In questa lettera il Kircher, dopo aver elogiato la Regina
per le sue doti e la sua saggezza, scrive che " con il favore di tanta
Maestà" porterà presto a termine il suo libro: "poiché vedo dedicarti
con mente ben disposta allo studio dell'Antica
Scienza dei Simboli Egizi, propria dei soli Re e senza la cui perfetta
conoscenza a nessuno veniva concesso un tempo di adire al Trono Reale, sarà mio dovere il portare a compimento, con la guida del Divino Nume e il favore di contanta Maestà, quanto pensai si potesse fare in questo genere di studi arcani".
Qui il dotto gesuita si riferisce certamente alla sua opera 'Oedipus Aegyptiacus'. Da questa lettera si potrebbe arguire un certo interesse della Regina per la Tradizione Egizia.
(...)
Probabilmente Cristina fu anche attratta dalla personalità di Cleopatra che, come scrive Borsellino, poteva rappresentare "ai suoi occhi una figura femminile degna di essere presa a modello", per il suo spirito d'indipendenza e per la sua libertà d'azione.
Ambedue Regine e abili nel governo del proprio paese, ambedue dotate di grande coraggio e intelligenza. Cleopatra dopo aver combattuto fino alla morte per difendere il suo Regno, si darà la morte per non cadere in mano del nemico; Cristina,
dopo la sua vittoria sulla Danimarca e la pace di Westfalia,
abbandonerà un Regno che l'amava per la sua vocazione alla libertà e per
seguire i suoi interessi culturali e religiosi.
Ambedue Eroine della storia, l'una ha avuto in mano il destino di due Potenti Tradizioni, di due potenti popoli, Roma e l'Egitto,
in uno dei momenti più critici e delicati della storia del
Mediterraneo; per poco non si rischiò, come scrive Buchan, "una
supremazia dell'Oriente e un trasferimento del potere dalle rive del
Tevere alle rive del Nilo"; l'altra, al massimo del suo potere,
conosciuta da tutta Europa per la sua cultura e per le sue vittorie
militari, abbandona tutto per realizzare con libertà d'azione le sue
scelte. Mentre Cleopatra fu affascinata dalla grandezza di Roma, ma rimase sempre legata alla sua terra, Cristina scelse Roma come sua seconda patria.
(...)
Infine, come a Cleopatra si attribuisce un testo alchemico famoso, 'la Crisopea di Cleopatra' (III sec. d. C.), in cui per la prima volta si parla (secondo gli storici di Alchimia) dell'Uroboros e del tema dell'Unione Nuziale, Cristina ha lasciato nel suo archivio a Stoccolma scritti autografi e ricette di famosi alchimisti.
Donne
dotate di fascino e abituate al comando, la cui sensibilità femminile
s'inchina, si esprime nel grande Amore di Cleopatra per Marcantonio e di
Cristina per Azzolino, ma la cui fine fu molto diversa.
Cleopatra, quando vide crollare il suo sogno di un Impero Egizio-Romano, si dà la morte; Cristina, abbandonando un regno terreno per un Regno più grande, è ancora viva e ammirata ancora oggi.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
Visualizzazione post con etichetta Piramide. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Piramide. Mostra tutti i post
martedì 28 aprile 2015
il Regno della Dea
Etichette:
Alchimia,
Ape,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Eros,
Faraone,
Gerarchia; Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
la Sacerdotessa,
Piramide,
Porta Alchemica,
Puttana Sacra,
Sophia,
Tempio,
Venere,
Vergine,
Visione
domenica 12 aprile 2015
l'Egitto Risorge
Fino alla fine del XVIII secolo della nostra Era, l'Egitto Faraonico rimase un ricordo offuscato, quasi un sogno. In Europa durante i secoli bui e il Rinascimento la psiche dell'Occidente venne confusa e ingannata da voci e rapporti inadeguati riferiti da viaggiatori solitari, e fu solo dopo l'invasione dell'Egitto da parte di Napoleone nel 1798 che la Civiltà Faraonica venne riportata in vita in tutta la sua realtà storica (...). Quando gli scienziati di Napoleone riscoprirono l'Egitto, il Paese aveva già dovuto sopportare parecchi secoli di occupazione straniera e sperimentare molte guerre intestine, e i suoi antichi monumenti e tombe avevano subìto molti secoli di spietati saccheggi. I Persiani furono i primi ad arrivare, nel 525 a.C., e a occupare il Paese fino al 380 a.C. (e una seconda volta tra il 365 e il 332 a.C.). Durante queste due occupazioni persiane vennero compiuti danni irreparabili all'eredità Faraonica, non solo dal punto di vista materiale, ma anche da quello spirituale. I Persiani furono infine cacciati nel 332 a.C. da Alessandro Magno, il cui sommo generale Tolomeo, figlio di Lago, fondò la cosiddetta Dinastia Tolemaica ad Alessandria nel 305 a.C. I Tolomei, al contrario dei persiani, furono padroni illuminati che, anziché distruggere e saccheggiare, restaurarono gli antichi templi e ne costruirono molti nuovi lungo il corso del Nilo. Ad Alessandria così stabilirono una nuova Capitale che, con la sua celebre Biblioteca, l'Università e il Museo, divenne la principale fonte di progresso scientifico e filosofico per molti secoli.
