lunedì 8 settembre 2014

Shakti, Donna Tantrica, Donna Orgasmica 1/2

...ho intervistato molte dakini, donne di ogni ceto sociale, che avevano seguito i corsi di tantra e lo praticavano nella quotidianità. Dai loro racconti avevo ricavato l'impressione che fossero molto più orgasmiche delle tante altre che mi avevano raccontato la loro vita sessuale. Mi erano anche apparse insolitamente felici ed energiche, indipendentemente dall'aspetto, che era del tutto normale, e assomigliavano assai poco ai modelli convenzionali di bellezza. Sembravano però molto soddisfatte della loro femminilità e della loro sessualità.
Man mano che ne sapevo di più, mi accorgevo che le pratiche tantriche si accordavano in maniera sorprendente con le ultime ricerche scientifiche sul cervello e sull'endocrinologia. Evidentemente, secoli e secoli fa, i maestri tantrici avevano individuato i punti chiave del corpo femminile che corrispondono a importanti circuiti neurali: "il punto sacro" per esempio combacia con il punto G. I testi taoisti dell'antica Cina consigliavano agli uomini di succhiare i capezzoli femminili, perché così facendo la donna si rilassava nel corpo e nella mente: ora la scienza ha dimostrato che la suzione dei capezzoli stimola la produzione di ossitocina, l'ormone del rilassamento. I maestri tantrici e taoisti avevano identificato fluidi vaginali significativi che, pur avendo nomi esotici, sembrano corrispondere alle tracce, rilevate di recente degli scienziati, di sostanze chimiche e ormoni nei fluidi corporei. Avevano identificato anche l'eiaculazione femminile, che soltanto ora l'Occidente ha cominciato a studiare. E soprattutto, le donne che avevano frequentato i corsi di tantra avevano ottenuto sul piano sessuale risultati empirici davvero notevoli.
(...)
A questo punto ho chiesto a Caroline Muir se riteneva ci fosse un nesso tra vagina e creatività.
"Sì, naturalmente", ha detto senza esitare. "L'energia sessuale femminile non è la miccia che accende l'energia creativa, è essa stessa l'energia creativa. Shakti, ovvero il femminino, è un'energia trasferibile. Shakti è la forza creativa. nella combinazione giusta, crea la vita. Noi donne abbiamo questa forza vitale creativa, di natura femminile; io ho rafforzato la mia capacità di infondere al mio cervello l'energia yoni. Quanto più forte è il rilascio vaginale - non clitorideo - tanto più una donna si sentirà spinta a cambiare il mondo, a salvare i propri figli, a lasciare la propria orma su questo pianeta. "Il risveglio di energia non è necessariamente orgasmico. A ogni gesto d'amore che desta i tessuti vaginali, il vostro risveglio cresce. Può darsi che non ve ne accorgiate per una decina di volte. Ma poi, ooh!"


