Così porto in me, scolpita fin dall'infanzia, una specie di Statua Interiore che dà una continuità alla mia vita, che è la parte più
intima, il nocciolo più duro del mio carattere. Questa statua l'ho
modellata durante tutta la mia vita.
Così, alberga in me non solo
un personaggio ideale con il quale mi confronto incessantemente. Porto
in me anche tutta una serie di figure morali, dalle qualità
assolutamente contraddittorie, che la mia immaginazione vede sempre
pronte a recitare la parte dei miei partner in situazioni e dialoghi impressi nella mia testa, fin dall'infanzia o dall'adolescenza...
E lì, nemmeno un gesto, nemmeno una parola che non siano imposti dalla Statua Interiore.
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lunedì 9 novembre 2015
La Statua Interiore
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venerdì 25 settembre 2015
La biblioteca della Regina
La biblioteca del Palazzo delle ''Tre Corone'' a Stoccolma era una delle più complete e preziose d'Europa. Partendo dalla Svezia, Cristina, dopo la sua abdicazione, si preoccupò principalmente di portare con sé la sua ''Libreria'' ricca di manoscritti e stampe rare.
Durante il viaggio da Stoccolma ad Amburgo visitò, nelle città più importanti, accanto a conventi e chiese, le biblioteche più famose (a Deventer quella di Gronovius, a Munster quella dei Gesuiti, ecc.).
Ospitata in Vaticano alla Torre dei Venti, cosa eccezionale per una donna, uno dei suoi primi interessi fu quello di recarsi alla Biblioteca Vaticana, dove venne ricevuta da monsignor Stefano Gradi, che a lei dedicò alcuni componimenti poetici.
Al Collegio Romano ammirò gli antichi codici greci e latini e ''seppe dare giudizio degli autori mostrando profonda erudizione''.
In quella occasione padre Athanasius Kircher, autore delle trentatré iscrizioni in onore della Regina anche in lingue orientali, le offrì un salterio arabico-latino di cui si dichiara ''Scriptor et interpres''.
(...)
La profonda cultura di Cristina è messa in risalto dalla varietà e dalla ricchezza della sua biblioteca, considerata già a Stoccolma una delle più celebri d'Europa. Conteneva codici e libri di teologia, filosofia, storia, letteratura e scienze.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
Durante il viaggio da Stoccolma ad Amburgo visitò, nelle città più importanti, accanto a conventi e chiese, le biblioteche più famose (a Deventer quella di Gronovius, a Munster quella dei Gesuiti, ecc.).
Ospitata in Vaticano alla Torre dei Venti, cosa eccezionale per una donna, uno dei suoi primi interessi fu quello di recarsi alla Biblioteca Vaticana, dove venne ricevuta da monsignor Stefano Gradi, che a lei dedicò alcuni componimenti poetici.
Al Collegio Romano ammirò gli antichi codici greci e latini e ''seppe dare giudizio degli autori mostrando profonda erudizione''.
In quella occasione padre Athanasius Kircher, autore delle trentatré iscrizioni in onore della Regina anche in lingue orientali, le offrì un salterio arabico-latino di cui si dichiara ''Scriptor et interpres''.
(...)
La profonda cultura di Cristina è messa in risalto dalla varietà e dalla ricchezza della sua biblioteca, considerata già a Stoccolma una delle più celebri d'Europa. Conteneva codici e libri di teologia, filosofia, storia, letteratura e scienze.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
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martedì 7 aprile 2015
Rievocando i Misteri
A quel tempo esisteva una Confraternita (come poi nel Rinascimento) di Iniziati Costruttori (3° Raggio), che ebbero il compito di evocare sulla civiltà umana energie cosmiche attraverso i Templi (soprattutto di 1° e 2° Raggio) e la formazione di Triangoli. Le decorazioni scolpite sui frontoni dei Templi erano in rapporto diretto con gli allineamenti astrologici e descrivevano il settore nel quale erano collocati.
Pitagora, fedele alle antiche Tradizioni Iniziatiche, attribuì molta importanza al ruolo della donna, tanto da istituire un'apposita sezione per l'Iniziazione femminile. Questa era già presente in India al tempo dei Veda, in Egitto con i Misteri di Iside, e in Grecia introdotta da Orfeo. Egli, però, diede un impulso nuovo e straordinario all'elevazione della Donna, consegnandole una precisa funzione all'interno della famiglia e della società: quella di Educatrice.
Le insegnò la scienza del concepimento e del rapporto sessuale, nonché l'arte della maternità e della vita coniugale. Consegnò alla Donna un potere straordinario: quello della trasformazione del desiderio in un Amore perfetto, capace di far diventare il matrimonio un Atto Sacrale, come testimonianza della equilibrata fusione di due Anime e non solo di due corpi. Il Matrimonio, secondo Pitagora, rappresentava il compendio dell'intera creazione. Affinché ciò fosse realizzato era necessario che sia l'uomo che la donna venissero Iniziati alla piena consapevolezza di essere i Rappresentanti del Principio Creatore.
La nascita di un figlio era, di conseguenza, un Atto Sacro, capace di attirare in incarnazione una coscienza elevata.
I Misteri, la Filosofia, le Religioni, dalla Creazione ai Misteri Romani - Francesco e Gabriella Varetto
Pitagora, fedele alle antiche Tradizioni Iniziatiche, attribuì molta importanza al ruolo della donna, tanto da istituire un'apposita sezione per l'Iniziazione femminile. Questa era già presente in India al tempo dei Veda, in Egitto con i Misteri di Iside, e in Grecia introdotta da Orfeo. Egli, però, diede un impulso nuovo e straordinario all'elevazione della Donna, consegnandole una precisa funzione all'interno della famiglia e della società: quella di Educatrice.
Le insegnò la scienza del concepimento e del rapporto sessuale, nonché l'arte della maternità e della vita coniugale. Consegnò alla Donna un potere straordinario: quello della trasformazione del desiderio in un Amore perfetto, capace di far diventare il matrimonio un Atto Sacrale, come testimonianza della equilibrata fusione di due Anime e non solo di due corpi. Il Matrimonio, secondo Pitagora, rappresentava il compendio dell'intera creazione. Affinché ciò fosse realizzato era necessario che sia l'uomo che la donna venissero Iniziati alla piena consapevolezza di essere i Rappresentanti del Principio Creatore.
La nascita di un figlio era, di conseguenza, un Atto Sacro, capace di attirare in incarnazione una coscienza elevata.
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domenica 25 gennaio 2015
la Bugia
...il Poeta Alchimista canta il suo Amore per una Donna sconosciuta, oggetto di tutti i suoi pensieri e delle sue aspirazioni.
E' una Donna che è "Luce dell'Anima", al cui apparire il poeta si sente tremare e 'trasumanare'. come Dante alla vista di Beatrice. Pur di contemplare il Suo volto, è pronto a offrirle la sua vita stessa.
L'Amore per questa Donna attrae la mente tanto che questa non desidera altro che unirsi a Lei, è Lei che risveglia la nostalgia di un'altra esistenza ("lieto a morir per eternar l'Anima") e lo spinge a liberarsi dai legami per meritare "quelle delizie" che Lei solo sa concedere. E' Lei che ispira il poeta, suggerendogli quello che poi scriverà; ma a volte è tanto sottile e lieve che lui non afferra quanto gli comunica:
...Sei fuoco che purifichi
Quanto trovi d'impuro; e per il fragile
Mio senso, se tu voli, vai tant'agile
Che non ti sento quando mel chiarifichi.
E' evidente che si tratta di una Donna Simbolica, depositaria di ogni perfezione e virtù, topos letterario dei poeti del Dolce Stil Novo, che universalmente si identifica con la Divina Sapienza. molti infatti non intendono più l'Amore in quella forma pura e cortese che s'insegnava nelle Scuole d'Amore.
Ma il poeta l'amerà eternamente, tanto d'operare quella trasformazione di sé nell'oggetto amato, fonte d'infinita beatitudine.
Sei mia, sono tuo... Tu vivi in me medesimo.
Spesso il Palombara nelle sue rime cita Roma, "che vorrebbe portare al suo antico splendore". ma per lui la Tradizione Romana si è interrotta: dopo Morieno Roma, pur essendo "caput mundi", non ha generato altri veri Maestri.
è proprio il ricordo dell'Antica Tradizione che spinge il nobile romano a scrivere, a tramandarne il messaggio, accogliendo dopo secoli quel 'Ramo d'Oro' d'Enea che,come scrive negli Scherzi Ermetici, a lui porge la Lupa di Romolo e Remo.
attraverso il poeta, 'figlio di Roma', si riallaccia quindi il legame con Virgilio e la Tradizione italica, con Enea figlio di Venere (Roma Amor), il cui messaggio egli manda ai posteri. pervaso di questa responsabilità, esorta di fare bene attenzione a quanto cela nei suoi versi, poiché egli spalancherà al Saggio la chiusa porta dell'antro di Mercurio, affinché la Tradizione non muoia.
chi lo seguirà si accorgerà del tesoro inestimabile ch'egli, nelle sue carte, manda al 'Vero Filosofo' e vi troverà la Via per raggiungere la Regalità Iniziatica, l'antica Età dell'Oro di Saturno, il 'Ramo d'Oro' di Enea:
Confida in Dio fuggi la gente prava
Che ti prometto che non hebbe Roma
Imperio tal qual cela questa rima.
