In questa lettera il Kircher, dopo aver elogiato la Regina
per le sue doti e la sua saggezza, scrive che " con il favore di tanta
Maestà" porterà presto a termine il suo libro: "poiché vedo dedicarti
con mente ben disposta allo studio dell'Antica
Scienza dei Simboli Egizi, propria dei soli Re e senza la cui perfetta
conoscenza a nessuno veniva concesso un tempo di adire al Trono Reale, sarà mio dovere il portare a compimento, con la guida del Divino Nume e il favore di contanta Maestà, quanto pensai si potesse fare in questo genere di studi arcani".
Qui il dotto gesuita si riferisce certamente alla sua opera 'Oedipus Aegyptiacus'. Da questa lettera si potrebbe arguire un certo interesse della Regina per la Tradizione Egizia.
(...)
Probabilmente Cristina fu anche attratta dalla personalità di Cleopatra che, come scrive Borsellino, poteva rappresentare "ai suoi occhi una figura femminile degna di essere presa a modello", per il suo spirito d'indipendenza e per la sua libertà d'azione.
Ambedue Regine e abili nel governo del proprio paese, ambedue dotate di grande coraggio e intelligenza. Cleopatra dopo aver combattuto fino alla morte per difendere il suo Regno, si darà la morte per non cadere in mano del nemico; Cristina,
dopo la sua vittoria sulla Danimarca e la pace di Westfalia,
abbandonerà un Regno che l'amava per la sua vocazione alla libertà e per
seguire i suoi interessi culturali e religiosi.
Ambedue Eroine della storia, l'una ha avuto in mano il destino di due Potenti Tradizioni, di due potenti popoli, Roma e l'Egitto,
in uno dei momenti più critici e delicati della storia del
Mediterraneo; per poco non si rischiò, come scrive Buchan, "una
supremazia dell'Oriente e un trasferimento del potere dalle rive del
Tevere alle rive del Nilo"; l'altra, al massimo del suo potere,
conosciuta da tutta Europa per la sua cultura e per le sue vittorie
militari, abbandona tutto per realizzare con libertà d'azione le sue
scelte. Mentre Cleopatra fu affascinata dalla grandezza di Roma, ma rimase sempre legata alla sua terra, Cristina scelse Roma come sua seconda patria.
(...)
Infine, come a Cleopatra si attribuisce un testo alchemico famoso, 'la Crisopea di Cleopatra' (III sec. d. C.), in cui per la prima volta si parla (secondo gli storici di Alchimia) dell'Uroboros e del tema dell'Unione Nuziale, Cristina ha lasciato nel suo archivio a Stoccolma scritti autografi e ricette di famosi alchimisti.
Donne
dotate di fascino e abituate al comando, la cui sensibilità femminile
s'inchina, si esprime nel grande Amore di Cleopatra per Marcantonio e di
Cristina per Azzolino, ma la cui fine fu molto diversa.
Cleopatra, quando vide crollare il suo sogno di un Impero Egizio-Romano, si dà la morte; Cristina, abbandonando un regno terreno per un Regno più grande, è ancora viva e ammirata ancora oggi.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
martedì 28 aprile 2015
il Regno della Dea
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lunedì 27 aprile 2015
Donne Sciamane
Di particolare interesse per le donne che attraversano il processo sciamanico è l'inclinazione biologica a rispondere a cicli dell'organismo. Proprio a causa di ciò che è stato percepito come una "schiavitù" al ciclo ormonale di cui fa esperienza ogni mese insieme al condizionamento ad accettare il proprio "destino", la donna diviene più facilmente veicolo dei poteri di guarigione. Dentro di sé la donna muore ogni mese. Possiamo anche non percepire consciamente le mestruazioni come una Morte Sciamanica e una Rinascita che si ripetono ogni mese, ma il nostro corpo le conosce come tali. Ogni volta che l'utero rinnova la mucosa, come il serpente la pelle, noi veniamo letteralmente liberate dal passato, da ciò che avrebbe potuto essere, e proiettate nel futuro. Siamo purificate fisicamente e rinvigorite emozionalmente. Gli ormoni spostano il loro accento dalla nascita alla morte, e poi ancora alla nuova vita.
