"Un Tempo lontano, 108 Anime strinsero un Patto Sacro, che le vincolava di
vita in vita a prestare fede a quel Giuramento. Non sempre tutte le 108 Anime si incontravano tutte insieme in ogni esistenza, ma si narrava
che, se per caso o Sincronicità, fossero riuscite nell'intento,
un'enorme Energia capace di cambiare i Destini della Terra sarebbe
emanata da loro, raggiungendo la massa critica che avrebbe innescato un Cambiamento epocale.
Di vita in vita, di incarnazione in
incarnazione, le Stelle si incontrarono e rinsaldarono tra loro antichi e
nuovi Legami e questo permetteva sempre loro, ad ogni successivo
incontro in una nuova incarnazione, di riconoscersi intuitivamente e di
aiutarsi a vicenda a recuperare la Memoria dell'Antico Patto.
Una di
loro, ai Tempi del Patto Sacro, millenni e millenni prima, aveva assunto
su di sé l'incarico di radunarle tutte alla Fine dei Tempi, un'Epoca
lontanissima nello Spazio-Tempo, e di creare per loro una casa dove
potessero incontrarsi e ristabilire i vecchi Legami, mentre intanto si
aiutavano a vicenda nel recuperare le Antiche Memorie Perdute. Era
credenza comune e consolidata, ai Tempi del Patto Sacro, che l'Anima, il Daimon che Guida ciascuno di Noi sulla Terra, fosse una sorta di
Giocatore, che invia sul pianeta Terra un personaggio, un Avatar, ad
interagire col Pianeta. In base all'abilità e all'anzianità del
Giocatore, questo sa crearsi un personaggio sempre più forte e
accessoriato. non è sempre lo stesso, l'Avatar cambia ogni volta che il
Giocatore si stanca di giocare una partita e poi ne riprende un'altra. A
quel punto, crea un nuovo personaggio, spesso diverso per capacità, a
volte un Mago, a volte una Sacerdotessa, a volte un Guerriero. Quando
diventa abbastanza bravo con un personaggio lo utilizza di preferenza.
si narra, ma questa è solo una Leggenda, che quando un Avatar arriva al Livello massimo consentito dal Gioco, a quel punto il Giocatore stesso
non solo lo guida dal proprio Mondo, come ha sempre fatto in fondo, ma
può comunicare direttamente con Lui, perché a quel punto il personaggio
diventa cosciente di sé, di essere un personaggio e di essere al tempo
stesso un'Emanazione particolare del Giocatore.
Ebbene, il Patto Sacro stretto Mille e Mille anni fa fu un Impegno che 108 Anime presero
simultaneamente, in Tempi molto avversi alla fine della loro Civiltà, di
ritrovarsi dopo molto tempo e dopo molto aver fatto esperienza, con i
loro Avatar Umani perfettamente coscienti di Sé e del rapporto che li
lega al rispettivo Giocatore. Il Tempo dell'Adunanza e il Luogo
dell'Adunanza sono finalmente arrivati, Qui e Ora. Le capacità ancora un
po' arrugginite, certo, ma le Stelle hanno promesso di aiutarsi l'un
l'altra a recuperare le Antiche Facoltà, onorando così l'Antico Vincolo e
cambiando le sorti dell'Amato Pianeta Terra".
DebdeaShakti
http://hogwarts2014.forumfree.it/?t=69429805#lastpost
sabato 1 novembre 2014
Mito di Fondazione di Hogwarts2014, ovvero Le 108 stelle del Destino
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mercoledì 29 ottobre 2014
Triangol-Azioni Divine
Uno dei simboli più comuni e diffusi della Vagina sottolinea la Sacralità e il Potere Creativo dei Genitali Femminili. Si tratta del Triangolo rivolto verso il basso, la forma del pelo pubico femminile e, se la si potesse vedere, quella della struttura interna dell'Utero. Come mostrano gli artisti preistorici e di altri periodi, questo Triangolo è stato sempre associato ai Genitali Femminili. Dal Neolitico in poi, le figure che rappresentano Divinità Femminili in molte culture in tutto il mondo esibiscono il Triangolo Sessuale.
In Egitto l'ingresso della Camera della Regina nella Piramide di Cheope è indicato da un Triangolo rivolto verso il basso, mentre il primitivo carattere cuneiforme usato per indicare la parola "Donna" è un Triangolo con una linea mediana. Nella comunità gitana il più antico Geroglifico era un Triangolo.
Delta, la quarta lettera dell'alfabeto greco, è la Radice della parola greca che indica il Grembo, Delphys, e veniva usata per riferirsi alla forma del pube femminile. Quando è scritta in maiuscolo, del resto, ha la forma di un Triangolo; secondo la Suda (un lessico risalente all'XI secolo), è la lettera della Vulva. (...)
