martedì 2 settembre 2014

Leonardo. il Genio, l'Anima, il Daimon

"Ti posi nel mezzo del mondo perché di là meglio tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto (...) chi non ammirerà questo nostro camaleonte?"

- Pico della Mirandola, De hominis dignitate -

Queste parole di Dio ad Adamo suonano come le istruzioni date dal primo creatore all'uomo che conosciamo con il nome di Leonardo da Vinci. Egli fece certamente il massimo per esserne all'altezza. Genio poliedrico, ispirò artisti, scienziati e matematici. Molti gli hanno dedicato studi e commenti, ma ci piace prima di tutto ricordare che egli definiva se stesso "discepolo dell'esperienza", vera fonte della sua ispirazione. Anziché prestar fede a ciò che altri hanno scritto su Leonardo, possiamo leggerne direttamente i pensieri, dal momento che la sua mente indagatrice ci è nota attraverso le opere che ci ha lasciato. Per tutta la vita tenne quaderni di appunti nei quali trasferì sulla carta le proprie idee, impressioni, osservazioni, corredate di schizzi e progetti; e benché questi quaderni e i loro fogli sciolti siano sparsi per il mondo in varie collezioni, essi rimangono la testimonianza di una mente che non ebbe eguali e di un'anima sempre tesa alla ricerca, che non si stancò mai di riflettere sull'esperienza dell'universo.


Leonardo fu uomo di estreme contraddizioni: nemico della guerra, progettò armi di distruzione; vegetariano rispettoso di ogni forma di vita, sezionò animali ed esseri umani per effettuare ricerche anatomiche; grande pittore, raramente portò a termine gli incarichi; pensatore convinto del ruolo centrale dell'Uomo nell'Universo, tuttavia credette in Dio; studioso che contestava l'auctoritas dei classici, nondimeno li lesse con avidità; devoto servitore di potenti signori, li superò in maestria; sensibilità capace di scorgere il Divino nell'Umano, ebbe spesso in spregio l'umanità.
A dispetto dell'aura mitica che ne circonda il nome, Leonardo fu umano al pari dei suoi contemporanei: in gioventù fu accusato di avere relazioni omosessuali, in un'epoca in cui la pena prevista per i sodomiti era la morte; che sia sfuggito al processo e alla sentenza è una fortuna per tutti coloro che ne apprezzano l'opera. Se solo uno dei suoi quaderni di appunti fosse circolato, le pionieristiche teorie scientifiche e l'eretico disprezzo che maturò per alcune delle pratiche della Chiesa lo avrebbero sicuramente condotto alla scomunica e alla morte. La sicurezza di Leonardo stette nel suo riserbo, e può in parte spiegare il modo in cui egli appuntò le sue note, con una forma di scrittura "a specchio".
Questa pratica crittografica non fu sua esclusiva: circa una generazione prima se ne era valso anche Filippo Brunelleschi, il quale risolse il problema architettonico di come riuscire a coprire con una cupola l'incompiuta cattedrale di Firenze; perché i suoi controversi progetti non venissero a conoscenza dei molti rivali che gli contendevano l'incarico, Brunelleschi li tenne rigorosamente segreti, annotando le sue osservazioni con lo stesso sistema.
Risulta evidente da alcuni esempi che il mancino leonardo trovò più facile scrivere da destra a sinistra anziché il contrario. Genio mancino in un mondo di destri, figlio illegittimo non riconosciuto ed emarginato in un mondo di cittadini dai chiari natali, Leonardo plasmò il proprio destino come uomini più avvantaggiati di lui non avrebbero saputo fare.