Un alto tasso di progesterone significa sogni aggressivi e umore bisbetico: la sindrome premestruale di essere per sé più che per gli altri. Poi entrano in gioco gli estrogeni e la nostra energia ricompare, come l'inizio di un nuovo Ciclo Lunare. Ricominciamo a espanderci, diamo inizio a progetti nuovi, prendiamo nuovi contatti. E' un mutamento di forma e di funzione. Una Sciamana tende ad assomigliare sempre di più a un Serpente e perde le sue vecchie forme appena esse si consolidano. Possiamo diventare molto abili a lasciare il vecchio ancor prima di aver percepito il nuovo a livello conscio, confidando nel ritorno ciclico che si presenta sempre.
Il Risveglio della Dea - Vicky Noble
Un alto tasso di progesterone significa sogni aggressivi e umore bisbetico: la sindrome premestruale di essere per sé più che per gli altri. Poi entrano in gioco gli estrogeni e la nostra energia ricompare, come l'inizio di un nuovo Ciclo Lunare. Ricominciamo a espanderci, diamo inizio a progetti nuovi, prendiamo nuovi contatti. E' un mutamento di forma e di funzione. Una Sciamana tende ad assomigliare sempre di più a un Serpente e perde le sue vecchie forme appena esse si consolidano. Possiamo diventare molto abili a lasciare il vecchio ancor prima di aver percepito il nuovo a livello conscio, confidando nel ritorno ciclico che si presenta sempre.
Il Risveglio della Dea - Vicky Noble
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Morena Luciani - Santa Sangre (il Rosso Sacro) |
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lunedì 20 aprile 2015
Il Tesoro di Lilith - Crowdfunding
“Questo libro è un’incantevole storia magnificamente illustrata di ciò che significa essere donna, che spero insegni alle future generazioni di donne le meraviglie e le delizie della loro natura ciclica e la loro energia femminile.”
Miranda Gray, autrice del best seller ‘Luna Rossa – Capire e usare i doni del ciclo mestruale’e creatrice della meditazione globale “Benedizione mondiale del Grembo”.
Se volete contribuire al Crowdfunding per permettere a questo meraviglioso libro di vedere la Luce anche in Italiano, seguite i passi indicati nella scheda progetto di eppela: http://www.eppela.com/ita/projects/3093/il-tesoro-di-lilith
domenica 12 aprile 2015
l'Egitto Risorge
Fino alla fine del XVIII secolo della nostra Era, l'Egitto Faraonico rimase un ricordo offuscato, quasi un sogno. In Europa durante i secoli bui e il Rinascimento la psiche dell'Occidente venne confusa e ingannata da voci e rapporti inadeguati riferiti da viaggiatori solitari, e fu solo dopo l'invasione dell'Egitto da parte di Napoleone nel 1798 che la Civiltà Faraonica venne riportata in vita in tutta la sua realtà storica (...). Quando gli scienziati di Napoleone riscoprirono l'Egitto, il Paese aveva già dovuto sopportare parecchi secoli di occupazione straniera e sperimentare molte guerre intestine, e i suoi antichi monumenti e tombe avevano subìto molti secoli di spietati saccheggi. I Persiani furono i primi ad arrivare, nel 525 a.C., e a occupare il Paese fino al 380 a.C. (e una seconda volta tra il 365 e il 332 a.C.). Durante queste due occupazioni persiane vennero compiuti danni irreparabili all'eredità Faraonica, non solo dal punto di vista materiale, ma anche da quello spirituale. I Persiani furono infine cacciati nel 332 a.C. da Alessandro Magno, il cui sommo generale Tolomeo, figlio di Lago, fondò la cosiddetta Dinastia Tolemaica ad Alessandria nel 305 a.C. I Tolomei, al contrario dei persiani, furono padroni illuminati che, anziché distruggere e saccheggiare, restaurarono gli antichi templi e ne costruirono molti nuovi lungo il corso del Nilo. Ad Alessandria così stabilirono una nuova Capitale che, con la sua celebre Biblioteca, l'Università e il Museo, divenne la principale fonte di progresso scientifico e filosofico per molti secoli.