Per molte persone questo simbolo vaginale a tre lati assume un significato ancora più importante.
Pitagora e i suoi seguaci, che concepivano l'Universo come manifestazione di relazioni matematiche, consideravano Sacro il Triangolo, e la loro Vener-azione non era dovuta solo alla sua forma perfetta, ma anche al fatto che vi vedevano il Simbolo della Fertilità Universale, del Potere Generatore del Mondo come Energia pura e Fonte di tutti gli Esseri. E' curioso notare come queste Idee abbiano un'eco ancora oggi nel linguaggio moderno della logica, dove il Simbolo V indica l'Universo, tutto ciò che esiste.
Nell'India contemporanea il Triangolo rivolto verso il basso, dipinto di rosso, diventa il Simbolo fondamentale, o 'yantra' (equivalente visivo di un 'mantra'), della Femminilità e della Generazione. Per questo gli altari dei Templi indù mostrano spesso Triangoli Rossi (...).
Nelle credenze Tantriche, il Triangolo con la punta verso il basso è l'Emblema della Femminilità, di Shakti, dell'Energia Femminile e del Potere Creativo e Generativo Femminile. Simboleggia inoltre la Dea Suprema e viene considerato il Simbolo della Vita. Poiché lo Spazio non può essere circoscritto da meno di Tre linee, il Triangolo è il Simbolo Originario, "la prima forma simbolica emersa dal Caos che precede la Creazione".
Nel Buddhismo Tantrico è noto come 'Trikona' (Triangolo o Yoni), ed è considerato "Fonte del Dharma (il Principio Cosmico indù)" o "Porta da cui tutto nasce".
Storia di V, Biografia del Sesso Femminile - Catherine Blackledge
In Egitto l'ingresso della Camera della Regina nella Piramide di Cheope è indicato da un Triangolo rivolto verso il basso, mentre il primitivo carattere cuneiforme usato per indicare la parola "Donna" è un Triangolo con una linea mediana. Nella comunità gitana il più antico Geroglifico era un Triangolo.
Delta, la quarta lettera dell'alfabeto greco, è la Radice della parola greca che indica il Grembo, Delphys, e veniva usata per riferirsi alla forma del pube femminile. Quando è scritta in maiuscolo, del resto, ha la forma di un Triangolo; secondo la Suda (un lessico risalente all'XI secolo), è la lettera della Vulva. (...)
Per molte persone questo simbolo vaginale a tre lati assume un significato ancora più importante.
Pitagora e i suoi seguaci, che concepivano l'Universo come manifestazione di relazioni matematiche, consideravano Sacro il Triangolo, e la loro Vener-azione non era dovuta solo alla sua forma perfetta, ma anche al fatto che vi vedevano il Simbolo della Fertilità Universale, del Potere Generatore del Mondo come Energia pura e Fonte di tutti gli Esseri. E' curioso notare come queste Idee abbiano un'eco ancora oggi nel linguaggio moderno della logica, dove il Simbolo V indica l'Universo, tutto ciò che esiste.
Nell'India contemporanea il Triangolo rivolto verso il basso, dipinto di rosso, diventa il Simbolo fondamentale, o 'yantra' (equivalente visivo di un 'mantra'), della Femminilità e della Generazione. Per questo gli altari dei Templi indù mostrano spesso Triangoli Rossi (...).
Nelle credenze Tantriche, il Triangolo con la punta verso il basso è l'Emblema della Femminilità, di Shakti, dell'Energia Femminile e del Potere Creativo e Generativo Femminile. Simboleggia inoltre la Dea Suprema e viene considerato il Simbolo della Vita. Poiché lo Spazio non può essere circoscritto da meno di Tre linee, il Triangolo è il Simbolo Originario, "la prima forma simbolica emersa dal Caos che precede la Creazione".
Nel Buddhismo Tantrico è noto come 'Trikona' (Triangolo o Yoni), ed è considerato "Fonte del Dharma (il Principio Cosmico indù)" o "Porta da cui tutto nasce".
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Venere, la Dea Alchemica ovvero il Nome segreto di Roma
Venere-Rame
riluce in Marte-Ferro; pertanto, secondo l'Esoterismo Ermetico-Alchemico espresso nella Spirale, il Nome-Sostanza primigenia è
Amor, che diviene il Potere Marte.
Amor (Nome Primordiale dell'Urbe, metafisicamente anteriore a Roma) rettificato è lo stesso Marte; ecco l'Androginia di cui parlavamo (...) la Forza risolve la sua Natura Femminile (Venere) in quella Maschile (Marte); con la natura marziale inizia la Via di Roma e quindi Roma stessa, essotericamente, la sua Storia.
