Come sei bella, Amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono Colombe, dietro il tuo Velo...
Come un nastro di Porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia,
come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo...
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, Opera di mani d'Artista,
il tuo ombelico è una Coppa rotonda che non manca mai di Vino drogato.
il tuo Ventre è un mucchio di Grano, circondato dai gigli,
i tuoi Seni come due cerbiatti, Gemelli di gazzella...
Quanto sei bella e quanto sei graziosa, oh Amore,
Figlia di delizie.
Cantico dei Cantici
Rendimi folle, oh Devi, Madre del Mistero,
che di Mistero intridi i Cuori di coloro che Ti amano,
sprofondami irreparabilmente nel tempestoso Oceano infinito.
Nell'opinione comune alcuni ridono della Tua Libertà,
altri versano lacrime di tenerezza,
alcuni danzano vorticando nella Beatitudine,
ma chi può penetrare il Tuo Mistero?
il Tuo eterno Gioco d'Amore con l'Amore?
Tu sei Divina Follia, oh Dea!
Ramprasad
Chi è Costei che sorge come l'Aurora, bella come la Luna,
fulgida come il Sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?
Cantico dei Cantici
Tu che sei la più bella di tutte le Stelle, come quel dolce pomo,
come il giacinto...
La Tua figura è incantevole e i tuoi occhi...
...e dolcemente Amore si effonde sul volto seducente che in sommo grado ha onorato Afrodite.
Saffo
giovedì 29 gennaio 2015
il Risveglio della Dea Regina
Etichette:
Afrodite,
Agni Yoga,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Donna Selvaggia,
Follia Sacra,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iside,
Puttana Sacra,
Sacerdotessa,
Sacra Sessualità,
Sangue Mestruale,
Tempio,
Vagina,
Venere
mercoledì 28 gennaio 2015
la Donna-Dea Shakti
Il Tantra considera il Femminile la personificazione della Saggezza, l'Energia della Coscienza, mentre la forza maschile rappresenta l'essere, la volontà e la percezione. Riverisce tutte le forme e le qualità del Femminile Cosmico, che sono l'Aspetto Femminile del Divino: ricettività, amorevole gentilezza, compassione, bellezza.
La Sessualità è metafora delle qualità della Dea.
La Dea Shakti è dunque l'Archetipo della Divinità Femminile. Nei tempi antichi, era onorata come incarnazione dell'Erotismo e la Sorgente di tutta la Creazione.
Ogni donna era vista come Shakti, la Dea incarnata, la Forza Divina Realizzatrice, che sta dietro e sostiene tutte le manifestazioni, come sola e unica Forza per effettuare ogni Realizzazione.
(...)
Benché le Energie Femminili e Maschili siano ambedue importanti, oggi è necessario focalizzarsi al massimo su quella femminile, per controbilanciare l'energia maschile, predominante nella nostra attuale cultura. La vita quotidiana in questo mondo stressato non incoraggia di certo le donne e gli uomini a riconoscere o accettare la Dea, ma riaccendere l'Energia Sessuale Femminile fa venir fuori la Sua Natura Divina.
...per un vero praticante maschile del Tantra, le Donne andavano adorate, onorate e riverite come Portatrici nel mondo di Energia Illuminata.
Tantra - Alice Ki
La Sessualità è metafora delle qualità della Dea.
La Dea Shakti è dunque l'Archetipo della Divinità Femminile. Nei tempi antichi, era onorata come incarnazione dell'Erotismo e la Sorgente di tutta la Creazione.
Ogni donna era vista come Shakti, la Dea incarnata, la Forza Divina Realizzatrice, che sta dietro e sostiene tutte le manifestazioni, come sola e unica Forza per effettuare ogni Realizzazione.
(...)
Benché le Energie Femminili e Maschili siano ambedue importanti, oggi è necessario focalizzarsi al massimo su quella femminile, per controbilanciare l'energia maschile, predominante nella nostra attuale cultura. La vita quotidiana in questo mondo stressato non incoraggia di certo le donne e gli uomini a riconoscere o accettare la Dea, ma riaccendere l'Energia Sessuale Femminile fa venir fuori la Sua Natura Divina.
