Al centro di questo affascinante saggio, basato su una mole di testi e documenti della classicità, stanno le Parthenoi, Sacerdotesse Vergini dedite al Culto e alla pratica della Nascita Divina.
L'autrice, che appartiene alla nuova generazione di studi matrifocali e di genere, apre una prospettiva impensata su temi che appartengono a una zona di penombra del nostro immaginario: l'Immacolata Concezione, la Nascita Partogenetica di Dee, Eroi e Salvatori del mondo, Culti Misteriosi praticati a Dodona, Delfi, Eleusi e connessi con lontane radici africane e pleiadiche.
"Gaia, Atena, Artemide ed Era erano divinità creatrici che avevano generato il cosmo, la terra e tutta la vita senza l'ausilio di un consorte; in altre parole, erano Madri Vergini".
"Possiamo pensare alle Divinità Partogenetiche Madre e Figlia come a due 'Gemelle', tema che ritengo formasse il sostrato originale del Culto della Divina Coppia Madre-Figlia Demetra e Persefone".
Partenogenesi, il Culto della Nascita Divina nell'Antica Grecia - Marguerite Rigoglioso
mercoledì 8 aprile 2015
Partenogenesi
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I Sacerdoti Iniziati
Il
Sacerdote egizio non era un ministro della religione, come lo
intendiamo oggi, ma aveva il significato di 'Filosofo', ossia di un
appartenente a una Fratellanza di Saggi che si univano per studiare
insieme l'arte di governare gli uomini mediante la Verità. I Sacerdoti
egizi, come poi i Brahmani, erano quelli che gestivano il potere
sociale. Essi diventavano Re ed Imperatori ed esercitavano il Potere di:
-curare e sanare gli ammalati;
-diffondere l'Amore fraterno e la cooperazione fra gli uomini;
-richiamare dal coma o morte apparente.
Questi Poteri furono trasmessi dai Re-Iniziati dell'Egitto (Dinastie Divine) a tutti i Re successivi, che vennero investiti di tali poteri dai Deva e assistiti dagli Ierofanti dei Templi. (...)
Intorno al 2200 a. C. l'Egitto subì la più tremenda crisi della sua storia, l'invasione degli Hyksos, che smembrò l'unità del paese. I sacerdoti diffusero allora nel popolo la leggenda di Iside e Osiride e dello smembramento di quest'ultimo. Nel mito, dall'unione fra Iside e il ricomposto cadavere di Osiride nasceva Horus, simbolo della Resurrezione dalla morte. A livello religioso Iside simboleggiava l'anima dell'Egitto che rimetteva insieme le parti smembrate del Paese (Osiride) e dava vita a Horus, ovvero il Sole rigeneratore, una ulteriore lettura del mito lo legava agli spiriti che sovrintendevano al processo naturale, dove la terra (Iside) attendeva l'azione fecondatrice del Nilo (Osiride) e dopo la sua morte (inverno) la vita si risvegliava di nuovo a primavera (Horus).
In questo modo si insegnava alle masse come la Vita fosse perennemente ritmata dalla Morte e dalla Resurrezione in una rinascita continua. A livello esoterico, nei Misteri si insegnava invece che Iside rappresentava la Vergine Madre (la Natura) che riceve la vita dallo Spirito Divino (Osiride) e dalla loro unione nasceva Horus (il Logos) ossia la Coscienza.
Spesso Iside era raffigurata come una Madre col Bambino (la Vergine) "vestita di Sole e con la Luna sotto i piedi". (Interessante il confronto con la Madonna cristiana) - le "Vergini Nere", venerate in tante cattedrali francesi, si rivelarono, dopo approfonditi esami, immagini in basalto di Iside, la Dea della Sapienza Occulta, la Vergine Madre o Sostanza Primordiale.(...)
L'Iniziazione era la vera religione egizia. esteriormente era una Scuola, un Collegio dove venivano insegnate le Scienze, le arti, l'etica, la filantropia, le Leggi, l'astronomia e l'astrologia. Segretamente venivano preparati i candidati all'Iniziazione.