Vagina - una storia culturale, Naomi Wolf




domenica 7 settembre 2014

Venus

Afrodite, invece, di provenienza sicuramente fenicia, è una trasformazione della divinità semita Astarte/Asherah, le cui tracce sono molto presenti in tutto il bacino del Mediterraneo e non solo, perché il suo culto fu portato ovunque arrivassero i Fenici. Il suo primo luogo di culto in Grecia fu Citera, l'isola posta subito sotto al Peloponneso, di cui fu considerata Regina, e poi Cipro e Corinto. La provenienza da Cipro è probabilmente la più nota, perché lì il mito la fece nascere dalla schiuma provocata dalle onde del mare: di lei, ancora nel Rinascimento, Botticelli ha fatto una delle icone più note dell'arte occidentale. Essere stata inserita nell'Olimpo come Dea dell'Amore è sicuramente legato al fatto che nei templi dedicati alla fenicia Astarte si praticavano riti di fertilità e feste connesse con la sacralità del sesso, che i pudibondi studiosi dell'antichità hanno definito "prostituzione sacra" non riuscendo a immaginare un'altra lettura del fenomeno.
Essere diventata "Dea dell'Amore", congelando un solo aspetto della vicenda cosmica di Eros, pathos e generazione in una ristretta visuale di pulsioni umane, è un ulteriore esempio della parcellizzazione dell'immagine primigenia della Dea e dello strappo tra una visione panica e l'universo meramente umano sancito dagli Olimpi.
Anche Afrodite aveva in origine la facoltà di profetare ed era presente sui campi di battaglia, era cioè ben diversa dall'innocua e molle etèra che poi è stata fatta diventare. E' interessante il binomio che forma con Adone, suo fratello o paredro, che fu ucciso da un cinghiale (come Osiride).
(...)
L'essere nata dalla schiuma del mare ha fatto sì che le statue di Venere o Afrodite venissero tutte fatte in marmo bianco. In onore di Galatea, una delle forme in cui veniva raffigurata Afrodite, si facevano delle celebrazioni sacre, i 'Riti Oscoforiani', in cui la statua di marmo bianco veniva unta con olio d'oliva e gli uomini si travestivano da donne e viceversa, come in un'altra festa importante, l'Hybristica, dedicata a Themis, che celebrava il rito di passaggio della pubertà. Si tratta in entrambi i casi di riti di iniziazione; il cambiarsi d'abito in questa circostanza è collegato con l'abbandono da parte degli adolescenti maschi del mondo delle donne per entrare nel mondo negli uomini. Quanto all'ungere la statua di marmo bianco con l'olio d'oliva, la tradizione è continuata nella chiesta cristiana greco-ortodossa, in cui ancora la statua della Madonna viene unta con olio d'oliva per tributarle una forma particolare di venerazione.
Secondo alcuni, la statua della Venere di Milo, che ha un braccio solo, manca dell'altro non perché perso accidentalmente, ma perché le fu mozzato in quanto quel braccio reggeva una lancia: si trattava cioè della sua antica raffigurazione, che però ormai dava fastidio rispetto al cliché che doveva rappresentare, cioè una perfetta e provocante amante che, se con la lancia in mano, non era quanto di più rassicurante potesse desiderare un maschio.

Oscure Madri Splendenti, le radici del sacro e delle religioni - Luciana Percovich


L'ultima Dea, Afrodite, è colei che rappresenta la categoria Centrica. Se le Dee Indipendenti si concentrano su se stesse, le Dee Dipendenti sugli altri, Afrodite né l'uno né l'altro: lei si centra sulla relazione. La Dea della bellezza e dell'amore nei miti che la descrivono non è mai stata schiava dell'oggetto amato, né ha mai rifuggito i sentimenti: lei ERA il sentimento. In quanto tale, era l'unica veramente libera, capace di amare profondamente ma rimanere sempre fedele a se stessa, il perfetto equilibrio tra fuori e dentro il cerchio: il perimetro, cioè il cerchio stesso. Indipendente come una Vergine, ma in rapporto come una Dea Dipendente. Afrodite è anche descritta come Dea Alchemica, in quanto il suo potere esercita cambiamento, trasformazione: la relazione profonda che riesce ad instaurare è foriera di evoluzione, ben descritta da una crisalide che si schiude per dar vita a una farfalla. Tutto ciò che è toccato dall'Amore si trasforma. Il desiderio di unione, di fusione, di conoscere ed essere conosciuti che coinvolge la sfera fisica, emotiva e spirituale: Afrodite è tutto questo. Ed è proprio questo suo gran potere il suo limite. Troppo pericolosa per la stabilità del patriarcato, è stata relegata e marchiata con la lettera scarlatta: tutto ciò che attiene alla sensualità, al sesso, all'erotismo, è stato bollato nel tempo come tabù; il fascino e la capacità seduttiva della donna come armi diaboliche, sinonimo di perdizione, il pretesto di innumerevoli roghi. Oggi Afrodite è marchiata come prostituta, come malata, come sbagliata. Tutto questo per soffocare il suo grande potere, che è l'unico in grado di salvarci da quello che la società oggi sta diventando. La sfida di Afrodite – la sfida di tutte le donne, ma anche degli uomini – è forse la più ardua in assoluto: riscoprirsi, e manifestarsi pienamente, senza paura delle conseguenze. In una parola: Amare.