...per un vero praticante maschile del Tantra, le Donne andavano adorate, onorate e riverite come Portatrici nel mondo di Energia Illuminata.
Tantra - Alice Ki
Etichette:
Afrodite,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Energia,
Eros,
Hathor,
Iside,
Puttana Sacra,
Sacerdotessa,
Sacra Sessualità,
Sole; Luna,
Tantra,
Vagina,
Venere
martedì 27 gennaio 2015
la Dea Avvoltoio
Per l'archeologa Marija Gimbutas, Atena rappresenta una Divinità discendente dai prototipi antico-europei o minoici: "l'immagine della greca Atena fa emergere alcune caratteristiche acquisite dalla Dea Avvoltoio dell'Europa antica".
(...)
Le gambe umane dell'Avvoltoio in alcune pitture di Çatal Hüyük ci dicono che non si tratta di un uccello, ma piuttosto della Dea nell'aspetto di un avvoltoio: un uccello che vola alto nel cielo, padrone dell'aria, inattaccabile dalle frecce e dalle fionde del cacciatore. (...) A questo proposito la studiosa Marija Gimbutas osserva: "risulta evidente che per millenni le Ali ampie ebbero un'enorme rilevanza simbolica. Le Ali dell'Avvoltoio a Çatal Hüyük hanno un'apparenza sovrannaturale: più che ali vere e proprie, che hanno una curvatura differente, ricordano scope rettangolari, o pettini. Nel folclore europeo, la scopa delle Streghe (da strix, 'uccello notturno') era il mezzo per scomparire a qualsiasi attacco nemico e raggiungere in un battibaleno il luogo dei loro incontri.
Il Potere Divino del Pettine può essere meglio percepito in immagini dove il Pettine appare come una Dea con seni e testa. (...)
Tra i molti appellativi, Atena aveva anche quello di 'Nike', la Dea Alata della Vittoria: il Suo abito frangiato rappresentava la sua combattività sempre desta, l'Autonomia Sovrana dall'Integrità inattaccabile, un esempio di Potenza ed Energia Sovrannaturale che probabilmente si è ripetuto nei millenni, un'eredità della Dea Avvoltoio e un possibile modello per Tecla, la fanciulla vittoriosa che difende l'altezza che ha raggiunto in ogni senso, fisico e spirituale.
(...)
Per comprendere il comportamento di Tecla occorre fare riferimento agli esempi delle Dee che l'hanno aiutata a essere ciò che è: una Donna consapevole del suo Valore Sacro. Soprattutto le Dee Atena e Artemide rappresentavano la versione Verginale della Grande Dea Avvoltoio di Çatal Hüyük , venerate dalle Amazzoni, Donne guerriere pronte a difendere la loro integrità e libertà di movimento.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
(...)
Le gambe umane dell'Avvoltoio in alcune pitture di Çatal Hüyük ci dicono che non si tratta di un uccello, ma piuttosto della Dea nell'aspetto di un avvoltoio: un uccello che vola alto nel cielo, padrone dell'aria, inattaccabile dalle frecce e dalle fionde del cacciatore. (...) A questo proposito la studiosa Marija Gimbutas osserva: "risulta evidente che per millenni le Ali ampie ebbero un'enorme rilevanza simbolica. Le Ali dell'Avvoltoio a Çatal Hüyük hanno un'apparenza sovrannaturale: più che ali vere e proprie, che hanno una curvatura differente, ricordano scope rettangolari, o pettini. Nel folclore europeo, la scopa delle Streghe (da strix, 'uccello notturno') era il mezzo per scomparire a qualsiasi attacco nemico e raggiungere in un battibaleno il luogo dei loro incontri.
Il Potere Divino del Pettine può essere meglio percepito in immagini dove il Pettine appare come una Dea con seni e testa. (...)
