martedì 5 maggio 2015

l'Amor Cortese e la Rosa Mistica

Le Crociate aprirono le menti dei nobili, dei poeti e dei musicisti al Principio Femminile.
Si sviluppò una forma di cavalleria che andava ben al di là della capacità di distruggere: si trattava di una nuova etica dell'Amore non fondato sul matrimonio legale. Per la prima volta nella storia, questo amore romantico e idealistico poneva la Donna Amata su un piedistallo, rappresentandola come un'entità virtuosa, pura, colta e ricca di saggezza femminile. Il cavaliere cui Lei donava il Suo affetto era il Campione capace di proteggerla dalle maldicenze degli altri. Tramite il suo Amore per Lei, il cavaliere cercava di sviluppare le più nobili virtù maschili. Questa nuova etica veniva lodata nelle poesie e nelle canzoni dei menestrelli di Francia, e messa in pratica da re Artù e dai suoi Cavalieri della Tavola Rotonda.
Il Culto della Vergine Maria fu un ampliamento di questa idealizzazione del Femminino come esempio di 'perfezione'. San Bernardo di Chiaravalle fu una figura chiave nell'adozione di questa immagine. Maria veniva lodata come madre perfetta, pura, concepita senza peccato e capace di concepire senza congiunzione carnale, vivendo il matrimonio senza mai consumarlo. Era nata una nuova forma della Dea, che però non doveva essere considerata uguale a Dio, ma solo una mediatrice tra l'uomo e il Divino.

Le statue di Maria rivelano la perdita dei poteri: le mani tenute in basso lungo i fianchi, mentre la Dea le teneva sollevate sopra la testa, azione eseguita dal prete durante la messa, sia quando procede alla consacrazione del pane e del vino, che quando dà la benedizione al termine della funzione. Un piede di Maria poggia sulla testa del serpente per simboleggiare il dominio sulla Sessualità: nella teologia giudeo-cristiana, il Serpente viene associato al Male. Ecco un esempio della trasformazione negativa di un'immagine religiosa che, da un Culto Antico, viene integrata nel Cristianesimo. Tuttavia quasi tutti i simboli di Maria adottati a quell'epoca come attributi di Nostra Signora erano positivi. Molti di questi simboli sono menzionati nella Litania a Nostra Signora: Rosa Mistica, Stella del Mare, Vaso d'Onore, ecc.
In questo periodo cominciarono ad apparire dipinti di Nostra Signora circondata da un alone di luce a forma di Kteis. Il Culto di Maria venne sviluppato a partire dalla simbologia di Iside, poiché sia Maria che Iside rappresentavano la faccia illuminata della Luna (esistono numerose immagini medievali di Maria ritta in piedi sulla Luna). I Rosoni circolari delle cattedrali medievali erano simboli della Divinità Femminile.

Il Culto della Vergine Maria era originariamente inteso a porre rimedio a uno squilibrio, ma finì per intensificare il crescente squilibrio tra la polarità maschile e quella femminile. Tutti i cicli naturali di nascita, di trasformazione e morte vennero sostituiti da un simbolo che era impossibile da emulare per le donne mortali. Dio era un padre patriarcale: gli uomini potevano imitare quell'immagine e diventare patriarchi, mentre le donne non potevano essere vergini e madri allo stesso tempo. Nella teologia cristiana, la Vergine Maria era l'Unica Donna Perfetta. L'aspetto più oscuro che porta all'acquisizione del Potere e della Sapienza venne rifiutato, e tutte le donne, per loro stessa natura, vennero considerate dalla teologia cristiana ufficiale come esseri impuri, peccaminosi e malvagi.

La Femmina Sacra - Maureen Concannon





domenica 3 maggio 2015

la Discesa agli Inferi

Descent to the Goddess: A Way of Initiation for Women è un libro guida per le donne contemporanee che osano scivolare sotto il limite del conscio per sperimentare gli abissi dell'energia femminile primaria. La storia di Inanna, che discende nell'Oltretomba dove deve confrontarsi con la Dea Oscura, morire e putrefare per tre giorni, potrebbe essere facilmente considerata una metafora del ciclo mestruale.

