Cristina aveva anche per modello gli umanisti del Rinascimento, come Nicolò e Pico della Mirandola. Il suo problema era quello di conoscere il ruolo dell'uomo nei confronti della Divinità
e quali fossero i limiti della conoscenza umana. era spinta, nel suo
continuo indagare, dal voler conciliare la filosofia e la scienza con la
religione, l'intelletto e la fede, gli slanci mistici del Cuore con la
razionalità della mente; di capire, cioè, attraverso l'intelletto, le
ragioni della Fede (Fides
quaerens intellectum). Il suo atteggiamento non era quello di una
passiva accettazione, ma di una conquista interiore attraverso il
'dubitare'. Interessante è quanto scrive in proposito: "Non si deve
credere nulla se non dopo aver osato dubitare... credere a tutto è
debolezza, credere a nulla è follia".
(...)
"Io
non credevo nella religione in cui fui nutrita. Tutto quello che mi
insegnavano mi sembrava poco degno di Voi... odiavo mortalmente i lunghi
e frequenti discorsi dei luterani, ma capivo che dovevo lasciarli dire e
aver pazienza e che non dovevo manifestare quello che ne pensavo. Divenuta più grande, mi formai una specie di religione a modo mio,
attendendo quella che Voi mi avete ispirato, per la quale avevo già
naturalmente una così grande inclinazione. Voi sapete quante volte, con
un linguaggio sconosciuto alla maggior parte degli uomini, Vi ho chiesto
la grazia di essere illuminata da Voi... e che io feci voto di
obbedirVi al prezzo della mia sorte e della mia vita".
E' quel Fuoco d'Amore che la spinse fin da giovanissima a fondare l'Ordine dell'Amaranto, le cui 'fiamme immortali' sono quelle del Cuore della Regina e il cui emblema erano le due A intrecciate, simbolo di un Amore che va oltre la morte.
Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico - Anna Maria Partini
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