Anche nella canzone già citata, l'Autore alla sua N.N. diletta, ritorna la sua missione di restaurare l'Antico Culto della Terra Italica sotto la protezione di Venere:
Ben felice può dirsi hoggi l'Italia
Se di Romolo e Remo nel bel Tevere
Con fortunati accenti sa ricevere
La bella amata mia Venere Idalia.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
E' una Donna che è "Luce dell'Anima", al cui apparire il poeta si sente tremare e 'trasumanare'. come Dante alla vista di Beatrice. Pur di contemplare il Suo volto, è pronto a offrirle la sua vita stessa.
L'Amore per questa Donna attrae la mente tanto che questa non desidera altro che unirsi a Lei, è Lei che risveglia la nostalgia di un'altra esistenza ("lieto a morir per eternar l'Anima") e lo spinge a liberarsi dai legami per meritare "quelle delizie" che Lei solo sa concedere. E' Lei che ispira il poeta, suggerendogli quello che poi scriverà; ma a volte è tanto sottile e lieve che lui non afferra quanto gli comunica:
...Sei fuoco che purifichi
Quanto trovi d'impuro; e per il fragile
Mio senso, se tu voli, vai tant'agile
Che non ti sento quando mel chiarifichi.
E' evidente che si tratta di una Donna Simbolica, depositaria di ogni perfezione e virtù, topos letterario dei poeti del Dolce Stil Novo, che universalmente si identifica con la Divina Sapienza. molti infatti non intendono più l'Amore in quella forma pura e cortese che s'insegnava nelle Scuole d'Amore.
Ma il poeta l'amerà eternamente, tanto d'operare quella trasformazione di sé nell'oggetto amato, fonte d'infinita beatitudine.
Sei mia, sono tuo... Tu vivi in me medesimo.
Spesso il Palombara nelle sue rime cita Roma, "che vorrebbe portare al suo antico splendore". ma per lui la Tradizione Romana si è interrotta: dopo Morieno Roma, pur essendo "caput mundi", non ha generato altri veri Maestri.
è proprio il ricordo dell'Antica Tradizione che spinge il nobile romano a scrivere, a tramandarne il messaggio, accogliendo dopo secoli quel 'Ramo d'Oro' d'Enea che,come scrive negli Scherzi Ermetici, a lui porge la Lupa di Romolo e Remo.
attraverso il poeta, 'figlio di Roma', si riallaccia quindi il legame con Virgilio e la Tradizione italica, con Enea figlio di Venere (Roma Amor), il cui messaggio egli manda ai posteri. pervaso di questa responsabilità, esorta di fare bene attenzione a quanto cela nei suoi versi, poiché egli spalancherà al Saggio la chiusa porta dell'antro di Mercurio, affinché la Tradizione non muoia.
chi lo seguirà si accorgerà del tesoro inestimabile ch'egli, nelle sue carte, manda al 'Vero Filosofo' e vi troverà la Via per raggiungere la Regalità Iniziatica, l'antica Età dell'Oro di Saturno, il 'Ramo d'Oro' di Enea:
Confida in Dio fuggi la gente prava
Che ti prometto che non hebbe Roma
Imperio tal qual cela questa rima.
Anche nella canzone già citata, l'Autore alla sua N.N. diletta, ritorna la sua missione di restaurare l'Antico Culto della Terra Italica sotto la protezione di Venere:
Ben felice può dirsi hoggi l'Italia
Se di Romolo e Remo nel bel Tevere
Con fortunati accenti sa ricevere
La bella amata mia Venere Idalia.
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venerdì 2 gennaio 2015
i Numeri
Pitagora aveva compreso che i Numeri (Deva) contengono il Segreto delle cose e che tutta la costituzione degli esseri viventi è racchiusa in una Legge Ternaria, mentre la loro Evoluzione è presieduta da una Legge Settenaria.
L'Universo è vivente e forma un organismo armonico e ordinato. L'obiettivo che egli poneva per una corretta condotta etica era quello di realizzare sulla Terra questo Ordine e questa Armonia. La Theoria o contemplazione di questo ordine è di per sé Etica e rende simile a un Dio colui che la realizza.
All'inizio di ogni cosa vi è lo Zero, l'Essere Indeterminato, Colui del Quale Nulla si può dire".
Quando Egli si manifesta nell'Infinito (rappresentato da un cerchio), ossia esce dalla Sua quiete Assoluta si produce la Monade, l'Uno, l'Eterno, l'Immutabile, l'Indivisibile (cerchio con un punto in mezzo), che si esplica nella sua attività creativa come Diade, ovvero la Dualità conosciuta come Spirito/Materia, Positivo/Negativo, Luce/Ombra, Maschile/Femminile, ecc. la Manifestazione visibile però è triplice e forma la Triade, costituita da una sfera naturale, umana e divina; da Corpo, Anima e Spirito, da Volontà, Amore e Intelligenza.
Il Ternario assumeva, nell'insegnamento di Pitagora, una grande importanza perché permetteva il superamento della Dualità con la costituzione di una nuova Unità formata da tre punti, nella quale l'ago della bilancia era rappresentato dall'Anima che equilibrava il dualismo fra la personalità e lo Spirito e ne permetteva il superamento mediante una sua trasformazione radicale. La comprensione del giusto punto di mezzo tra gli estremi o "il medio" (come veniva chiamato) era consigliata soprattutto riguardo al modo di ragionare e all'uso della Parola.
E' interessante notare come questo insegnamento coincida esattamente con quello del "Sentiero di Mezzo" del Buddha.
i Misteri, la Filosofia, le Religioni, dalla Creazione ai Misteri Romani - Francesco e Gabriella Varetto
L'Universo è vivente e forma un organismo armonico e ordinato. L'obiettivo che egli poneva per una corretta condotta etica era quello di realizzare sulla Terra questo Ordine e questa Armonia. La Theoria o contemplazione di questo ordine è di per sé Etica e rende simile a un Dio colui che la realizza.
All'inizio di ogni cosa vi è lo Zero, l'Essere Indeterminato, Colui del Quale Nulla si può dire".
Quando Egli si manifesta nell'Infinito (rappresentato da un cerchio), ossia esce dalla Sua quiete Assoluta si produce la Monade, l'Uno, l'Eterno, l'Immutabile, l'Indivisibile (cerchio con un punto in mezzo), che si esplica nella sua attività creativa come Diade, ovvero la Dualità conosciuta come Spirito/Materia, Positivo/Negativo, Luce/Ombra, Maschile/Femminile, ecc. la Manifestazione visibile però è triplice e forma la Triade, costituita da una sfera naturale, umana e divina; da Corpo, Anima e Spirito, da Volontà, Amore e Intelligenza.
Il Ternario assumeva, nell'insegnamento di Pitagora, una grande importanza perché permetteva il superamento della Dualità con la costituzione di una nuova Unità formata da tre punti, nella quale l'ago della bilancia era rappresentato dall'Anima che equilibrava il dualismo fra la personalità e lo Spirito e ne permetteva il superamento mediante una sua trasformazione radicale. La comprensione del giusto punto di mezzo tra gli estremi o "il medio" (come veniva chiamato) era consigliata soprattutto riguardo al modo di ragionare e all'uso della Parola.
E' interessante notare come questo insegnamento coincida esattamente con quello del "Sentiero di Mezzo" del Buddha.
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giovedì 4 dicembre 2014
Appello ai Figli del Fuoco
Intendete l'Amore come stimolo per ampliare la Coscienza.
Senza Amore, il Cuore non s'infiamma, né resta invulnerabile, né è capace di auto-sacrificio.
Siate grati a ogni ricettacolo di Amore: esso è ai confini del Nuovo Mondo, dove odio e intolleranza sono banditi.
Il Sentiero dell'Amore è la tensione dell'Energia Cosmica.
Così gli uomini troveranno la loro funzione nell'Universo: non più foglie secche, ma Loti di Fiamma, saranno in tutto simili al Mondo Supremo.
Cuore - Morya
Facciamo Rivelazioni all'orecchio sensibile.
E il tuo desiderio ti porti la Nostra Voce.
Il Nostro Raggio, come un fiore, esplora le tenebre
e con la sua Luce la nave entra in porto.
Il crepuscolo non esiste per te.
Ti domanderanno in che consiste la lotta per la perfezione.
Rispondi: nell'Amore, nel Bello, nell'Azione.
Bastano questi Tre Sentieri.
Foglie del Giardino di Morya, appello 318
Figli Miei, figli, figli.
Non pensate che la Nostra Comunità sia chiusa
agli uomini da mura insormontabili.
Le nevi dell'Himalaya che Ci nascondono non sono
ostacoli per i veri cercatori, ma solo per i curiosi.
Distingui fra chi cerca
e chi indaga, scettico e freddo.
Consàcrati al lavoro e ti porterò avanti,
sulla Via del successo, nel Mondo di Là.
Foglie del Giardino di Morya, appello 313
Senza Amore, il Cuore non s'infiamma, né resta invulnerabile, né è capace di auto-sacrificio.