I Misteri, la Filosofia, le Religioni, dalla Creazione ai Misteri Romani - Francesco e Gabriella Varetto
-curare e sanare gli ammalati;
-diffondere l'Amore fraterno e la cooperazione fra gli uomini;
-richiamare dal coma o morte apparente.
Questi Poteri furono trasmessi dai Re-Iniziati dell'Egitto (Dinastie Divine) a tutti i Re successivi, che vennero investiti di tali poteri dai Deva e assistiti dagli Ierofanti dei Templi. (...)
Intorno al 2200 a. C. l'Egitto subì la più tremenda crisi della sua storia, l'invasione degli Hyksos, che smembrò l'unità del paese. I sacerdoti diffusero allora nel popolo la leggenda di Iside e Osiride e dello smembramento di quest'ultimo. Nel mito, dall'unione fra Iside e il ricomposto cadavere di Osiride nasceva Horus, simbolo della Resurrezione dalla morte. A livello religioso Iside simboleggiava l'anima dell'Egitto che rimetteva insieme le parti smembrate del Paese (Osiride) e dava vita a Horus, ovvero il Sole rigeneratore, una ulteriore lettura del mito lo legava agli spiriti che sovrintendevano al processo naturale, dove la terra (Iside) attendeva l'azione fecondatrice del Nilo (Osiride) e dopo la sua morte (inverno) la vita si risvegliava di nuovo a primavera (Horus).
In questo modo si insegnava alle masse come la Vita fosse perennemente ritmata dalla Morte e dalla Resurrezione in una rinascita continua. A livello esoterico, nei Misteri si insegnava invece che Iside rappresentava la Vergine Madre (la Natura) che riceve la vita dallo Spirito Divino (Osiride) e dalla loro unione nasceva Horus (il Logos) ossia la Coscienza.
Spesso Iside era raffigurata come una Madre col Bambino (la Vergine) "vestita di Sole e con la Luna sotto i piedi". (Interessante il confronto con la Madonna cristiana) - le "Vergini Nere", venerate in tante cattedrali francesi, si rivelarono, dopo approfonditi esami, immagini in basalto di Iside, la Dea della Sapienza Occulta, la Vergine Madre o Sostanza Primordiale.(...)
L'Iniziazione era la vera religione egizia. esteriormente era una Scuola, un Collegio dove venivano insegnate le Scienze, le arti, l'etica, la filantropia, le Leggi, l'astronomia e l'astrologia. Segretamente venivano preparati i candidati all'Iniziazione.
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martedì 7 aprile 2015
Rievocando i Misteri
A quel tempo esisteva una Confraternita (come poi nel Rinascimento) di Iniziati Costruttori (3° Raggio), che ebbero il compito di evocare sulla civiltà umana energie cosmiche attraverso i Templi (soprattutto di 1° e 2° Raggio) e la formazione di Triangoli. Le decorazioni scolpite sui frontoni dei Templi erano in rapporto diretto con gli allineamenti astrologici e descrivevano il settore nel quale erano collocati.
Pitagora, fedele alle antiche Tradizioni Iniziatiche, attribuì molta importanza al ruolo della donna, tanto da istituire un'apposita sezione per l'Iniziazione femminile. Questa era già presente in India al tempo dei Veda, in Egitto con i Misteri di Iside, e in Grecia introdotta da Orfeo. Egli, però, diede un impulso nuovo e straordinario all'elevazione della Donna, consegnandole una precisa funzione all'interno della famiglia e della società: quella di Educatrice.
