delle altre; sensibile e comprensiva, dunque indulgente. Le sue consolazioni si ritrovano nella maggior parte delle sue lettere indirizzate a delle monache anonime, o a delle monache di cui noi non conosciamo che i nomi, ma anche a delle donne della più alta nobiltà.
(...)
Questa corrispondenza ci fornisce anche delle ampie informazioni. Non facendo intervenire nessun uomo, né come intermediario, né in un ruolo di supervisore, ella ci offre l’inestimabile interesse di dialoghi tra donne. Così possiamo capire fino a qual punto le badesse soffrono della loro carica, perché incapaci di compierla correttamente. Molte di esse ricercano l’ascetismo, segno che non sono certe di assicurarsi la loro salvezza in questo mondo; cercano una vita di romitaggio, senza aver altra cura che il servizio di Dio. Ecco ciò che le conduce sulle rive del Reno: là vive una donna, badessa come loro, e che si dice in contatto, con Dio. Non scrive sotto la Sua dettatura? Non vede ciò che Egli vuole mostrandole i misteri terribili e splendidi della Creazione? Santa (quante volte troviamo la definizione sanctitas vestra), perché mediatrice privilegiata presso Dio, Ildegarda perora la loro causa presso di Lui e trasmette le Sue Volontà.
tratto da: https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2015/03/09/lepistolario-di-s-ildegarda-di-bingen-lettere-di-donna-badessa-e-madre/
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L'Unità Essenziale della Tradizione
La questione (...) era la seguente: Dante fu cattolico o albigese?
Per altri, essa sembra invece porsi in questi termini: fu cristiano o pagano?
Quanto a noi, non riteniamo corretto un punto di vista del genere, perché l'Esoterismo autentico è tutt'altra cosa rispetto alla religione esteriore e, se anche ha con essa dei legami, ciò è possibile solo in quanto trova nelle forme religiose una modalità di espressione simbolica; poco importa, d'altronde, che queste forme appartengano all'una o all'altra religione, poiché ciò che conta è l'Unità Dottrinale Essenziale che si dissimula sotto la loro apparente diversità.
Per questo motivo gli antichi Iniziati partecipavano indistintamente a tutti i culti esteriori, seguendo i costumi correnti dei paesi in cui si trovavano; parimenti, è perché vedeva questa Unità fondamentale, e non per effetto di un ''sincretismo'' superficiale, che Dante ha utilizzato indifferentemente, a seconda dei casi, un linguaggio improntato sia al Cristianesimo che all'antichità greco-romana. La Metafisica Pura non è né pagana né cristiana, è Universale; gli Antichi Misteri non appartenevano al Paganesimo, bensì gli si sovrapponevano; allo stesso modo, nel Medioevo, vi furono organizzazioni il cui carattere era Iniziatico e non religioso, e che però ponevano le loro basi nel cattolicesimo.
Se Dante ha fatto parte di alcune di queste organizzazioni, come ci sembra incontestabile, non è un buon motivo per dichiararlo ''eretico''; chi la pensa in tal modo ha del Medioevo un'idea falsa e incompleta, non vede per così dire che l'esteriorità, poiché, quanto al resto, non esiste più niente nel mondo moderno che possa servire da termine di confronto.
L'Esoterismo di Dante - René Guénon
Per altri, essa sembra invece porsi in questi termini: fu cristiano o pagano?
Quanto a noi, non riteniamo corretto un punto di vista del genere, perché l'Esoterismo autentico è tutt'altra cosa rispetto alla religione esteriore e, se anche ha con essa dei legami, ciò è possibile solo in quanto trova nelle forme religiose una modalità di espressione simbolica; poco importa, d'altronde, che queste forme appartengano all'una o all'altra religione, poiché ciò che conta è l'Unità Dottrinale Essenziale che si dissimula sotto la loro apparente diversità.
Per questo motivo gli antichi Iniziati partecipavano indistintamente a tutti i culti esteriori, seguendo i costumi correnti dei paesi in cui si trovavano; parimenti, è perché vedeva questa Unità fondamentale, e non per effetto di un ''sincretismo'' superficiale, che Dante ha utilizzato indifferentemente, a seconda dei casi, un linguaggio improntato sia al Cristianesimo che all'antichità greco-romana. La Metafisica Pura non è né pagana né cristiana, è Universale; gli Antichi Misteri non appartenevano al Paganesimo, bensì gli si sovrapponevano; allo stesso modo, nel Medioevo, vi furono organizzazioni il cui carattere era Iniziatico e non religioso, e che però ponevano le loro basi nel cattolicesimo.
Se Dante ha fatto parte di alcune di queste organizzazioni, come ci sembra incontestabile, non è un buon motivo per dichiararlo ''eretico''; chi la pensa in tal modo ha del Medioevo un'idea falsa e incompleta, non vede per così dire che l'esteriorità, poiché, quanto al resto, non esiste più niente nel mondo moderno che possa servire da termine di confronto.
L'Esoterismo di Dante - René Guénon
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giovedì 15 gennaio 2015
una Storia d'Egitto - capitolo VII
La Regina si svegliò all'alba, sotto una spessa coltre di
grigia nebbia.
Aveva pianto tutte le lacrime che aveva potuto e non le restava
altro che dirigersi a palazzo e affrontare i due Padri usurpatori.
Entrò annunciata da un guerriero messo a vigilare l'accesso
alla Sala del Trono. Per quanto lacera e malvestita, il suo sguardo rifulgente
della Luce della Divina Iside suscitava ancora quel sacro rispetto a cui nessun
mortale aveva mai saputo sottrarsi, in nessuna delle infinite galassie senza
tempo. Si trovò di fronte il suo antico allievo, quel giovane tanto bello e
fiero da sembrare un angelo ribelle. Mai era riuscita ad addomesticarlo, ma non
se ne rammaricava, perché certe nature umane nascono con l'impronta del divino
Osiride impressa a fuoco nella coscienza, e non possono essere piegate, ma solo
saggiamente dirette. Guai a indirizzarle in una direzione pericolosa per la
terra e i suoi figli, questo era ciò che Lei e tutte le sue antenate sapevano
essere il Sacro Mistero di quell'energia interamente indomita e virile.
"Che cosa hai fatto.."
Il giovane Re la guardò superbo. Non aveva preso bene la sua decisione di abbandonare il Regno, perché nella sua arroganza autosufficiente era riuscito tuttavia a presagire che l'Energia di Iside era fondamentale per mantenere coesa una comunità.
"Che t'importa. Te ne sei andata, non ti riguarda più".
debdeashakti (continua)
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venerdì 5 dicembre 2014
nel Nome del Padre e della Madre
Pensa alle Stelle, che di continuo versano Luce
sull'Umanità.
Sii come quelle, e dà Amore, Saggezza e Conoscenza.
Solo quando tutto si è dato si può ricevere.
Opera nel Mio Nome; non scordarlo.
Pensaci bene.
Ovunque vai, porta con te la Mia Luce.
Foglie del Giardino di Morya - appello 323
sull'Umanità.
Sii come quelle, e dà Amore, Saggezza e Conoscenza.
Solo quando tutto si è dato si può ricevere.
Opera nel Mio Nome; non scordarlo.
Pensaci bene.
Ovunque vai, porta con te la Mia Luce.
Foglie del Giardino di Morya - appello 323
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giovedì 4 dicembre 2014
Appello ai Figli del Fuoco
Intendete l'Amore come stimolo per ampliare la Coscienza.
Senza Amore, il Cuore non s'infiamma, né resta invulnerabile, né è capace di auto-sacrificio.
Siate grati a ogni ricettacolo di Amore: esso è ai confini del Nuovo Mondo, dove odio e intolleranza sono banditi.
Il Sentiero dell'Amore è la tensione dell'Energia Cosmica.
Così gli uomini troveranno la loro funzione nell'Universo: non più foglie secche, ma Loti di Fiamma, saranno in tutto simili al Mondo Supremo.
Cuore - Morya
Facciamo Rivelazioni all'orecchio sensibile.
E il tuo desiderio ti porti la Nostra Voce.
Il Nostro Raggio, come un fiore, esplora le tenebre
e con la sua Luce la nave entra in porto.
Il crepuscolo non esiste per te.
Ti domanderanno in che consiste la lotta per la perfezione.
Rispondi: nell'Amore, nel Bello, nell'Azione.
Bastano questi Tre Sentieri.
Foglie del Giardino di Morya, appello 318
Figli Miei, figli, figli.
Non pensate che la Nostra Comunità sia chiusa
agli uomini da mura insormontabili.
Le nevi dell'Himalaya che Ci nascondono non sono
ostacoli per i veri cercatori, ma solo per i curiosi.
Distingui fra chi cerca
e chi indaga, scettico e freddo.
Consàcrati al lavoro e ti porterò avanti,
sulla Via del successo, nel Mondo di Là.
Foglie del Giardino di Morya, appello 313
Senza Amore, il Cuore non s'infiamma, né resta invulnerabile, né è capace di auto-sacrificio.
Siate grati a ogni ricettacolo di Amore: esso è ai confini del Nuovo Mondo, dove odio e intolleranza sono banditi.
Il Sentiero dell'Amore è la tensione dell'Energia Cosmica.
Così gli uomini troveranno la loro funzione nell'Universo: non più foglie secche, ma Loti di Fiamma, saranno in tutto simili al Mondo Supremo.
Cuore - Morya
Facciamo Rivelazioni all'orecchio sensibile.
E il tuo desiderio ti porti la Nostra Voce.
Il Nostro Raggio, come un fiore, esplora le tenebre
e con la sua Luce la nave entra in porto.
Il crepuscolo non esiste per te.
Ti domanderanno in che consiste la lotta per la perfezione.
Rispondi: nell'Amore, nel Bello, nell'Azione.
Bastano questi Tre Sentieri.
Foglie del Giardino di Morya, appello 318
Figli Miei, figli, figli.
Non pensate che la Nostra Comunità sia chiusa
agli uomini da mura insormontabili.
Le nevi dell'Himalaya che Ci nascondono non sono
ostacoli per i veri cercatori, ma solo per i curiosi.
Distingui fra chi cerca
e chi indaga, scettico e freddo.
Consàcrati al lavoro e ti porterò avanti,
sulla Via del successo, nel Mondo di Là.
Foglie del Giardino di Morya, appello 313
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