Siate grati a ogni ricettacolo di Amore: esso è ai confini del Nuovo Mondo, dove odio e intolleranza sono banditi.
Il Sentiero dell'Amore è la tensione dell'Energia Cosmica.
Così gli uomini troveranno la loro funzione nell'Universo: non più foglie secche, ma Loti di Fiamma, saranno in tutto simili al Mondo Supremo.
Cuore - Morya
Facciamo Rivelazioni all'orecchio sensibile.
E il tuo desiderio ti porti la Nostra Voce.
Il Nostro Raggio, come un fiore, esplora le tenebre
e con la sua Luce la nave entra in porto.
Il crepuscolo non esiste per te.
Ti domanderanno in che consiste la lotta per la perfezione.
Rispondi: nell'Amore, nel Bello, nell'Azione.
Bastano questi Tre Sentieri.
Foglie del Giardino di Morya, appello 318
Figli Miei, figli, figli.
Non pensate che la Nostra Comunità sia chiusa
agli uomini da mura insormontabili.
Le nevi dell'Himalaya che Ci nascondono non sono
ostacoli per i veri cercatori, ma solo per i curiosi.
Distingui fra chi cerca
e chi indaga, scettico e freddo.
Consàcrati al lavoro e ti porterò avanti,
sulla Via del successo, nel Mondo di Là.
Foglie del Giardino di Morya, appello 313
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Volontà e Amore
Primo Raggio: Volontà - Potere
I Servitori di questo Raggio, se sono Discepoli esperti, operano mediante ciò che si potrebbe chiamare l'imposizione della Volontà di Dio sulle menti umane. Lo fanno per mezzo di un potente impatto di Idee sulle menti umane e mettendo in risalto i Princìpi capitali che l'umanità deve assimilare. Queste Idee, una volta comprese dall'aspirante, producono due sviluppi: inaugurano un periodo di Distruzione e Smembramento di ciò che è vecchio e ostacola, seguito dal rifulgere della nuova Idea, afferrata allora dalle menti intelligenti. Queste Idee incarnano Princìpi fondamentali e sono quelle della Nuova Era.
Virtù Caratteristiche: Forza, Coraggio, Fermezza, Sincerità sgorgante dalla totale assenza di paura, capacità di governare, di afferrare grandi questioni con larghezza di vedute, e disporre di uomini e mezzi.
Difetti: Orgoglio, Ambizione, Caparbietà, Arroganza, Durezza, Desiderio di Supremazia, Ostinazione, Ira.
Virtù da acquisire: Tenerezza, Umiltà, Simpatia, Tolleranza, Pazienza.
Secondo Raggio: Amore - Saggezza
Il Secondo Raggio è il Raggio della Divinità stessa, ed è caratterizzato dagli aspetti particolari del Desiderio o Amore. Questi originano dalla totalità delle apparenze manifeste, animate dalla Vita che determina la qualità. Il Padre, Spirito o Vita, vuole che il Desiderio sia soddisfatto. La Madre o Materia soddisfa quel desiderio ed è inoltre attratta dal Padre. La loro mutua risposta dà inizio all'Opera Creativa e nasce il Figlio, che dal Padre eredita l'impulso a desiderare e ad amare, e dalla Madre la tendenza alla creazione attiva delle forme.
Ecco, in linguaggio simbolico, come sono nati i Mondi della Forma, e il processo per soddisfare il desiderio dello Spirito prosegue attraverso l'Opera evolutiva.
Virtù Caratteristiche: Calma, Forza, Pazienza e Sopportazione, Amore del Vero, Fedeltà, Intuizione, Intelligenza chiara, Serenità.
Difetti: eccessiva dedizione allo studio, freddezza, indifferenza per il prossimo, disprezzo delle altrui limitazioni mentali.
Virtù da acquisire: Amore, Compassione, Altruismo, Energia.
Così i Due Raggi Maggiori, di Volontà e Amore, detengono le principali caratteristiche della Natura Divina, latenti nelle miriadi di forme.
Trattato dei Sette Raggi, Psicologia Esoterica - Alice. A. Bailey
Nuovi Discepoli si mostreranno nell'Azione.
Riveleranno l'insegna della Bellezza.
E, colmi d'Amore, apriranno i cancelli a chi bussa.
La terra sprofonderà sotto i piedi dei ciechi,
e i sordi saranno distrutti.
Mando una Primavera vivente
a bagnarti occhi e orecchie,
e apparirà il Miracolo.
E un Ponte di Bellezza condurrà su una Nuova Via.
L'ho detto.
Foglie del Giardino di Morya - Appello 453
I Servitori di questo Raggio, se sono Discepoli esperti, operano mediante ciò che si potrebbe chiamare l'imposizione della Volontà di Dio sulle menti umane. Lo fanno per mezzo di un potente impatto di Idee sulle menti umane e mettendo in risalto i Princìpi capitali che l'umanità deve assimilare. Queste Idee, una volta comprese dall'aspirante, producono due sviluppi: inaugurano un periodo di Distruzione e Smembramento di ciò che è vecchio e ostacola, seguito dal rifulgere della nuova Idea, afferrata allora dalle menti intelligenti. Queste Idee incarnano Princìpi fondamentali e sono quelle della Nuova Era.
Virtù Caratteristiche: Forza, Coraggio, Fermezza, Sincerità sgorgante dalla totale assenza di paura, capacità di governare, di afferrare grandi questioni con larghezza di vedute, e disporre di uomini e mezzi.
Difetti: Orgoglio, Ambizione, Caparbietà, Arroganza, Durezza, Desiderio di Supremazia, Ostinazione, Ira.
Virtù da acquisire: Tenerezza, Umiltà, Simpatia, Tolleranza, Pazienza.
Secondo Raggio: Amore - Saggezza
Il Secondo Raggio è il Raggio della Divinità stessa, ed è caratterizzato dagli aspetti particolari del Desiderio o Amore. Questi originano dalla totalità delle apparenze manifeste, animate dalla Vita che determina la qualità. Il Padre, Spirito o Vita, vuole che il Desiderio sia soddisfatto. La Madre o Materia soddisfa quel desiderio ed è inoltre attratta dal Padre. La loro mutua risposta dà inizio all'Opera Creativa e nasce il Figlio, che dal Padre eredita l'impulso a desiderare e ad amare, e dalla Madre la tendenza alla creazione attiva delle forme.
Ecco, in linguaggio simbolico, come sono nati i Mondi della Forma, e il processo per soddisfare il desiderio dello Spirito prosegue attraverso l'Opera evolutiva.
Virtù Caratteristiche: Calma, Forza, Pazienza e Sopportazione, Amore del Vero, Fedeltà, Intuizione, Intelligenza chiara, Serenità.
Difetti: eccessiva dedizione allo studio, freddezza, indifferenza per il prossimo, disprezzo delle altrui limitazioni mentali.
Virtù da acquisire: Amore, Compassione, Altruismo, Energia.
Così i Due Raggi Maggiori, di Volontà e Amore, detengono le principali caratteristiche della Natura Divina, latenti nelle miriadi di forme.
Trattato dei Sette Raggi, Psicologia Esoterica - Alice. A. Bailey
Nuovi Discepoli si mostreranno nell'Azione.
Riveleranno l'insegna della Bellezza.
E, colmi d'Amore, apriranno i cancelli a chi bussa.
La terra sprofonderà sotto i piedi dei ciechi,
e i sordi saranno distrutti.
Mando una Primavera vivente
a bagnarti occhi e orecchie,
e apparirà il Miracolo.
E un Ponte di Bellezza condurrà su una Nuova Via.
L'ho detto.
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martedì 25 novembre 2014
25 novembre 2014: #sìalrispettodellafemminilitàdivina
Guardami, Guerriero.
Guardami.
Sono indifesa.
Il mio corpo è fragile.
Mostro la mia carne seminuda in trasparenza.
Adesso aspetta un attimo, rifletti prima di rispondere alle mie domande.
Sai posare i tuoi occhi su di me senza desiderare di ferirmi in un modo qualunque?
Sai desiderare senza imporre?
Sai toccare senza pretendere?
Chiudi gli occhi ora.
Parla con Lei, quella parte di te che è Donna.
Che è Libera, impetuosa, fluida, amorevole.
Oggi sei qui, in un corpo di uomo, in una cultura che asseconda la tua sete di predominio su tutto ciò che è femminile: i corpi delle donne, la Natura stessa.
Ma il tuo dominio è Illusione.
Possiederai il Femminile quando saprai immaginarti in corpo di Donna e trattare ogni creatura più fragile con la stessa delicatezza che vorresti fosse riservata a te.
debdeashakti
Guardami.
Sono indifesa.
Il mio corpo è fragile.
Mostro la mia carne seminuda in trasparenza.
Adesso aspetta un attimo, rifletti prima di rispondere alle mie domande.
Sai posare i tuoi occhi su di me senza desiderare di ferirmi in un modo qualunque?
Sai desiderare senza imporre?
Sai toccare senza pretendere?
Chiudi gli occhi ora.
Parla con Lei, quella parte di te che è Donna.
Che è Libera, impetuosa, fluida, amorevole.
