Sono arrivata! Immediatamente, percepisco la figura di luce di un essere celeste: la
mia metà complementare! La sua forza d'attrazione irresistibile mi
chiama a sé e, con gioia e felicità mi fondo in lui, nel suo cuore, in
perfetta unità. Sono cosciente del fatto che Egli è sempre stato Me, ed
Io Lui, immagine dualistica proiettata dal mio vero Sé divino. In quello
stato dualistico, guardavo a Dio come ad un essere separato da me e lo
sentivo come un "Tu". Ora, in quest'unione paradisiaca, sento che sto
per diventare quella potenza invisibile che fino ad ora ho chiamato Dio. Un disco di fuoco comincia a girarmi attorno, ed è nel suo asse
immutabile, nella mia colonna vertebrale, che abita il mio Sé autentico,
IO.
Sento la mia colonna vertebrale bruciare come un arco di fuoco,
come un ponte di corrente vitale che irradi una luce abbagliante in
ognuno dei miei sette centri di energia ed animi tutto il mio corpo.
Fuori dal tempo e simultaneamente, vedo l'interminabile catena di tutte
le forme di vita in cui mi sono incarnata fin dalla prima separazione
dall'unità paradisiaca, forme che costituiscono il lungo, lunghissimo
cammino dello sviluppo, tutto ciò che sono stata, tutto ciò che ho
vissuto fino a quel momento. Osservo che le mie innumerevoli vite sono
state, sono e saranno sempre legate agli stessi spiriti; gli eventi
delle vite precedenti hanno creato nuove relazioni, nuovi sviluppi,
nuovi rapporti che si completano reciprocamente, simili alle tessere di
un grande mosaico.
Riconosco i legami che mi uniscono alla mia metà
complementare, con Ptahotep, con Atothis, con Ima, Bo-Ghar e tanti
altri. In tutte queste relazioni che abbiamo vissuto, vedo come anime
più avanzate ci abbiano aiutati, come ci siamo aiutati reciprocamente,
come abbiamo assistito quelli che erano meno avanzati di noi, come
abbiamo lavorato per la spiritualizzazione della Terra sviluppando la
nostra coscienza nella materia, nel corpo. L'esperienza che abbiamo
accumulato nel corso di tutte queste vite e di cui tutti beneficiamo,
serve ad allargare e ad approfondire la coscienza nel corpo che,
progressivamente, diventa più spirituale e più bello. La materia che
compone le nostre varie forme di manifestazione si fa più elastica, più
morbida e risponde sempre meglio alla volontà e alle radianze dello
spirito, fino a che il corpo diventa, finalmente, il servo obbediente
del Sé che non maschera e non trattiene più alcun raggio luminoso dello
Spirito.
Comprendo il Mistero della piramide perché sono diventata
piramide usando la materia, il corpo, esclusivamente come base solida,
ma che manifesta costantemente il Divino.
Iniziazione: memorie di un'Egizia - Elisabeth Haich
Un anelito di assoluta libertà, un arbitrio senza limiti, caratterizza il pensiero Egiziano.
Nessuna necessità cosmica, logica, spirituale, lo vincola: è signore
del proprio destino. Crea mediante la parola pronunciata dalla sua
bocca. Mediante uno sforzo della volontà
magica raggiunge l'onnipotenza divina. Sente che nulla può resistergli
in quanto vive nell'eterno. (...) L'Egiziano nega ogni possibile
distinzione tra realtà e possibilità. Il concetto di impossibile non
esisteva per lui; in altri termini, la sola cosa impossibile per questo
antico popolo era giustamente ed effettivamente... l'impossibile. Hathor è
"la Madre di suo Padre e la Figlia di suo Figlio"; Tum-Ra-Horchuti è
"il Padre di sua Madre"; Ta-Urt è "la Madre di colui che l'ha generata
con sua Madre", ecc.
Tutti i componenti del Mondo visibile e
invisibile si amalgamavano, si univano in una simbiosi simile a un
processo alchemico inverosimile (...) questa attitudine spirituale
compenetrava tutto il Cosmo Egiziano di un'atmosfera di libertà, di
plasticità, di esuberanza artistica.