Si tratta del racconto epico mitico più antico che possediamo e indica civiltà mediorientali ancora più antiche governate dalle donne, come quella di Catal Huyuk

Quando sente la chiamata della Dea, Inanna discende di propria volontà per morire e rinascere e fare ritorno alla comunità con il potere di guaritrice, ma durante questo processo rinuncia a ogni brandello di identità. Nei racconti di epoca più tarda, l'eroe che entra nell'oltretomba vi si reca con la spada sguainata per uccidere la Dea Oscura e non cambiare mai.

Il Risveglio della Dea - Vicky Noble


sabato 2 maggio 2015

il Tocco della Dea

Cibele, il cui carro era trainato da leoni, era conosciuta anche quale Afrodite frigia del monte Ida, ed era venerata come Ape Regina

Anchise, dopo le nozze con  la “Dea della Vita e della Morte”, fu colpito da una folgore rituale. Anchise, secondo Robert Graves, era sinonimo di Adone e inoltre: “Anchise ci fa identificare Afrodite con Iside, moglie di Osiride”.

Afrodite, come Dea della Vita e della Morte, ebbe molti appellativi che paiono contrastare con la fama di Dea bella e compiacente e che sono consentanei con l’isola di Creta: Melenide (la Nera), Scotia ( l’Oscura).


...
 
Gli Dèi non ti aggiungono né tolgono nulla.
Solamente d’un tocco leggero t’inchiodano dove sei giunto.
Quel che prima era voglia, era scelta, ti si scopre destino.







i Mostri, la Belva, Il Bosco Sacro

Dunque, lo sai, e mi puoi credere. Io dormivo una sera sul Latmo - era notte - mi ero attardato nel vagabondare, e seduto dormivo, contro un tronco. Mi risvegliai sotto la luna - nel sogno ebbi un brivido al pensiero ch'ero là, nella radura - e la vidi. La vidi che mi guardava, con quegli occhi un poco obliqui, occhi fermi, trasparenti, grandi dentro. Io non lo seppi allora, non lo sapevo l'indomani, ma ero già cosa sua, preso nel cerchio dei suoi occhi, dello spazio che occupava, della radura, del monte. Mi salutò con un sorriso chiuso; io le dissi: «Signora»; e aggrottava le ciglia, come ragazza un po' selvatica, come avesse capito che mi stupivo, e quasi dentro sbigottivo, a chiamarla Signora. 
Sempre rimase poi fra noi quello sgomento.
O straniero, lei mi disse il mio nome e mi venne vicino - la tunica non le dava al ginocchio - e stendendo la mano mi toccò sui capelli. Mi toccò quasi esitando, e le venne un sorriso, un sorriso incredibile, mortale. Io fui per cadere prosternato - pensai tutti i suoi nomi - ma lei mi trattenne come si trattiene un bimbo, la mano sotto il mento. Sono grande e robusto, mi vedi, lei era fiera e non aveva che quegli occhi - una magra ragazza selvatica - ma fui come un bimbo. «Tu non dovrai svegliarti mai», mi disse. «Non dovrai fare un gesto. Verrò ancora a trovarti». E se ne andò per la radura.


Cesare Pavese - Dialoghi con Leucò. La Belva






martedì 28 aprile 2015

il Regno della Dea

In questa lettera il Kircher, dopo aver elogiato la Regina per le sue doti e la sua saggezza, scrive che " con il favore di tanta Maestà" porterà presto a termine il suo libro: "poiché vedo dedicarti con mente ben disposta allo studio dell'Antica Scienza dei Simboli Egizi, propria dei soli Re e senza la cui perfetta conoscenza a nessuno veniva concesso un tempo di adire al Trono Reale, sarà mio dovere il portare a compimento, con la guida del Divino Nume e il favore di contanta Maestà, quanto pensai si potesse fare in questo genere di studi arcani".
Qui il dotto gesuita si riferisce certamente alla sua opera 'Oedipus Aegyptiacus'. Da questa lettera si potrebbe arguire un certo interesse della Regina per la Tradizione Egizia.
(...)
Probabilmente Cristina fu anche attratta dalla personalità di Cleopatra che, come scrive Borsellino, poteva rappresentare "ai suoi occhi una figura femminile degna di essere presa a modello", per il suo spirito d'indipendenza e per la sua libertà d'azione. Ambedue Regine e abili nel governo del proprio paese, ambedue dotate di grande coraggio e intelligenza. Cleopatra dopo aver combattuto fino alla morte per difendere il suo Regno, si darà la morte per non cadere in mano del nemico; Cristina, dopo la sua vittoria sulla Danimarca e la pace di Westfalia, abbandonerà un Regno che l'amava per la sua vocazione alla libertà e per seguire i suoi interessi culturali e religiosi. Ambedue Eroine della storia, l'una ha avuto in mano il destino di due Potenti Tradizioni, di due potenti popoli, Roma e l'Egitto, in uno dei momenti più critici e delicati della storia del Mediterraneo; per poco non si rischiò, come scrive Buchan, "una supremazia dell'Oriente e un trasferimento del potere dalle rive del Tevere alle rive del Nilo"; l'altra, al massimo del suo potere, conosciuta da tutta Europa per la sua cultura e per le sue vittorie militari, abbandona tutto per realizzare con libertà d'azione le sue scelte. Mentre Cleopatra fu affascinata dalla grandezza di Roma, ma rimase sempre legata alla sua terra, Cristina scelse Roma come sua seconda patria.
(...)
Infine, come a Cleopatra si attribuisce un testo alchemico famoso, 'la Crisopea di Cleopatra' (III sec. d. C.), in cui per la prima volta si parla (secondo gli storici di Alchimia) dell'Uroboros e del tema dell'Unione Nuziale, Cristina ha lasciato nel suo archivio a Stoccolma scritti autografi e ricette di famosi alchimisti. Donne dotate di fascino e abituate al comando, la cui sensibilità femminile s'inchina, si esprime nel grande Amore di Cleopatra per Marcantonio e di Cristina per Azzolino, ma la cui fine fu molto diversa.
Cleopatra, quando vide crollare il suo sogno di un Impero Egizio-Romano, si dà la morte; Cristina, abbandonando un regno terreno per un Regno più grande, è ancora viva e ammirata ancora oggi.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini

lunedì 27 aprile 2015

Donne Sciamane

Di particolare interesse per le donne che attraversano il processo sciamanico è l'inclinazione biologica a rispondere a cicli dell'organismo. Proprio a causa di ciò che è stato percepito come una "schiavitù" al ciclo ormonale di cui fa esperienza ogni mese insieme al condizionamento ad accettare il proprio "destino", la donna diviene più facilmente veicolo dei poteri di guarigione. Dentro di sé la donna muore ogni mese. Possiamo anche non percepire consciamente le mestruazioni come una Morte Sciamanica e una Rinascita che si ripetono ogni mese, ma il nostro corpo le conosce come tali. Ogni volta che l'utero rinnova la mucosa, come il serpente la pelle, noi veniamo letteralmente liberate dal passato, da ciò che avrebbe potuto essere, e proiettate nel futuro. Siamo purificate fisicamente e rinvigorite emozionalmente. Gli ormoni spostano il loro accento dalla nascita alla morte, e poi ancora alla nuova vita.
Un alto tasso di progesterone significa sogni aggressivi e umore bisbetico: la sindrome premestruale di essere per sé più che per gli altri. Poi entrano in gioco gli estrogeni e la nostra energia ricompare, come l'inizio di un nuovo Ciclo Lunare. Ricominciamo a espanderci, diamo inizio a progetti nuovi, prendiamo nuovi contatti. E' un mutamento di forma e di funzione. Una Sciamana tende ad assomigliare sempre di più a un Serpente e perde le sue vecchie forme appena esse si consolidano. Possiamo diventare molto abili a lasciare il vecchio ancor prima di aver percepito il nuovo a livello conscio, confidando nel ritorno ciclico che si presenta sempre.

Il Risveglio della Dea - Vicky Noble




Morena Luciani - Santa Sangre (il Rosso Sacro)

lunedì 20 aprile 2015

Il Tesoro di Lilith - Crowdfunding


“Questo libro è un’incantevole storia magnificamente illustrata di ciò che significa essere donna, che spero insegni alle future generazioni di donne le meraviglie e le delizie della loro natura ciclica e la loro energia femminile.”


Miranda Gray, autrice del best seller ‘Luna Rossa – Capire e usare i doni del ciclo mestruale’e creatrice della meditazione globale “Benedizione mondiale del Grembo”.



Se volete contribuire al Crowdfunding per permettere a questo meraviglioso libro di vedere la Luce anche in Italiano, seguite i passi indicati nella scheda progetto di eppela: http://www.eppela.com/ita/projects/3093/il-tesoro-di-lilith