mercoledì 10 settembre 2014

il Risveglio della Dea, il mio Calendario senza Tempo

Il Calendario 201* - il Risveglio della Dea è un itinerario da contemplare e si rivolge soprattutto a coloro che hanno "occhi per vedere". Non è scontato infatti saper vedere oltre il velo, oltre la superficie, anche quando è un riflesso bellissimo del creato.

La forma, quella femminile per eccellenza, è come una "terribile schiera spiegata a vessillo", direbbe il Cantico dei Cantici, la sua forza evocativa è tremenda, tanto da volerla dominare, anziché conoscerla fino in fondo, e l'uomo se ne accosta con "timore e tremore", come davanti all'esperienza del sacro. Ogni uomo o donna che sia ne può essere soggiogato o liberato al contempo.

E' dunque un Cammino Iniziatico, un itinerario di trasformazione, quanto viene proposto dall'artista protagonista profondamente Femmina, Donna e Dea, che lo offre "aperta-mente", come testimoniano le antiche immagini dei templi indù che cantano l'eterna unione cosmica del Maschile e del Femminile.

Nelle sue pose, di volta in volta sempre più oscene, di un'ostentazione però mai banale o costruita, c'è un invito ad 'andare oltre', un disvelamento del Mistero non per fermarsene alla soglia, ma per cogliere tutta la sua sapienza. Solo i "forti" possono davvero contemplarlo e al tempo stesso fruirne appieno.

Volutamente qui c'è una sfida che va accolta e oltrepassata. I veli della femminilità sono tolti e per questo il Mistero si fa ancora più grande e torna ad essere velato per chi giudica coi soliti parametri del bene e del male, o semplicemente guarda per puro e semplice godimento.

Anche la scelta dei simboli che accompagnano questo nudo che si offre a chi guarda con purezza e devozione, senza ambiguità, va intesa in questo senso.

Un monito a saper vedere il Divino proprio in quelle forme al cospetto delle quali siamo maggiormente propensi a dimenticarcene, rigettandole scandalizzati.
Nulla è profano però, lo è solo ciò che non si riesce a riscattare dal banale, dallo scorrere incosciente del tempo e delle cose e pertanto lo si rende un peccato, lo si sciupa.

Ecco che le immagini qui proposte sono decisamente e volutamente "forti", abbinate anche in modo provocatorio per far "disarticolare la mente", troppo ristretta e chiusa in confini abituali e forse troppo materiali. Un invito a uscire dal "Tempio fatto di pietra" per incontrare la realtà del "Tempio fatto di carne".

Questo è anche il messaggio del Tantra e del Cristianesimo stesso, proposti qui attraverso dei simboli, la rappresentazione nuda e cruda del Lingam, la Yoni femminile, il Rosario.

Due Vie queste, il Tantra e il Cristianesimo stesso, viste come antitetiche, ma che in realtà sono unite dal Mistero del Divino che prende forma nel corpo dell'Uomo e di cui la Donna è custode sacra e tramite di salvezza.

Non è meno scandalosa la "discesa nella carne" di cui narra il Vangelo con l'Incarnazione, rispetto al Tantra, nel considerare il corpo umano segno e psicodiagramma del cosmo divinizzato: la Shakti potenza stessa di Shiva.

L'autrice di questo Calendario e queste mie righe di commento vogliono testimoniare questa possibile trasformazione iniziatica dove la sessualità, la passione e la bellezza, la religione e la spiritualità, sono considerate un'unica Via di Redenzione, non tralasciando nessun passaggio dall'impuro al puro, perché di fatto questa distinzione non esiste, ma c'è solo un unico cammino di maturazione e Risveglio personale al Divino.

Il Calendario 201* - Il Risveglio della Dea
vuole farci cogliere la potenza iniziatica del femminile, così vicina alla vita, non avendone paura, ma amandola fino in fondo.