Tutto ciò, però, venne bruscamente interrotto con l'arrivo delle Legioni Romane sotto Cesare Augusto nel 30 a.C. L'Egitto divenne provincia romana e la civiltà Egizia cessò di esistere. Fu soprattutto sotto i Romani, e specialmente in epoca successiva sotto i Cristiani, che l'eredità dell'Egitto Faraonico subì i colpi più gravi. I Templi furono deliberatamente distrutti o convertiti in chiese e nel 491 d.C. i pochi in cui si praticava ancora l'antica religione vennero ufficialmente chiusi e i loro sacerdoti e sacerdotesse uccisi o banditi. L'ultimo capitolo fu scritto presso il Tempio di Iside sull'isola di File che, nel 550 d.C., fu saccheggiato dai monaci cristiani e trasformato in basilica. Nel giro di pochi decenni l'antica religione era ormai stata dimenticata e persino i geroglifici non erano più compresi dallo stesso popolo che li aveva creati. Il Paese si era completamente convertito alla nuova fede cristiana, e i cristiani d'Egitto divennero noti con il nome di Copti. Ironicamente furono proprio i Copti, più degli stranieri, a rivoltarsi astiosamente contro le proprie origini pagane. Tuttavia, ancora più ironicamente, i tremila anni dell'antica religione erano troppo radicati sia nel territorio sia nell'inconscio collettivo degli Egizi. La vecchia fede, rifiutandosi semplicemente di morire, penetrò nel corpo rigonfio del Cristianesimo Romano e vi rimase dormiente come un virus, rilasciando di tanto in tanto la sua influenza sottile e subliminale. Non vi è dubbio che gran parte dell'iconografia e della mitologia del Cristianesimo sia stata mutuata da quella dell'Antico Egitto. Iside e il Figlio Horus divennero la Vergine e il Bambino Gesù, e anche la passione dell'Uomo-Dio Osiride, morto e risorto, servì da modello per la passione di Cristo.
tratto da: Il Codice Egizio - Robert Bauval
Tutto ciò, però, venne bruscamente interrotto con l'arrivo delle Legioni Romane sotto Cesare Augusto nel 30 a.C. L'Egitto divenne provincia romana e la civiltà Egizia cessò di esistere. Fu soprattutto sotto i Romani, e specialmente in epoca successiva sotto i Cristiani, che l'eredità dell'Egitto Faraonico subì i colpi più gravi. I Templi furono deliberatamente distrutti o convertiti in chiese e nel 491 d.C. i pochi in cui si praticava ancora l'antica religione vennero ufficialmente chiusi e i loro sacerdoti e sacerdotesse uccisi o banditi. L'ultimo capitolo fu scritto presso il Tempio di Iside sull'isola di File che, nel 550 d.C., fu saccheggiato dai monaci cristiani e trasformato in basilica. Nel giro di pochi decenni l'antica religione era ormai stata dimenticata e persino i geroglifici non erano più compresi dallo stesso popolo che li aveva creati. Il Paese si era completamente convertito alla nuova fede cristiana, e i cristiani d'Egitto divennero noti con il nome di Copti. Ironicamente furono proprio i Copti, più degli stranieri, a rivoltarsi astiosamente contro le proprie origini pagane. Tuttavia, ancora più ironicamente, i tremila anni dell'antica religione erano troppo radicati sia nel territorio sia nell'inconscio collettivo degli Egizi. La vecchia fede, rifiutandosi semplicemente di morire, penetrò nel corpo rigonfio del Cristianesimo Romano e vi rimase dormiente come un virus, rilasciando di tanto in tanto la sua influenza sottile e subliminale. Non vi è dubbio che gran parte dell'iconografia e della mitologia del Cristianesimo sia stata mutuata da quella dell'Antico Egitto. Iside e il Figlio Horus divennero la Vergine e il Bambino Gesù, e anche la passione dell'Uomo-Dio Osiride, morto e risorto, servì da modello per la passione di Cristo.
tratto da: Il Codice Egizio - Robert Bauval
Etichette:
Alchimia,
Ape.,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Energia,
Geometria Sacra,
Gerarchia; Grande Invocazione,
Gerarchia; Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Piramide,
Sacerdotessa,
Sekmeth,
Sophia,
Tempio,
Venere
venerdì 10 aprile 2015
il Patto Sacro
Si
narra, ma questa è solo una leggenda, che un tempo lontano delle
Creature Stellari presero dimora sul Pianeta Terra. Un Pianeta giovane,
secondo il computo delle galassie, eppure già dotato di una sua potente
intelligenza, che partiva fin dalle viscere
della terra. Era Lei che faceva crescere i fiori in perfette
configurazioni geometriche, e permetteva all'acqua e alla neve di
contenere in sé strutture cristalline. Per non parlare poi dei minerali,
quali meravigliose forme sapevano assumere per crescere! C'erano poi
gli animali, bellissime creature fatte di amore e ferocia allo stesso
tempo. Ai tempi in cui nessun'Anima Stellare viveva ancora sul Pianeta
Terra, i Custodi di tutto ciò che possiamo oggi chiamare Natura, i
minerali, i vegetali e gli animali, erano chiamati Popolo Fatato.