Introduzione al Libro dei Morti degli Antichi Egiziani - G. Kolpaktchy, D. Piantanida
"Non sai, o Asclepio, che l'Egitto è l'immagine del Cielo, proiezione,
qui nel profondo, di tutto l'ordinamento celeste? Tuttavia, sappilo,
tempo verrà nel quale saranno reputati vani tutti i culti praticati, con
tanta fede, dagli Egiziani ai loro dèi e tutte le loro sante
invocazioni saranno considerate sterili e prive di senso. La Divinità
lascerà la terra per risalire in cielo, abbandonando l'Egitto Sua antica
dimora, che rimarrà privo di religione, orbato dalla presenza degli
dèi... allora, questa terra consacrata da tanti santuari e templi,
apparirà ricoperta di tombe e di morti.
Oh, Egitto, Egitto! Della
tua religione altro non rimarrà che un fiabesco racconto, al quale i
posteri più non presteranno orecchio, e sola testimonianza della tua
fede, mute parole incise sulla pietra..."
Ermete Trismegisto
Siamo Dèi nel corpo di Dio, verità e amore il nostro destino.
E allora andate e portate la bellezza nel mondo, accendete una luce nell'oscurità.
"Inno ad Hathor", da "il risveglio di Osiride" - Libro egizio dei morti



Il Calendario 201* - il Risveglio della Dea è un itinerario da contemplare e si rivolge soprattutto a coloro che hanno "occhi per vedere". Non è scontato infatti saper vedere oltre il velo, oltre la superficie, anche quando è un riflesso bellissimo del creato.
La forma, quella femminile per eccellenza, è come una "terribile schiera spiegata a vessillo", direbbe il Cantico dei Cantici, la sua forza evocativa è tremenda, tanto da volerla dominare, anziché conoscerla fino in fondo, e l'uomo se ne accosta con "timore e tremore", come davanti all'esperienza del sacro. Ogni uomo o donna che sia ne può essere soggiogato o liberato al contempo.
E' dunque un Cammino Iniziatico, un itinerario di trasformazione, quanto viene proposto dall'artista protagonista profondamente Femmina, Donna e Dea, che lo offre "aperta-mente", come testimoniano le antiche immagini dei templi indù che cantano l'eterna unione cosmica del Maschile e del Femminile.
Nelle sue pose, di volta in volta sempre più oscene, di un'ostentazione però mai banale o costruita, c'è un invito ad 'andare oltre', un disvelamento del Mistero non per fermarsene alla soglia, ma per cogliere tutta la sua sapienza. Solo i "forti" possono davvero contemplarlo e al tempo stesso fruirne appieno.
Volutamente qui c'è una sfida che va accolta e oltrepassata. I veli della femminilità sono tolti e per questo il Mistero si fa ancora più grande e torna ad essere velato per chi giudica coi soliti parametri del bene e del male, o semplicemente guarda per puro e semplice godimento.
Anche la scelta dei simboli che accompagnano questo nudo che si offre a chi guarda con purezza e devozione, senza ambiguità, va intesa in questo senso.
Un monito a saper vedere il Divino proprio in quelle forme al cospetto delle quali siamo maggiormente propensi a dimenticarcene, rigettandole scandalizzati.
Nulla è profano però, lo è solo ciò che non si riesce a riscattare dal banale, dallo scorrere incosciente del tempo e delle cose e pertanto lo si rende un peccato, lo si sciupa.
Ecco che le immagini qui proposte sono decisamente e volutamente "forti", abbinate anche in modo provocatorio per far "disarticolare la mente", troppo ristretta e chiusa in confini abituali e forse troppo materiali. Un invito a uscire dal "Tempio fatto di pietra" per incontrare la realtà del "Tempio fatto di carne".
Questo è anche il messaggio del Tantra e del Cristianesimo stesso, proposti qui attraverso dei simboli, la rappresentazione nuda e cruda del Lingam, la Yoni femminile, il Rosario.
Due Vie queste, il Tantra e il Cristianesimo stesso, viste come antitetiche, ma che in realtà sono unite dal Mistero del Divino che prende forma nel corpo dell'Uomo e di cui la Donna è custode sacra e tramite di salvezza.
Non è meno scandalosa la "discesa nella carne" di cui narra il Vangelo con l'Incarnazione, rispetto al Tantra, nel considerare il corpo umano segno e psicodiagramma del cosmo divinizzato: la Shakti potenza stessa di Shiva.