La natura marziale, quindi, ha in sé quella venerea, essendone la Individuazione, proprio in forza di quella Androginia del Primordiale. Questa idea può essere resa più chiara facendo riferimento alla dottrina del Tantrismo metafisico e speculativo: il Principio Maschile dell'Individuazione (Puruscha nel Samkhia) è Shiva, la Prakrti o 'Natura' è Shakti, come Sua Sposa e Sua Potenza, dalla loro unione-amplesso procede il mondo. Shiva determina il moto 'non agendo' (come il motore immobile di Aristotele o il wei wu wei taoista), egli è l'iniziativa, ma la Generatrice è solo Shakti.
Essendo la Tradizione universale, possiamo trasporre, per analogia, questi significati nella Romanità: allo Shiva della Tradizione indù corrisponde sia la Virtus Solare (di Enea) che prepara e mette in movimento ciò che sarà la Romanità, sia la Forza-Marte, come Solfo esteriore e principio base della virilità, che inizia la Via Eroica; Shakti è invece la Sposa e/o Potenza della Virtus solare e della qualità Marte, individuanti e fissanti. Nella dimensione Ermetica della Romanità, tale entità è Venere in relazione al Marte 'iniziale' ed è Mercurio-Forza di Vita in relazione al Marte finale che si avvia verso l'Oro.
è questo il senso dell'Androginia da noi richiamata.
Ancor più probante è, a tal proposito, una rilevante osservazione fatta da Evola in 'Metafisica del sesso' dove, trattando delle Divinità femminili della Guerra e della Vittoria (Venus Victrix, Ishtar detta "Signora delle Armi') ed evidenziando il fatto che qui, nel significato Sacro dell'esperienza bellica, la Forza (che ha natura femminile) è evocata come Potenza di distruzione e travolgimento, aggiunge: "E' a tale stregua che la stessa Afrodite assume i tratti di una Divinità guerriera, col significato esoterico di Potenza, di Shakti di Ares-Marte ..
In ciò vi è l'autorevolissima conferma di quanto da noi dianzi riferito: effettivamente Venere (sia come Forza Cosmica di coesione inerente il momento della fondazione della Città, cioè Venus Genetrix, sia come terribile Venus Victrix e quindi rispettivamente in relazione col Marte 'iniziale' e con il Marte in piena Azione Eroica) è la Sposa di Marte. Non solo, ma nel passo su citato, poiché vi usano dei termini e dei significati desunti dallaTradizione indù, in ordine alla Androginia Shiva-Shakti, è lecito pensare che lo stesso Evola abbia voluto far intravedere proprio la dimensione Esoterica della Forza Ares-Marte, cioè la sua Androginia, nel momento che ha creduto opportuno per tale Entità usare la parola Shakti.
il Nome Segreto di Roma, Metafisica della Romanità - Giandomenico Casalino
Amor (Nome Primordiale dell'Urbe, metafisicamente anteriore a Roma) rettificato è lo stesso Marte; ecco l'Androginia di cui parlavamo (...) la Forza risolve la sua Natura Femminile (Venere) in quella Maschile (Marte); con la natura marziale inizia la Via di Roma e quindi Roma stessa, essotericamente, la sua Storia.
La natura marziale, quindi, ha in sé quella venerea, essendone la Individuazione, proprio in forza di quella Androginia del Primordiale. Questa idea può essere resa più chiara facendo riferimento alla dottrina del Tantrismo metafisico e speculativo: il Principio Maschile dell'Individuazione (Puruscha nel Samkhia) è Shiva, la Prakrti o 'Natura' è Shakti, come Sua Sposa e Sua Potenza, dalla loro unione-amplesso procede il mondo. Shiva determina il moto 'non agendo' (come il motore immobile di Aristotele o il wei wu wei taoista), egli è l'iniziativa, ma la Generatrice è solo Shakti.
Essendo la Tradizione universale, possiamo trasporre, per analogia, questi significati nella Romanità: allo Shiva della Tradizione indù corrisponde sia la Virtus Solare (di Enea) che prepara e mette in movimento ciò che sarà la Romanità, sia la Forza-Marte, come Solfo esteriore e principio base della virilità, che inizia la Via Eroica; Shakti è invece la Sposa e/o Potenza della Virtus solare e della qualità Marte, individuanti e fissanti. Nella dimensione Ermetica della Romanità, tale entità è Venere in relazione al Marte 'iniziale' ed è Mercurio-Forza di Vita in relazione al Marte finale che si avvia verso l'Oro.
è questo il senso dell'Androginia da noi richiamata.