Creature un po' dispettose, un po' feroci, un po' dolcissime. Quando gli
Esseri Stellari approdarono sulla Terra, si presentarono innanzitutto
dal Re e dalla Regina del Popolo Fatato, due MagniFiche Creature Alate,
con piedi caprini e una coda di serpente. Per il resto avevano
bellissime fattezze umane, e sfoggiavano corone di fiori intrecciate alle corna che gli spuntavano in capo e diademi
realizzati con le pietre più meravigliose che la Terra avesse mai partorito dalle sue viscere. Il Popolo delle Stelle chiese al Popolo Fatato di
potersi stabilire su quello splendido pianeta verde e blu, per imparare i
suoi segreti e poi riferirli lassù, nella galassia. Mai infatti si era
scoperto un pianeta così intelligente, e verde, e blu! Il Popolo Fatato,
consapevole dell'opportunità che si presentava a entrambi i Popoli per
stabilire un sodalizio che avrebbe espanso i rispettivi Regni,
acconsentì, a una condizione: ognuno che si fosse stabilito sul giovane Pianeta verde e blu avrebbe avuto con sé un Genio, un Daimon, sotto fattezze del regno
animale. Sarebbe stato lui a suggerire come non perdere mai il contatto
con la Saggezza di Gaia, come loro chiamavano l'Intelligenza Femminile
del Pianeta Terra. Il popolo delle Stelle ne fu entusiasta e rivelò che
anche loro, quando soggiornavano su Pianeti stranieri, per non perdere
mai il legame con la galassia, si affidavano a una Guida, a un Custode,
chiamato Angelo, e che aveva delle fattezze luminose e alate, molto
simili a quelle di un uccello terrestre chiamato aquila. Al momento di
stringere il patto con un abbraccio da Cuore a Cuore, come si conviene
tra Creature che possono fidarsi le une delle altre, si stabilì dunque
che ogni Creatura delle Stelle che fosse venuta a vivere sul Pianeta
Terra avrebbe avuto due guide, due consiglieri: un Daimon, che gli
avrebbe permesso di sapere intuitivamente come si comporta una Creatura
Figlia della Terra, e un Angelo, che gli avrebbe permesso di non
scordare mai di provenire dalle Stelle e di essere qui per imparare il
segreto del Sodalizio tra i due Popoli, a patto di diventare, per quel
tanto o poco che gli fosse concesso di restare, un Custode del Pianeta Gaia.
Debdeashakti
"Si dice che quando ricordiamo l'unione del lato destro e del lato sinistro, il patto tra Cavalieri del Drago e Popolo Fatato, ritroviamo noi stessi".
il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
Debdeashakti
"Si dice che quando ricordiamo l'unione del lato destro e del lato sinistro, il patto tra Cavalieri del Drago e Popolo Fatato, ritroviamo noi stessi".
il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
Etichette:
Agni Yoga,
Alchimia,
Androgino,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Demetra,
Dioniso,
Donna Selvaggia,
Ishtar,
Iside,
la Sacerdotessa,
la Signora degli Animali,
Piramide,
Potnia Theron,
Sole; Luna,
Tempio,
Venere,
Visione
domenica 22 marzo 2015
Reviving Hatshepsut, la più nobile delle Dame
Ho fatto trascrivere, decifrare e tradurre quelle tavolette della Regina Hatshepsut.
Questo genere di lavoro è un triplice tradimento. Al limite, noi non potremmo mai contornare il Suo pensiero con le nostre parole moderne e in lingua straniera. Checché ne sia, sottopongo più avanti gli scritti della Regina Faraone dove ho scoperto il Suo Diario intimo. Sono io che lo qualifico così. Sono meravigliata di constatare che il Suo stile assomiglia molto alla poesia di Barca. Hatshepsut scriveva di nascosto senza dichiararsi Lei stessa, alla luce del Sole, come "scriba". Ecco perché non saprei dire chi ha influenzato chi, o chi ha ispirato chi.
Riproduco alla rinfusa quelle osservazioni della Regina Faraone che potrebbero essere dei "poemetti in prosa", o delle "visioni" dell'aldilà, dei frammenti su cui meditare. Poiché le tavolette non erano datate, ho optato per un ordine arbitrario, così come le ho trovate nello zaino di Barca. L'essenziale, è dare la Parola alla Regina... Forse l'ultima parola della fine che è, in fin dei conti, l'Inizio della Storia.
(...)
Seconda Tavoletta
Non c'è che un solo Dio. I Suoi profeti verranno a diffondere le Sue parole divine attraverso il mondo. Gli uomini creati ad immagine di Dio si chiederanno: "Perché non siamo Noi al Suo posto?". Io, mi sono consacrata ad Amon, il solo Dio che conosca.
Gli uomini faranno eternamente la guerra perché vogliono occupare il posto di Dio! Che follia! Che menzogna!
Restituire la parte di Dio in noi a Dio stesso: in ciò consiste la Pace. Avere il coraggio di seguire la Verità che è in Lui.
In lontananza, il cammelliere passa dondolandosi... guida la sua cavalcatura... onda calma... al di là del Sole.
All'infinito, conduco il mio popolo...
Occhio del giorno si dissolve nella dolcezza orientale...
Fonda l'aurora... vittoriosa nella notte, tempo degli incontri.
