giovedì 10 dicembre 2015

La Madre di tutte le cose

Sperate davvero di compiere una creazione dal nulla? Certamente no, dato che la facoltà di creare appartiene solo a Dio, l'unico Creatore.
Quindi desiderate provocare in seno ai vostri materiali una generazione.
Ma in questo caso avete bisogno dell'aiuto della Natura, e potete star certi che quest'aiuto vi sarà rifiutato se per disgrazia o ignoranza non mettete la Natura in condizione d'applicare le Sue leggi. 
Qual è, dunque, la condizione primordiale, essenziale, perché si possa manifestare una generazione?
Risponderemo per voi: l'assenza totale di ogni luce solare, anche diffusa o filtrata. Guardatevi intorno, interrogate la vostra stessa natura. Non vedete che nell'uomo e negli animali la fecondazione e la generazione avvengono, grazie a una certa disposizione degli organi, in totale oscurità, mantenuta fino al giorno della nascita? E' in superficie - in piena luce - oppure nella stessa terra - nell'oscurità - che i semi vegetali possono germogliare e riprodursi? E' di giorno o di notte che cade la rugiada fecondante che li alimenta e li rende vitali?  (...) Quanto a voi, non è durante la notte, nel sonno notturno, che il vostro organismo ripara i danni, elimina le scorie, forma nuove cellule e nuovi tessuti al posto di quelli che la luce del giorno ha bruciato, consumato e distrutto? Persino l'opera di digestione, assimilazione e trasformazione degli alimenti in sangue e sostanza organica si compie nell'Oscurità.
(...)

E' importante quindi ricordare che il Sole è il Distruttore per eccellenza di tutte le sostanze troppo giovani, troppo deboli per resistere al suo potere igneo. Ora lavorate pure di giorno se volete, ma non ci accusate se i vostri sforzi si concludono sempre con insuccessi. 


Noi sappiamo che la Dea Iside è la Madre di tutte le cose, che le porta tutte nel Suo seno, che Lei sola è la Dispensatrice della Rivelazione e dell'Iniziazione. Profani, che avete occhi per non vedere e orecchie per non sentire, a chi rivolgerete le vostre preghiere? Ignorate che si giunge a Gesù solo per intercessione di sua Madre: Sancta Maria, ora pro nobis? La Vergine per istruirvi è raffigurata con i piedi posati sulla Falce Lunare, sempre vestita di blu, colore simbolico dell'astro notturno

Potremmo dire molto di più, ma crediamo d'aver parlato abbastanza.

Il Mistero delle Cattedrali - Fulcanelli


lunedì 7 dicembre 2015

la Vergine Drago

D'andar per questa strada, non per altra, dichiaro;
Tu nota solamente della ruota delle tracce.
E per dare dovunque un eguale calore,
Troppo in terra e in ciel non salire né calare.
Perché salendo troppo il cielo brucerai,
Calando troppo in basso la terra annienterai.
Ma se nel mezzo il percorso perdura
Più costante la corsa, e la strada sicura.

Poème philosophic de la Verité de la Physique mineralle

 

Aeternas Diva paravit aquas

Tu che hai sete, vieni qui: se per caso mancano le onde,
Per gradi, la Dea ha preparato le acque eterne.

Qui sitis, huc tendas: desunt si forte liquores,
Pergredere, aeternas diva paravit aquas.







venerdì 4 dicembre 2015

La Donna che vi fu data

"La donna è rara, dice Giradoux. dal momento che la maggior parte degli uomini sposa una mediocre contraffazione dell'uomo, un po' più scaltra, un po' più remissiva, questi, in realtà, sposano se stessi. Vedono se stessi passare per strada, con un po' più di seno, un po' più di anche, il tutto avvolto in jersey di seta, allora inseguono loro stessi, si abbracciano, si sposano. E' meno freddo, dopotutto, che sposare uno specchio.

La Donna è rara, genera le piene, rovescia i troni, arresta gli anni. la sua pelle è il marmo.
Quando ve n'è una, ella chiude ogni sbocco al mondo... dove vanno i fiumi, le nuvole, gli uccelli isolati? A gettarsi nella Donna... ma Ella è rara...
Bisogna fuggire quando la si vede, perché se Lei ama, se Lei detesta, è implacabile. La sua compassione è implacabile... ma Lei è rara.