Ancor più probante è, a tal proposito, una rilevante osservazione fatta da Evola in 'Metafisica del sesso' dove, trattando delle Divinità femminili della Guerra e della Vittoria (Venus Victrix, Ishtar detta "Signora delle Armi') ed evidenziando il fatto che qui, nel significato Sacro dell'esperienza bellica, la Forza (che ha natura femminile) è evocata come Potenza di distruzione e travolgimento, aggiunge: "E' a tale stregua che la stessa Afrodite assume i tratti di una Divinità guerriera, col significato esoterico di Potenza, di Shakti di Ares-Marte ..
In ciò vi è l'autorevolissima conferma di quanto da noi dianzi riferito: effettivamente Venere (sia come Forza Cosmica di coesione inerente il momento della fondazione della Città, cioè Venus Genetrix, sia come terribile Venus Victrix e quindi rispettivamente in relazione col Marte 'iniziale' e con il Marte in piena Azione Eroica) è la Sposa di Marte. Non solo, ma nel passo su citato, poiché vi usano dei termini e dei significati desunti dallaTradizione indù, in ordine alla Androginia Shiva-Shakti, è lecito pensare che lo stesso Evola abbia voluto far intravedere proprio la dimensione Esoterica della Forza Ares-Marte, cioè la sua Androginia, nel momento che ha creduto opportuno per tale Entità usare la parola Shakti.
il Nome Segreto di Roma, Metafisica della Romanità - Giandomenico Casalino

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sabato 25 ottobre 2014
Conciliare gli Opposti Complementari
Mormora... la gente mormora... falla tacere praticando l'allegria...
Ma all'occorrenza anche un bel flogger non guasta.
debdeashakti
Ma all'occorrenza anche un bel flogger non guasta.
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venerdì 24 ottobre 2014
la Porta Alchemica
Donna di cultura eccezionale e dotata di un grande amore per il sapere, Cristina di Svezia aveva la capacità di conciliare arte e scienza, filosofia e religione, ricerca interiore e vita brillante, come dimostrano i suoi interessi culturali e la sua partecipazione ad accademie di vario tipo. La vivacità del suo ingegno si manifestava attraverso la sua attrazione sia per le materie scientifiche, come la matematica e l'astronomia, che per quelle artistiche, come la musica, il teatro, la letteratura. Noto è il suo mecenatismo verso scienziati e artisti.
Ma la sua passione era soprattutto l'Alchimia.
Personalità complessa e anticonformista, la "Regina di Roma", che aveva rinunciato a un regno per seguire i suoi impulsi sapienziali e religiosi, riuniva a Palazzo Riario, alla Lungara, personaggi di spicco della cultura e della scienza tra cui il famoso matematico Athanasius Kircher, il marchese Francesco Maria Santinelli e il marchese Massimiliano Palombara, il cui nome è associato alla misteriosa Porta di Piazza Vittorio che si può ammirare ancora oggi sull'Esquilino a Roma.
La Porta Magica o Ermetica di Piazza Vittorio può essere considerata un piccolo, ma esauriente, trattato d'Alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla Grande Opera, cioè alla "Trasformazione del piombo in Oro".
Nella cornice esterna del medaglione circolare della Porta troviamo un'epigrafe in cui è espresso il concetto di Trinità:
TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO
MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS
Tre sono le cose mirabili. Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno.
In alto sull'architrave, scritta in ebraico, è l'invocazione allo Spirito Santo: "Ruah Elohim". nulla si può operare senza il Suo aiuto, segue l'avvertimento che non si passa attraverso la Porta, senza l'uccisione del Drago che ne sta a guardia:
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT
DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON
GUSTASSET IASON
Il Drago delle Esperidi custodisce l'ingresso del Magico Giardino e senza Alcide (Ercole), Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide".
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
Ma la sua passione era soprattutto l'Alchimia.
Personalità complessa e anticonformista, la "Regina di Roma", che aveva rinunciato a un regno per seguire i suoi impulsi sapienziali e religiosi, riuniva a Palazzo Riario, alla Lungara, personaggi di spicco della cultura e della scienza tra cui il famoso matematico Athanasius Kircher, il marchese Francesco Maria Santinelli e il marchese Massimiliano Palombara, il cui nome è associato alla misteriosa Porta di Piazza Vittorio che si può ammirare ancora oggi sull'Esquilino a Roma.
La Porta Magica o Ermetica di Piazza Vittorio può essere considerata un piccolo, ma esauriente, trattato d'Alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla Grande Opera, cioè alla "Trasformazione del piombo in Oro".
Nella cornice esterna del medaglione circolare della Porta troviamo un'epigrafe in cui è espresso il concetto di Trinità:
TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO
MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS
Tre sono le cose mirabili. Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno.