Si dice che ho avvelenato mio padre e mio marito per mettermi la Doppia Corona sulla testa. E' falso. Sono tutti e due morti nel loro letto. Gli affari di Stato della Doppia Corona sono stati una vera tegola in testa. Sole divino del Destino che ho sposato nella gloria di Dio. Ma perché sono stata scelta?
Il Mio Nome impressiona i sacerdoti e il popolo: Khememet-Imen-Hatshepsut. Luminosa semenza che s'unisce a Dio. La più nobile delle Dame governa sul Trono di Colui che mi ha generata.
La mia fede in Dio e la mia diplomazia mi hanno salvata dalle bufere e dalle meschinità. La Mia Maestà si dirige verso il Bene, la Giustizia, l'Efficacia... Come una figlia che svolge funzioni utili a Colui che l'ha messa al mondo.
Io Sono la Protettrice della Perfezione di Dio.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Questo genere di lavoro è un triplice tradimento. Al limite, noi non potremmo mai contornare il Suo pensiero con le nostre parole moderne e in lingua straniera. Checché ne sia, sottopongo più avanti gli scritti della Regina Faraone dove ho scoperto il Suo Diario intimo. Sono io che lo qualifico così. Sono meravigliata di constatare che il Suo stile assomiglia molto alla poesia di Barca. Hatshepsut scriveva di nascosto senza dichiararsi Lei stessa, alla luce del Sole, come "scriba". Ecco perché non saprei dire chi ha influenzato chi, o chi ha ispirato chi.
Riproduco alla rinfusa quelle osservazioni della Regina Faraone che potrebbero essere dei "poemetti in prosa", o delle "visioni" dell'aldilà, dei frammenti su cui meditare. Poiché le tavolette non erano datate, ho optato per un ordine arbitrario, così come le ho trovate nello zaino di Barca. L'essenziale, è dare la Parola alla Regina... Forse l'ultima parola della fine che è, in fin dei conti, l'Inizio della Storia.
(...)
Seconda Tavoletta
Non c'è che un solo Dio. I Suoi profeti verranno a diffondere le Sue parole divine attraverso il mondo. Gli uomini creati ad immagine di Dio si chiederanno: "Perché non siamo Noi al Suo posto?". Io, mi sono consacrata ad Amon, il solo Dio che conosca.
Gli uomini faranno eternamente la guerra perché vogliono occupare il posto di Dio! Che follia! Che menzogna!
Restituire la parte di Dio in noi a Dio stesso: in ciò consiste la Pace. Avere il coraggio di seguire la Verità che è in Lui.
In lontananza, il cammelliere passa dondolandosi... guida la sua cavalcatura... onda calma... al di là del Sole.
All'infinito, conduco il mio popolo...
Occhio del giorno si dissolve nella dolcezza orientale...
Fonda l'aurora... vittoriosa nella notte, tempo degli incontri.
Si dice che ho avvelenato mio padre e mio marito per mettermi la Doppia Corona sulla testa. E' falso. Sono tutti e due morti nel loro letto. Gli affari di Stato della Doppia Corona sono stati una vera tegola in testa. Sole divino del Destino che ho sposato nella gloria di Dio. Ma perché sono stata scelta?
Il Mio Nome impressiona i sacerdoti e il popolo: Khememet-Imen-Hatshepsut. Luminosa semenza che s'unisce a Dio. La più nobile delle Dame governa sul Trono di Colui che mi ha generata.
La mia fede in Dio e la mia diplomazia mi hanno salvata dalle bufere e dalle meschinità. La Mia Maestà si dirige verso il Bene, la Giustizia, l'Efficacia... Come una figlia che svolge funzioni utili a Colui che l'ha messa al mondo.
Io Sono la Protettrice della Perfezione di Dio.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Etichette:
Ape.,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Fratellanza; Sorellanza,
Grande Invocazione,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Piramide,
Sacerdotessa,
Sole; Luna,
Venere,
Visione
sabato 7 marzo 2015
La Figlia del Mattino e della Notte
Cambiare sesso: maschera della barba necessaria per convincere gli sguardi degli increduli.
Maschio e Femmina vivono in me.
Come il Divino nel mio corpo di Donna.
Doppia Verità per il Doppio Paese. La Bianca e la Rossa m'incoronano eternamente la testa.
Vero Erede, mi rallegro di proseguire nella mia azione, ogni giorno, nato da poco...come Ra!
Ogni giorno, ogni nascita plasma il mio prestigio e la mia gloria nel cuore dei dignitari della corte e del popolo. E' questo il Monumento eterno, la mia ricompensa.
M'innalzano per diventare il Signore dello Pschent: due piume spuntano dalla mia fronte e si ricongiungono sulla mia capigliatura.
Dio e il Paese vegliano su di me che ispiro il terrore nel cuore degli ignoranti.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Maschio e Femmina vivono in me.
Come il Divino nel mio corpo di Donna.
Doppia Verità per il Doppio Paese. La Bianca e la Rossa m'incoronano eternamente la testa.
Vero Erede, mi rallegro di proseguire nella mia azione, ogni giorno, nato da poco...come Ra!
Ogni giorno, ogni nascita plasma il mio prestigio e la mia gloria nel cuore dei dignitari della corte e del popolo. E' questo il Monumento eterno, la mia ricompensa.