Tutto ciò, però, venne bruscamente interrotto con l'arrivo delle Legioni Romane sotto Cesare Augusto nel 30 a.C. L'Egitto divenne provincia romana e la civiltà Egizia cessò di esistere. Fu soprattutto sotto i Romani, e specialmente in epoca successiva sotto i Cristiani, che l'eredità dell'Egitto Faraonico subì i colpi più gravi. I Templi furono deliberatamente distrutti o convertiti in chiese e nel 491 d.C. i pochi in cui si praticava ancora l'antica religione vennero ufficialmente chiusi e i loro sacerdoti e sacerdotesse uccisi o banditi. L'ultimo capitolo fu scritto presso il Tempio di Iside sull'isola di File che, nel 550 d.C., fu saccheggiato dai monaci cristiani e trasformato in basilica. Nel giro di pochi decenni l'antica religione era ormai stata dimenticata e persino i geroglifici non erano più compresi dallo stesso popolo che li aveva creati. Il Paese si era completamente convertito alla nuova fede cristiana, e i cristiani d'Egitto divennero noti con il nome di Copti. Ironicamente furono proprio i Copti, più degli stranieri, a rivoltarsi astiosamente contro le proprie origini pagane. Tuttavia, ancora più ironicamente, i tremila anni dell'antica religione erano troppo radicati sia nel territorio sia nell'inconscio collettivo degli Egizi. La vecchia fede, rifiutandosi semplicemente di morire, penetrò nel corpo rigonfio del Cristianesimo Romano e vi rimase dormiente come un virus, rilasciando di tanto in tanto la sua influenza sottile e subliminale. Non vi è dubbio che gran parte dell'iconografia e della mitologia del Cristianesimo sia stata mutuata da quella dell'Antico Egitto. Iside e il Figlio Horus divennero la Vergine e il Bambino Gesù, e anche la passione dell'Uomo-Dio Osiride, morto e risorto, servì da modello per la passione di Cristo.
tratto da: Il Codice Egizio - Robert Bauval
Tutto ciò, però, venne bruscamente interrotto con l'arrivo delle Legioni Romane sotto Cesare Augusto nel 30 a.C. L'Egitto divenne provincia romana e la civiltà Egizia cessò di esistere. Fu soprattutto sotto i Romani, e specialmente in epoca successiva sotto i Cristiani, che l'eredità dell'Egitto Faraonico subì i colpi più gravi. I Templi furono deliberatamente distrutti o convertiti in chiese e nel 491 d.C. i pochi in cui si praticava ancora l'antica religione vennero ufficialmente chiusi e i loro sacerdoti e sacerdotesse uccisi o banditi. L'ultimo capitolo fu scritto presso il Tempio di Iside sull'isola di File che, nel 550 d.C., fu saccheggiato dai monaci cristiani e trasformato in basilica. Nel giro di pochi decenni l'antica religione era ormai stata dimenticata e persino i geroglifici non erano più compresi dallo stesso popolo che li aveva creati. Il Paese si era completamente convertito alla nuova fede cristiana, e i cristiani d'Egitto divennero noti con il nome di Copti. Ironicamente furono proprio i Copti, più degli stranieri, a rivoltarsi astiosamente contro le proprie origini pagane. Tuttavia, ancora più ironicamente, i tremila anni dell'antica religione erano troppo radicati sia nel territorio sia nell'inconscio collettivo degli Egizi. La vecchia fede, rifiutandosi semplicemente di morire, penetrò nel corpo rigonfio del Cristianesimo Romano e vi rimase dormiente come un virus, rilasciando di tanto in tanto la sua influenza sottile e subliminale. Non vi è dubbio che gran parte dell'iconografia e della mitologia del Cristianesimo sia stata mutuata da quella dell'Antico Egitto. Iside e il Figlio Horus divennero la Vergine e il Bambino Gesù, e anche la passione dell'Uomo-Dio Osiride, morto e risorto, servì da modello per la passione di Cristo.
tratto da: Il Codice Egizio - Robert Bauval
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sabato 11 aprile 2015
Debbee
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venerdì 10 aprile 2015
il Patto Sacro
Si
narra, ma questa è solo una leggenda, che un tempo lontano delle
Creature Stellari presero dimora sul Pianeta Terra. Un Pianeta giovane,
secondo il computo delle galassie, eppure già dotato di una sua potente
intelligenza, che partiva fin dalle viscere
della terra. Era Lei che faceva crescere i fiori in perfette
configurazioni geometriche, e permetteva all'acqua e alla neve di
contenere in sé strutture cristalline. Per non parlare poi dei minerali,
quali meravigliose forme sapevano assumere per crescere! C'erano poi
gli animali, bellissime creature fatte di amore e ferocia allo stesso
tempo. Ai tempi in cui nessun'Anima Stellare viveva ancora sul Pianeta
Terra, i Custodi di tutto ciò che possiamo oggi chiamare Natura, i
minerali, i vegetali e gli animali, erano chiamati Popolo Fatato.