Tra i molti appellativi, Atena aveva anche quello di 'Nike', la Dea Alata della Vittoria: il Suo abito frangiato rappresentava la sua combattività sempre desta, l'Autonomia Sovrana dall'Integrità inattaccabile, un esempio di Potenza ed Energia Sovrannaturale che probabilmente si è ripetuto nei millenni, un'eredità della Dea Avvoltoio e un possibile modello per Tecla, la fanciulla vittoriosa che difende l'altezza che ha raggiunto in ogni senso, fisico e spirituale.
(...)
Per comprendere il comportamento di Tecla occorre fare riferimento agli esempi delle Dee che l'hanno aiutata a essere ciò che è: una Donna consapevole del suo Valore Sacro. Soprattutto le Dee Atena e Artemide rappresentavano la versione Verginale della Grande Dea Avvoltoio di Çatal Hüyük , venerate dalle Amazzoni, Donne guerriere pronte a difendere la loro integrità e libertà di movimento.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
Etichette:
Agni Yoga,
Androgino,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Energia,
Iniziazione,
Iside,
la Signora degli Animali,
Potnia Theron,
Sacerdotessa,
Tempio,
Venere,
Vergine
Virgo Virago
Il Mistero dell'essere di Tecla e la straordinarietà delle sue vicissitudini sono spiegabili solo attraverso la Sacralità del Mito, in cui agiscono quelle Divinità che hanno vissuto determinati eventi per la prima volta in un tempo primordiale e che per gli antichi rappresentavano Modelli da imitare; vivere i Miti nell'antichità, infatti, implicava ripetere nel presente quel primo Accadimento Divino.
Tutto il carattere Sacro del racconto mitico risale in definitiva al carattere sacro dell'Origine.
l'Androginia di Tecla, il suo vestirsi da uomo, potrebbe ad esempio rispecchiare l'Androginia della Dea Atena chiamata Pallade. La parola greca 'Pallas' poteva essere usata tanto al maschile quanto al femminile: nel primo caso significava un giovane uomo forte, nel secondo una forte giovinetta, una Virago, come si direbbe in latino.
Anche la Nuda Verginità di Tecla, che può essere guardata solo a caro prezzo, potrebbe essere paragonata a quella della Dea Vergine Atena. La Dea si era immersa nelle acque di un fiume e, vista dal giovane Tiresia che cacciava nel Luogo Sacro e aveva scorto quello che non avrebbe dovuto vedere, ovvero il Suo seno e il grembo di Atena, aveva posto le mani sugli occhi del giovane, accecandolo.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
Tutto il carattere Sacro del racconto mitico risale in definitiva al carattere sacro dell'Origine.
l'Androginia di Tecla, il suo vestirsi da uomo, potrebbe ad esempio rispecchiare l'Androginia della Dea Atena chiamata Pallade. La parola greca 'Pallas' poteva essere usata tanto al maschile quanto al femminile: nel primo caso significava un giovane uomo forte, nel secondo una forte giovinetta, una Virago, come si direbbe in latino.
Anche la Nuda Verginità di Tecla, che può essere guardata solo a caro prezzo, potrebbe essere paragonata a quella della Dea Vergine Atena. La Dea si era immersa nelle acque di un fiume e, vista dal giovane Tiresia che cacciava nel Luogo Sacro e aveva scorto quello che non avrebbe dovuto vedere, ovvero il Suo seno e il grembo di Atena, aveva posto le mani sugli occhi del giovane, accecandolo.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
Etichette:
Agni Yoga,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Energia,
Iniziazione,
Iside,
la Signora degli Animali,
Potnia Theron,
Sorellanza,
Tempio,
Venere,
Vergine
Hildegard
Profetessa, filosofa, scienziata, poetessa, musicista
(probabilmente la prima donna musicista della storia cristiana),
chiamata santa, ma mai canonizzata, nei documenti dell’epoca indicata
come abbatissa, generalmente indicata come magistra, domina o praeposita
(ma lei si definiva “l’ombra della luce vivente”), Ildegarda nacque nel
1098 a Bermesheim, in una nobile e numerosa famiglia renana, e morì al
Rupertsberg nel 1179, esattamente il 17 settembre, così come le era
stato predetto.
...nel 1116 fu nominata badessa. Staccatasi, poi, dal monastero di Disibodenberg, fondò quello di Rupertsberg, presso Bingen.
Quando aveva quarantatré anni ricevette l'ordine divino di divulgare il contenuto delle visioni soprannaturali, che le apparivano fin da quando aveva cinque anni, e di cui solo pochi intimi erano a conoscenza e, ricevuta l’approvazione del papa Eugenio III, che, nel 1148, ordinò ad una commissione d’interrogarla, e di Bernardo da Chiaravalle, le più eminenti figure della Chiesa del tempo, così fece.
Tali visioni non erano fantasie o visioni oniriche, ma si manifestavano quando era perfettamente in sé, e per trascriverne i contenuti, incapace di scrivere in lingua tedesca, e poco padrona del latino, si serviva di collaboratori, uomini e donne (il più importante, Volmar, amico e segretario, il mio diletto figlio, la seguì per moltissimi anni, con fedeltà e precisione, aiutandola nella stesura ed anche nella correzione dei testi). Fu così che, ispirata dalla voce divina, tormentata da violente crisi di malessere contemporaneamente fisico e psichico, che accompagnavano sia le visioni che la stesura dei libri, fra il 1141 ed il 1170 compose opere mistiche poderose, come “Scivias” (conosci le vie) “Liber vitae meritorum”, “Liber divinorum operum”.
Famosa è la miniatura del XII secolo che la ritrae, presente il fedele Volmar, proprio mentre scrive sotto l’effetto delle rivelazioni, con il volto toccato da un fuoco proveniente dall’alto.
Oltre alle opere di carattere mistico, molto apprezzate pure da San Bernardo, che la definì la diletta figlia in Cristo, scrisse anche prediche, che spesso, evento raro di quei tempi per una donna, teneva non in chiesa ma davanti al popolo, e lettere (circa trecento) talvolta di tono imperioso, ai più importanti sovrani (Corrado III, Federico Barbarossa, Enrico II d'Inghilterra) e ai pontefici che si succedettero nel corso del XII secolo (Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV), quando non decideva addirittura di affrontarli personalmente lasciando momentaneamente il convento.
In altre opere IIdegarda, in contrasto con le sue affermazioni di essere ignorante, dimostrò di avere buona conoscenza non solo della Bibbia, ma anche degli autori latini, della filosofia neoplatonica e delle scienze naturali, come in “Causae et curae” una specie di manuale di medicina pratica e farmacologia, su tematiche mediche, filosofiche e astrologiche, come in “Physica”, sulle proprietà delle piante, delle pietre e degli animali.
E compose anche canzoni e melodie in onore di Dio e dei Santi, inni, sequenze e antifone in versi (la sua opera musicale più conosciuta è “Symphonia harmoniae celestium revelationum”, "La sinfonia dell’armonia delle celesti rivelazioni"), esprimendo precise e avanzate idee sulla musica, pur non avendo ricevuto alcun insegnamento musicale, perché riteneva che attraverso il canto si esprimesse la gioia sonora e fisica verso il creato e l’amore verso Dio, e pure elaborò una sorta di dizionario relativo a 900 vocaboli di un linguaggio artificiale da lei stessa inventato, con molti nomi di erbe e piante, legati alla sua ricerca medica.
Ildegarda, in consapevolezza della missione che era chiamata a svolgere nel mondo, superò anche l'innata timidezza, affrontando autorevolmente, spesso con successo, molte difficoltà esterne, come quando sfidò la comunità maschile del monastero gemello di Disibodenberg, che nel 1150 voleva impedirle di fondare un nuovo convento femminile a Rupertsberg, vicino Bingen, e pure seppe fronteggiare i potenti, come Federico Barbarossa (incontrato di persona quando lui la invitò nel suo palazzo in Inghilterra), scrivendogli parole dure allorché, nel 1164, nominò per la seconda volta un antipapa, Pasquale III, contro il pontefice Alessandro.
Virgo Virago - Francesca Santucci
...nel 1116 fu nominata badessa. Staccatasi, poi, dal monastero di Disibodenberg, fondò quello di Rupertsberg, presso Bingen.
Quando aveva quarantatré anni ricevette l'ordine divino di divulgare il contenuto delle visioni soprannaturali, che le apparivano fin da quando aveva cinque anni, e di cui solo pochi intimi erano a conoscenza e, ricevuta l’approvazione del papa Eugenio III, che, nel 1148, ordinò ad una commissione d’interrogarla, e di Bernardo da Chiaravalle, le più eminenti figure della Chiesa del tempo, così fece.
Tali visioni non erano fantasie o visioni oniriche, ma si manifestavano quando era perfettamente in sé, e per trascriverne i contenuti, incapace di scrivere in lingua tedesca, e poco padrona del latino, si serviva di collaboratori, uomini e donne (il più importante, Volmar, amico e segretario, il mio diletto figlio, la seguì per moltissimi anni, con fedeltà e precisione, aiutandola nella stesura ed anche nella correzione dei testi). Fu così che, ispirata dalla voce divina, tormentata da violente crisi di malessere contemporaneamente fisico e psichico, che accompagnavano sia le visioni che la stesura dei libri, fra il 1141 ed il 1170 compose opere mistiche poderose, come “Scivias” (conosci le vie) “Liber vitae meritorum”, “Liber divinorum operum”.
Famosa è la miniatura del XII secolo che la ritrae, presente il fedele Volmar, proprio mentre scrive sotto l’effetto delle rivelazioni, con il volto toccato da un fuoco proveniente dall’alto.
Oltre alle opere di carattere mistico, molto apprezzate pure da San Bernardo, che la definì la diletta figlia in Cristo, scrisse anche prediche, che spesso, evento raro di quei tempi per una donna, teneva non in chiesa ma davanti al popolo, e lettere (circa trecento) talvolta di tono imperioso, ai più importanti sovrani (Corrado III, Federico Barbarossa, Enrico II d'Inghilterra) e ai pontefici che si succedettero nel corso del XII secolo (Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV), quando non decideva addirittura di affrontarli personalmente lasciando momentaneamente il convento.
In altre opere IIdegarda, in contrasto con le sue affermazioni di essere ignorante, dimostrò di avere buona conoscenza non solo della Bibbia, ma anche degli autori latini, della filosofia neoplatonica e delle scienze naturali, come in “Causae et curae” una specie di manuale di medicina pratica e farmacologia, su tematiche mediche, filosofiche e astrologiche, come in “Physica”, sulle proprietà delle piante, delle pietre e degli animali.
E compose anche canzoni e melodie in onore di Dio e dei Santi, inni, sequenze e antifone in versi (la sua opera musicale più conosciuta è “Symphonia harmoniae celestium revelationum”, "La sinfonia dell’armonia delle celesti rivelazioni"), esprimendo precise e avanzate idee sulla musica, pur non avendo ricevuto alcun insegnamento musicale, perché riteneva che attraverso il canto si esprimesse la gioia sonora e fisica verso il creato e l’amore verso Dio, e pure elaborò una sorta di dizionario relativo a 900 vocaboli di un linguaggio artificiale da lei stessa inventato, con molti nomi di erbe e piante, legati alla sua ricerca medica.
Ildegarda, in consapevolezza della missione che era chiamata a svolgere nel mondo, superò anche l'innata timidezza, affrontando autorevolmente, spesso con successo, molte difficoltà esterne, come quando sfidò la comunità maschile del monastero gemello di Disibodenberg, che nel 1150 voleva impedirle di fondare un nuovo convento femminile a Rupertsberg, vicino Bingen, e pure seppe fronteggiare i potenti, come Federico Barbarossa (incontrato di persona quando lui la invitò nel suo palazzo in Inghilterra), scrivendogli parole dure allorché, nel 1164, nominò per la seconda volta un antipapa, Pasquale III, contro il pontefice Alessandro.
Virgo Virago - Francesca Santucci
Etichette:
Agni Yoga,
Alchimia,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Energia,
Follia Sacra,
Gerarchia; Grande Invocazione,
Iside,
Sacerdotessa,
San Giovanni,
Sole; Luna,
Sorellanza,
Venere,
Vergine
lunedì 26 gennaio 2015
la Donna Faraone
...questa ferita gigantesca mi apre le porte dei Tempi Immemorabili.
Attraverso metodicamente i Miti per incontrare l'Oggetto Sacro della mia ricerca. Il mio desiderio di Hatshepsut mi rimanda all'Amore nascente e all'origine. Questo Ritorno è abbastanza concreto da permettermi di toccare a piene mani il Culto Faraonico?
L'Obelisco serviva come luogo di raduno del Culto e della Fede, come oggi il Campanile indica la chiesa, il Minareto, la moschea e la Torre, la sinagoga... ad ogni slancio di credenza, il suo canto: la punta dell'Obelisco, coperta d'oro e d'argento, rifletteva la luce del sole per glorificare il Dio Amon-Ra. Il suono delle campane riporta ai giorni nostri le pecore smarrite all'altare Cristico, la voce del muezzin al mirhab islamico e lo sciofar e la sua musica alla sinagoga...
La fenditura prodigiosa in cima all'obelisco anima la cava fossilizzata lì, all'uscita sud d'Assuan, sulla strada che conduce alla diga. frattura che demolisce la pietra e le fornisce labbra o orecchie gigantesche pronte ad accogliere i miei desideri: veder sorgere davanti a me "la Favorita fra tutte le nobili Dame", Hatshepsut dal meraviglioso ascolto e che "con il Cuore parla", secondo l'Antica Tradizione dei nostri incontri.
Aperte, le labbra-crepe proiettano, attraverso il loro spiraglio, la Figura della Dea, che prende lì di nuovo corpo, grazie alla magia del mio Charme Vili, l'Enigma della Sfinge e della sua ubiquità, in un'aura fantastica che mi meraviglia e che nello stesso tempo mi rende stupefatto.
uscita dal Limbo, la Regina Faraone diafana fluttua nella notte vaporosa, si pianta corpo-punta piramidale, per la prima volta, nel mio Cuore. tra le due rive della crepa o le due onde delle sue labbra, oso confessarle il mio Amore nascente.
la Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Attraverso metodicamente i Miti per incontrare l'Oggetto Sacro della mia ricerca. Il mio desiderio di Hatshepsut mi rimanda all'Amore nascente e all'origine. Questo Ritorno è abbastanza concreto da permettermi di toccare a piene mani il Culto Faraonico?
L'Obelisco serviva come luogo di raduno del Culto e della Fede, come oggi il Campanile indica la chiesa, il Minareto, la moschea e la Torre, la sinagoga... ad ogni slancio di credenza, il suo canto: la punta dell'Obelisco, coperta d'oro e d'argento, rifletteva la luce del sole per glorificare il Dio Amon-Ra. Il suono delle campane riporta ai giorni nostri le pecore smarrite all'altare Cristico, la voce del muezzin al mirhab islamico e lo sciofar e la sua musica alla sinagoga...
La fenditura prodigiosa in cima all'obelisco anima la cava fossilizzata lì, all'uscita sud d'Assuan, sulla strada che conduce alla diga. frattura che demolisce la pietra e le fornisce labbra o orecchie gigantesche pronte ad accogliere i miei desideri: veder sorgere davanti a me "la Favorita fra tutte le nobili Dame", Hatshepsut dal meraviglioso ascolto e che "con il Cuore parla", secondo l'Antica Tradizione dei nostri incontri.
Aperte, le labbra-crepe proiettano, attraverso il loro spiraglio, la Figura della Dea, che prende lì di nuovo corpo, grazie alla magia del mio Charme Vili, l'Enigma della Sfinge e della sua ubiquità, in un'aura fantastica che mi meraviglia e che nello stesso tempo mi rende stupefatto.
uscita dal Limbo, la Regina Faraone diafana fluttua nella notte vaporosa, si pianta corpo-punta piramidale, per la prima volta, nel mio Cuore. tra le due rive della crepa o le due onde delle sue labbra, oso confessarle il mio Amore nascente.
la Donna Faraone - Hédi Bouraoui
Etichette:
Alchimia,
Androgino,
Dakini Bianca,
Dakini Nera,
Dakini Rossa,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Egizi,
Faraone,
Hathor,
Hatshepsut; Regina,
Iniziazione,
Iside,
Piramide,
Porta Alchemica,
Sacerdotessa,
Venere
domenica 25 gennaio 2015
la Bugia
...il Poeta Alchimista canta il suo Amore per una Donna sconosciuta, oggetto di tutti i suoi pensieri e delle sue aspirazioni.
E' una Donna che è "Luce dell'Anima", al cui apparire il poeta si sente tremare e 'trasumanare'. come Dante alla vista di Beatrice. Pur di contemplare il Suo volto, è pronto a offrirle la sua vita stessa.
L'Amore per questa Donna attrae la mente tanto che questa non desidera altro che unirsi a Lei, è Lei che risveglia la nostalgia di un'altra esistenza ("lieto a morir per eternar l'Anima") e lo spinge a liberarsi dai legami per meritare "quelle delizie" che Lei solo sa concedere. E' Lei che ispira il poeta, suggerendogli quello che poi scriverà; ma a volte è tanto sottile e lieve che lui non afferra quanto gli comunica:
...Sei fuoco che purifichi
Quanto trovi d'impuro; e per il fragile
Mio senso, se tu voli, vai tant'agile
Che non ti sento quando mel chiarifichi.
E' evidente che si tratta di una Donna Simbolica, depositaria di ogni perfezione e virtù, topos letterario dei poeti del Dolce Stil Novo, che universalmente si identifica con la Divina Sapienza. molti infatti non intendono più l'Amore in quella forma pura e cortese che s'insegnava nelle Scuole d'Amore.
Ma il poeta l'amerà eternamente, tanto d'operare quella trasformazione di sé nell'oggetto amato, fonte d'infinita beatitudine.
Sei mia, sono tuo... Tu vivi in me medesimo.
Spesso il Palombara nelle sue rime cita Roma, "che vorrebbe portare al suo antico splendore". ma per lui la Tradizione Romana si è interrotta: dopo Morieno Roma, pur essendo "caput mundi", non ha generato altri veri Maestri.
è proprio il ricordo dell'Antica Tradizione che spinge il nobile romano a scrivere, a tramandarne il messaggio, accogliendo dopo secoli quel 'Ramo d'Oro' d'Enea che,come scrive negli Scherzi Ermetici, a lui porge la Lupa di Romolo e Remo.
attraverso il poeta, 'figlio di Roma', si riallaccia quindi il legame con Virgilio e la Tradizione italica, con Enea figlio di Venere (Roma Amor), il cui messaggio egli manda ai posteri. pervaso di questa responsabilità, esorta di fare bene attenzione a quanto cela nei suoi versi, poiché egli spalancherà al Saggio la chiusa porta dell'antro di Mercurio, affinché la Tradizione non muoia.
chi lo seguirà si accorgerà del tesoro inestimabile ch'egli, nelle sue carte, manda al 'Vero Filosofo' e vi troverà la Via per raggiungere la Regalità Iniziatica, l'antica Età dell'Oro di Saturno, il 'Ramo d'Oro' di Enea:
Confida in Dio fuggi la gente prava
Che ti prometto che non hebbe Roma
Imperio tal qual cela questa rima.