M'innalzano per diventare il Signore dello Pschent: due piume spuntano dalla mia fronte e si ricongiungono sulla mia capigliatura.
Dio e il Paese vegliano su di me che ispiro il terrore nel cuore degli ignoranti.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Gerarchia; Grande Invocazione,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Piramide,
Rebis,
Sacerdotessa,
Tempio,
Venere,
Vergine
lunedì 2 marzo 2015
L'Egitto, mia Madre
"...gli esuli di Punt, sorridenti, erano della partita e tutti si davano al ritmo a tal punto che Hatshepsut stessa si lasciò prendere dal gioco, a scapito dei sacerdoti profondamente indignati di fronte ai nuovi modi di comportarsi di quella rivoluzionaria uscita dalla costola di Amon.
Li videro ritirarsi, covando nel cuore vendetta e mortificati, mentre la Regina osava pubblicamente ostentare la sua sensualità e il suo fascino".
Ella diventa il simbolo della Donna Sensuale e Creatrice capace di rinnovare la politica e di vivere in simbiosi con il popolo. Tutti gli strati della società partecipavano alle feste, nessun muro separava i nobili dai sacerdoti o dalla gente comune. Ella s'ispira a suo padre Thutmosi I, più idoneo a iniziarla agli affari dello Stato di suo marito Thutmosi II, desideroso oltre ogni limite di garantire il potere a suo figlio. E rivendica di essere il frutto dell'Amore divino di Amon-Ra con Atmosis, sua madre.
"La sua morale non consiste del "divide et impera" come quegli uomini rimbambiti che si aggrappano disperatamente al potere, ma piuttosto "unire per rinforzare" i suoi fondamenti basati su quelli degli altri, convertire i nemici in fratelli e gli stranieri in familiari".
Ha costruito la sua immagine con puntiglio, si è vestita da uomo, si è fatta rappresentare con una barba e guiderà gli uomini per una ventina d'anni. (...) Hatshepsut non solo si è preoccupata di nutrire i suoi sudditi. Ha preparato una spedizione a Punt dove ha scambiato l'oro con l'incenso, così raro nel Paese delle Due Corone - a Punt già usato da tempo immemorabile - quale simbolo della riconquista di una dimensione spirituale molto importante per la coesione del suo Regno.
Hatshepsut ha aperto nuove strade attraverso il Mar Rosso per scambiare, in pace, spezie e incenso, oro e ambasciatori. Ha creduto nel Dio unico e non ha ceduto all'ambizione di prendere il suo posto, invece di seguire la Verità che è in lui. Ha puntato sulla diplomazia, sul Bene, sulla Giustizia, la protettrice della perfezione di Dio. Ha utilizzato la barba come una maschera per convincere gli increduli, ma anche per fondere la creatività maschile e femminile. Ha evitato le guerre fratricide, trasformando le guerre in pace e ha esaltato la tolleranza.
L'Egitto è la Memoria Collettiva, il Cuore del mondo, la Madre dell'Universo dove si ritrova finezza, rigore e saggezza che hanno nutrito il mondo intero.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Li videro ritirarsi, covando nel cuore vendetta e mortificati, mentre la Regina osava pubblicamente ostentare la sua sensualità e il suo fascino".
Ella diventa il simbolo della Donna Sensuale e Creatrice capace di rinnovare la politica e di vivere in simbiosi con il popolo. Tutti gli strati della società partecipavano alle feste, nessun muro separava i nobili dai sacerdoti o dalla gente comune. Ella s'ispira a suo padre Thutmosi I, più idoneo a iniziarla agli affari dello Stato di suo marito Thutmosi II, desideroso oltre ogni limite di garantire il potere a suo figlio. E rivendica di essere il frutto dell'Amore divino di Amon-Ra con Atmosis, sua madre.
"La sua morale non consiste del "divide et impera" come quegli uomini rimbambiti che si aggrappano disperatamente al potere, ma piuttosto "unire per rinforzare" i suoi fondamenti basati su quelli degli altri, convertire i nemici in fratelli e gli stranieri in familiari".
Ha costruito la sua immagine con puntiglio, si è vestita da uomo, si è fatta rappresentare con una barba e guiderà gli uomini per una ventina d'anni. (...) Hatshepsut non solo si è preoccupata di nutrire i suoi sudditi. Ha preparato una spedizione a Punt dove ha scambiato l'oro con l'incenso, così raro nel Paese delle Due Corone - a Punt già usato da tempo immemorabile - quale simbolo della riconquista di una dimensione spirituale molto importante per la coesione del suo Regno.
Hatshepsut ha aperto nuove strade attraverso il Mar Rosso per scambiare, in pace, spezie e incenso, oro e ambasciatori. Ha creduto nel Dio unico e non ha ceduto all'ambizione di prendere il suo posto, invece di seguire la Verità che è in lui. Ha puntato sulla diplomazia, sul Bene, sulla Giustizia, la protettrice della perfezione di Dio. Ha utilizzato la barba come una maschera per convincere gli increduli, ma anche per fondere la creatività maschile e femminile. Ha evitato le guerre fratricide, trasformando le guerre in pace e ha esaltato la tolleranza.
L'Egitto è la Memoria Collettiva, il Cuore del mondo, la Madre dell'Universo dove si ritrova finezza, rigore e saggezza che hanno nutrito il mondo intero.
La Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Energia,
Eros,
Faraone,
Fratellanza; Grande Invocazione,
Geometria Sacra,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iniziazione,
Iside,
Piramide,
Regina,
Sacerdotessa,
Venere
mercoledì 25 febbraio 2015
la Tessitura Cosmica
Creare significa fissare un punto iniziale, stabilire una scala di emanazione; musicalmente, fissare un La dal quale poi si evolve la Creazione.
L'Arte, nel mondo umano, è sinonimo di Creazione, perciò gli Dèi Creatori hanno assunto la caratteristica di Dèi dell'Arte.
Ogni cultura si appropria dei modi e delle forme creative proprie al loro Dio Particolare.
Nel Tempo Magico dello Spirito, ognuno è il proprio Dio, il proprio Creatore.
In effetti, tra gli umani, chi è giunto a essere attivo, a operare nel Punto Magico Iniziale dello Spirito è stato elevato al rango di Dio.
Nella Tradizione Egizia, che è Stellare e Gerarchica, esistono a ogni livello di manifestazione i corrispondenti Dèi Creatori.
All'Origine della Creazione è posta la "Padre-Madre" Neit, la Neter Ua (Dio Uno) per eccellenza.
Neit crea con proiezione di intento dal Cuore, in assoluta Allegrezza e Libertà da qualsivoglia vincolo all'infuori del proprio Piacere.
Ciò che Lei sente dal Cuore si manifesta nell'esistenza.
Neit tesse il Cosmo con fibre incrociate, con filamenti cosmici, i quali con Ptah e Thot diventano una Rete Magica, custodita gelosamente nei loro templi e che celava grandi segreti.
Il libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
L'Arte, nel mondo umano, è sinonimo di Creazione, perciò gli Dèi Creatori hanno assunto la caratteristica di Dèi dell'Arte.
Ogni cultura si appropria dei modi e delle forme creative proprie al loro Dio Particolare.
Nel Tempo Magico dello Spirito, ognuno è il proprio Dio, il proprio Creatore.
In effetti, tra gli umani, chi è giunto a essere attivo, a operare nel Punto Magico Iniziale dello Spirito è stato elevato al rango di Dio.
Nella Tradizione Egizia, che è Stellare e Gerarchica, esistono a ogni livello di manifestazione i corrispondenti Dèi Creatori.
All'Origine della Creazione è posta la "Padre-Madre" Neit, la Neter Ua (Dio Uno) per eccellenza.
Neit crea con proiezione di intento dal Cuore, in assoluta Allegrezza e Libertà da qualsivoglia vincolo all'infuori del proprio Piacere.
Ciò che Lei sente dal Cuore si manifesta nell'esistenza.
Neit tesse il Cosmo con fibre incrociate, con filamenti cosmici, i quali con Ptah e Thot diventano una Rete Magica, custodita gelosamente nei loro templi e che celava grandi segreti.
Il libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
Etichette:
Agni Yoga,
Alchimia,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Geometria Sacra,
Grande Invocazione,
Iside,
Osiride,
Piramide,
Sole; Luna,
Tempio,
Venere,
Vergine
sabato 21 febbraio 2015
la Dea geometrizza
Maat, la Verità cosmica, è il Principio dei Numeri, della matematica, dell'Ordine portato dal Caos mediante i Numeri.
Il Suo Nome è la radice della parola "matematica".
Nel geroglifico del suo nome, appare il regolo o cubito, strumento col quale erano effettuate tutte le misurazioni lineari.
Maat è indistinguibile dal suo nome, che è sinonimo di misurazione.
Il Libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
Il Suo Nome è la radice della parola "matematica".
Nel geroglifico del suo nome, appare il regolo o cubito, strumento col quale erano effettuate tutte le misurazioni lineari.
Maat è indistinguibile dal suo nome, che è sinonimo di misurazione.
Il Libro del Drago, l'Architettura del Cosmo - Athon Veggi
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Energia,
Eros,
Faraone,
Geometria Sacra,
Hatshepsut; Regina,
Iniziazione,
Iside,
Massoneria,
Piramide,
Pitagora,
Porta Alchemica,
Sacerdotessa,
Tempio,
Venere
lunedì 26 gennaio 2015
la Donna Faraone
...questa ferita gigantesca mi apre le porte dei Tempi Immemorabili.
Attraverso metodicamente i Miti per incontrare l'Oggetto Sacro della mia ricerca. Il mio desiderio di Hatshepsut mi rimanda all'Amore nascente e all'origine. Questo Ritorno è abbastanza concreto da permettermi di toccare a piene mani il Culto Faraonico?
L'Obelisco serviva come luogo di raduno del Culto e della Fede, come oggi il Campanile indica la chiesa, il Minareto, la moschea e la Torre, la sinagoga... ad ogni slancio di credenza, il suo canto: la punta dell'Obelisco, coperta d'oro e d'argento, rifletteva la luce del sole per glorificare il Dio Amon-Ra. Il suono delle campane riporta ai giorni nostri le pecore smarrite all'altare Cristico, la voce del muezzin al mirhab islamico e lo sciofar e la sua musica alla sinagoga...