L'autrice di questo Calendario e queste mie righe di commento vogliono testimoniare questa possibile trasformazione iniziatica dove la sessualità, la passione e la bellezza, la religione e la spiritualità, sono considerate un'unica Via di Redenzione, non tralasciando nessun passaggio dall'impuro al puro, perché di fatto questa distinzione non esiste, ma c'è solo un unico cammino di maturazione e Risveglio personale al Divino.
Il Calendario 201* - Il Risveglio della Dea vuole farci cogliere la potenza iniziatica del femminile, così vicina alla vita, non avendone paura, ma amandola fino in fondo.
Divya Shakti (Alberto C.), Teologo, Antropologo, Scrittore e Maestro di Yoga.
Gesù
esaltò molti valori tipici delle società matriarcali, messi in evidenza
dall'archeologa Marija Gimbutas: l'antica abitudine di condividere
anziché opprimere, di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a
noi, valori di affiliazione e di unione e non di dominio, valori di
giustizia e bellezza in una società pacifica e ugualitaria, tutti
raggiungibili se si ha una concezione globale della
realtà umana, dove i confini tra ciò che è visibile e ciò che non lo è
sono labili, in una dimensione spesso identificata con l'acqua del mare,
ossia con l'inconscio. Un segno di riconoscimento dei primi cristiani
fu inoltre il 'pesce', simbolo identificativo anche di Persefone. Maria
Maddalena, considerata dagli gnostici come Sofia, aveva come simbolo il
'pesce', animale acquatico e connesso con il mare. Il mutismo del pesce
simboleggiava inoltre il silenzio a cui era obbligato l'iniziato, che
doveva eliminare tutti gli ostacoli che si frapponevano alla sua visione
interiore.
Karol Kerényi, nel suo studio 'Prolegomeni allo studio
scientifico della mitologia', afferma che in connessione con la festa
dei Misteri in Eleusi si rappresentava l'emergere di una Dea dal mare:
una fanciulla nasceva da una conchiglia simboleggiando come Afrodite,
fanciulla divina, l'amore nella sua forma fisica. Si dice che la bella
Phryne fosse una 'prostituta'. Il riferimento alla prostituta rimanda
alla figura della Maddalena, nell'accezione di cui abbiamo già avuto
modo di discutere. Ricordo, infatti, che per gli gnostici questo ruolo
simboleggiava l'aspetto di Sofia che, inconsapevole della sua natura
divina, si concedeva a molti amanti, mostrando la sua natura infedele;
ma allorquando Sofia conquistava la consapevolezza della sua origine
divina, un principio informatore di carattere spirituale guidava la sua
vita e la prostituta, una volta redenta, trovava la sua vera Madre
divina.
Maria Maddalena fu quindi considerata una prostituta
probabilmente perché aveva svolto lo stesso ruolo di Phryne nei Misteri
della Dea; nella parte finale dei Misteri eleusini avveniva il
ricongiungimento della fanciulla 'prostituta' con la sua origine divina,
ossia con la sua Dea Madre e con la Dea dei morti, in modo da ritornare
alla Trinità degli aspetti Persefone-Demetra-Ecate. Questo
ricongiungimento era la Risurrezione, la nuova nascita, che comportava
l'apparizione di un bambino divino.
Rosa Mistica, la Tradizione della Dea nel Nuovo Testamento - Elisa Ghigghini
Nelle principali religioni tradizionali i
rapporti sessuali sono visti come ostacolo al progresso spirituale,
qualcosa da superare e da trascendere. Vi sono, tuttavia, due Sentieri
orientali che hanno una prospettiva alquanto diversa e sono,
rispettivamente, il Tantra e il Taoismo. Ambedue affermano che non è
necessario rifiutare il corpo e i suoi desideri, anzi, considerandoli
come sacramenti e mezzi di trasformazione spirituale, conducono sulla
via dell'illuminazione.
(...) il
sesso infatti controbatte lo stato di depressione, facendo acquisire
forza ed energia vitale. Per questo motivo è stato sottoposto, nei
millenni, a regole sociali e religiose rigide, proprio come forma di
controllo e di potere sull'intera popolazione da parte di chi emanava
tali regole. Nel tempo questa situazione ha portato a una distorsione
della sessualità, allontanandola dal significato di unione sacra
destinata alla creazione di una prole migliore e vincente, sia in
termini personali che in termini di evoluzione della specie.
