La Dea Doppia è un archetipo del passato che rappresenta l'idea della
sovranità femminile, in un contesto di antichi lignaggi sciamanici
caratterizzati da princìpi e pratiche di donne, che formarono la struttura
organizzativa delle più antiche culture del mondo prima del patriarcato.
Scolpite nella pietra, nell'osso, nell'argilla, dipinte sui muri o forgiate
come vasi, queste immagini di donne gemelle spesso condividono un unico
corpo, altre presentano una donna con due teste, altre ancora hanno i
fianchi congiunti con quattro seni chiaramente delineati. Gemelle che
si generano e rinnovano l'un l'altra, l'icona della dea doppia esprime
in modo positivo, salutare e dinamico i poli duali della nostra natura:
vita e morte, luce e tenebra, ovulazione e mestruazioni, ossia quello
che l'autrice chiama "la nostra intensa e singolare esistenza bipolare",
esortandoci a ripensare quanto ha di prezioso la nostra condizione biologica
e ad attingere alla potente corrente sotterranea dell'energia femminile
"che fluisce là dove siamo dai tempi
più antichi fino a oggi".
Dee, sacerdotesse, regine, sciamane, guerriere, streghe, donne; co-governatrici,
leader religiose e temporali, amanti, sorelle, amiche, madri e figlie,
tutte, ugualmente, sono contenute nell'archetipo della dea doppia, che,
come in uno specchio, si riflette nell'intimità del vincolo femminile.
Sono donne che condividono lo stesso lignaggio, la stessa trasmissione
della proprietà e della conoscenza, attraverso la linea femminile
di madre in figlia. Donne che si identificano in donne, donne che condividono
il potere e che ci forniscono un modello femminile egualitario di convivenza,
scambio, fiducia, amore, esortandoci ad acquisire nuove capacità
l'una dall'altra.
Non solo, esse ci forniscono anche un modello femminile di governo: le
regali regine che siedono sul trono, fianco a fianco, in posizione di
potere, o il corteo della Dea, seguita da due regine, in una cerimonia
intesa a conferire la regalità all'uomo che sta in piedi di fronte
a lei, sono immagini di grande potenza, che ci rimandano a un tempo in
cui i re ricevevano la loro legitttimazione dalle sacerdotesse che impersonavano
la Dea.
Queste testimonianze ci giungono da molte parti del mondo e da culture
di differenti periodi: dal Neolitico, dall'età del Bronzo, dal
periodo classico; dall'Africa del Nord, dall'Asia Centrale, dal Medio
Oriente, dall'India, dal Tibet, dall'Antica Europa e dalle aree del Mediterraneo
e dell'Egeo, e ci suggeriscono l'esistenza di un coerente lignaggio femminile,
forse mai interrotto, che si è espresso nei millenni attraverso
tortuosi legami di pratiche sciamaniche, rituali estatici e linguaggi
in codice. Una sorta di lingua segreta, sepolta nel passato e nascosta
nella storia recente: nelle arti tessili femminili con la loro storia
dei tessuti, nell'arte popolare con i suoi canti e le sue danze, nelle
tecniche di guarigione con i loro rimedi curativi e poteri magici, nelle
facoltà oracolari e profetiche.
tratto da: http://www.universitadelledonne.it/dea%20doppia.htm
Nessun commento:
Posta un commento