 
Divya Shakti (Alberto C.), Teologo, Antropologo, Scrittore e Maestro di Yoga
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martedì 9 settembre 2014

fanciulla Maddy, fanciulla Kore

Gesù esaltò molti valori tipici delle società matriarcali, messi in evidenza dall'archeologa Marija Gimbutas: l'antica abitudine di condividere anziché opprimere, di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi, valori di affiliazione e di unione e non di dominio, valori di giustizia e bellezza in una società pacifica e ugualitaria, tutti raggiungibili se si ha una concezione globale della realtà umana, dove i confini tra ciò che è visibile e ciò che non lo è sono labili, in una dimensione spesso identificata con l'acqua del mare, ossia con l'inconscio. Un segno di riconoscimento dei primi cristiani fu inoltre il 'pesce', simbolo identificativo anche di Persefone. Maria Maddalena, considerata dagli gnostici come Sofia, aveva come simbolo il 'pesce', animale acquatico e connesso con il mare. Il mutismo del pesce simboleggiava inoltre il silenzio a cui era obbligato l'iniziato, che doveva eliminare tutti gli ostacoli che si frapponevano alla sua visione interiore.
Karol Kerényi, nel suo studio 'Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia', afferma che in connessione con la festa dei Misteri in Eleusi si rappresentava l'emergere di una Dea dal mare: una fanciulla nasceva da una conchiglia simboleggiando come Afrodite, fanciulla divina, l'amore nella sua forma fisica. Si dice che la bella Phryne fosse una 'prostituta'. Il riferimento alla prostituta rimanda alla figura della Maddalena, nell'accezione di cui abbiamo già avuto modo di discutere. Ricordo, infatti, che per gli gnostici questo ruolo simboleggiava l'aspetto di Sofia che, inconsapevole della sua natura divina, si concedeva a molti amanti, mostrando la sua natura infedele; ma allorquando Sofia conquistava la consapevolezza della sua origine divina, un principio informatore di carattere spirituale guidava la sua vita e la prostituta, una volta redenta, trovava la sua vera Madre divina.


Maria Maddalena fu quindi considerata una prostituta probabilmente perché aveva svolto lo stesso ruolo di Phryne nei Misteri della Dea; nella parte finale dei Misteri eleusini avveniva il ricongiungimento della fanciulla 'prostituta' con la sua origine divina, ossia con la sua Dea Madre e con la Dea dei morti, in modo da ritornare alla Trinità degli aspetti Persefone-Demetra-Ecate. Questo ricongiungimento era la Risurrezione, la nuova nascita, che comportava l'apparizione di un bambino divino.


Rosa Mistica, la Tradizione della Dea nel Nuovo Testamento - Elisa Ghigghini


lunedì 8 settembre 2014

Shakti, Donna Tantrica, Donna Orgasmica 2/2

Nelle principali religioni tradizionali i rapporti sessuali sono visti come ostacolo al progresso spirituale, qualcosa da superare e da trascendere. Vi sono, tuttavia, due Sentieri orientali che hanno una prospettiva alquanto diversa e sono, rispettivamente, il Tantra e il Taoismo. Ambedue affermano che non è necessario rifiutare il corpo e i suoi desideri, anzi, considerandoli come sacramenti e mezzi di trasformazione spirituale, conducono sulla via dell'illuminazione.
(...)
il sesso infatti controbatte lo stato di depressione, facendo acquisire forza ed energia vitale. Per questo motivo è stato sottoposto, nei millenni, a regole sociali e religiose rigide, proprio come forma di controllo e di potere sull'intera popolazione da parte di chi emanava tali regole. Nel tempo questa situazione ha portato a una distorsione della sessualità, allontanandola dal significato di unione sacra destinata alla creazione di una prole migliore e vincente, sia in termini personali che in termini di evoluzione della specie.
(...)
Anche se si è figli della rivoluzione sessuale sessantottina, si è largamente condizionati dal sistema di convinzioni che instilla, fin dall'infanzia, colpevolezza, paura, insicurezza, vergogna.
Questi imprinting negativi, anche se confinati nel subconscio, raramente permettono un viaggio sereno nel potenziale spirituale dell'amore sessuale. Così come è vissuto comunemente, l'atto sessuale non è un atto d'amore. Lo si vive in modo colpevole, con un atteggiamento repressivo, o in fretta, per concluderlo al più presto, quasi a volersene sbarazzare subito. Se non c'è amore, l'atto sessuale è un atto frettoloso. In questo caso si usa l'altra persona, che diventa un semplice strumento. E' uno sfruttamento reciproco, anziché una fusione. A causa della repressione alla quale il sesso è stato sottoposto finora, geneticamente se ne ha paura, sembra pericoloso.
(...)
Il Tantra rappresenta un esempio unico per un vivere intenzionale e amorevole. Offre uno stile di vita passionale ed espansivo per coloro i quali cercano di vivere la propria sessualità in maniera positiva e centrata, in una maniera che celebra la libertà dello spirito unita a quella del corpo. Vivere finalmente liberi dalle terribili catene di repressione, radicate in noi da secoli di oscurantismo, paure, inibizioni e tabù, per andare oltre le barriere di divieti e regole, abitudini mentali e profondi condizionamenti che limitano le potenzialità umane.