'i Tarocchi di Leonardo' - Caitlin Matthews



l'antica e misteriosa Via delle Donne

Ma quelle che avevano afferrato con forza la mano delle Donne antiche, quelle che ad esse si erano affidate senza riserve, quelle che desideravano solamente l'amore della Dea e non quello profano, quelle che volevano fondersi senza alcun distinguo o ritegno con la gioiosa origine di tutte le cose buone e belle, non fallirono la prova.
In quell'Amore esse si fusero ed impararono così ad uscire dai ristretti limiti del proprio io e del proprio corpo per abbracciare tutta la luce, la gioia e la bellezza dell'universo generato dalla Madre.
Entità luminose che in esso e di esso vivono in invisibili, e con esse danzarono, gioirono e giocarono, come giocano le bambine con i cuccioli sentendosi ed essendo loro simili.
Conobbero cose indicibili con le parole, inspiegabili con i ragionamenti ed inconoscibili persino alla fantasia più sfrenata e pur tuttavia più reali, più vere e più stabili del mondo di materia in cui vivevano.
Riempiendo di gioia quelle antiche Donne che avevano loro insegnato in che modo dovevano muovere i loro passi per ritrovare l'antica e misteriosa Via della Donne, fecero nella loro vita le giuste scelte e di ciò anche i Guardiani del sogno, quelli che le avevano messe alla prova, si compiacquero.
E così, come superarono le prove che coloro che vogliono entrare nel Sogno della Dea devono affrontare, ancor più facilmente rimasero ferme di fronte agli attacchi, ai fastidi ed ai disturbi che l'oscuro mondo che le circondava lanciò loro contro.
Oramai esse, le degne figlie ritornate nell'antica casa della Madre, erano forti come chi porta in sé le virtù del maschio e della femmina ed in grado quindi di sopportare ciò che avrebbe causato tristezza, pianto e disperazione nelle persone normali.
esse inoltre ben sapevano che in fondo tutti gli accadimenti sgradevoli e fastidiosi della vita, se paragonati alla meravigliosa consapevolezza di far parte del Sogno della Dea, erano piccole cose o forse erano addirittura inesistenti.


La Voce dell'antica Madre e dei modi per cercare di poterla ancora udire - Ada d'Ariès









Donne di Fuoco, Sacerdotesse d'Amore

In un piccolo pianoro tra le colline esisteva in tempi antichissimi un tempio in cui venivano celebrati i Misteri della Grande Madre.
Però, con l'avvicinarsi dei tempi moderni essi, a causa delle persecuzioni ed anche della sempre minor capacità delle donne di intendere quei Misteri, caddero in disuso fino ad essere dimenticati.
Ma l'anima di un'antica sacerdotessa si incarna, proprio con lo scopo di riaccendere in quel tempio dimenticato il Fuoco rituale, nel corpo di una ba
mbina figlia di normalissimi genitori.
Essa nascendo perde però il ricordo di chi era e di quale sia la missione che deve compiere e prova solamente un senso di insopprimibile disagio nei confronti del mondo che la circonda.
Tale malessere sembra destinato a crescere negli anni e ad aggravarsi sempre di più, fino a quando un'Entità fatata compare alla bambina, spiegandole il senso della sua vita ed impartendole degli insegnamenti che hanno lo scopo di farle riottenere segretamente i suoi magici poteri di sacerdotessa.
Tali insegnamenti, fatti anche di sogni durante i quali la fanciulla rivive i tempi antichissimi in cui era stata iniziata ai Misteri della Grande Madre, proseguono fino a quando, in età adulta, ella non ritrova la piena consapevolezza della sua sacralità.
A questo punto ella incontrerà delle seguaci che, malgrado le difficoltà dei tempi e contro il comune modo di pensare, cercano in ogni modo di ritrovare l'antica magia femminile persa e dimenticata.
Assieme ad esse l'antica sacerdotessa rinata, accenderà nuovamente il Fuoco sacro nel tempio nascosto della Grande Madre, dando vita ad un nuovo ciclo di trasmissione iniziatica femminile.
Un racconto di incanti e di magie, di fatti inquietanti e meravigliosi, che potrebbe sembrare di pura fantasia, ma che, come afferma l'Autrice nella sua prefazione, forse narra una storia che, pur sembrando incredibile, potrebbe essere reale.

L'antico Fuoco delle Donne - Ada d'Ariès