La fenditura prodigiosa in cima all'obelisco anima la cava fossilizzata lì, all'uscita sud d'Assuan, sulla strada che conduce alla diga. frattura che demolisce la pietra e le fornisce labbra o orecchie gigantesche pronte ad accogliere i miei desideri: veder sorgere davanti a me "la Favorita fra tutte le nobili Dame", Hatshepsut dal meraviglioso ascolto e che "con il Cuore parla", secondo l'Antica Tradizione dei nostri incontri.
Aperte, le labbra-crepe proiettano, attraverso il loro spiraglio, la Figura della Dea, che prende lì di nuovo corpo, grazie alla magia del mio Charme Vili, l'Enigma della Sfinge e della sua ubiquità, in un'aura fantastica che mi meraviglia e che nello stesso tempo mi rende stupefatto.
uscita dal Limbo, la Regina Faraone diafana fluttua nella notte vaporosa, si pianta corpo-punta piramidale, per la prima volta, nel mio Cuore. tra le due rive della crepa o le due onde delle sue labbra, oso confessarle il mio Amore nascente.
la Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Attraverso metodicamente i Miti per incontrare l'Oggetto Sacro della mia ricerca. Il mio desiderio di Hatshepsut mi rimanda all'Amore nascente e all'origine. Questo Ritorno è abbastanza concreto da permettermi di toccare a piene mani il Culto Faraonico?
L'Obelisco serviva come luogo di raduno del Culto e della Fede, come oggi il Campanile indica la chiesa, il Minareto, la moschea e la Torre, la sinagoga... ad ogni slancio di credenza, il suo canto: la punta dell'Obelisco, coperta d'oro e d'argento, rifletteva la luce del sole per glorificare il Dio Amon-Ra. Il suono delle campane riporta ai giorni nostri le pecore smarrite all'altare Cristico, la voce del muezzin al mirhab islamico e lo sciofar e la sua musica alla sinagoga...
La fenditura prodigiosa in cima all'obelisco anima la cava fossilizzata lì, all'uscita sud d'Assuan, sulla strada che conduce alla diga. frattura che demolisce la pietra e le fornisce labbra o orecchie gigantesche pronte ad accogliere i miei desideri: veder sorgere davanti a me "la Favorita fra tutte le nobili Dame", Hatshepsut dal meraviglioso ascolto e che "con il Cuore parla", secondo l'Antica Tradizione dei nostri incontri.
Aperte, le labbra-crepe proiettano, attraverso il loro spiraglio, la Figura della Dea, che prende lì di nuovo corpo, grazie alla magia del mio Charme Vili, l'Enigma della Sfinge e della sua ubiquità, in un'aura fantastica che mi meraviglia e che nello stesso tempo mi rende stupefatto.
uscita dal Limbo, la Regina Faraone diafana fluttua nella notte vaporosa, si pianta corpo-punta piramidale, per la prima volta, nel mio Cuore. tra le due rive della crepa o le due onde delle sue labbra, oso confessarle il mio Amore nascente.
la Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iniziazione,
Iside,
Piramide,
Porta Alchemica,
Sacerdotessa,
Venere
sabato 17 gennaio 2015
l'Ape Regina
L’Ape è stata Simbolo di Regalità sin dai tempi degli Egizi e come tale
veniva utilizzata associata ai Faraoni, soprattutto collegata alla
sovranità sul Basso Egitto. Sempre per gli Egizi essa rappresentava la Divinità in quanto nata dalle lacrime di Ra. Nel corso della storia ha
anche rappresentato lo stesso Gesù, o per meglio dire il Cristo, in
quanto Emblema della Risurrezione a causa della sua sparizione durante i
mesi invernali ed il ritorno in primavera. Furono poi proprio i Merovingi a reintrodurre il Simbolo dell’Ape in quanto Sigillo Regale prima ancora del fiore di loto. (...) Va inoltre considerato il valore Alchemico dell’Ape determinato dalla
sua capacità di trasformare la materia, il nettare in miele, che può
essere associato al processo di Iniziazione della Massoneria tramite il
quale il novizio, la pietra grezza, viene lavorato sino a diventare una pietra perfetta.
tratto da: http://www.simonebarcelli.org/2010/04/la-cappella-di-rosslyn-rivela-un-nuovo-segreto-legato-alla-simbologia-dell-ape/
L'Ape, come Simbolo Regale di Sopravvivenza e di Resurrezione, è stata ricordata in leggende, in odi e nei testi sacri da tutti i popoli dell'antichità, perché le si accordavano dei doni divini, dei poteri sorprendenti e misteriosi. L’Ape è simbolo di fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il Segreto dell'Alveare è come cercare di svelare il Mistero Femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della Conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del Miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le Sacerdotesse di Demetra (Dea delle messi) che nei Riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono Sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento Lavoro Iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’Ambrosia, bevanda Sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. E' Emblema dell’Eterna Rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’Anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli Egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le Sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle Api è spesso associato all'innalzamento dell'Energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'Api spesso rappresentava l'Illuminazione. Le Api sono Sacre anche a Buddha, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti.
tratto da: http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/03/lape.html
Il fatto che anche il nome della Profetessa ebraica Deborah in ebraico significasse "Ape" suggerisce che l'associazione tra questo titolo e le Sacerdotesse oracolari era molto antica nell'area del Mediterraneo.