Oggi sei qui, in un corpo di uomo, in una cultura che asseconda la tua sete di predominio su tutto ciò che è femminile: i corpi delle donne, la Natura stessa.
Ma il tuo dominio è Illusione.
Possiederai il Femminile quando saprai immaginarti in corpo di Donna e trattare ogni creatura più fragile con la stessa delicatezza che vorresti fosse riservata a te.
debdeashakti
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la Donna Pagliaccio e il Predatore, modelli di Genere a confronto
Recentemente durante la lettura di due testi che considero fondamentali
nell'educazione letteraria e psicologica di una donna (e
successivamente di un uomo) mi è capitato di imbattermi in questi due
tipi di Archetipi, uno femminile l'altro maschile.
Un confronto è stato subito inevitabile.
Il primo testo si chiama "Le figlie della Donna di Rame", una sorta di racconto mitologico e archetipico che proviene da un'antichissima Cultura Matriarcale di indigene canadesi.
Il secondo è il celeberrimo "Donne che corrono con i Lupi", dell'analista junghiana e cantadora Clarissa Pinkòla Estès.
La Donna Pagliaccio era la Sciamana del villaggio, la Donna di Potere della comunità. Il suo Potere non aveva nulla a che fare con l'odierno modo di intendere questo concetto. L'Essenza del suo Potere era nell'essere sostanzialmente priva di un'identità riconoscibile. Era, di fatto, una Mutaforma. Fin da piccola questa sua dote emergeva spontaneamente: era sua abitudine andare dietro agli altri membri della comunità e, qualora li cogliesse in fallo mentre davano prova di un difetto da correggere, Lei prendeva a imitarli, esacerbando quella loro caratteristica. Così, silenziosamente, senza rimproveri né punizioni, coloro che si lasciavano andare a intollerabili inclinazioni, come la gelosia, l'invidia, la possessività, l'avidità di beni materiali, venivano redarguiti mostrando loro quello stesso difetto ingigantito in modo che, guardandosi come in uno specchio, comprendessero quanto fosse grottesco e se ne liberassero con una risata. a missione compiuta, la Donna Pagliaccio mutava nuovamente forma e diventava l'Ombra di qualcun altro...
La figura del Predatore viene introdotta invece nel secondo libro attraverso la celebre favola di Barbablù.
Un uomo ricco e potente chiede in sposa la minore di tre sorelle. Lei, fragile e ingenua, ma desiderosa di godere del benessere materiale e della condizione privilegiata di nobildonna, accetta, anche se il personaggio è alquanto inquietante e circolano strane storie sul suo conto. Un giorno il marito deve partire per un viaggio e le lascia in consegna il castello e un mazzo con tutte le chiavi. L'avverte però di non aprire una piccola porticina in cantina, mentre avrebbe potuto avere libero accesso a qualunque altra stanza. Incoraggiata dalle sorelle, la ragazza cede alla curiosità e apre proprio la piccola porta, scoprendo la stanza in cui il feroce Barbablù aveva nascosto i cadaveri delle sue precedenti mogli, tutte uccise esattamente perché avevano violato quell'unica regola, proprio come lei. Certamente ognuno di voi conosce il seguito della storia, pertanto non mi dilungo. Ma è bene notare come questa forza psichica, che la Estès definisce 'Predatore', è un aspetto censore della psiche, riconducibile a un aspetto della cultura misogina e patriarcale che vuole tenere a freno la curiosità femminile, l'unica Forza che invece, facendo leva sull'Intuizione, ricollega direttamente le donne soprattutto (ma anche gli uomini che ne siano dotati) con le facoltà dell'Anima. E' inevitabile il parallelo con il divieto biblico di cogliere la mela dall'albero della conoscenza del bene e del male e che sia stata proprio la forza femminile a infrangere il divieto e suscitare le ire del dio patriarcale per eccellenza. Di fatto, dice la Estès, quando il Predatore domina in un cultura, tutte le donne sono in grave pericolo, perché le loro facoltà intuitive e animiche verranno ferocemente ostacolate fino alla punizione dell'uccisione o emarginazione (che è un'uccisione psichica agli occhi della comunità di appartenenza). E' un dato di fatto che il Predatore sia la forza psichica più potente nelle culture di matrice patriarcale e maschilista, che impongono alle donne una morale e un comportamento rigidamente controllati dall'alto. Se le donne interiorizzano questo Predatore nella loro stessa psiche sono perdute, in quanto la forza mutevole e multiforme della Donna Selvaggia (di cui la Donna pagliaccio è uno degli aspetti sicuramente più potenti), la summa dell'Energia Femminile pienamente espressa, è in loro inibita.
debdeashakti
Un confronto è stato subito inevitabile.
Il primo testo si chiama "Le figlie della Donna di Rame", una sorta di racconto mitologico e archetipico che proviene da un'antichissima Cultura Matriarcale di indigene canadesi.
Il secondo è il celeberrimo "Donne che corrono con i Lupi", dell'analista junghiana e cantadora Clarissa Pinkòla Estès.
La Donna Pagliaccio era la Sciamana del villaggio, la Donna di Potere della comunità. Il suo Potere non aveva nulla a che fare con l'odierno modo di intendere questo concetto. L'Essenza del suo Potere era nell'essere sostanzialmente priva di un'identità riconoscibile. Era, di fatto, una Mutaforma. Fin da piccola questa sua dote emergeva spontaneamente: era sua abitudine andare dietro agli altri membri della comunità e, qualora li cogliesse in fallo mentre davano prova di un difetto da correggere, Lei prendeva a imitarli, esacerbando quella loro caratteristica. Così, silenziosamente, senza rimproveri né punizioni, coloro che si lasciavano andare a intollerabili inclinazioni, come la gelosia, l'invidia, la possessività, l'avidità di beni materiali, venivano redarguiti mostrando loro quello stesso difetto ingigantito in modo che, guardandosi come in uno specchio, comprendessero quanto fosse grottesco e se ne liberassero con una risata. a missione compiuta, la Donna Pagliaccio mutava nuovamente forma e diventava l'Ombra di qualcun altro...
La figura del Predatore viene introdotta invece nel secondo libro attraverso la celebre favola di Barbablù.
Un uomo ricco e potente chiede in sposa la minore di tre sorelle. Lei, fragile e ingenua, ma desiderosa di godere del benessere materiale e della condizione privilegiata di nobildonna, accetta, anche se il personaggio è alquanto inquietante e circolano strane storie sul suo conto. Un giorno il marito deve partire per un viaggio e le lascia in consegna il castello e un mazzo con tutte le chiavi. L'avverte però di non aprire una piccola porticina in cantina, mentre avrebbe potuto avere libero accesso a qualunque altra stanza. Incoraggiata dalle sorelle, la ragazza cede alla curiosità e apre proprio la piccola porta, scoprendo la stanza in cui il feroce Barbablù aveva nascosto i cadaveri delle sue precedenti mogli, tutte uccise esattamente perché avevano violato quell'unica regola, proprio come lei. Certamente ognuno di voi conosce il seguito della storia, pertanto non mi dilungo. Ma è bene notare come questa forza psichica, che la Estès definisce 'Predatore', è un aspetto censore della psiche, riconducibile a un aspetto della cultura misogina e patriarcale che vuole tenere a freno la curiosità femminile, l'unica Forza che invece, facendo leva sull'Intuizione, ricollega direttamente le donne soprattutto (ma anche gli uomini che ne siano dotati) con le facoltà dell'Anima. E' inevitabile il parallelo con il divieto biblico di cogliere la mela dall'albero della conoscenza del bene e del male e che sia stata proprio la forza femminile a infrangere il divieto e suscitare le ire del dio patriarcale per eccellenza. Di fatto, dice la Estès, quando il Predatore domina in un cultura, tutte le donne sono in grave pericolo, perché le loro facoltà intuitive e animiche verranno ferocemente ostacolate fino alla punizione dell'uccisione o emarginazione (che è un'uccisione psichica agli occhi della comunità di appartenenza). E' un dato di fatto che il Predatore sia la forza psichica più potente nelle culture di matrice patriarcale e maschilista, che impongono alle donne una morale e un comportamento rigidamente controllati dall'alto. Se le donne interiorizzano questo Predatore nella loro stessa psiche sono perdute, in quanto la forza mutevole e multiforme della Donna Selvaggia (di cui la Donna pagliaccio è uno degli aspetti sicuramente più potenti), la summa dell'Energia Femminile pienamente espressa, è in loro inibita.
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mercoledì 12 novembre 2014
la Voce, la Porta, il Tempio
Due Vie, Due Vie per un solo obiettivo.
Due Vie che distinguono i "liberati" da coloro che rimangono, Due Vie che distinguono coloro che hanno rinunciato da coloro che restano sottomessi ai 'desideri' o che debbono ancora gustare le gioie o le pene di questa vita.
E' forse una Religione? No. E' più che una fede: è la Conoscenza per alcuni; la Conoscenza della Parola Divina che ordina il mondo e questa Conoscenza è anche la Scienza Sacra.
Per altri, è l'Ordine Inevitabile: essi subiranno le conseguenze di tutte le cause generate dai loro atti, che essi credano o che essi dubitino; ed è il cammino indiretto, il più logico; la più sicura e la più confortante delle Leggi, quella che lascia giudice ogni individuo, giudice di ciò che è. Di ciò che comprende e di ciò che desidera.