Creature un po' dispettose, un po' feroci, un po' dolcissime. Quando gli
Esseri Stellari approdarono sulla Terra, si presentarono innanzitutto
dal Re e dalla Regina del Popolo Fatato, due MagniFiche Creature Alate,
con piedi caprini e una coda di serpente. Per il resto avevano
bellissime fattezze umane, e sfoggiavano corone di fiori intrecciate alle corna che gli spuntavano in capo e diademi
realizzati con le pietre più meravigliose che la Terra avesse mai partorito dalle sue viscere. Il Popolo delle Stelle chiese al Popolo Fatato di
potersi stabilire su quello splendido pianeta verde e blu, per imparare i
suoi segreti e poi riferirli lassù, nella galassia. Mai infatti si era
scoperto un pianeta così intelligente, e verde, e blu! Il Popolo Fatato,
consapevole dell'opportunità che si presentava a entrambi i Popoli per
stabilire un sodalizio che avrebbe espanso i rispettivi Regni,
acconsentì, a una condizione: ognuno che si fosse stabilito sul giovane Pianeta verde e blu avrebbe avuto con sé un Genio, un Daimon, sotto fattezze del regno
animale. Sarebbe stato lui a suggerire come non perdere mai il contatto
con la Saggezza di Gaia, come loro chiamavano l'Intelligenza Femminile
del Pianeta Terra. Il popolo delle Stelle ne fu entusiasta e rivelò che
anche loro, quando soggiornavano su Pianeti stranieri, per non perdere
mai il legame con la galassia, si affidavano a una Guida, a un Custode,
chiamato Angelo, e che aveva delle fattezze luminose e alate, molto
simili a quelle di un uccello terrestre chiamato aquila. Al momento di
stringere il patto con un abbraccio da Cuore a Cuore, come si conviene
tra Creature che possono fidarsi le une delle altre, si stabilì dunque
che ogni Creatura delle Stelle che fosse venuta a vivere sul Pianeta
Terra avrebbe avuto due guide, due consiglieri: un Daimon, che gli
avrebbe permesso di sapere intuitivamente come si comporta una Creatura
Figlia della Terra, e un Angelo, che gli avrebbe permesso di non
scordare mai di provenire dalle Stelle e di essere qui per imparare il
segreto del Sodalizio tra i due Popoli, a patto di diventare, per quel
tanto o poco che gli fosse concesso di restare, un Custode del Pianeta Gaia.
Debdeashakti
"Si dice che quando ricordiamo l'unione del lato destro e del lato sinistro, il patto tra Cavalieri del Drago e Popolo Fatato, ritroviamo noi stessi".
il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
Debdeashakti
"Si dice che quando ricordiamo l'unione del lato destro e del lato sinistro, il patto tra Cavalieri del Drago e Popolo Fatato, ritroviamo noi stessi".
il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano
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l'Energia della Dea Serpente
Il Serpente è la forza Vitale, un simbolo seminale, l'epitome del Culto della Vita su questa terra.
Non è il corpo del serpente ad essere Sacro, ma l'energia trasudata da quest'essere che forma spirali o si avvolge, la quale ne trascende i confini e influenza il mondo circostante.
Questa medesima energia è nelle spirali, nelle viti, negli alberi in crescita, nei falli e nelle stalagmiti, ma è concentrata soprattutto nel serpente, nel quale ha perciò maggior potenza. Il serpente era qualcosa di primordiale e misterioso, giungendo dalle profondità delle acque dove la vita ha inizio.
Il suo rinnovamento stagionale cambiando la propria vecchia pelle e andando in letargo ne ha fatto il simbolo della continuità della vita e del legame con l'aldilà. I simboli che circondano il serpente e l'antropomorfica Dea Serpente sono identici a quelli associati con l'uccello acquatico e la Dea Uccello.