(...)
Anche se si è figli della rivoluzione sessuale sessantottina, si è
largamente condizionati dal sistema di convinzioni che instilla, fin
dall'infanzia, colpevolezza, paura, insicurezza, vergogna.
Questi
imprinting negativi, anche se confinati nel subconscio, raramente
permettono un viaggio sereno nel potenziale spirituale dell'amore
sessuale. Così come è vissuto comunemente, l'atto sessuale non è un atto
d'amore. Lo si vive in modo colpevole, con un atteggiamento repressivo,
o in fretta, per concluderlo al più presto, quasi a volersene
sbarazzare subito. Se non c'è amore, l'atto sessuale è un atto
frettoloso. In questo caso si usa l'altra persona, che diventa un
semplice strumento. E' uno sfruttamento reciproco, anziché una fusione. A
causa della repressione alla quale il sesso è stato sottoposto finora,
geneticamente se ne ha paura, sembra pericoloso.
(...)
Il Tantra
rappresenta un esempio unico per un vivere intenzionale e amorevole. Offre uno stile di vita passionale ed espansivo per coloro i quali
cercano di vivere la propria sessualità in maniera positiva e centrata,
in una maniera che celebra la libertà dello spirito unita a quella del
corpo. Vivere finalmente liberi dalle terribili catene di repressione,
radicate in noi da secoli di oscurantismo, paure, inibizioni e tabù, per
andare oltre le barriere di divieti e regole, abitudini mentali e
profondi condizionamenti che limitano le potenzialità umane.
Tantra - Alice Ki



...ho intervistato molte dakini, donne di ogni
ceto sociale, che avevano seguito i corsi di tantra e lo praticavano
nella quotidianità. Dai loro racconti avevo ricavato l'impressione che
fossero molto più orgasmiche delle tante altre che mi avevano raccontato
la loro vita sessuale. Mi erano anche apparse insolitamente felici ed
energiche, indipendentemente dall'aspetto, che era del tutto normale, e
assomigliavano assai poco ai modelli convenzionali di bellezza. Sembravano però molto soddisfatte della loro femminilità e della loro sessualità.
Man mano che ne sapevo di più, mi accorgevo che le pratiche tantriche
si accordavano in maniera sorprendente con le ultime ricerche
scientifiche sul cervello e sull'endocrinologia. Evidentemente, secoli e
secoli fa, i maestri tantrici avevano individuato i punti chiave del
corpo femminile che corrispondono a importanti circuiti neurali: "il
punto sacro" per esempio combacia con il punto G. I testi taoisti
dell'antica Cina consigliavano agli uomini di succhiare i capezzoli
femminili, perché così facendo la donna si rilassava nel corpo e nella
mente: ora la scienza ha dimostrato che la suzione dei capezzoli stimola
la produzione di ossitocina, l'ormone del rilassamento. I maestri
tantrici e taoisti avevano identificato fluidi vaginali significativi
che, pur avendo nomi esotici, sembrano corrispondere alle tracce,
rilevate di recente degli scienziati, di sostanze chimiche e ormoni nei
fluidi corporei. Avevano identificato anche l'eiaculazione femminile,
che soltanto ora l'Occidente ha cominciato a studiare. E soprattutto, le
donne che avevano frequentato i corsi di tantra avevano ottenuto sul
piano sessuale risultati empirici davvero notevoli.
(...)
A questo punto ho chiesto a Caroline Muir se riteneva ci fosse un nesso tra vagina e creatività.
"Sì, naturalmente", ha detto senza esitare. "L'energia sessuale
femminile non è la miccia che accende l'energia creativa, è essa stessa
l'energia creativa. Shakti, ovvero il femminino, è un'energia
trasferibile. Shakti è la forza creativa. nella combinazione giusta,
crea la vita. Noi donne abbiamo questa forza vitale creativa, di natura
femminile; io ho rafforzato la mia capacità di infondere al mio cervello
l'energia yoni. Quanto più forte è il rilascio vaginale - non
clitorideo - tanto più una donna si sentirà spinta a cambiare il mondo, a
salvare i propri figli, a lasciare la propria orma su questo pianeta.