La Via di Osiride non viene imposta da nessuno: è la Realtà Naturale che parla.
Dal momento in cui un uomo nasce sulla Terra, egli entra nel ciclo da cui non può uscire se non dopo aver annullato le cause di disarmonia da lui stesso generate.
Che crediate o non crediate, nulla cambia per il percorso naturale lungo la Via Osiriana.
Siate buoni, siate giusti, siate caritatevoli e riceverete più presto la Luce.
Siate cattivi, siate crudeli, siate egoisti, e - credeteci o no - pagherete.
Voi dite: "io non ricordo le mie vite passate". La vostra Illuminazione se l'avete generata, le vostre sofferenze se le avete provocate, non sono forse dei ricordi?
Ogni vita umana è necessariamente una Conseguenza che comporta sia delle ricompense che dei pagamenti, ma essa diventa anche causale per il prosieguo: causa della continuità della schiavitù, oppure della Liberazione per chi ha spezzato consapevolmente delle catene. Questa rottura è una rinuncia gioiosa, che non costituisce né una fuga né un timore, ma un richiamo irresistibile verso la Luce. E, quando questo richiamo fa sentire la Sua Voce, la Porta del Tempio si apre spontaneamente: Horus, Cristo, l'unzione divina, infine, comincia la sua Opera...
Così hanno parlato i Saggi di tutti i Tempi, Coloro che hanno visto con certezza la più semplice delle Verità.
L'Egitto si è conservato per millenni perché la Via del rinnovamento ha mantenuto il suo popolo sulla retta Via e nella certezza che la Morte non è che un cambiamento nella continuità della Vita.
Il Tempio ha riservato a Coloro che erano Illuminati il cammino diretto che il Cristianesimo ha insegnato apertamente in tutte le sue conseguenze.
la Teocrazia Faraonica - R. A. Schwaller de Lubicz
Due Vie che distinguono i "liberati" da coloro che rimangono, Due Vie che distinguono coloro che hanno rinunciato da coloro che restano sottomessi ai 'desideri' o che debbono ancora gustare le gioie o le pene di questa vita.
E' forse una Religione? No. E' più che una fede: è la Conoscenza per alcuni; la Conoscenza della Parola Divina che ordina il mondo e questa Conoscenza è anche la Scienza Sacra.
Per altri, è l'Ordine Inevitabile: essi subiranno le conseguenze di tutte le cause generate dai loro atti, che essi credano o che essi dubitino; ed è il cammino indiretto, il più logico; la più sicura e la più confortante delle Leggi, quella che lascia giudice ogni individuo, giudice di ciò che è. Di ciò che comprende e di ciò che desidera.
La Via di Osiride non viene imposta da nessuno: è la Realtà Naturale che parla.
Dal momento in cui un uomo nasce sulla Terra, egli entra nel ciclo da cui non può uscire se non dopo aver annullato le cause di disarmonia da lui stesso generate.
Che crediate o non crediate, nulla cambia per il percorso naturale lungo la Via Osiriana.
Siate buoni, siate giusti, siate caritatevoli e riceverete più presto la Luce.
Siate cattivi, siate crudeli, siate egoisti, e - credeteci o no - pagherete.
Voi dite: "io non ricordo le mie vite passate". La vostra Illuminazione se l'avete generata, le vostre sofferenze se le avete provocate, non sono forse dei ricordi?
Ogni vita umana è necessariamente una Conseguenza che comporta sia delle ricompense che dei pagamenti, ma essa diventa anche causale per il prosieguo: causa della continuità della schiavitù, oppure della Liberazione per chi ha spezzato consapevolmente delle catene. Questa rottura è una rinuncia gioiosa, che non costituisce né una fuga né un timore, ma un richiamo irresistibile verso la Luce. E, quando questo richiamo fa sentire la Sua Voce, la Porta del Tempio si apre spontaneamente: Horus, Cristo, l'unzione divina, infine, comincia la sua Opera...
Così hanno parlato i Saggi di tutti i Tempi, Coloro che hanno visto con certezza la più semplice delle Verità.
L'Egitto si è conservato per millenni perché la Via del rinnovamento ha mantenuto il suo popolo sulla retta Via e nella certezza che la Morte non è che un cambiamento nella continuità della Vita.
Il Tempio ha riservato a Coloro che erano Illuminati il cammino diretto che il Cristianesimo ha insegnato apertamente in tutte le sue conseguenze.
la Teocrazia Faraonica - R. A. Schwaller de Lubicz
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venerdì 24 ottobre 2014
la Porta Alchemica
Donna di cultura eccezionale e dotata di un grande amore per il sapere, Cristina di Svezia aveva la capacità di conciliare arte e scienza, filosofia e religione, ricerca interiore e vita brillante, come dimostrano i suoi interessi culturali e la sua partecipazione ad accademie di vario tipo. La vivacità del suo ingegno si manifestava attraverso la sua attrazione sia per le materie scientifiche, come la matematica e l'astronomia, che per quelle artistiche, come la musica, il teatro, la letteratura. Noto è il suo mecenatismo verso scienziati e artisti.
Ma la sua passione era soprattutto l'Alchimia.
Personalità complessa e anticonformista, la "Regina di Roma", che aveva rinunciato a un regno per seguire i suoi impulsi sapienziali e religiosi, riuniva a Palazzo Riario, alla Lungara, personaggi di spicco della cultura e della scienza tra cui il famoso matematico Athanasius Kircher, il marchese Francesco Maria Santinelli e il marchese Massimiliano Palombara, il cui nome è associato alla misteriosa Porta di Piazza Vittorio che si può ammirare ancora oggi sull'Esquilino a Roma.
La Porta Magica o Ermetica di Piazza Vittorio può essere considerata un piccolo, ma esauriente, trattato d'Alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla Grande Opera, cioè alla "Trasformazione del piombo in Oro".
Nella cornice esterna del medaglione circolare della Porta troviamo un'epigrafe in cui è espresso il concetto di Trinità:
TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO
MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS
Tre sono le cose mirabili. Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno.
In alto sull'architrave, scritta in ebraico, è l'invocazione allo Spirito Santo: "Ruah Elohim". nulla si può operare senza il Suo aiuto, segue l'avvertimento che non si passa attraverso la Porta, senza l'uccisione del Drago che ne sta a guardia:
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT
DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON
GUSTASSET IASON
Il Drago delle Esperidi custodisce l'ingresso del Magico Giardino e senza Alcide (Ercole), Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide".
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
Ma la sua passione era soprattutto l'Alchimia.
Personalità complessa e anticonformista, la "Regina di Roma", che aveva rinunciato a un regno per seguire i suoi impulsi sapienziali e religiosi, riuniva a Palazzo Riario, alla Lungara, personaggi di spicco della cultura e della scienza tra cui il famoso matematico Athanasius Kircher, il marchese Francesco Maria Santinelli e il marchese Massimiliano Palombara, il cui nome è associato alla misteriosa Porta di Piazza Vittorio che si può ammirare ancora oggi sull'Esquilino a Roma.
La Porta Magica o Ermetica di Piazza Vittorio può essere considerata un piccolo, ma esauriente, trattato d'Alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla Grande Opera, cioè alla "Trasformazione del piombo in Oro".
Nella cornice esterna del medaglione circolare della Porta troviamo un'epigrafe in cui è espresso il concetto di Trinità:
TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO
MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS
Tre sono le cose mirabili. Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno.
In alto sull'architrave, scritta in ebraico, è l'invocazione allo Spirito Santo: "Ruah Elohim". nulla si può operare senza il Suo aiuto, segue l'avvertimento che non si passa attraverso la Porta, senza l'uccisione del Drago che ne sta a guardia:
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT
DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON
GUSTASSET IASON
Il Drago delle Esperidi custodisce l'ingresso del Magico Giardino e senza Alcide (Ercole), Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide".
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giovedì 23 ottobre 2014
l'Antica Sapienza della Madre e delle sue Figlie
Potrebbe essere possibile per una donna dei tempi attuali, che non si riconosce nei miti, nei modi d’essere e nelle finalità esistenziali che caratterizzano la maggior parte dei contemporanei, cercare di dare alla propria esistenza un Senso, che fosse per lei più congeniale, ricercando una sintonia con quell’Archetipo Femminile che venne denominato in tempi antichissimi Grande Madre?
Secondo l’Autrice del presente scritto, che ha già trattato questo argomento in alcuni suoi precedenti libri, una ricerca di questo genere potrebbe essere attuabile, purché venga compiuta una complessa trasformazione che in un primo tempo dovrebbe portare a disidentificarsi da tutte quelle concezioni, quelle morali e quei modi di pensare che caratterizzano la gran maggioranza delle moderne donne occidentali. In un secondo tempo si dovrebbe poi ritrovare il modo d’essere magico e segreto di una ipotetica Donna Arcaica, ovvero di una devota dell’antichissima religione della Grande Madre, di quella Dea che in luoghi e tempi diversi fu invocata e venerata dalle donne con nomi differenti, che però si riferivano sempre all’Aspetto Materno ed Amoroso della manifestazione Divina.