In alto sull'architrave, scritta in ebraico, è l'invocazione allo Spirito Santo: "Ruah Elohim". nulla si può operare senza il Suo aiuto, segue l'avvertimento che non si passa attraverso la Porta, senza l'uccisione del Drago che ne sta a guardia:
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT
DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON
GUSTASSET IASON
Il Drago delle Esperidi custodisce l'ingresso del Magico Giardino e senza Alcide (Ercole), Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide".
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
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giovedì 23 ottobre 2014
la Fata Redenta e Redentrice
Si dice che il ferro bruci le Fate.
E un'Era adatta agli uomini di ferro respinge lontano la Magia di creature incontaminate dall'odio, dall'avidità e dal potere come lo intendono i pesanti uomini del ferro.
Se entrambe le creature, le Magiche Signore della brughiera e i pesanti uomini di ferro, con le loro leggere donne di latta, plasmate a loro immagine e somiglianza, solo un po' più graziose e affettate, si trovano a condividere lo spazio della terra per qualche tempo, presto o tardi dovranno incontrarsi.
Le Magiche Signore della Natura e degli animali, con le loro possenti corna, simbolo di fertilità e vitalità inesauribile e con le loro forti ali che le portano al di là delle nuvole senza sforzo, sanno che quando l'Era del ferro ciclicamente torna, i pesanti piccoli uomini che verranno a condividere il mondo con loro commetteranno con leggerezza ogni forma di stolto sopruso, fino a commettere quello supremo: il sacrilegio di profanare la Natura e il suo Piccolo Popolo. Di più: arriveranno a sfidare le Potenti e Magiche Signore delle lande incontaminate per rubare quello che per loro, piccoli ciechi umani, è il bene supremo: la terra con tutti i suoi tesori. Arriveranno, per riuscire nell'intento, a commettere qualsiasi atto indecente: menzogna, prevaricazione, tradimento, al fine di avere sul capo una corona di ferro.
Sciocco balocco che mai sostituirà il potere di chi nasce con le corna.
Qualcuno lassù e qualcuno quaggiù, che ci piace chiamare il Signore e la Signora, lo Spirito e la sua Sposa che crea incessantemente dalla propria energia, decretarono che un giorno l'Uomo avrebbe avuto una Vera Corona tutta d'Oro, ma non sarebbe stata un inutile orpello sostitutivo, seppure forgiata coi più nobili metalli per cui i piccoli uomini sarebbero stati disposti a uccidere. No. La vera Corona dell'Uomo sarebbe stata un dono naturale, come le corna sulle Figlie e i Figli della Dea della Natura e sarebbe stata il simbolo di quel Matrimonio Sacro compiuto tra la Natura e lo Spirito. Chiunque avesse voluto avere sul suo capo questa indistruttibile e insottraibile Corona, avrebbe dovuto rispettare un solo Comandamento: per ottenere il potere su se stesso e solo dopo quello di governare la Terra e l'Umanità, una Signora delle lande avrebbe dovuto amarlo e benedirlo, accertandosi della purezza del suo Cuore.
Alcuni, saggiamente, rispettarono l'antico patto con gli Dèi, che sono il Dio e la Dea uniti in Sacre Nozze nei Cuori di tutte le creature.
Ma i più stolti usurparono il potere.
No, non fu per loro facile, e pagarono a caro prezzo l'inimicizia di una Signora della brughiera: follia, ossessione, e un cuore pietrificato. Questi erano i doni che meritavano tali stolte imprese.
Si narra che una Signora, la più potente, nella strenua lotta per salvare la Terra e le Creature di cui era Protettrice, accolse in sé l'odio e la vendetta, seppure solo per pochi istanti. Troppa era la crudeltà a cui era stata soggetta, Lei che invero amava l'Uomo e avrebbe voluto aiutarlo ad amare la Natura e a proteggerla come solo Lei sapeva insegnare.
E fu così che la bella Signora dagli occhi trasparenti e dal potere incommensurabile, si perse. Accecata dal dolore del tradimento, ancor più feroce per creature che non sanno concepirlo. Lo maledisse, lui e la sua progenie, e fu da allora che l'antica Signora, vista un tempo come Reggitrice del pianeta, fu percepita dai piccoli umani come una Malefica presenza, sempre pronta a punire e vendicarsi con loro, che accrebbero l'odio verso di Lei, votandosi a combatterla fino alla Fine dei Tempi.
Ma un giorno nacque una bambina.