Le insegnò la scienza del concepimento e del rapporto sessuale, nonché l'arte della maternità e della vita coniugale. Consegnò alla Donna un potere straordinario: quello della trasformazione del desiderio in un Amore perfetto, capace di far diventare il matrimonio un Atto Sacrale, come testimonianza della equilibrata fusione di due Anime e non solo di due corpi. Il Matrimonio, secondo Pitagora, rappresentava il compendio dell'intera creazione. Affinché ciò fosse realizzato era necessario che sia l'uomo che la donna venissero Iniziati alla piena consapevolezza di essere i Rappresentanti del Principio Creatore.
La nascita di un figlio era, di conseguenza, un Atto Sacro, capace di attirare in incarnazione una coscienza elevata.
I Misteri, la Filosofia, le Religioni, dalla Creazione ai Misteri Romani - Francesco e Gabriella Varetto
Pitagora, fedele alle antiche Tradizioni Iniziatiche, attribuì molta importanza al ruolo della donna, tanto da istituire un'apposita sezione per l'Iniziazione femminile. Questa era già presente in India al tempo dei Veda, in Egitto con i Misteri di Iside, e in Grecia introdotta da Orfeo. Egli, però, diede un impulso nuovo e straordinario all'elevazione della Donna, consegnandole una precisa funzione all'interno della famiglia e della società: quella di Educatrice.
Le insegnò la scienza del concepimento e del rapporto sessuale, nonché l'arte della maternità e della vita coniugale. Consegnò alla Donna un potere straordinario: quello della trasformazione del desiderio in un Amore perfetto, capace di far diventare il matrimonio un Atto Sacrale, come testimonianza della equilibrata fusione di due Anime e non solo di due corpi. Il Matrimonio, secondo Pitagora, rappresentava il compendio dell'intera creazione. Affinché ciò fosse realizzato era necessario che sia l'uomo che la donna venissero Iniziati alla piena consapevolezza di essere i Rappresentanti del Principio Creatore.
La nascita di un figlio era, di conseguenza, un Atto Sacro, capace di attirare in incarnazione una coscienza elevata.
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venerdì 3 aprile 2015
Inanna del Mattino e della Sera
Proprio come abbiamo rilevato nel tempio della Dea Occhio di Tell Brak, Betty De Shong Meador fa notare che "l'uso della lingua neolitica samaro/ubaida (del VI millennio) si protrasse direttamente nella cultura sumera". I Samari "usarono nella loro iconografia l'onnipresente simbolo del Serpente legato alla terra", come pure le favolose immagini di danzatrici (Dakini) roteanti con i capelli al vento.
La prima forma di scrittura sumera è stata usata per comporre inni di devozione alla Dea Inanna, e narra storie della Sua Sessualità Sacra e della sua discesa e Iniziazione sotto l'egida di Ereshkigal, sua tenebrosa sorella degli Inferi.
In questi ultimi trent'anni, le storie di Inanna sono state fondamentali per il pensiero femminista nel processo di revisione della storia e della religione. Tra gli epiteti di Inanna nel III millennio a. C. troviamo "la Principessa Inanna", "Inanna del Mattino e della Sera" (la Sua figura era intercambiabile con il Pianeta Venere), e ancora "Inanna delle Steppe". Era "guardiana delle abbondanti messi conservate nei depositi comuni di Uruk (la città più grande della Mesopotamia, odierno Iraq) e riceveva offerte differenti a seconda dei diversi aspetti del Suo Divino Sé.
Meador, studiosa junghiana, ha passato gli ultimi dieci anni a tradurre i poemi di Enheduanna, la Sacerdotessa di Inanna che visse nel 2300 a.C, periodo di cui possediamo un'ampia documentazione a supporto dell'esistenza delle Doppie Regine Amazzoni (la 'Guerriera' e la 'Sacerdotessa'). Enheduanna, descritta con una veste a balze e un alto copricapo conico a tesa rotonda, rappresenta la conclusione del lungo Lignaggio di Sacerdotesse che, per parecchi millenni nell'area dell'odierno Iraq, avevano presieduto ai riti sciamanici. Le sue origini sono legate allo zafferano che veniva raccolto nella città di Saffron, dove era nato il Potente Sargon, suo padre. Ciò lega Enheduanna alle Sacerdotesse Minoiche che raccolgono lo zafferano, ritratte nei murali di Creta e Santorini. La madre di Sargon era stata una "Sacerdotessa che aveva partorito in segreto un bambino" e lo aveva posto in un cesto nell'acqua, per essere poi allevato da un giardiniere".