Quella Dea datrice di Gioia, di Bellezza e di Armonia con la quale era possibile, praticando le antiche Iniziazioni Femminili, acquisire una sintonia talmente forte da sentirsi parte di Lei, realizzando in se stesse uno stato d’essere che non era semplicemente umano, ma era partecipe della consapevolezza divina.
Per realizzare ciò sarebbe auspicabile un incontro con una vera Maestra, in grado di trasmettere segretamente l’Antica Sapienza delle Donne.
Ma poiché non vi sono più in occidente quei Culti e quei Centri Iniziatici Femminili, ove alle fanciulle veniva insegnato tale tipo di realizzazione, forse tale incontro, che potrebbe essere quasi impossibile nella realtà, potrebbe in certi casi avvenire durante un sogno, dato che secondo l’Autrice a volte i sogni potrebbero essere più importanti, se non addirittura più veri, delle cose che succedono nella vita di tutti i giorni.
E comunque in mancanza od in attesa di ciò, forse qualcuna potrebbe provare a ricercare da sola, nei modi indicati nel testo, in se stessa e per mezzo della contemplazione dell’armonia naturale, l’Amore di quella Madre trascendente di tutte le cose, fino ad identificarsi in tale sentimento, più che nei ragionamenti e nelle problematiche dell’io pensante.
Così agendo ci si potrebbe rendere appunto simili, acquisendone i Poteri e le Capacità Intuitive, alle antiche Sacerdotesse della Dea ed a tutte quelle donne che percependo in esse il Suo Amore, riuscivano a dare alla propria vita un senso totale e profondo, certamente ben diverso dal senso limitato, parziale od effimero che la pubblicità, le mode ed i grandi mezzi di comunicazione cercano di solito di imporre al gentil sesso.
I consigli ed i suggerimenti, dati al fine che qualche lettrice possa veramente iniziare a muoversi in questa direzione, potrebbero essere talmente importanti, che il presente libro dovrebbe essere letto da tutte quelle donne che provano nel profondo di se stesse un reale anelito verso un tipo di Spiritualità Femminile simile a quello delle Donne arcaiche.
Una Spiritualità che, se pur ignorata, repressa, fraintesa o disprezzata, potrebbe dare, se fosse conosciuta e messa in pratica, un senso profondo e completo alla vita e forse anche delle esperienze e delle conoscenze che potrebbero appartenere alla dimensione trascendente.
il Giudizio della Donna, Ovvero di cosa una Sacerdotessa dell’antica religione della Grande Madre potrebbe pensare dei tempi attuali e dei consigli che potrebbe dare alle donne che desiderassero ascoltarla - Ada d'Ariès
Secondo l’Autrice del presente scritto, che ha già trattato questo argomento in alcuni suoi precedenti libri, una ricerca di questo genere potrebbe essere attuabile, purché venga compiuta una complessa trasformazione che in un primo tempo dovrebbe portare a disidentificarsi da tutte quelle concezioni, quelle morali e quei modi di pensare che caratterizzano la gran maggioranza delle moderne donne occidentali. In un secondo tempo si dovrebbe poi ritrovare il modo d’essere magico e segreto di una ipotetica Donna Arcaica, ovvero di una devota dell’antichissima religione della Grande Madre, di quella Dea che in luoghi e tempi diversi fu invocata e venerata dalle donne con nomi differenti, che però si riferivano sempre all’Aspetto Materno ed Amoroso della manifestazione Divina.
Quella Dea datrice di Gioia, di Bellezza e di Armonia con la quale era possibile, praticando le antiche Iniziazioni Femminili, acquisire una sintonia talmente forte da sentirsi parte di Lei, realizzando in se stesse uno stato d’essere che non era semplicemente umano, ma era partecipe della consapevolezza divina.
Per realizzare ciò sarebbe auspicabile un incontro con una vera Maestra, in grado di trasmettere segretamente l’Antica Sapienza delle Donne.
Ma poiché non vi sono più in occidente quei Culti e quei Centri Iniziatici Femminili, ove alle fanciulle veniva insegnato tale tipo di realizzazione, forse tale incontro, che potrebbe essere quasi impossibile nella realtà, potrebbe in certi casi avvenire durante un sogno, dato che secondo l’Autrice a volte i sogni potrebbero essere più importanti, se non addirittura più veri, delle cose che succedono nella vita di tutti i giorni.
E comunque in mancanza od in attesa di ciò, forse qualcuna potrebbe provare a ricercare da sola, nei modi indicati nel testo, in se stessa e per mezzo della contemplazione dell’armonia naturale, l’Amore di quella Madre trascendente di tutte le cose, fino ad identificarsi in tale sentimento, più che nei ragionamenti e nelle problematiche dell’io pensante.
Così agendo ci si potrebbe rendere appunto simili, acquisendone i Poteri e le Capacità Intuitive, alle antiche Sacerdotesse della Dea ed a tutte quelle donne che percependo in esse il Suo Amore, riuscivano a dare alla propria vita un senso totale e profondo, certamente ben diverso dal senso limitato, parziale od effimero che la pubblicità, le mode ed i grandi mezzi di comunicazione cercano di solito di imporre al gentil sesso.
I consigli ed i suggerimenti, dati al fine che qualche lettrice possa veramente iniziare a muoversi in questa direzione, potrebbero essere talmente importanti, che il presente libro dovrebbe essere letto da tutte quelle donne che provano nel profondo di se stesse un reale anelito verso un tipo di Spiritualità Femminile simile a quello delle Donne arcaiche.
Una Spiritualità che, se pur ignorata, repressa, fraintesa o disprezzata, potrebbe dare, se fosse conosciuta e messa in pratica, un senso profondo e completo alla vita e forse anche delle esperienze e delle conoscenze che potrebbero appartenere alla dimensione trascendente.
il Giudizio della Donna, Ovvero di cosa una Sacerdotessa dell’antica religione della Grande Madre potrebbe pensare dei tempi attuali e dei consigli che potrebbe dare alle donne che desiderassero ascoltarla - Ada d'Ariès
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venerdì 17 ottobre 2014
il Mestiere di Scrivere a due mani una Vita Androgina
L'Uomo più oceanico è quello "trasmutabile per tutte le guise". Bisogna imparare non solo ad essere molte persone diverse, ma anche a fare queste persone scegliendole e scegliendone i tratti.
Per esprimere la vita, non solo bisogna rinunciare a molte cose, ma avere il coraggio di tacere questa rinuncia.
La sola regola eroica: essere soli soli soli.
Quando passerai una giornata senza presupporre né implicare in nessun tuo gesto o pensiero la presenza d'altri, potrai chiamarti eroico. O altrimenti essere Cristo - cioè annientarsi. Ma l'hai detto ieri - nessuno rinuncia a ciò che conosce - e tu conosci troppe cose.
Non si mentisce la propria natura. La tua pena particolare - che è quella di tutti i poeti - sta in questo, che per vocazione tu non puoi avere che un pubblico, e invece cerchi anime gemelle.
il Mestiere di Vivere, Diario 1935-1950 - Cesare Pavese
Per esprimere la vita, non solo bisogna rinunciare a molte cose, ma avere il coraggio di tacere questa rinuncia.
La sola regola eroica: essere soli soli soli.
Quando passerai una giornata senza presupporre né implicare in nessun tuo gesto o pensiero la presenza d'altri, potrai chiamarti eroico. O altrimenti essere Cristo - cioè annientarsi. Ma l'hai detto ieri - nessuno rinuncia a ciò che conosce - e tu conosci troppe cose.
Non si mentisce la propria natura. La tua pena particolare - che è quella di tutti i poeti - sta in questo, che per vocazione tu non puoi avere che un pubblico, e invece cerchi anime gemelle.
il Mestiere di Vivere, Diario 1935-1950 - Cesare Pavese
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come in Cielo così in Terra, per realizzare i Miracoli della Cosa Una
A differenza degli Egizi (e poi anche dei Romani e del Medioevo), dove il "sacro" era legato al tempio (o alla cattedrale), nella Grecia antica era il "sito" ad avere importanza. Era, cioè, un centro armonico ed energetico legato al paesaggio e al rapporto che si instaurava tra le montagne, il cielo, i boschi e il mare. Per essere ritenuto sacro il sito doveva aver ricevuto dei "segni", come fenomeni inattesi (fulmini, temporali o terremoti) o una evidente presenza della divinità (apparizioni).
La nota dominante della civiltà Greca fu sempre la Bellezza. Il Tempio veniva costruito su un sito particolare ed era questo che diventava monumento. Era il paesaggio ed i suoi Spiriti di Natura che rivelavano il "Dio". Era il paesaggio di Delfi, per esempio, che rivelava Apollo, oppure quello di Olimpia Zeus. Attorno al Tempio, poi, si costruiva un villaggio per custodire e servire il Dio.
Come ben sappiamo la bellezza dei templi greci è talmente potente da inspirare ancora oggi il "sacro" e anche quando questi è andato perduto rimane l'armonia e l'estetica del monumento. Un Greco viveva la concezione del Sacro circondandosi dei suoi Dèi, cercando cioè di portare il "Cielo in Terra". Come diceva Platone: "il Cielo, Dio visibile".