"Il risveglio di energia non è necessariamente orgasmico. A ogni gesto
d'amore che desta i tessuti vaginali, il vostro risveglio cresce. Può
darsi che non ve ne accorgiate per una decina di volte. Ma poi, ooh!"
Vagina - una storia culturale, Naomi Wolf


Afrodite,
invece, di provenienza sicuramente fenicia, è una trasformazione della
divinità semita Astarte/Asherah, le cui tracce sono molto presenti in
tutto il bacino del Mediterraneo e non solo, perché il suo culto fu
portato ovunque arrivassero i Fenici. Il suo primo luogo di culto in
Grecia fu Citera, l'isola posta subito sotto al Peloponneso, di cui fu
considerata Regina, e poi Cipro e Corinto. La provenienza da Cipro è probabilmente la più nota, perché lì il mito
la fece nascere dalla schiuma provocata dalle onde del mare: di lei,
ancora nel Rinascimento, Botticelli ha fatto una delle icone più note
dell'arte occidentale. Essere stata inserita nell'Olimpo come Dea
dell'Amore è sicuramente legato al fatto che nei templi dedicati alla
fenicia Astarte si praticavano riti di fertilità e feste connesse con la
sacralità del sesso, che i pudibondi studiosi dell'antichità hanno
definito "prostituzione sacra" non riuscendo a immaginare un'altra
lettura del fenomeno.
Essere diventata "Dea dell'Amore", congelando
un solo aspetto della vicenda cosmica di Eros, pathos e generazione in
una ristretta visuale di pulsioni umane, è un ulteriore esempio della
parcellizzazione dell'immagine primigenia della Dea e dello strappo tra
una visione panica e l'universo meramente umano sancito dagli Olimpi.
Anche Afrodite aveva in origine la facoltà di profetare ed era presente
sui campi di battaglia, era cioè ben diversa dall'innocua e molle etèra
che poi è stata fatta diventare. E' interessante il binomio che forma
con Adone, suo fratello o paredro, che fu ucciso da un cinghiale (come
Osiride).
(...)
L'essere nata dalla schiuma del mare ha fatto sì
che le statue di Venere o Afrodite venissero tutte fatte in marmo
bianco. In onore di Galatea, una delle forme in cui veniva raffigurata
Afrodite, si facevano delle celebrazioni sacre, i 'Riti Oscoforiani', in
cui la statua di marmo bianco veniva unta con olio d'oliva e gli uomini
si travestivano da donne e viceversa, come in un'altra festa
importante, l'Hybristica, dedicata a Themis, che celebrava il rito di
passaggio della pubertà. Si tratta in entrambi i casi di riti di
iniziazione; il cambiarsi d'abito in questa circostanza è collegato con
l'abbandono da parte degli adolescenti maschi del mondo delle donne per
entrare nel mondo negli uomini. Quanto all'ungere la statua di marmo
bianco con l'olio d'oliva, la tradizione è continuata nella chiesta
cristiana greco-ortodossa, in cui ancora la statua della Madonna viene
unta con olio d'oliva per tributarle una forma particolare di
venerazione.
Secondo alcuni, la statua della Venere di Milo, che ha
un braccio solo, manca dell'altro non perché perso accidentalmente, ma
perché le fu mozzato in quanto quel braccio reggeva una lancia: si
trattava cioè della sua antica raffigurazione, che però ormai dava
fastidio rispetto al cliché che doveva rappresentare, cioè una perfetta e
provocante amante che, se con la lancia in mano, non era quanto di più
rassicurante potesse desiderare un maschio.