Le Dee dentro la Donna, una nuova psicologia femminile - Jean S. Bolen



venerdì 5 settembre 2014

Eros e Sacralità dell'Energia Sessuale

Quando parlo alle donne, leggo spesso un passo della traduzione del capolavoro della dinastia Ming del XVI secolo 'Chin P'Ing Mei'.
E' un libro profondamente erotico, ma improntato a un Eros diverso da quello cui siamo abituati noi occidentali:


"I filosofi e i cortigiani vedevano nella sessualità femminile gratificata la forza che conservava l'armonia dell'universo. Soltanto diventando maestri nell'arte di compiacere le donne e di godere della potente essenza yin che emanava dalle parti intime di una donna eccitata e pienamente soddisfatta, si potevano conquistare la ricchezza e la saggezza, e dispiegare tutto il proprio potenziale".

Al termine della lettura di questo passo, denso dell'ammirazione dei poeti Han per l'arte d'amare e per la donna, le mie ascoltatrici hanno il volto soffuso di rossore e spesso scoppiano in un applauso spontaneo.
Il pensiero di una sessualità femminile circondata da un contesto così tenero e adorante ha qualcosa di erotico, ma anche qualcosa che ci fortifica. Dopo aver compiuto questo viaggio immaginario in altre epoche, in altri luoghi, in altri ambienti, in cui si parlava della vagina con un rispetto quasi reverenziale, le mie ascoltatrici se ne andavano sentendosi diverse. Camminavano con passo più energico e un lieve senso di vertigine, come se avessero avuto la rivelazione di un segreto meraviglioso. Percepivo che avrebbero preso decisioni differenti e sarebbero state più felici di essere ciò che sono.
Il linguaggio è uno strumento potente. "Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene", diceva Virginia Woolf, che però parlava di un arousal non sessuale, ma intellettuale, "quella lampadina che è nella spina dorsale non si accende con solo carne e prugne".
Intendeva dire, e aveva ragione, che il corpo e l'immaginazione sono interdipendenti.


Vagina, una storia culturale - Naomi Wolf


Cosa significa trasformare l'energia sessuale in potere spirituale-creativo? Significa usarla come collegamento tra spirito e corpo, non con lo scopo di creare materia dallo spirito (di far nascere bambini) ma, al contrario, di trarre energie spirituali dal corpo. Non per "consumare" energia sessuale mediante il corpo, ma per aprire invece i centri superiori attraverso i quali essa si manifesterà non più sotto forma di energia sessuale, ma come energia magico-creativa.
(...)
In un periodo in cui il crollo dei tabù sessuali lascia un'intera cultura senza riferimenti, dando luogo ad ogni tipo di comportamento, questo libro è un faro che permette di prendere coscienza di quanto fin qui i pregiudizi culturali dell'Occidente ci hanno impedito di conoscere ed esplorare.

lo Yoga dell Energia Sessuale - Elisabeth Haich









mercoledì 3 settembre 2014

Dea Rossa, Dea Nera

Nei primi anni di apprendimento, uno degli aspetti energetici su cui più ritornavano le pratiche e le meditazioni seguite insieme ai gruppi, era quello della Grande Madre.
Secondo la Tradizione, Essa permea l'Universo in ogni sua singola dimensione, distribuendo l'amore, la creatività, la saggezza.
E' la Dea, spesso riferita anche alla Terra, come grande essere vivente e senziente.
Ma questo Femminile infinitamente accogliente è anche spietato al tempo stesso.
"Spietatezza" nella Tradizione è essenzialmente la qualità che la Vita, la Terra, gli animali, gli spiriti, e a volte anche gli esseri umani hanno di fare semplicemente ciò che va fatto, seguendo le regole dell'energia: essa spinge ogni componente dell'Universo verso i suoi processi di guarigione, crescita, mutamento. E così fa la Madre, la Dea. Essa ci guida in maniere spesso a noi misteriose verso cerchi di evoluzione nell'eterno ritorno dei suoi cicli.

