mercoledì 14 gennaio 2015

una Storia d'Egitto - Capitolo VI


"Che cos'è successo alla terra?", domandò la Regina all'uomo, già sapendo la risposta.

"La terra si è spenta, straniera, e adesso non sa più nutrirci. Dovremo presto lasciare i campi e partire alla conquista di nuova terra".

"Ma la terra non si conquista, fratello. noi le apparteniamo e Lei ci nutre come una Madre. Che ne sarà dei fratelli che incontrerete sul vostro cammino e che vivono ancora come figli di Iside?"

"Li conquisteremo, straniera. E non chiamarmi fratello. E' proibito adesso. Nuove regole vigono nel Regno da quando i due Padri lo guidano".


La Regina rimase a riflettere per un po'. 
Sentiva che tutto ciò che aveva sempre insegnato al proprio popolo non poteva essersi estinto, forse era solo sopito nel torpore di quel cambiamento tanto rapido quanto violento.

"Ho sentito di un uomo condannato a lasciare il corpo prima che al divino Osiride piaccia di richiamarlo a sé. come è possibile?".

L'uomo sfoggiò un sorriso inquietante e compiaciuto.

"I due Padri hanno detto che ha violato le regole, mancando di rispetto alla loro autorità e mettendo così in pericolo l'intero Regno. Domani sarà pubblicamente processato nella piazza del mercato e poi costretto a rendere l'anima al divino Osiride. E' proprio Osiride a volerlo, l'ha detto uno dei due Padri, durante l'ultima cerimonia sacra in suo onore".


La Regina ringraziò l'uomo e si allontanò sgomenta, rifugiandosi in un vicolo alla luce della luna e iniziò un pianto lento e abissale. Usurpare il Potere Regale era un errore umano. ma usurpare quello Sacerdotale era un atto ispirato dall'oscurità più cieca che risieda negli universi. 
Si accasciò a terra e trascorse la notte tra gli spasmi di dolore.

debdeashakti (continua)


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