Tantra - Alice Ki




Shakti, Donna Tantrica, Donna Orgasmica 1/2

...ho intervistato molte dakini, donne di ogni ceto sociale, che avevano seguito i corsi di tantra e lo praticavano nella quotidianità. Dai loro racconti avevo ricavato l'impressione che fossero molto più orgasmiche delle tante altre che mi avevano raccontato la loro vita sessuale. Mi erano anche apparse insolitamente felici ed energiche, indipendentemente dall'aspetto, che era del tutto normale, e assomigliavano assai poco ai modelli convenzionali di bellezza. Sembravano però molto soddisfatte della loro femminilità e della loro sessualità.
Man mano che ne sapevo di più, mi accorgevo che le pratiche tantriche si accordavano in maniera sorprendente con le ultime ricerche scientifiche sul cervello e sull'endocrinologia. Evidentemente, secoli e secoli fa, i maestri tantrici avevano individuato i punti chiave del corpo femminile che corrispondono a importanti circuiti neurali: "il punto sacro" per esempio combacia con il punto G. I testi taoisti dell'antica Cina consigliavano agli uomini di succhiare i capezzoli femminili, perché così facendo la donna si rilassava nel corpo e nella mente: ora la scienza ha dimostrato che la suzione dei capezzoli stimola la produzione di ossitocina, l'ormone del rilassamento. I maestri tantrici e taoisti avevano identificato fluidi vaginali significativi che, pur avendo nomi esotici, sembrano corrispondere alle tracce, rilevate di recente degli scienziati, di sostanze chimiche e ormoni nei fluidi corporei. Avevano identificato anche l'eiaculazione femminile, che soltanto ora l'Occidente ha cominciato a studiare. E soprattutto, le donne che avevano frequentato i corsi di tantra avevano ottenuto sul piano sessuale risultati empirici davvero notevoli.
(...)
A questo punto ho chiesto a Caroline Muir se riteneva ci fosse un nesso tra vagina e creatività.
"Sì, naturalmente", ha detto senza esitare. "L'energia sessuale femminile non è la miccia che accende l'energia creativa, è essa stessa l'energia creativa. Shakti, ovvero il femminino, è un'energia trasferibile. Shakti è la forza creativa. nella combinazione giusta, crea la vita. Noi donne abbiamo questa forza vitale creativa, di natura femminile; io ho rafforzato la mia capacità di infondere al mio cervello l'energia yoni. Quanto più forte è il rilascio vaginale - non clitorideo - tanto più una donna si sentirà spinta a cambiare il mondo, a salvare i propri figli, a lasciare la propria orma su questo pianeta. "Il risveglio di energia non è necessariamente orgasmico. A ogni gesto d'amore che desta i tessuti vaginali, il vostro risveglio cresce. Può darsi che non ve ne accorgiate per una decina di volte. Ma poi, ooh!"