La Dea Doppia - Vicky Noble
Se mi chiedi a che religione appartengo, ti rispondo:
"Io Sono Figlia del Sole e della Luna,
Io Sono Figlia della Terra e delle Stelle".
Debdeashakti
La prima forma di scrittura sumera è stata usata per comporre inni di devozione alla Dea Inanna, e narra storie della Sua Sessualità Sacra e della sua discesa e Iniziazione sotto l'egida di Ereshkigal, sua tenebrosa sorella degli Inferi.
In questi ultimi trent'anni, le storie di Inanna sono state fondamentali per il pensiero femminista nel processo di revisione della storia e della religione. Tra gli epiteti di Inanna nel III millennio a. C. troviamo "la Principessa Inanna", "Inanna del Mattino e della Sera" (la Sua figura era intercambiabile con il Pianeta Venere), e ancora "Inanna delle Steppe". Era "guardiana delle abbondanti messi conservate nei depositi comuni di Uruk (la città più grande della Mesopotamia, odierno Iraq) e riceveva offerte differenti a seconda dei diversi aspetti del Suo Divino Sé.
Meador, studiosa junghiana, ha passato gli ultimi dieci anni a tradurre i poemi di Enheduanna, la Sacerdotessa di Inanna che visse nel 2300 a.C, periodo di cui possediamo un'ampia documentazione a supporto dell'esistenza delle Doppie Regine Amazzoni (la 'Guerriera' e la 'Sacerdotessa'). Enheduanna, descritta con una veste a balze e un alto copricapo conico a tesa rotonda, rappresenta la conclusione del lungo Lignaggio di Sacerdotesse che, per parecchi millenni nell'area dell'odierno Iraq, avevano presieduto ai riti sciamanici. Le sue origini sono legate allo zafferano che veniva raccolto nella città di Saffron, dove era nato il Potente Sargon, suo padre. Ciò lega Enheduanna alle Sacerdotesse Minoiche che raccolgono lo zafferano, ritratte nei murali di Creta e Santorini. La madre di Sargon era stata una "Sacerdotessa che aveva partorito in segreto un bambino" e lo aveva posto in un cesto nell'acqua, per essere poi allevato da un giardiniere".
La Dea Doppia - Vicky Noble
Se mi chiedi a che religione appartengo, ti rispondo:
"Io Sono Figlia del Sole e della Luna,
Io Sono Figlia della Terra e delle Stelle".
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martedì 31 marzo 2015
Rex et Sacerdos
Dal Culto della Dea Madre deriva il simbolo della Dea Doppia.
Presente in tutto il mondo, l'Archetipo della Dea Doppia espande il nostro modo di intendere l'antica autonomia e sovranità femminile.
Se collocati in un più ampio contesto, tutti gli sfrenati gruppi di indomite e profetiche Sacerdotesse-sciamane estatiche possono essere visti come elementi di un antico e universale Culto della Dea, tramandato da una precedente civiltà matristica legata alla terra, che era stata distrutta e costretta a migrare in tutte le direzioni. La cività delle isole, come quella di Malta, delle Cicladi, di Creta e di Cipro, divenne l'ultima roccaforte dei riti sciamanici della Dea, prettamente femminili, in un tempo in cui le culture continentali erano state decimate da violenti invasori.
Il Tempio Oracolare di Delo (luogo di nascita di Apollo e Artemide, i gemelli della Grecia classica) era il centro sacro del cerchio formato dalle isole cicladi, da cui trassero il loro nome. In quei luoghi, le donne si truccavano il volto e probabilmente officiavano la maggior parte dei più importanti riti religiosi (se non tutti), comprese le Rivelazioni delle Profezie Oracolari e i rituali funerari.
In questi luoghi, le Sacerdotesse estatiche potrebbero aver praticato anche riti sessuali di tipo tantrico, come avvenne molto tempo dopo, quando yogini tibetane e indiane altamente evolute officiavano le loro sacre pratiche magiche nei cimiteri e negli ossari, con canti estatici collettivi che stimolavano la percezione.
Tirando le somme di tutte queste ipotetiche connessioni, diventerà finalmente possibile tracciare una discendenza diretta e ininterrotta degli antichi Misteri Femminili della Dea Doppia, da Catalhoyuk nel VII a. C. fino ai Misteri Eleusini che si svolgevano nell'Atene classica, al "fiorire della civiltà occidentale".
La Dea Doppia - Vicky Noble
Presente in tutto il mondo, l'Archetipo della Dea Doppia espande il nostro modo di intendere l'antica autonomia e sovranità femminile.
Se collocati in un più ampio contesto, tutti gli sfrenati gruppi di indomite e profetiche Sacerdotesse-sciamane estatiche possono essere visti come elementi di un antico e universale Culto della Dea, tramandato da una precedente civiltà matristica legata alla terra, che era stata distrutta e costretta a migrare in tutte le direzioni. La cività delle isole, come quella di Malta, delle Cicladi, di Creta e di Cipro, divenne l'ultima roccaforte dei riti sciamanici della Dea, prettamente femminili, in un tempo in cui le culture continentali erano state decimate da violenti invasori.
Il Tempio Oracolare di Delo (luogo di nascita di Apollo e Artemide, i gemelli della Grecia classica) era il centro sacro del cerchio formato dalle isole cicladi, da cui trassero il loro nome. In quei luoghi, le donne si truccavano il volto e probabilmente officiavano la maggior parte dei più importanti riti religiosi (se non tutti), comprese le Rivelazioni delle Profezie Oracolari e i rituali funerari.
In questi luoghi, le Sacerdotesse estatiche potrebbero aver praticato anche riti sessuali di tipo tantrico, come avvenne molto tempo dopo, quando yogini tibetane e indiane altamente evolute officiavano le loro sacre pratiche magiche nei cimiteri e negli ossari, con canti estatici collettivi che stimolavano la percezione.
Tirando le somme di tutte queste ipotetiche connessioni, diventerà finalmente possibile tracciare una discendenza diretta e ininterrotta degli antichi Misteri Femminili della Dea Doppia, da Catalhoyuk nel VII a. C. fino ai Misteri Eleusini che si svolgevano nell'Atene classica, al "fiorire della civiltà occidentale".
La Dea Doppia - Vicky Noble
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lunedì 30 marzo 2015
il Divino Androgino
Inanna è stata ritratta in veste di Guerriera, Gran Sacerdotessa, Amante. Ora, in una sezione dell'inno, Essa crea un rito specifico per onorare l'aspetto cerimoniale delle persone dalla definizione sessuale ambigua.
Inanna
vestendo una vergine
entro le stanze delle donne
abbraccia con cuore pieno
la giovane fanciulla dall'aspetto di uomo prestante.
Enheduanna descrive la giovane fanciulla con la parola sumera la-la che significa: "il vigore di un giovane uomo nel suo pieno rigoglio". Il termine inglese "handsome" (avvenente; uomo prestante) traduce al meglio il significato cross-gender, come possiamo comprendere in contesto proseguendo nella lettura. La giovane donna dell'inno, a causa delle sue sembianze maschili, ha subito in Sumeria lo stesso ostracismo che molti androgini sopportano ancora oggi. L'Androginia cerimoniale ha una lunga storia. In Mesopotamia, nei testi letterari collegati al rituale del Tempio, il personale del tempio che venera la Dea è spesso descritto come degli Androgini, sessualmente ambivalenti, eunuchi, ermafroditi o travestiti. Nei tempi moderni, alcune culture native americane hanno creato una figura per manifestare la sacralità cross-gender, come ad esempio quella della 'berdache', o lesbica sacra.
La Sacerdotessa o il Sacerdote Cross-Gender possiede l'abilità di "passare dall'altra parte, di rivelare i due mondi essenzialmente diversi l'uno all'altro".
Il culto veniva praticato da personale di genere ambiguo entro i limiti imposti dal rituale del tempio. Contenuto in questa maniera questo strappo nel tessuto della realtà consentiva ai veneratori di contemplare la fragilità della loro realtà costituita e di far spazio all'instabilità nel loro mondo prevalentemente stabile.
... "Trasformare un uomo in donna / una donna in uomo / sono cose Tue, Inanna".
Inanna, Signora dal Cuore Immenso - Betty De Shong Meador
Inanna
vestendo una vergine
entro le stanze delle donne
abbraccia con cuore pieno
la giovane fanciulla dall'aspetto di uomo prestante.
Enheduanna descrive la giovane fanciulla con la parola sumera la-la che significa: "il vigore di un giovane uomo nel suo pieno rigoglio". Il termine inglese "handsome" (avvenente; uomo prestante) traduce al meglio il significato cross-gender, come possiamo comprendere in contesto proseguendo nella lettura. La giovane donna dell'inno, a causa delle sue sembianze maschili, ha subito in Sumeria lo stesso ostracismo che molti androgini sopportano ancora oggi. L'Androginia cerimoniale ha una lunga storia. In Mesopotamia, nei testi letterari collegati al rituale del Tempio, il personale del tempio che venera la Dea è spesso descritto come degli Androgini, sessualmente ambivalenti, eunuchi, ermafroditi o travestiti. Nei tempi moderni, alcune culture native americane hanno creato una figura per manifestare la sacralità cross-gender, come ad esempio quella della 'berdache', o lesbica sacra.
La Sacerdotessa o il Sacerdote Cross-Gender possiede l'abilità di "passare dall'altra parte, di rivelare i due mondi essenzialmente diversi l'uno all'altro".
Il culto veniva praticato da personale di genere ambiguo entro i limiti imposti dal rituale del tempio. Contenuto in questa maniera questo strappo nel tessuto della realtà consentiva ai veneratori di contemplare la fragilità della loro realtà costituita e di far spazio all'instabilità nel loro mondo prevalentemente stabile.
... "Trasformare un uomo in donna / una donna in uomo / sono cose Tue, Inanna".
Inanna, Signora dal Cuore Immenso - Betty De Shong Meador
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sabato 28 marzo 2015
Dabar
Gli antichi
Babilonesi ( 1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra, che era
rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’Ape.
Ape
infatti, nella lingua locale, si pronunciava “Dabar” e “Dabar” era anche
il termine per indicare la “Parola” (divina). Questo termine verrà
utilizzato successivamente anche dagli antichi ebrei per invocare il
Messia. In ebraico, la parola che indica l'Ape, "Dbure", ha origine dal
termine "Dbr", ossia discorso, e perciò, tra i primi credenti ebrei, le Api simboleggiavano l'eloquenza e l'intelligenza. La Torah afferma: "Lo
spirito dell'uomo è la candela del Signore", la stessa Terra promessa
era descritta come il “Paese ove scorre latte e
miele".
Nel mondo cristiano le Api erano spesso un simbolo di Cristo, con il loro miele e pungiglione a rappresentare la sua misericordia e giustizia. L' Alveare divenne metafora cristiana della vita casta, caritatevole e regolata dalle comunità monastiche. L'errata credenza secondo cui le Api (che in realtà si accoppiano in imponenti sciami volanti) si riproducono costantemente come i fiori che impollinano, le rese emblemi della Vergine Maria.
L 'Alveare simboleggiava anche le celle dei monasteri dove i monaci vivevano e lavoravano. Anche abitazioni preistoriche comuni scoperte sull' isola di Creta sono di struttura ad Alveare.
In Grecia, lo stesso Zeus sarebbe stato nutrito dalle Api, o meglio nutrito di solo miele da sua madre Melissa. Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “Colei che è datrice di miele”, “Colei che offre il miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’Ape mellifera, ed al contempo la Regina di tutte le Api. Nelle leggende greche, Ella ci viene descritta come una bellissima principessa cretese, certe volte come una materna Ninfa del Miele, che aveva nutrito il piccolo Zeus nel tempo in cui il grande dio patriarcale non era ancora l’onnipotente padre degli Dei, ma il grazioso figlio della "vergine Dea".
Melissa fu definita proprio "Vergine Dea" perchè aveva la facoltà di essere autogenerativa, proprio come le Api, che possono riprodursi senza l' unione sessuale con il maschio. Quando Zeus crebbe, per ringraziare la principessa delle sue dolci cure, decise di liberarla del suo semplice corpo di donna mortale e la trasformò in Ape. Si racconta anche che le Api chiesero a Zeus (quando divenne un dio) di poter avere un pungiglione per potersi difendere dagli uomini che rubavano loro il miele. Zeus non gradì la loro richiesta, ma le accontentò, avvertendole che qualora avessero usato il pungiglione avrebbero pagato con la vita.
Secondo un’altra leggenda, Melissa era una Sacerdotessa dedicata a Demetra, depositaria delle segrete conoscenze e dei Sacri Riti Misterici della Dea, sui quali aveva giurato di mantenere l’assoluto silenzio. Infastidita da un gruppo di curiose, che la istigavano a rivelare i suoi saperi, ella negò senza mai cedere, fino a quando le donne, deluse ed infuriate, la uccisero facendola a pezzi. La Dea vide ciò che era accaduto e trasformò il corpo straziato della sua amata figlia in uno sciame lucente di Api, che si levò leggero e volò verso l’infinito per ricongiungersi a Lei. Le sacerdotesse della Grande Dea Madre Demetra a Eleusi erano proprio chiamate "Api". I greci antichi ritenevano che le Api fossero nate spontaneamente da cadaveri di animali, e che perciò simboleggiassero la Resurrezione e la Rinascita. Le veneravano in quanto sacre messaggere che portavano le preghiere dalla Terra al Cielo, ogni cosa creata da queste sacre creature, come il miele o la cera, era considerata un dono degli dei. Secondo le leggende nordiche esse affioravano sulla terra da un sotterraneo mondo incantato, dove vivevano insieme alle fate. Si riteneva che possedessero virtù profetiche, per questo se ne osservava il volo per divinare e determinare il futuro, e che fosse portatrice del fuoco divino.
In un' immagine poetica di bruciante desiderio, Kama, il dio hindu dell'Amore, appare con una corda d'arco fatta di Api. Nell'arte indu, Vishnu viene anche ritratto come un'Ape posata su un loto e Shiva come un'Ape sopra un triangolo. Le antiche Dee mediterranee delle Api in Egitto, Mesopotamia, Grecia e Roma sono connesse con la Dea indiana Hindu: Brahmari Devi, la Dea delle Api, nelle sue connessioni con gli insegnamenti inerenti i chakra. Questi sette reami della coscienza emanano dal primo suono - il pulsare del tamburo cosmico - il battito del cuore della Dea. La Maha Devi (o Grande Madre), la Kundalini, si manifesta in forma di suono come un'Ape Regina (Brahmari Devi) circondata da nuvole di api ronzanti.
tratto da: http://www.mutatemente.com/api.html
Nel mondo cristiano le Api erano spesso un simbolo di Cristo, con il loro miele e pungiglione a rappresentare la sua misericordia e giustizia. L' Alveare divenne metafora cristiana della vita casta, caritatevole e regolata dalle comunità monastiche. L'errata credenza secondo cui le Api (che in realtà si accoppiano in imponenti sciami volanti) si riproducono costantemente come i fiori che impollinano, le rese emblemi della Vergine Maria.
L 'Alveare simboleggiava anche le celle dei monasteri dove i monaci vivevano e lavoravano. Anche abitazioni preistoriche comuni scoperte sull' isola di Creta sono di struttura ad Alveare.
In Grecia, lo stesso Zeus sarebbe stato nutrito dalle Api, o meglio nutrito di solo miele da sua madre Melissa. Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “Colei che è datrice di miele”, “Colei che offre il miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’Ape mellifera, ed al contempo la Regina di tutte le Api. Nelle leggende greche, Ella ci viene descritta come una bellissima principessa cretese, certe volte come una materna Ninfa del Miele, che aveva nutrito il piccolo Zeus nel tempo in cui il grande dio patriarcale non era ancora l’onnipotente padre degli Dei, ma il grazioso figlio della "vergine Dea".
Melissa fu definita proprio "Vergine Dea" perchè aveva la facoltà di essere autogenerativa, proprio come le Api, che possono riprodursi senza l' unione sessuale con il maschio. Quando Zeus crebbe, per ringraziare la principessa delle sue dolci cure, decise di liberarla del suo semplice corpo di donna mortale e la trasformò in Ape. Si racconta anche che le Api chiesero a Zeus (quando divenne un dio) di poter avere un pungiglione per potersi difendere dagli uomini che rubavano loro il miele. Zeus non gradì la loro richiesta, ma le accontentò, avvertendole che qualora avessero usato il pungiglione avrebbero pagato con la vita.
Secondo un’altra leggenda, Melissa era una Sacerdotessa dedicata a Demetra, depositaria delle segrete conoscenze e dei Sacri Riti Misterici della Dea, sui quali aveva giurato di mantenere l’assoluto silenzio. Infastidita da un gruppo di curiose, che la istigavano a rivelare i suoi saperi, ella negò senza mai cedere, fino a quando le donne, deluse ed infuriate, la uccisero facendola a pezzi. La Dea vide ciò che era accaduto e trasformò il corpo straziato della sua amata figlia in uno sciame lucente di Api, che si levò leggero e volò verso l’infinito per ricongiungersi a Lei. Le sacerdotesse della Grande Dea Madre Demetra a Eleusi erano proprio chiamate "Api". I greci antichi ritenevano che le Api fossero nate spontaneamente da cadaveri di animali, e che perciò simboleggiassero la Resurrezione e la Rinascita. Le veneravano in quanto sacre messaggere che portavano le preghiere dalla Terra al Cielo, ogni cosa creata da queste sacre creature, come il miele o la cera, era considerata un dono degli dei. Secondo le leggende nordiche esse affioravano sulla terra da un sotterraneo mondo incantato, dove vivevano insieme alle fate. Si riteneva che possedessero virtù profetiche, per questo se ne osservava il volo per divinare e determinare il futuro, e che fosse portatrice del fuoco divino.
In un' immagine poetica di bruciante desiderio, Kama, il dio hindu dell'Amore, appare con una corda d'arco fatta di Api. Nell'arte indu, Vishnu viene anche ritratto come un'Ape posata su un loto e Shiva come un'Ape sopra un triangolo. Le antiche Dee mediterranee delle Api in Egitto, Mesopotamia, Grecia e Roma sono connesse con la Dea indiana Hindu: Brahmari Devi, la Dea delle Api, nelle sue connessioni con gli insegnamenti inerenti i chakra. Questi sette reami della coscienza emanano dal primo suono - il pulsare del tamburo cosmico - il battito del cuore della Dea. La Maha Devi (o Grande Madre), la Kundalini, si manifesta in forma di suono come un'Ape Regina (Brahmari Devi) circondata da nuvole di api ronzanti.
tratto da: http://www.mutatemente.com/api.html
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Debora - Gustave Doré |
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