La Gerarchia Spirituale utilizzò questa tendenza per costruire sulla terra - attraverso i suoi Iniziati - una griglia energetica capace di portare energie armoniche in tutta la Grecia. A questo scopo si istruirono nei Misteri i Sacerdoti e gli Iniziati affinché costruissero grandi "strade zodiacali" o "allineamenti geografici" in grado di collegare la Gerarchia con l'Umanità.
Attorno alle Feste religiose (scambiate dagli studiosi per i Misteri) si elaborò una precisa Ierogamia, ossia un insieme di riti religiosi che raffiguravano le Nozze e i Legami fra le divinità o membri della Gerarchia Spirituale (gli Dèi Greci erano Deva o Maestri di Saggezza). Furono stabiliti tre grandi Centri o Omphalos, attorno ai quali si costruirono Templi e si coniarono monete collegate al Dio e al Segno. Fu un grande tentativo di creare un mondo ordinato (Cosmos) e di sacralizzare la vita quotidiana. I tre centri principali furono: Delfi, Delo e Sardi.
Delfi è il nome dell'Organo Femminile e indicava il Legame esistente fra il Cielo (emittente) e la Terra (ricevente). Questo legame era rafforzato dal monte Parnaso (elemento maschile), che si erge nei pressi, e dalla fonte Castalia (elemento femminile).
i Misteri, la Filosofia, le Religioni, dalla Creazione ai Misteri Romani - Francesco e Gabriella Varetto
La nota dominante della civiltà Greca fu sempre la Bellezza. Il Tempio veniva costruito su un sito particolare ed era questo che diventava monumento. Era il paesaggio ed i suoi Spiriti di Natura che rivelavano il "Dio". Era il paesaggio di Delfi, per esempio, che rivelava Apollo, oppure quello di Olimpia Zeus. Attorno al Tempio, poi, si costruiva un villaggio per custodire e servire il Dio.
Come ben sappiamo la bellezza dei templi greci è talmente potente da inspirare ancora oggi il "sacro" e anche quando questi è andato perduto rimane l'armonia e l'estetica del monumento. Un Greco viveva la concezione del Sacro circondandosi dei suoi Dèi, cercando cioè di portare il "Cielo in Terra". Come diceva Platone: "il Cielo, Dio visibile".
La Gerarchia Spirituale utilizzò questa tendenza per costruire sulla terra - attraverso i suoi Iniziati - una griglia energetica capace di portare energie armoniche in tutta la Grecia. A questo scopo si istruirono nei Misteri i Sacerdoti e gli Iniziati affinché costruissero grandi "strade zodiacali" o "allineamenti geografici" in grado di collegare la Gerarchia con l'Umanità.
Attorno alle Feste religiose (scambiate dagli studiosi per i Misteri) si elaborò una precisa Ierogamia, ossia un insieme di riti religiosi che raffiguravano le Nozze e i Legami fra le divinità o membri della Gerarchia Spirituale (gli Dèi Greci erano Deva o Maestri di Saggezza). Furono stabiliti tre grandi Centri o Omphalos, attorno ai quali si costruirono Templi e si coniarono monete collegate al Dio e al Segno. Fu un grande tentativo di creare un mondo ordinato (Cosmos) e di sacralizzare la vita quotidiana. I tre centri principali furono: Delfi, Delo e Sardi.
Delfi è il nome dell'Organo Femminile e indicava il Legame esistente fra il Cielo (emittente) e la Terra (ricevente). Questo legame era rafforzato dal monte Parnaso (elemento maschile), che si erge nei pressi, e dalla fonte Castalia (elemento femminile).
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giovedì 16 ottobre 2014
la Donna Vitruviana
Pitagora riteneva le donne dotate di ottima intuizione e di spirito contemplativo, ed egli stesso, narra Aristotele, apprese gran parte delle dottrine morali ed i segreti dell'ascesi e della theurgia da Temistoclea, Sacerdotessa di Delfi. Fu lei a fargli capire la Donna nell'Iniziazione. Forse per quella felice possibilità di valutare il valore iniziatico dell'elemento femminile, divenne uno strenuo difensore della donna. Ebbe però timore di suscitare delle situazioni equivoche, e per questo fece le comunità di Iniziate separate da quelle degli Iniziati.
Rammentiamo il considerevole numero delle Sante Donne Iniziate che seguivano con coraggio il Figlio di Dio, senza mai abbandonarlo, neppure ai piedi della croce.
Ad Alessandria d'Egitto, nella scuola fondata da San Marco Evangelista, le Donne ispirate dallo Spirito Santo profetavano e insegnavano, catechizzavano, iniziavano gli uomini ai Misteri del Cristianesimo. Da quella gloriosa scuola uscirono i maggiori Maestri dell'epoca: Panteno, Clemente Alessandrino, Origene, Alessandro vescovo di Gerusalemme. In quel tempo si sapeva quanto salutare fosse l'influsso risvegliatore femminile e quanto fosse efficace l'Iniziazione operata, su un individuo, da due Volontà di polarità diversa, femminile e maschile.
Fra il Matrimonio fra due creature e l'Iniziazione vi è una certa analogia. c'è sempre l'azione della polarità maschile e femminile. Nel Battesimo, inteso come Iniziazione cristiana, è sempre in atto l'azione bipolare. Così è nell'Iniziazione orizzontale o umana. Essa è più efficace se data da due Iniziatori di sesso diverso. La ragione di questo si ritrova nel fatto che la donna durante il rito risveglia nell'uomo, per la Legge della Polarità, il suo aspetto femminile dormiente, latente. quanto abbiamo detto è un segreto disoccultato, svelato per la prima volta a tutte le donne.
Dopo la caduta dallo Stato Edenico, le anime derivate dalla coppia Adamo-Eva sono entrate nella doppia corrente involutiva-evolutiva (discesa e salita) pur portando l'impronta, l'immagine divina maschile e femminile. Le anime si sono specializzate nei due sessi, ma recano allo stato latente la natura del sesso opposto. In sostanza: l'uomo è uomo, ma con una tonalità femminile; la donna è donna, ma con una tonalità maschile. L'Iniziazione deve ricostruire lo stato di Androgine. non dimentichiamo: nell'universo metafisico sussistono l'Eterno Mascolino e l'Eterno Femminino.
Il Culto Mariano è una vaga intuizione popolare dell'Eterno Femminino, il riaffiorare di un Culto antichissimo dell'aspetto femminile della Divinità e la dimostrazione che la Donna ha la sua parte decisiva e nobilissima per l'evoluzione e l'ascesi di tutto il genere umano.
Iniziazione archeosofica e costituzione occulta dell'Uomo e della Donna - Tommaso Palamidessi
Rammentiamo il considerevole numero delle Sante Donne Iniziate che seguivano con coraggio il Figlio di Dio, senza mai abbandonarlo, neppure ai piedi della croce.
Ad Alessandria d'Egitto, nella scuola fondata da San Marco Evangelista, le Donne ispirate dallo Spirito Santo profetavano e insegnavano, catechizzavano, iniziavano gli uomini ai Misteri del Cristianesimo. Da quella gloriosa scuola uscirono i maggiori Maestri dell'epoca: Panteno, Clemente Alessandrino, Origene, Alessandro vescovo di Gerusalemme. In quel tempo si sapeva quanto salutare fosse l'influsso risvegliatore femminile e quanto fosse efficace l'Iniziazione operata, su un individuo, da due Volontà di polarità diversa, femminile e maschile.
Fra il Matrimonio fra due creature e l'Iniziazione vi è una certa analogia. c'è sempre l'azione della polarità maschile e femminile. Nel Battesimo, inteso come Iniziazione cristiana, è sempre in atto l'azione bipolare. Così è nell'Iniziazione orizzontale o umana. Essa è più efficace se data da due Iniziatori di sesso diverso. La ragione di questo si ritrova nel fatto che la donna durante il rito risveglia nell'uomo, per la Legge della Polarità, il suo aspetto femminile dormiente, latente. quanto abbiamo detto è un segreto disoccultato, svelato per la prima volta a tutte le donne.
Dopo la caduta dallo Stato Edenico, le anime derivate dalla coppia Adamo-Eva sono entrate nella doppia corrente involutiva-evolutiva (discesa e salita) pur portando l'impronta, l'immagine divina maschile e femminile. Le anime si sono specializzate nei due sessi, ma recano allo stato latente la natura del sesso opposto. In sostanza: l'uomo è uomo, ma con una tonalità femminile; la donna è donna, ma con una tonalità maschile. L'Iniziazione deve ricostruire lo stato di Androgine. non dimentichiamo: nell'universo metafisico sussistono l'Eterno Mascolino e l'Eterno Femminino.
Il Culto Mariano è una vaga intuizione popolare dell'Eterno Femminino, il riaffiorare di un Culto antichissimo dell'aspetto femminile della Divinità e la dimostrazione che la Donna ha la sua parte decisiva e nobilissima per l'evoluzione e l'ascesi di tutto il genere umano.