La vera Donna, quella che viene dalla notte dei tempi, la donna che ci fu data, appartiene interamente ad un universo estraneo a quello dell'uomo. Ella risplende all'altra estremità del Creato. Ella conosce i segreti delle acque, delle pietre, delle piante e degli animali. Fissa il sole e vede chiaro nella notte. Ella possiede le chiavi della salute, del riposo, delle armonie della materia. E' la Strega bianca intravista da Michelet, la fata dai larghi fianchi umidi, dagli occhi trasparenti, che aspetta l'uomo per ricominciare il Paradiso terrestre.
Se si concede a lui, è attraverso un gesto di sacro panico, aprendogli in tal modo, nella calda oscurità del suo ventre, la porta di un altro mondo.
E' la fonte di virtù: il desiderio che Ella ispira consuma l'eccitazione. Immergersi in Lei ridona la castità.
Ella è sterile, perché ferma la ruota del tempo. O piuttosto è Lei che insemina l'uomo: lo dà di nuovo alla luce, reintroduce in lui l'infanzia del mondo. Lo restituisce al suo lavoro di uomo, che è quello di risalire al più alto gradino di se stesso.
Si dice 'Superuomo', non si dice Superdonna, perché la Donna, quella vera, è Colei che fa l'uomo superiore a quel che realmente è. A Lei basta esistere per essere con pienezza. L'uomo deve passare attraverso di Lei per pervenire all'Essere, a meno che non scelga altre ascesi, dove la incontrerà ancora, sotto forme simboliche..."


Tantra - l'altro sguardo sulla vita e sul sesso, André Van Lysebeth


venerdì 13 novembre 2015

Io Sono il Segreto del mio Nome

Io sono il silenzio che è incomprensibile,
e l'idea il cui ricordo è costante.
Io sono la voce il cui suono è multiforme
e la parola la cui apparizione è molteplice.
Io sono la pronuncia del mio nome.

Perché, voi che mi odiate, mi amate,
ed odiate quelli che mi amano?
Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,
e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.
Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,
e voi che avete mentito su di me, dite la verità.

Voi che mi conoscete, ignoratemi,
e quelli che non mi hanno conosciuta,
lasciate che mi conoscano.


Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.
Io sono la vergogna e l’impudenza.
Io sono la svergognata; Io sono colei che si vergogna.
Io sono la forza e la paura.
Io sono la guerra e la pace.
Prestatemi attenzione.
Io sono la disonorata e la grande.
Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza. 


il Tuono, Mente Perfetta 

 

martedì 10 novembre 2015

La Regina di Roma e d'Amor

Cristina aveva anche per modello gli umanisti del Rinascimento, come Nicolò e Pico della Mirandola. Il suo problema era quello di conoscere il ruolo dell'uomo nei confronti della Divinità e quali fossero i limiti della conoscenza umana. era spinta, nel suo continuo indagare, dal voler conciliare la filosofia e la scienza con la religione, l'intelletto e la fede, gli slanci mistici del Cuore con la razionalità della mente; di capire, cioè, attraverso l'intelletto, le ragioni della Fede (Fides quaerens intellectum). Il suo atteggiamento non era quello di una passiva accettazione, ma di una conquista interiore attraverso il 'dubitare'. Interessante è quanto scrive in proposito: "Non si deve credere nulla se non dopo aver osato dubitare... credere a tutto è debolezza, credere a nulla è follia".
(...)
"Io non credevo nella religione in cui fui nutrita. Tutto quello che mi insegnavano mi sembrava poco degno di Voi... odiavo mortalmente i lunghi e frequenti discorsi dei luterani, ma capivo che dovevo lasciarli dire e aver pazienza e che non dovevo manifestare quello che ne pensavo. Divenuta più grande, mi formai una specie di religione a modo mio, attendendo quella che Voi mi avete ispirato, per la quale avevo già naturalmente una così grande inclinazione. Voi sapete quante volte, con un linguaggio sconosciuto alla maggior parte degli uomini, Vi ho chiesto la grazia di essere illuminata da Voi... e che io feci voto di obbedirVi al prezzo della mia sorte e della mia vita".

E' quel Fuoco d'Amore che la spinse fin da giovanissima a fondare l'Ordine dell'Amaranto, le cui 'fiamme immortali' sono quelle del Cuore della Regina e il cui emblema erano le due A intrecciate, simbolo di un Amore che va oltre la morte.

Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini



lunedì 9 novembre 2015

La Statua Interiore

Così porto in me, scolpita fin dall'infanzia, una specie di Statua Interiore che dà una continuità alla mia vita, che è la parte più intima, il nocciolo più duro del mio carattere. Questa statua l'ho modellata durante tutta la mia vita.
Così, alberga in me non solo un personaggio ideale con il quale mi confronto incessantemente. Porto in me anche tutta una serie di figure morali, dalle qualità assolutamente contraddittorie, che la mia immaginazione vede sempre pronte a recitare la parte dei miei partner in situazioni e dialoghi impressi nella mia testa, fin dall'infanzia o dall'adolescenza...
E lì, nemmeno un gesto, nemmeno una parola che non siano imposti dalla Statua Interiore.


Francois Jacob, La Statua Interiore