Marguerite Rigoglioso
tratto da: http://www.simonebarcelli.org/2010/04/la-cappella-di-rosslyn-rivela-un-nuovo-segreto-legato-alla-simbologia-dell-ape/
L'Ape, come Simbolo Regale di Sopravvivenza e di Resurrezione, è stata ricordata in leggende, in odi e nei testi sacri da tutti i popoli dell'antichità, perché le si accordavano dei doni divini, dei poteri sorprendenti e misteriosi. L’Ape è simbolo di fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il Segreto dell'Alveare è come cercare di svelare il Mistero Femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della Conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del Miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le Sacerdotesse di Demetra (Dea delle messi) che nei Riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono Sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento Lavoro Iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’Ambrosia, bevanda Sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. E' Emblema dell’Eterna Rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’Anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli Egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le Sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle Api è spesso associato all'innalzamento dell'Energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'Api spesso rappresentava l'Illuminazione. Le Api sono Sacre anche a Buddha, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti.
tratto da: http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/03/lape.html
Il fatto che anche il nome della Profetessa ebraica Deborah in ebraico significasse "Ape" suggerisce che l'associazione tra questo titolo e le Sacerdotesse oracolari era molto antica nell'area del Mediterraneo.
Marguerite Rigoglioso
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Ape,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Demetra,
Egizi,
Energia,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Massoneria,
Misteri Eleusini,
Piramide,
Porta Alchemica,
Rebis,
Sacerdotessa,
Vagina
mercoledì 14 gennaio 2015
una Storia d'Egitto - Capitolo VI
"Che cos'è successo alla terra?", domandò la Regina all'uomo, già sapendo la risposta.
"La terra si è spenta, straniera, e adesso non sa più
nutrirci. Dovremo presto lasciare i campi e partire alla conquista di nuova
terra".
"Ma la terra non si conquista, fratello. noi le
apparteniamo e Lei ci nutre come una Madre. Che ne sarà dei fratelli che
incontrerete sul vostro cammino e che vivono ancora come figli di Iside?"
"Li conquisteremo, straniera. E non chiamarmi fratello. E' proibito adesso. Nuove regole vigono nel Regno da quando i due Padri lo
guidano".
La Regina rimase a riflettere per un po'.
Sentiva che tutto
ciò che aveva sempre insegnato al proprio popolo non poteva essersi estinto,
forse era solo sopito nel torpore di quel cambiamento tanto rapido quanto
violento.
"Ho sentito di un uomo condannato a lasciare il corpo
prima che al divino Osiride piaccia di richiamarlo a sé. come è
possibile?".
L'uomo sfoggiò un sorriso inquietante e compiaciuto.
"I due Padri hanno detto che ha violato le regole,
mancando di rispetto alla loro autorità e mettendo così in pericolo l'intero Regno. Domani sarà pubblicamente processato nella piazza del mercato e poi
costretto a rendere l'anima al divino Osiride. E' proprio Osiride a volerlo,
l'ha detto uno dei due Padri, durante l'ultima cerimonia sacra in suo
onore".
La Regina ringraziò l'uomo e si allontanò sgomenta, rifugiandosi in un vicolo alla luce della luna e iniziò un pianto lento e abissale. Usurpare il Potere Regale era un errore umano. ma usurpare quello Sacerdotale era un atto ispirato dall'oscurità più cieca che risieda negli universi.
Si accasciò a terra e trascorse la notte tra gli spasmi di
dolore.
debdeashakti (continua)
Etichette:
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Fratellanza; Gerarchia; Grande Invocazione,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Piramide,
Sacerdotessa,
Sorellanza,
Tempio
mercoledì 7 gennaio 2015
una Storia d'Egitto - capitolo IV
La Regina non ebbe un attimo di esitazione. doveva tornare
indietro e assicurarsi coi propri occhi che nulla fosse più possibile, prima di
procedere con la sua decisione di abbandonare definitivamente la propria terra
e il proprio popolo, che amava come una Madre ama il figlio.
Mentre percorreva a ritroso la strada verso casa, coi piedi nudi e delicati privi dei calzari raffinati che sempre li avevano rivestiti in patria, sentiva il sangue scorrere attraverso le lacerazioni della carne e del cuore.
Mai due padri avrebbero dovuto avere in gestione un popolo, nemmeno se Iniziati ai Misteri della Madre: ma tantopiù i due Guerrieri usurpatori, pronti
fin da subito ad atti insani e punitivi.
Eppure, nella sua infinita saggezza,
la Regina sapeva che se ciò era stato possibile, il Fato e gli Dèi stavano
semplicemente manifestando la propria magnificenza, già dimostrata nell'atto di
dotare l'essere umano del potere della scelta. Il suo popolo era stato rapido
ad assimilare quello stolto pensiero, ancor più rapido ad accettare di buon
grado l'avvicendamento al potere.
Il divide et impera non si può imporre a coloro che restano saldi nel principio della Fratellanza.
La Regina sentì che presto quell'irresponsabile potere guerriero sarebbe dilagato nel mondo. E mai, neanche nella corsa che le lacerò la carne che intraprese per tornare indietro, pensò di potersi opporre a questo.
debdeashakti (continua)
Etichette:
Alchimia,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Piramide,
Sacerdotessa,
Shamballa
Iscriviti a:
Post (Atom)