Anche Lei, come tutte le figlie degli uomini, sarebbe stata soggetta all'antico maleficio: raggiunta l'adolescenza, sarebbe caduta in un sonno simile alla morte e la sua coscienza irrimediabilmente persa. I piccoli sciocchi uomini amavano raccontare alle loro figlie e figli che un giorno un aitante principe sarebbe arrivato a risvegliare la fanciulla con un Bacio d'Amore. Ma l'antica Signora, ormai guarita dal suo accecamento a opera delle basse passioni umane, che aveva seguito come un'Ombra la bambina per tutta la sua esistenza, era al suo capezzale quando Lei si addormentò. Posò le sue labbra sulla piccola fronte e Lei aprì gli occhi all'istante: nessuna paura nel suo sguardo, alla vista dell'antica magica Signora, solo un Amore incondizionato, così come quello che la Signora provava per Lei.
Una Corona d'Oro e di Luce fiorì sul capo della bambina e l'antica Signora finalmente seppe che era arrivata la giusta Erede del suo Antico Regno, una Creatura Umana con Coscienza Magica, capace di amare tanto la Luce quanto l'Ombra e soprattutto di essere una Saggia Regina per governare tutta la Terra.
Un consorte sarebbe arrivato, ma in fondo, il bacio salvifico, sarebbe stato quello che la piccola Regina avrebbe dato a lui.
Solo così avrebbe guadagnato anche lui, col tempo, la sua Corona d'Oro e di Luce.
debdeashakti
E un'Era adatta agli uomini di ferro respinge lontano la Magia di creature incontaminate dall'odio, dall'avidità e dal potere come lo intendono i pesanti uomini del ferro.
Se entrambe le creature, le Magiche Signore della brughiera e i pesanti uomini di ferro, con le loro leggere donne di latta, plasmate a loro immagine e somiglianza, solo un po' più graziose e affettate, si trovano a condividere lo spazio della terra per qualche tempo, presto o tardi dovranno incontrarsi.
Le Magiche Signore della Natura e degli animali, con le loro possenti corna, simbolo di fertilità e vitalità inesauribile e con le loro forti ali che le portano al di là delle nuvole senza sforzo, sanno che quando l'Era del ferro ciclicamente torna, i pesanti piccoli uomini che verranno a condividere il mondo con loro commetteranno con leggerezza ogni forma di stolto sopruso, fino a commettere quello supremo: il sacrilegio di profanare la Natura e il suo Piccolo Popolo. Di più: arriveranno a sfidare le Potenti e Magiche Signore delle lande incontaminate per rubare quello che per loro, piccoli ciechi umani, è il bene supremo: la terra con tutti i suoi tesori. Arriveranno, per riuscire nell'intento, a commettere qualsiasi atto indecente: menzogna, prevaricazione, tradimento, al fine di avere sul capo una corona di ferro.
Sciocco balocco che mai sostituirà il potere di chi nasce con le corna.
Qualcuno lassù e qualcuno quaggiù, che ci piace chiamare il Signore e la Signora, lo Spirito e la sua Sposa che crea incessantemente dalla propria energia, decretarono che un giorno l'Uomo avrebbe avuto una Vera Corona tutta d'Oro, ma non sarebbe stata un inutile orpello sostitutivo, seppure forgiata coi più nobili metalli per cui i piccoli uomini sarebbero stati disposti a uccidere. No. La vera Corona dell'Uomo sarebbe stata un dono naturale, come le corna sulle Figlie e i Figli della Dea della Natura e sarebbe stata il simbolo di quel Matrimonio Sacro compiuto tra la Natura e lo Spirito. Chiunque avesse voluto avere sul suo capo questa indistruttibile e insottraibile Corona, avrebbe dovuto rispettare un solo Comandamento: per ottenere il potere su se stesso e solo dopo quello di governare la Terra e l'Umanità, una Signora delle lande avrebbe dovuto amarlo e benedirlo, accertandosi della purezza del suo Cuore.
Alcuni, saggiamente, rispettarono l'antico patto con gli Dèi, che sono il Dio e la Dea uniti in Sacre Nozze nei Cuori di tutte le creature.
Ma i più stolti usurparono il potere.
No, non fu per loro facile, e pagarono a caro prezzo l'inimicizia di una Signora della brughiera: follia, ossessione, e un cuore pietrificato. Questi erano i doni che meritavano tali stolte imprese.
Si narra che una Signora, la più potente, nella strenua lotta per salvare la Terra e le Creature di cui era Protettrice, accolse in sé l'odio e la vendetta, seppure solo per pochi istanti. Troppa era la crudeltà a cui era stata soggetta, Lei che invero amava l'Uomo e avrebbe voluto aiutarlo ad amare la Natura e a proteggerla come solo Lei sapeva insegnare.