Anche nella canzone già citata, l'Autore alla sua N.N. diletta, ritorna la sua missione di restaurare l'Antico Culto della Terra Italica sotto la protezione di Venere:
Ben felice può dirsi hoggi l'Italia
Se di Romolo e Remo nel bel Tevere
Con fortunati accenti sa ricevere
La bella amata mia Venere Idalia.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
E' una Donna che è "Luce dell'Anima", al cui apparire il poeta si sente tremare e 'trasumanare'. come Dante alla vista di Beatrice. Pur di contemplare il Suo volto, è pronto a offrirle la sua vita stessa.
L'Amore per questa Donna attrae la mente tanto che questa non desidera altro che unirsi a Lei, è Lei che risveglia la nostalgia di un'altra esistenza ("lieto a morir per eternar l'Anima") e lo spinge a liberarsi dai legami per meritare "quelle delizie" che Lei solo sa concedere. E' Lei che ispira il poeta, suggerendogli quello che poi scriverà; ma a volte è tanto sottile e lieve che lui non afferra quanto gli comunica:
...Sei fuoco che purifichi
Quanto trovi d'impuro; e per il fragile
Mio senso, se tu voli, vai tant'agile
Che non ti sento quando mel chiarifichi.
E' evidente che si tratta di una Donna Simbolica, depositaria di ogni perfezione e virtù, topos letterario dei poeti del Dolce Stil Novo, che universalmente si identifica con la Divina Sapienza. molti infatti non intendono più l'Amore in quella forma pura e cortese che s'insegnava nelle Scuole d'Amore.
Ma il poeta l'amerà eternamente, tanto d'operare quella trasformazione di sé nell'oggetto amato, fonte d'infinita beatitudine.
Sei mia, sono tuo... Tu vivi in me medesimo.
Spesso il Palombara nelle sue rime cita Roma, "che vorrebbe portare al suo antico splendore". ma per lui la Tradizione Romana si è interrotta: dopo Morieno Roma, pur essendo "caput mundi", non ha generato altri veri Maestri.
è proprio il ricordo dell'Antica Tradizione che spinge il nobile romano a scrivere, a tramandarne il messaggio, accogliendo dopo secoli quel 'Ramo d'Oro' d'Enea che,come scrive negli Scherzi Ermetici, a lui porge la Lupa di Romolo e Remo.
attraverso il poeta, 'figlio di Roma', si riallaccia quindi il legame con Virgilio e la Tradizione italica, con Enea figlio di Venere (Roma Amor), il cui messaggio egli manda ai posteri. pervaso di questa responsabilità, esorta di fare bene attenzione a quanto cela nei suoi versi, poiché egli spalancherà al Saggio la chiusa porta dell'antro di Mercurio, affinché la Tradizione non muoia.
chi lo seguirà si accorgerà del tesoro inestimabile ch'egli, nelle sue carte, manda al 'Vero Filosofo' e vi troverà la Via per raggiungere la Regalità Iniziatica, l'antica Età dell'Oro di Saturno, il 'Ramo d'Oro' di Enea:
Confida in Dio fuggi la gente prava
Che ti prometto che non hebbe Roma
Imperio tal qual cela questa rima.
Anche nella canzone già citata, l'Autore alla sua N.N. diletta, ritorna la sua missione di restaurare l'Antico Culto della Terra Italica sotto la protezione di Venere:
Ben felice può dirsi hoggi l'Italia
Se di Romolo e Remo nel bel Tevere
Con fortunati accenti sa ricevere
La bella amata mia Venere Idalia.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
Etichette:
Alchimia,
Dea Madre,
Debdea Shakti,
Gerarchia; Grande Invocazione,
Hatshepsut; Regina,
Iniziazione,
Iside,
Maestro Koothumi,
Maestro Morya,
Maestro Saint Germain,
Porta Alchemica,
Rebis,
Sacerdotessa,
Venere
Iscriviti a:
Post (Atom)