Oscure Madri Splendenti, le radici del sacro e delle religioni - Luciana Percovich
L'ultima
Dea, Afrodite, è colei che rappresenta la categoria Centrica. Se le Dee
Indipendenti si concentrano su se stesse, le Dee Dipendenti sugli
altri, Afrodite né l'uno né l'altro: lei si centra sulla relazione. La
Dea della bellezza e dell'amore nei miti che la descrivono non è mai
stata schiava dell'oggetto amato, né ha mai rifuggito i sentimenti: lei
ERA il sentimento. In quanto tale, era l'unica
veramente libera, capace di amare profondamente ma rimanere sempre
fedele a se stessa, il perfetto equilibrio tra fuori e dentro il
cerchio: il perimetro, cioè il cerchio stesso. Indipendente come una
Vergine, ma in rapporto come una Dea Dipendente. Afrodite è anche
descritta come Dea Alchemica, in quanto il suo potere esercita
cambiamento, trasformazione: la relazione profonda che riesce ad
instaurare è foriera di evoluzione, ben descritta da una crisalide che
si schiude per dar vita a una farfalla. Tutto ciò che è toccato
dall'Amore si trasforma. Il desiderio di unione, di fusione, di
conoscere ed essere conosciuti che coinvolge la sfera fisica, emotiva e
spirituale: Afrodite è tutto questo. Ed è proprio questo suo gran potere
il suo limite. Troppo pericolosa per la stabilità del patriarcato, è
stata relegata e marchiata con la lettera scarlatta: tutto ciò che
attiene alla sensualità, al sesso, all'erotismo, è stato bollato nel
tempo come tabù; il fascino e la capacità seduttiva della donna come
armi diaboliche, sinonimo di perdizione, il pretesto di innumerevoli
roghi. Oggi Afrodite è marchiata come prostituta, come malata, come
sbagliata. Tutto questo per soffocare il suo grande potere, che è
l'unico in grado di salvarci da quello che la società oggi sta
diventando. La sfida di Afrodite – la sfida di tutte le donne, ma anche
degli uomini – è forse la più ardua in assoluto: riscoprirsi, e
manifestarsi pienamente, senza paura delle conseguenze. In una parola:
Amare.
Le Dee dentro la Donna, una nuova psicologia femminile - Jean S. Bolen
Quando parlo alle donne, leggo spesso un passo
della traduzione del capolavoro della dinastia Ming del XVI secolo
'Chin P'Ing Mei'.
E' un libro profondamente erotico, ma improntato a un Eros diverso da quello cui siamo abituati noi occidentali:
"I filosofi e i cortigiani vedevano nella sessualità femminile
gratificata la forza che conservava l'armonia dell'universo. Soltanto
diventando maestri nell'arte di compiacere le donne e di godere della
potente essenza yin che emanava dalle parti intime di una donna eccitata
e pienamente soddisfatta, si potevano conquistare la ricchezza e la
saggezza, e dispiegare tutto il proprio potenziale".
Al termine
della lettura di questo passo, denso dell'ammirazione dei poeti Han per
l'arte d'amare e per la donna, le mie ascoltatrici hanno il volto
soffuso di rossore e spesso scoppiano in un applauso spontaneo.
Il
pensiero di una sessualità femminile circondata da un contesto così
tenero e adorante ha qualcosa di erotico, ma anche qualcosa che ci
fortifica. Dopo aver compiuto questo viaggio immaginario in altre
epoche, in altri luoghi, in altri ambienti, in cui si parlava della
vagina con un rispetto quasi reverenziale, le mie ascoltatrici se ne
andavano sentendosi diverse. Camminavano con passo più energico e un
lieve senso di vertigine, come se avessero avuto la rivelazione di un
segreto meraviglioso. Percepivo che avrebbero preso decisioni differenti
e sarebbero state più felici di essere ciò che sono.
Il linguaggio è
uno strumento potente. "Non si può pensare bene, amare bene, dormire
bene, se non si è cenato bene", diceva Virginia Woolf, che però parlava
di un arousal non sessuale, ma intellettuale, "quella lampadina che è
nella spina dorsale non si accende con solo carne e prugne".
Intendeva dire, e aveva ragione, che il corpo e l'immaginazione sono interdipendenti.
Vagina, una storia culturale - Naomi Wolf
Cosa significa trasformare l'energia sessuale
in potere spirituale-creativo? Significa usarla come collegamento tra
spirito e corpo, non con lo scopo di creare materia dallo spirito (di
far nascere bambini) ma, al contrario, di trarre energie
spirituali dal corpo. Non per "consumare" energia sessuale mediante il
corpo, ma per aprire invece i centri superiori attraverso i quali essa
si manifesterà non più sotto forma di energia sessuale, ma come energia
magico-creativa.
(...)
In un periodo in cui il crollo dei tabù
sessuali lascia un'intera cultura senza riferimenti, dando luogo ad ogni
tipo di comportamento, questo libro è un faro che permette di prendere
coscienza di quanto fin qui i pregiudizi culturali dell'Occidente ci
hanno impedito di conoscere ed esplorare.
lo Yoga dell Energia Sessuale - Elisabeth Haich