mercoledì 7 gennaio 2015

una Storia d'Egitto - capitolo IV



La Regina non ebbe un attimo di esitazione. doveva tornare indietro e assicurarsi coi propri occhi che nulla fosse più possibile, prima di procedere con la sua decisione di abbandonare definitivamente la propria terra e il proprio popolo, che amava come una Madre ama il figlio.


Mentre percorreva a ritroso la strada verso casa, coi piedi nudi e delicati privi dei calzari raffinati che sempre li avevano rivestiti in patria, sentiva il sangue scorrere attraverso le lacerazioni della carne e del cuore. 
Mai due padri avrebbero dovuto avere in gestione un popolo, nemmeno se Iniziati ai Misteri della Madre: ma tantopiù i due Guerrieri usurpatori, pronti fin da subito ad atti insani e punitivi. 
Eppure, nella sua infinita saggezza, la Regina sapeva che se ciò era stato possibile, il Fato e gli Dèi stavano semplicemente manifestando la propria magnificenza, già dimostrata nell'atto di dotare l'essere umano del potere della scelta. Il suo popolo era stato rapido ad assimilare quello stolto pensiero, ancor più rapido ad accettare di buon grado l'avvicendamento al potere. 

Il divide et impera non si può imporre a coloro che restano saldi nel principio della Fratellanza.


La Regina sentì che presto quell'irresponsabile potere guerriero sarebbe dilagato nel mondo. E mai, neanche nella corsa che le lacerò la carne che intraprese per tornare indietro, pensò di potersi opporre a questo.

debdeashakti (continua) 




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