Il Serpente è un simbolo transfunzionale: permea tutti i temi del simbolismo dell'Europa Antica. Il suo influsso vitale era sentito non soltanto nella creazione della vita, ma anche nella fertilità e nella crescita e particolarmente nella rigenerazione dell'energia vitale che sta estinguendosi.
Durante l'Età del Bronzo il Culto della Dea Serpente perdura a Creta, nelle isole Egee e nella Grecia continentale. A Creta la Deità mantiene le sue braccia di serpente e il medesimo abbigliamento distintivo: una gonna lunga e un grembiule, inoltre una Corona, un copricapo a punta, una capigliatura squisitamente acconciata oppure riccioli che formano spirali.
Una terracotta elegantemente abbigliata trovata a Petsofa indossa un elaborato cappello a punta, un corpetto scollato e la gonna campaniforme tipica di quel periodo.
Le più celebri sculture minoiche di Dee Serpente o di Sacerdotesse della Dea sono statuette in ceramica trovate nel deposito sotterraneo del secondo Palazzo di Cnosso.
Il linguaggio della Dea - Marija Gimbutas
La Kundalini, che la fisiologia mistica indù rappresenta come un Serpente che dorme inanellato nelle sue spire alla base della colonna vertebrale, è, nella sua dimensione macrocosmica, la stessa energia pulsante e luminosa con cui Shiva manifesta e sostiene l'Universo. Compito dello Yogin è 'risvegliare' questo serpente abissale, questa potenza celata nel corpo sottile di ciascuno di noi, facendola risalire verticalmente attraverso vari chakra o ruote che costituiscono altrettante tappe di una ascensione culminante alla sommità del capo, nel ricongiungimento con Shiva.
La Kundalini o l'Energia del Profondo - Lilian Silburn

Non è il corpo del serpente ad essere Sacro, ma l'energia trasudata da quest'essere che forma spirali o si avvolge, la quale ne trascende i confini e influenza il mondo circostante.
Questa medesima energia è nelle spirali, nelle viti, negli alberi in crescita, nei falli e nelle stalagmiti, ma è concentrata soprattutto nel serpente, nel quale ha perciò maggior potenza. Il serpente era qualcosa di primordiale e misterioso, giungendo dalle profondità delle acque dove la vita ha inizio.
Il suo rinnovamento stagionale cambiando la propria vecchia pelle e andando in letargo ne ha fatto il simbolo della continuità della vita e del legame con l'aldilà. I simboli che circondano il serpente e l'antropomorfica Dea Serpente sono identici a quelli associati con l'uccello acquatico e la Dea Uccello.
Il Serpente è un simbolo transfunzionale: permea tutti i temi del simbolismo dell'Europa Antica. Il suo influsso vitale era sentito non soltanto nella creazione della vita, ma anche nella fertilità e nella crescita e particolarmente nella rigenerazione dell'energia vitale che sta estinguendosi.
Durante l'Età del Bronzo il Culto della Dea Serpente perdura a Creta, nelle isole Egee e nella Grecia continentale. A Creta la Deità mantiene le sue braccia di serpente e il medesimo abbigliamento distintivo: una gonna lunga e un grembiule, inoltre una Corona, un copricapo a punta, una capigliatura squisitamente acconciata oppure riccioli che formano spirali.
Una terracotta elegantemente abbigliata trovata a Petsofa indossa un elaborato cappello a punta, un corpetto scollato e la gonna campaniforme tipica di quel periodo.
Le più celebri sculture minoiche di Dee Serpente o di Sacerdotesse della Dea sono statuette in ceramica trovate nel deposito sotterraneo del secondo Palazzo di Cnosso.
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La Kundalini, che la fisiologia mistica indù rappresenta come un Serpente che dorme inanellato nelle sue spire alla base della colonna vertebrale, è, nella sua dimensione macrocosmica, la stessa energia pulsante e luminosa con cui Shiva manifesta e sostiene l'Universo. Compito dello Yogin è 'risvegliare' questo serpente abissale, questa potenza celata nel corpo sottile di ciascuno di noi, facendola risalire verticalmente attraverso vari chakra o ruote che costituiscono altrettante tappe di una ascensione culminante alla sommità del capo, nel ricongiungimento con Shiva.
La Kundalini o l'Energia del Profondo - Lilian Silburn

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