E fu così che la bella Signora dagli occhi trasparenti e dal potere incommensurabile, si perse. Accecata dal dolore del tradimento, ancor più feroce per creature che non sanno concepirlo. Lo maledisse, lui e la sua progenie, e fu da allora che l'antica Signora, vista un tempo come Reggitrice del pianeta, fu percepita dai piccoli umani come una Malefica presenza, sempre pronta a punire e vendicarsi con loro, che accrebbero l'odio verso di Lei, votandosi a combatterla fino alla Fine dei Tempi.
Ma un giorno nacque una bambina.
Anche Lei, come tutte le figlie degli uomini, sarebbe stata soggetta all'antico maleficio: raggiunta l'adolescenza, sarebbe caduta in un sonno simile alla morte e la sua coscienza irrimediabilmente persa. I piccoli sciocchi uomini amavano raccontare alle loro figlie e figli che un giorno un aitante principe sarebbe arrivato a risvegliare la fanciulla con un Bacio d'Amore. Ma l'antica Signora, ormai guarita dal suo accecamento a opera delle basse passioni umane, che aveva seguito come un'Ombra la bambina per tutta la sua esistenza, era al suo capezzale quando Lei si addormentò. Posò le sue labbra sulla piccola fronte e Lei aprì gli occhi all'istante: nessuna paura nel suo sguardo, alla vista dell'antica magica Signora, solo un Amore incondizionato, così come quello che la Signora provava per Lei.
Una Corona d'Oro e di Luce fiorì sul capo della bambina e l'antica Signora finalmente seppe che era arrivata la giusta Erede del suo Antico Regno, una Creatura Umana con Coscienza Magica, capace di amare tanto la Luce quanto l'Ombra e soprattutto di essere una Saggia Regina per governare tutta la Terra.
Un consorte sarebbe arrivato, ma in fondo, il bacio salvifico, sarebbe stato quello che la piccola Regina avrebbe dato a lui.
Solo così avrebbe guadagnato anche lui, col tempo, la sua Corona d'Oro e di Luce.
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la Regina e l'Ars Regia
La figura di Cristina è legata alla storia dell'alchimia: la sua vita si svolse in uno dei secoli più importanti per la ricerca dell' "Oro Filosofale". E continua ad esserlo tutt'ora. Non a caso è stata donata alla biblioteca dell'Accademia dei Lincei residente a Palazzo Corsini, l'antico Palazzo Riario, una delle più ricche collezioni di manoscritti e stampe rare di ermetismo alchemico: il fondo Verginelli-Rota. iInfatti, nel catalogo della collezione Vinci-Verginelli, il dotto umanista scrive: "a me, che ho fatto donazione dei miei libri ermetici, fa uno strano sentire assistere al 'ritorno' di questi libri alchemici alla sede che è storicamente e qualitativamente la più propria per essi: Palazzo Corsini, la Reggia di Cristina, amica di alchimisti e alchimistecheggiante ella stessa".
A Roma, in occasione del III centenario della sua morte nell'aprile 1984, è stato tenuto nella Sala Borromini un convegno internazionale: "Opus Niger: gli scienziati alla corte romana di Cristina di Svezia", cui hanno partecipato numerosi studiosi di tutto il mondo, dove è stato messo in evidenza il vivo interesse della Regina per le Scienze.
L'Alchimia o Magia Trasmutatoria ha per scopo il compimento della Grande Opera, cioè la restaurazione nell'individuo degli Antichi Poteri Regali. Tutte le tradizioni parlano di uno Stato Edenico, di un'Età dell'Oro da cui l'uomo è decaduto. Per riconquistare quello stato primigenio è necessario seguire delle pratiche particolari, un 'iter' simboleggiato dalle fatiche di Ercole, di Teseo, dalla conquista del Vello d'Oro.
La prima operazione magica l'Adepto la deve compiere su se stesso, trasmutando i propri 'metalli vili' in Oro, cioè trasformando le facoltà comuni in facoltà umane divinizzate. La realizzazione alchemica si esprime anche in termini di conquista della 'Pietra Filosofale': chi possiede tale pietra può operare la Trasmutazione dei metalli vili in Oro.
Cristina si trovò fin da giovanissima a contatto con l'alchimia (...) secondo Van Lennep, gli alchimisti erano ben accolti alla corte di Svezia al tempo di re Gustavo Adolfo e afferma che sua figlia Cristina ebbe un vivo interesse per la scienza di Hermete: "Questa Regina era stata Iniziata ai segreti della Trasmutazione Alchemica dal Sendivogius.(...) l'interesse di Cristina per l'Alchimia si estrinsecò soprattutto a Roma quando, probabilmente attraverso F.M.Santinelli (autore delle tre belle canzoni alchemiche dal titolo 'Lux Obnubilata', conobbe il marchese di Palombara e frequentò il suo "laboratorio". Infatti il nome di Cristina a Roma è legato alla Porta Magica di Piazza Vittorio Emanuele II, uno degli ingressi secondari della Villa Palombara sull'Esquilino. La Porta Magica è uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi, famosa per i suoi simboli e le sue iscrizioni.(...)
Sebbene la Roma del secolo XVII, in cui vigeva ancora l'inquisizione, fosse l'ambiente meno adatto alla diffusione delle idee ermetiche, proprio nella sede del Papato esisteva un filone Tradizionale, ai margini dell'ortodossia e in convivenza con essa. malgrado l'Astrologia e l'Alchimia fossero bandite e condannate dalla Chiesa cattolica, molti prelati se ne interessavano anche praticamente (Athanasius Kircher, il Cardinale Azzolino e altri).
Alla base di tali dottrine è un Universo Vivo, animato da forze sottili; legami invisibili uniscono Cielo e Terra; i vari linguaggi dei metalli, delle piante, delle pietre, degli animali sono in corrispondenza col linguaggio degli astri, delle costellazioni, dei pianeti ("come in Alto, così in Basso"). L'Alchimista, nella solitudine del suo laboratorio, intento alla trasformazione della materia, nel suo "athanor", cercava di realizzare le "Nozze Alchemiche", cioè una perfetta armonia tra Spirito e Materia, tra Uomo e Cosmo.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini

A Roma, in occasione del III centenario della sua morte nell'aprile 1984, è stato tenuto nella Sala Borromini un convegno internazionale: "Opus Niger: gli scienziati alla corte romana di Cristina di Svezia", cui hanno partecipato numerosi studiosi di tutto il mondo, dove è stato messo in evidenza il vivo interesse della Regina per le Scienze.
L'Alchimia o Magia Trasmutatoria ha per scopo il compimento della Grande Opera, cioè la restaurazione nell'individuo degli Antichi Poteri Regali. Tutte le tradizioni parlano di uno Stato Edenico, di un'Età dell'Oro da cui l'uomo è decaduto. Per riconquistare quello stato primigenio è necessario seguire delle pratiche particolari, un 'iter' simboleggiato dalle fatiche di Ercole, di Teseo, dalla conquista del Vello d'Oro.
La prima operazione magica l'Adepto la deve compiere su se stesso, trasmutando i propri 'metalli vili' in Oro, cioè trasformando le facoltà comuni in facoltà umane divinizzate. La realizzazione alchemica si esprime anche in termini di conquista della 'Pietra Filosofale': chi possiede tale pietra può operare la Trasmutazione dei metalli vili in Oro.
Cristina si trovò fin da giovanissima a contatto con l'alchimia (...) secondo Van Lennep, gli alchimisti erano ben accolti alla corte di Svezia al tempo di re Gustavo Adolfo e afferma che sua figlia Cristina ebbe un vivo interesse per la scienza di Hermete: "Questa Regina era stata Iniziata ai segreti della Trasmutazione Alchemica dal Sendivogius.(...) l'interesse di Cristina per l'Alchimia si estrinsecò soprattutto a Roma quando, probabilmente attraverso F.M.Santinelli (autore delle tre belle canzoni alchemiche dal titolo 'Lux Obnubilata', conobbe il marchese di Palombara e frequentò il suo "laboratorio". Infatti il nome di Cristina a Roma è legato alla Porta Magica di Piazza Vittorio Emanuele II, uno degli ingressi secondari della Villa Palombara sull'Esquilino. La Porta Magica è uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi, famosa per i suoi simboli e le sue iscrizioni.(...)
Sebbene la Roma del secolo XVII, in cui vigeva ancora l'inquisizione, fosse l'ambiente meno adatto alla diffusione delle idee ermetiche, proprio nella sede del Papato esisteva un filone Tradizionale, ai margini dell'ortodossia e in convivenza con essa. malgrado l'Astrologia e l'Alchimia fossero bandite e condannate dalla Chiesa cattolica, molti prelati se ne interessavano anche praticamente (Athanasius Kircher, il Cardinale Azzolino e altri).
Alla base di tali dottrine è un Universo Vivo, animato da forze sottili; legami invisibili uniscono Cielo e Terra; i vari linguaggi dei metalli, delle piante, delle pietre, degli animali sono in corrispondenza col linguaggio degli astri, delle costellazioni, dei pianeti ("come in Alto, così in Basso"). L'Alchimista, nella solitudine del suo laboratorio, intento alla trasformazione della materia, nel suo "athanor", cercava di realizzare le "Nozze Alchemiche", cioè una perfetta armonia tra Spirito e Materia, tra Uomo e Cosmo.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini



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