Tutto rientra nel suo inconcepibile concetto di Amore.

il Risveglio della Dea Rossa, la Tradizione degli Eroi Guerrieri dell'Amore - Roberto Giordano



martedì 2 settembre 2014

Leonardo. il Genio, l'Anima, il Daimon

"Ti posi nel mezzo del mondo perché di là meglio tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto (...) chi non ammirerà questo nostro camaleonte?"

- Pico della Mirandola, De hominis dignitate -

Queste parole di Dio ad Adamo suonano come le istruzioni date dal primo creatore all'uomo che conosciamo con il nome di Leonardo da Vinci. Egli fece certamente il massimo per esserne all'altezza. Genio poliedrico, ispirò artisti, scienziati e matematici. Molti gli hanno dedicato studi e commenti, ma ci piace prima di tutto ricordare che egli definiva se stesso "discepolo dell'esperienza", vera fonte della sua ispirazione. Anziché prestar fede a ciò che altri hanno scritto su Leonardo, possiamo leggerne direttamente i pensieri, dal momento che la sua mente indagatrice ci è nota attraverso le opere che ci ha lasciato. Per tutta la vita tenne quaderni di appunti nei quali trasferì sulla carta le proprie idee, impressioni, osservazioni, corredate di schizzi e progetti; e benché questi quaderni e i loro fogli sciolti siano sparsi per il mondo in varie collezioni, essi rimangono la testimonianza di una mente che non ebbe eguali e di un'anima sempre tesa alla ricerca, che non si stancò mai di riflettere sull'esperienza dell'universo.


Leonardo fu uomo di estreme contraddizioni: nemico della guerra, progettò armi di distruzione; vegetariano rispettoso di ogni forma di vita, sezionò animali ed esseri umani per effettuare ricerche anatomiche; grande pittore, raramente portò a termine gli incarichi; pensatore convinto del ruolo centrale dell'Uomo nell'Universo, tuttavia credette in Dio; studioso che contestava l'auctoritas dei classici, nondimeno li lesse con avidità; devoto servitore di potenti signori, li superò in maestria; sensibilità capace di scorgere il Divino nell'Umano, ebbe spesso in spregio l'umanità.
A dispetto dell'aura mitica che ne circonda il nome, Leonardo fu umano al pari dei suoi contemporanei: in gioventù fu accusato di avere relazioni omosessuali, in un'epoca in cui la pena prevista per i sodomiti era la morte; che sia sfuggito al processo e alla sentenza è una fortuna per tutti coloro che ne apprezzano l'opera. Se solo uno dei suoi quaderni di appunti fosse circolato, le pionieristiche teorie scientifiche e l'eretico disprezzo che maturò per alcune delle pratiche della Chiesa lo avrebbero sicuramente condotto alla scomunica e alla morte. La sicurezza di Leonardo stette nel suo riserbo, e può in parte spiegare il modo in cui egli appuntò le sue note, con una forma di scrittura "a specchio".
Questa pratica crittografica non fu sua esclusiva: circa una generazione prima se ne era valso anche Filippo Brunelleschi, il quale risolse il problema architettonico di come riuscire a coprire con una cupola l'incompiuta cattedrale di Firenze; perché i suoi controversi progetti non venissero a conoscenza dei molti rivali che gli contendevano l'incarico, Brunelleschi li tenne rigorosamente segreti, annotando le sue osservazioni con lo stesso sistema.
Risulta evidente da alcuni esempi che il mancino leonardo trovò più facile scrivere da destra a sinistra anziché il contrario. Genio mancino in un mondo di destri, figlio illegittimo non riconosciuto ed emarginato in un mondo di cittadini dai chiari natali, Leonardo plasmò il proprio destino come uomini più avvantaggiati di lui non avrebbero saputo fare.


'i Tarocchi di Leonardo' - Caitlin Matthews



l'antica e misteriosa Via delle Donne

Ma quelle che avevano afferrato con forza la mano delle Donne antiche, quelle che ad esse si erano affidate senza riserve, quelle che desideravano solamente l'amore della Dea e non quello profano, quelle che volevano fondersi senza alcun distinguo o ritegno con la gioiosa origine di tutte le cose buone e belle, non fallirono la prova.
In quell'Amore esse si fusero ed impararono così ad uscire dai ristretti limiti del proprio io e del proprio corpo per abbracciare tutta la luce, la gioia e la bellezza dell'universo generato dalla Madre.
Entità luminose che in esso e di esso vivono in invisibili, e con esse danzarono, gioirono e giocarono, come giocano le bambine con i cuccioli sentendosi ed essendo loro simili.
Conobbero cose indicibili con le parole, inspiegabili con i ragionamenti ed inconoscibili persino alla fantasia più sfrenata e pur tuttavia più reali, più vere e più stabili del mondo di materia in cui vivevano.
Riempiendo di gioia quelle antiche Donne che avevano loro insegnato in che modo dovevano muovere i loro passi per ritrovare l'antica e misteriosa Via della Donne, fecero nella loro vita le giuste scelte e di ciò anche i Guardiani del sogno, quelli che le avevano messe alla prova, si compiacquero.
E così, come superarono le prove che coloro che vogliono entrare nel Sogno della Dea devono affrontare, ancor più facilmente rimasero ferme di fronte agli attacchi, ai fastidi ed ai disturbi che l'oscuro mondo che le circondava lanciò loro contro.
Oramai esse, le degne figlie ritornate nell'antica casa della Madre, erano forti come chi porta in sé le virtù del maschio e della femmina ed in grado quindi di sopportare ciò che avrebbe causato tristezza, pianto e disperazione nelle persone normali.
esse inoltre ben sapevano che in fondo tutti gli accadimenti sgradevoli e fastidiosi della vita, se paragonati alla meravigliosa consapevolezza di far parte del Sogno della Dea, erano piccole cose o forse erano addirittura inesistenti.


La Voce dell'antica Madre e dei modi per cercare di poterla ancora udire - Ada d'Ariès









Donne di Fuoco, Sacerdotesse d'Amore

In un piccolo pianoro tra le colline esisteva in tempi antichissimi un tempio in cui venivano celebrati i Misteri della Grande Madre.
Però, con l'avvicinarsi dei tempi moderni essi, a causa delle persecuzioni ed anche della sempre minor capacità delle donne di intendere quei Misteri, caddero in disuso fino ad essere dimenticati.
Ma l'anima di un'antica sacerdotessa si incarna, proprio con lo scopo di riaccendere in quel tempio dimenticato il Fuoco rituale, nel corpo di una ba
mbina figlia di normalissimi genitori.
Essa nascendo perde però il ricordo di chi era e di quale sia la missione che deve compiere e prova solamente un senso di insopprimibile disagio nei confronti del mondo che la circonda.
Tale malessere sembra destinato a crescere negli anni e ad aggravarsi sempre di più, fino a quando un'Entità fatata compare alla bambina, spiegandole il senso della sua vita ed impartendole degli insegnamenti che hanno lo scopo di farle riottenere segretamente i suoi magici poteri di sacerdotessa.
Tali insegnamenti, fatti anche di sogni durante i quali la fanciulla rivive i tempi antichissimi in cui era stata iniziata ai Misteri della Grande Madre, proseguono fino a quando, in età adulta, ella non ritrova la piena consapevolezza della sua sacralità.
A questo punto ella incontrerà delle seguaci che, malgrado le difficoltà dei tempi e contro il comune modo di pensare, cercano in ogni modo di ritrovare l'antica magia femminile persa e dimenticata.
Assieme ad esse l'antica sacerdotessa rinata, accenderà nuovamente il Fuoco sacro nel tempio nascosto della Grande Madre, dando vita ad un nuovo ciclo di trasmissione iniziatica femminile.
Un racconto di incanti e di magie, di fatti inquietanti e meravigliosi, che potrebbe sembrare di pura fantasia, ma che, come afferma l'Autrice nella sua prefazione, forse narra una storia che, pur sembrando incredibile, potrebbe essere reale.

L'antico Fuoco delle Donne - Ada d'Ariès