Iniziazione archeosofica e costituzione occulta dell'Uomo e della Donna - Tommaso Palamidessi

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Dea del Sole, abbi cura di Splendere
Io vivrò con te
ogni giorno comincia dove i baci finiscono
ora che è inevitabile
un dolore fantastico nei minuti che restano
per sempre
Ti voglio tanto bene
e ci sarò per te
se sentirai nel cuore
un amore che non c'è
Ti voglio tanto bene
e ti raggiungerò
con tutta la mia voce
ascoltami
Io canterò per te
mi sentirai nell'aria
entrare nei tuoi occhi
sola nell'anima
Io vivrò con te
guardandoti esistere e nel sole rinascere
io lo so che siamo fragili
e con gli occhi degli angeli
ci guardiamo resistere
Io vedo un mondo migliore
si girano le nuvole
abbi cura di splendere
Ti voglio tanto bene
e niente finirà
se non avrai paura
di continuare a vivere
Io canterò per te
mi sentirai nell'aria
entrare nei tuoi occhi
sola nell'anima
Io canterò per te
canterò per te
ricordati il mio nome
ti voglio tanto bene.
Ti voglio tanto bene - Gianna Nannini
ogni giorno comincia dove i baci finiscono
ora che è inevitabile
un dolore fantastico nei minuti che restano
per sempre
Ti voglio tanto bene
e ci sarò per te
se sentirai nel cuore
un amore che non c'è
Ti voglio tanto bene
e ti raggiungerò
con tutta la mia voce
ascoltami
Io canterò per te
mi sentirai nell'aria
entrare nei tuoi occhi
sola nell'anima
Io vivrò con te
guardandoti esistere e nel sole rinascere
io lo so che siamo fragili
e con gli occhi degli angeli
ci guardiamo resistere
Io vedo un mondo migliore
si girano le nuvole
abbi cura di splendere
Ti voglio tanto bene
e niente finirà
se non avrai paura
di continuare a vivere
Io canterò per te
mi sentirai nell'aria
entrare nei tuoi occhi
sola nell'anima
Io canterò per te
canterò per te
ricordati il mio nome
ti voglio tanto bene.
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giovedì 25 settembre 2014
Ritratto di Donna, Sacerdotessa, Dea
Luca Bagatin: Sei legatissima
alla spiritualità. Sia Orientale che Occidentale. Come ti sei
avvicinata alla figura dell'iconografia Indù, in particolare? Che
cos'è per te la spiritualità e come può, questa, fondersi con
l'erotismo e l'amore?
Debdea Shakti: Sono sempre stata dotata di un forte richiamo verso la spiritualità e fede in quella che potremmo chiamare divina provvidenza. Insomma, credo in un’intelligenza superiore che ci trascende, ma questa visione non mi è mai bastata, la sentivo incompleta e la mia cultura non mi dava modo di integrarla con altri aspetti che sentivo altrettanto veri: se c’era un Dio Padre, lassù nei Cieli, doveva esserci anche una Dea Madre, un principio immanente che si manifesta in ogni aspetto della creazione, a partire da quaggiù, la Terra. E forse, se ci sono una Madre e un Padre, l’essere umano è un Dio Figlio che gode di entrambi questi aspetti, potenzialmente androgino. La divinità è quindi nei cieli, nella terra e si sposa in noi. Questa visione la trovo completa e riscontrare che in oriente viene usata, in riferimento all’iconografia di Shiva, Shakti e Ganesha, una triade divina indù (una sacra famiglia, in effetti), ad esempio, mi ha riempita di gioia. Come a dire che a volte quando non ci si riconosce nella religione del luogo in cui nasciamo, preferiamo rinunciare a fede e spiritualità tout court, professarci atei o agnostici, che lo trovo un atteggiamento molto infantile. Te lo metto sotto metafora: un figlio accetta fino a un certo punto gli insegnamenti impartiti in famiglia, per poi maturare una sana ribellione, andare per il mondo a cercare la propria verità e infine pacificarsi con la famiglia d’origine, salvando ciò che di buono gli ha trasmesso e superando quella visione, arricchendola della propria esperienza personale. Se si ferma a recriminare tutta la vita per gli insegnamenti ricevuti in famiglia, a combatterli o rinnegarli, diventa un eterno bambino dipendente, per contrapposizione, esattamente da una visione distorta di quegli stessi insegnamenti.
Riguardo al legame tra spiritualità e sessualità, già credo di averti risposto: per me sono due aspetti complementari e inestricabili. E’ attraverso la sessualità che entriamo nel mondo, quindi già per questo è sacra. Ma è attraverso l’energia sessuale correttamente indirizzata che possiamo rinascere, ricrearci come esseri umani liberi e integri, e per questo è ancora più sacra. Diciamo che sesso e spirito sono due poli che si attivano a vicenda. Non c’è Shiva senza Shakti e viceversa, potremmo dire. Non c’è energia spirituale senza energia sessuale, né principio maschile senza quello femminile. E’ un dualismo che va ricomposto in una dualità di opposti complementari che vivono l’uno grazie all’altro, come il simbolo dello yin/yang. Per questo è pericoloso separarli: il sesso senza spirito diventa ben presto bestiale o meccanico, la spiritualità priva di una corretta gestione dell’energia sessuale è effimera, sterile. Non puoi trovare Dio se rinneghi la Dea e il suo aspetto più importante, cioè l’energia sessuale e creatrice.
Tratto dall'intervista di Luca Bagatin a Debdea Shakti in Ritratti di Donna, Ipertesto Edizioni
Debdea Shakti: Sono sempre stata dotata di un forte richiamo verso la spiritualità e fede in quella che potremmo chiamare divina provvidenza. Insomma, credo in un’intelligenza superiore che ci trascende, ma questa visione non mi è mai bastata, la sentivo incompleta e la mia cultura non mi dava modo di integrarla con altri aspetti che sentivo altrettanto veri: se c’era un Dio Padre, lassù nei Cieli, doveva esserci anche una Dea Madre, un principio immanente che si manifesta in ogni aspetto della creazione, a partire da quaggiù, la Terra. E forse, se ci sono una Madre e un Padre, l’essere umano è un Dio Figlio che gode di entrambi questi aspetti, potenzialmente androgino. La divinità è quindi nei cieli, nella terra e si sposa in noi. Questa visione la trovo completa e riscontrare che in oriente viene usata, in riferimento all’iconografia di Shiva, Shakti e Ganesha, una triade divina indù (una sacra famiglia, in effetti), ad esempio, mi ha riempita di gioia. Come a dire che a volte quando non ci si riconosce nella religione del luogo in cui nasciamo, preferiamo rinunciare a fede e spiritualità tout court, professarci atei o agnostici, che lo trovo un atteggiamento molto infantile. Te lo metto sotto metafora: un figlio accetta fino a un certo punto gli insegnamenti impartiti in famiglia, per poi maturare una sana ribellione, andare per il mondo a cercare la propria verità e infine pacificarsi con la famiglia d’origine, salvando ciò che di buono gli ha trasmesso e superando quella visione, arricchendola della propria esperienza personale. Se si ferma a recriminare tutta la vita per gli insegnamenti ricevuti in famiglia, a combatterli o rinnegarli, diventa un eterno bambino dipendente, per contrapposizione, esattamente da una visione distorta di quegli stessi insegnamenti.
Riguardo al legame tra spiritualità e sessualità, già credo di averti risposto: per me sono due aspetti complementari e inestricabili. E’ attraverso la sessualità che entriamo nel mondo, quindi già per questo è sacra. Ma è attraverso l’energia sessuale correttamente indirizzata che possiamo rinascere, ricrearci come esseri umani liberi e integri, e per questo è ancora più sacra. Diciamo che sesso e spirito sono due poli che si attivano a vicenda. Non c’è Shiva senza Shakti e viceversa, potremmo dire. Non c’è energia spirituale senza energia sessuale, né principio maschile senza quello femminile. E’ un dualismo che va ricomposto in una dualità di opposti complementari che vivono l’uno grazie all’altro, come il simbolo dello yin/yang. Per questo è pericoloso separarli: il sesso senza spirito diventa ben presto bestiale o meccanico, la spiritualità priva di una corretta gestione dell’energia sessuale è effimera, sterile. Non puoi trovare Dio se rinneghi la Dea e il suo aspetto più importante, cioè l’energia sessuale e creatrice.
Luca Bagatin: In privato mi hai
detto che il tuo obiettivo è quello di "ristabilire il culto
dell'Amore e dell'Eros". Come si sostanzia questo tuo obiettivo
?
Debdea Shakti: Sai,
un tempo, se mi avessi chiesto che avrei voluto fare da grande, ti
avrei risposto: la scrittrice. A un certo punto ho capito che volevo
e potevo essere soltanto la protagonista della narrazione della mia
vita. In effetti, mi limito a incarnare il modello di donna che
vorrei tornasse ad essere legittimato nel mondo: la Sacerdotessa del
culto dell’Amore e dell’Eros, qualcuno per cui sesso e sacralità
vanno sempre di pari passo, che suscita rispetto non ‘nonostante’
sia associata al sesso, ma esattamente per questo. Il sesso deve
essere restituito alla sua sfera di competenza: il Sacro e con esso
le sue sacerdotesse (etimologicamente: coloro che conducono al
sacro).
Se Gandhi aveva ragione, essere il cambiamento che vorrei
vedere manifestarsi nel mondo dovrebbe bastare.
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