Vagina - una storia culturale, Naomi Wolf




domenica 7 settembre 2014

Venus

Afrodite, invece, di provenienza sicuramente fenicia, è una trasformazione della divinità semita Astarte/Asherah, le cui tracce sono molto presenti in tutto il bacino del Mediterraneo e non solo, perché il suo culto fu portato ovunque arrivassero i Fenici. Il suo primo luogo di culto in Grecia fu Citera, l'isola posta subito sotto al Peloponneso, di cui fu considerata Regina, e poi Cipro e Corinto. La provenienza da Cipro è probabilmente la più nota, perché lì il mito la fece nascere dalla schiuma provocata dalle onde del mare: di lei, ancora nel Rinascimento, Botticelli ha fatto una delle icone più note dell'arte occidentale. Essere stata inserita nell'Olimpo come Dea dell'Amore è sicuramente legato al fatto che nei templi dedicati alla fenicia Astarte si praticavano riti di fertilità e feste connesse con la sacralità del sesso, che i pudibondi studiosi dell'antichità hanno definito "prostituzione sacra" non riuscendo a immaginare un'altra lettura del fenomeno.
Essere diventata "Dea dell'Amore", congelando un solo aspetto della vicenda cosmica di Eros, pathos e generazione in una ristretta visuale di pulsioni umane, è un ulteriore esempio della parcellizzazione dell'immagine primigenia della Dea e dello strappo tra una visione panica e l'universo meramente umano sancito dagli Olimpi.
Anche Afrodite aveva in origine la facoltà di profetare ed era presente sui campi di battaglia, era cioè ben diversa dall'innocua e molle etèra che poi è stata fatta diventare. E' interessante il binomio che forma con Adone, suo fratello o paredro, che fu ucciso da un cinghiale (come Osiride).
(...)
L'essere nata dalla schiuma del mare ha fatto sì che le statue di Venere o Afrodite venissero tutte fatte in marmo bianco. In onore di Galatea, una delle forme in cui veniva raffigurata Afrodite, si facevano delle celebrazioni sacre, i 'Riti Oscoforiani', in cui la statua di marmo bianco veniva unta con olio d'oliva e gli uomini si travestivano da donne e viceversa, come in un'altra festa importante, l'Hybristica, dedicata a Themis, che celebrava il rito di passaggio della pubertà. Si tratta in entrambi i casi di riti di iniziazione; il cambiarsi d'abito in questa circostanza è collegato con l'abbandono da parte degli adolescenti maschi del mondo delle donne per entrare nel mondo negli uomini. Quanto all'ungere la statua di marmo bianco con l'olio d'oliva, la tradizione è continuata nella chiesta cristiana greco-ortodossa, in cui ancora la statua della Madonna viene unta con olio d'oliva per tributarle una forma particolare di venerazione.
Secondo alcuni, la statua della Venere di Milo, che ha un braccio solo, manca dell'altro non perché perso accidentalmente, ma perché le fu mozzato in quanto quel braccio reggeva una lancia: si trattava cioè della sua antica raffigurazione, che però ormai dava fastidio rispetto al cliché che doveva rappresentare, cioè una perfetta e provocante amante che, se con la lancia in mano, non era quanto di più rassicurante potesse desiderare un maschio.

Oscure Madri Splendenti, le radici del sacro e delle religioni - Luciana Percovich


L'ultima Dea, Afrodite, è colei che rappresenta la categoria Centrica. Se le Dee Indipendenti si concentrano su se stesse, le Dee Dipendenti sugli altri, Afrodite né l'uno né l'altro: lei si centra sulla relazione. La Dea della bellezza e dell'amore nei miti che la descrivono non è mai stata schiava dell'oggetto amato, né ha mai rifuggito i sentimenti: lei ERA il sentimento. In quanto tale, era l'unica veramente libera, capace di amare profondamente ma rimanere sempre fedele a se stessa, il perfetto equilibrio tra fuori e dentro il cerchio: il perimetro, cioè il cerchio stesso. Indipendente come una Vergine, ma in rapporto come una Dea Dipendente. Afrodite è anche descritta come Dea Alchemica, in quanto il suo potere esercita cambiamento, trasformazione: la relazione profonda che riesce ad instaurare è foriera di evoluzione, ben descritta da una crisalide che si schiude per dar vita a una farfalla. Tutto ciò che è toccato dall'Amore si trasforma. Il desiderio di unione, di fusione, di conoscere ed essere conosciuti che coinvolge la sfera fisica, emotiva e spirituale: Afrodite è tutto questo. Ed è proprio questo suo gran potere il suo limite. Troppo pericolosa per la stabilità del patriarcato, è stata relegata e marchiata con la lettera scarlatta: tutto ciò che attiene alla sensualità, al sesso, all'erotismo, è stato bollato nel tempo come tabù; il fascino e la capacità seduttiva della donna come armi diaboliche, sinonimo di perdizione, il pretesto di innumerevoli roghi. Oggi Afrodite è marchiata come prostituta, come malata, come sbagliata. Tutto questo per soffocare il suo grande potere, che è l'unico in grado di salvarci da quello che la società oggi sta diventando. La sfida di Afrodite – la sfida di tutte le donne, ma anche degli uomini – è forse la più ardua in assoluto: riscoprirsi, e manifestarsi pienamente, senza paura delle conseguenze. In una parola: Amare.

Le Dee dentro la Donna, una nuova psicologia femminile - Jean S. Bolen



venerdì 5 settembre 2014

Eros e Sacralità dell'Energia Sessuale

Quando parlo alle donne, leggo spesso un passo della traduzione del capolavoro della dinastia Ming del XVI secolo 'Chin P'Ing Mei'.
E' un libro profondamente erotico, ma improntato a un Eros diverso da quello cui siamo abituati noi occidentali:


"I filosofi e i cortigiani vedevano nella sessualità femminile gratificata la forza che conservava l'armonia dell'universo. Soltanto diventando maestri nell'arte di compiacere le donne e di godere della potente essenza yin che emanava dalle parti intime di una donna eccitata e pienamente soddisfatta, si potevano conquistare la ricchezza e la saggezza, e dispiegare tutto il proprio potenziale".

Al termine della lettura di questo passo, denso dell'ammirazione dei poeti Han per l'arte d'amare e per la donna, le mie ascoltatrici hanno il volto soffuso di rossore e spesso scoppiano in un applauso spontaneo.
Il pensiero di una sessualità femminile circondata da un contesto così tenero e adorante ha qualcosa di erotico, ma anche qualcosa che ci fortifica. Dopo aver compiuto questo viaggio immaginario in altre epoche, in altri luoghi, in altri ambienti, in cui si parlava della vagina con un rispetto quasi reverenziale, le mie ascoltatrici se ne andavano sentendosi diverse. Camminavano con passo più energico e un lieve senso di vertigine, come se avessero avuto la rivelazione di un segreto meraviglioso. Percepivo che avrebbero preso decisioni differenti e sarebbero state più felici di essere ciò che sono.
Il linguaggio è uno strumento potente. "Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene", diceva Virginia Woolf, che però parlava di un arousal non sessuale, ma intellettuale, "quella lampadina che è nella spina dorsale non si accende con solo carne e prugne".
Intendeva dire, e aveva ragione, che il corpo e l'immaginazione sono interdipendenti.


Vagina, una storia culturale - Naomi Wolf


Cosa significa trasformare l'energia sessuale in potere spirituale-creativo? Significa usarla come collegamento tra spirito e corpo, non con lo scopo di creare materia dallo spirito (di far nascere bambini) ma, al contrario, di trarre energie spirituali dal corpo. Non per "consumare" energia sessuale mediante il corpo, ma per aprire invece i centri superiori attraverso i quali essa si manifesterà non più sotto forma di energia sessuale, ma come energia magico-creativa.
(...)
In un periodo in cui il crollo dei tabù sessuali lascia un'intera cultura senza riferimenti, dando luogo ad ogni tipo di comportamento, questo libro è un faro che permette di prendere coscienza di quanto fin qui i pregiudizi culturali dell'Occidente ci hanno impedito di conoscere ed esplorare.

lo Yoga dell Energia Sessuale - Elisabeth Haich









mercoledì 3 settembre 2014

Dea Rossa, Dea Nera

Nei primi anni di apprendimento, uno degli aspetti energetici su cui più ritornavano le pratiche e le meditazioni seguite insieme ai gruppi, era quello della Grande Madre.
Secondo la Tradizione, Essa permea l'Universo in ogni sua singola dimensione, distribuendo l'amore, la creatività, la saggezza.
E' la Dea, spesso riferita anche alla Terra, come grande essere vivente e senziente.
Ma questo Femminile infinitamente accogliente è anche spietato al tempo stesso.
"Spietatezza" nella Tradizione è essenzialmente la qualità che la Vita, la Terra, gli animali, gli spiriti, e a volte anche gli esseri umani hanno di fare semplicemente ciò che va fatto, seguendo le regole dell'energia: essa spinge ogni componente dell'Universo verso i suoi processi di guarigione, crescita, mutamento. E così fa la Madre, la Dea. Essa ci guida in maniere spesso a noi misteriose verso cerchi di evoluzione nell'eterno ritorno dei suoi cicli.

Tutto rientra nel suo inconcepibile concetto di Amore.

il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano