Le donne mohave (i Mohavi sono una tribù indiana dell'America occidentale) confessano apertamente di espellere un Liquido al momento dell'Orgasmo, sia nel rapporto genitale sia in quelli orale e anale.
Presso i Trukesi - un popolo che vive in alcune isole dell'Oceano Pacifico del sud, le Trobriand - il "coito viene considerato una specie di sfida tra uomini e donne, dove l'uomo trattiene il suo Orgasmo finché la donna ha raggiunto il suo" e lo fanno in un modo che "consiste proprio nell'infilare solo la punta del Pene nella Vagina e, tenendolo con la mano, muoverlo come un cucchiaio in una tazza. in questo modo vanno a toccare proprio il Punto G. Gli abitanti di queste isole non solo conoscono l'importanza dei muscoli pelvici e l'esistenza delle Ghiandole di Skene, ma giudicano che la Donna abbia goduto veramente solo se eiacula.
I Mangaia, nativi delle Isole Cook dell'Oceania, descrivono l'Eiaculazione Femminile come quel momento in cui "la Donna pensa di urinare, anche se non si tratta di urina".
I Ponapesi, anch'essi dell'Oceania, sono convinti che il concepimento non possa avvenire se la donna non è stata prima stimolata fino a eiaculare. solo dopo è opportuno per loro iniziare la penetrazione.
In Uganda esiste una società Matriarcale, i Batoro, che considera una donna adulta e pronta per il matrimonio solo quando riesce, masturbandosi, a eiaculare bagnando un muro. Le donne anziane insegnano alle giovani come fare 'Kachapati', che in lingua Batoro vuol dire proprio "spruzza il muro".
nella Letteratura Tantrica l'esistenza del Punto G non è mai stata messa in dubbio, discutendo semmai sui diversi metodi per stimolarlo, sulla sua importanza pratica e sul suo ruolo nel raggiungere i Livelli Superiori dell'Orgasmo Femminile, vere e proprie esperienze spirituali più che sessuali, in quanto producono veri e propri Stati Alterati di Coscienza.
Anche nella Letteratura Erotica Indiana il Punto G compare diverse volte. Nel Kamasutra si legge: "doppio è il Piacere delle Donne: l'eccitarsi e l'eiaculare. La lubrificazione della Vagina deriva soltanto dell'eccitazione, il culmine della libidine invece dall'Effusione frullante".
Fonti:
-Enciclopedia del Sesso Sublime - Jacopo Fo
-il Punto G -Elmar e Michaela Zadra
-Storia di V - Catherine Blackledge
-Osate...scoprire il Punto G - Becht Ovidie
Sono solita corredare ogni mio post con foto mie.
In via del tutto eccezionale e visto lo spessore del progetto, per stavolta utilizzo delle immagini tratte dallo Squirting Project del collettivo Massoneria Creativa.
Godetevele perché sono MagniFiche.
L'intero progetto qui: https://www.behance.net/gallery/23059835/Squirting-Project-
debdeashakti
Luca Giobbe
Bonsay Satoboy
Joseph Ciccariello
Cinzia Piazza
venerdì 6 febbraio 2015
il Mistero del Punto Sacro Femminile (Squirting Project)
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martedì 3 febbraio 2015
le Venerabili
...con simili uomini le Sue Sacerdotesse non potevano certo congiungersi, onde evitare di smarrire la possibilità di unirsi alla Divinità perdendo la capacità di volare.
Il concedersi a uomini di tal fatta avrebbe rappresentato per queste fanciulle un vero e proprio tradimento nei confronti della loro Natura Profonda, adatta e sintonica ad un Amore molto più alto, quello di Dioniso, cui giuravano fedeltà insieme alla loro Regina.
Infatti ad Atene vi era anche una Regina che guidava il Culto delle quattordici Gérairai, una Regina anch'essa naturalmente Vergine che, simbolicamente, si congiungeva in segreto ogni anno, all'inizio della primavera, durante una festa dedicata a Dioniso detta delle Antesterie, letteralmente 'dei fiori', col Dio e di tale segreto Rito si diceva beneficiasse l'intera città, così come la città di Roma si credeva beneficiasse del segreto culto delle Vergini Vestali.
Come per un vago ricordo di un tempo già trascorso, magari di quell'Età cosiddetta delle Madri o dell'Argento, periodo in cui le Donne incarnavano ancora del tutto la gioia della Grande Madre e in sintonia con Essa guidavano l'intera comunità. In una società ormai del tutto diversa, senza più nulla poter comprendere davvero, sopravvivevano antiche credenze come retaggi arcaici, usati ormai purtroppo soltanto in modo funzionale e politico per un comunità già lontana dalla Dea.
In Tempi in cui la maggior parte delle persone aveva perso la capacità di elevarsi, purtuttavia, ancora si riusciva a credere che le Portatrici del Sacro dovessero essere rispettate e protette, con vantaggio dell'Armonia di tutta la comunità.
Forse per questo Esse erano chiamate anche "le Venerabili".
Dioniso e le Donne, ovvero la gioiosa follia - Leda Bearné

Il concedersi a uomini di tal fatta avrebbe rappresentato per queste fanciulle un vero e proprio tradimento nei confronti della loro Natura Profonda, adatta e sintonica ad un Amore molto più alto, quello di Dioniso, cui giuravano fedeltà insieme alla loro Regina.
Infatti ad Atene vi era anche una Regina che guidava il Culto delle quattordici Gérairai, una Regina anch'essa naturalmente Vergine che, simbolicamente, si congiungeva in segreto ogni anno, all'inizio della primavera, durante una festa dedicata a Dioniso detta delle Antesterie, letteralmente 'dei fiori', col Dio e di tale segreto Rito si diceva beneficiasse l'intera città, così come la città di Roma si credeva beneficiasse del segreto culto delle Vergini Vestali.
Come per un vago ricordo di un tempo già trascorso, magari di quell'Età cosiddetta delle Madri o dell'Argento, periodo in cui le Donne incarnavano ancora del tutto la gioia della Grande Madre e in sintonia con Essa guidavano l'intera comunità. In una società ormai del tutto diversa, senza più nulla poter comprendere davvero, sopravvivevano antiche credenze come retaggi arcaici, usati ormai purtroppo soltanto in modo funzionale e politico per un comunità già lontana dalla Dea.
In Tempi in cui la maggior parte delle persone aveva perso la capacità di elevarsi, purtuttavia, ancora si riusciva a credere che le Portatrici del Sacro dovessero essere rispettate e protette, con vantaggio dell'Armonia di tutta la comunità.
Forse per questo Esse erano chiamate anche "le Venerabili".
Dioniso e le Donne, ovvero la gioiosa follia - Leda Bearné


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lunedì 2 febbraio 2015
l'Occhio Divino
Che significato dare al termine 'Oclata', la Dea con l'Occhio?
Da antichi documenti egiziani sappiamo che l'immagine di un Cobra era il Geroglifico che indicava la parola 'Dea' e che il Cobra era conosciuto come l'Occhio, un Simbolo di Veggenza Mistica e di Saggezza riferito a Iside, venerata anche per questo come potente guaritrice.
Nel mondo classico greco, i serpenti conferiscono il Dono della Profezia alle Pizie nei Siti Oracolari.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
Da antichi documenti egiziani sappiamo che l'immagine di un Cobra era il Geroglifico che indicava la parola 'Dea' e che il Cobra era conosciuto come l'Occhio, un Simbolo di Veggenza Mistica e di Saggezza riferito a Iside, venerata anche per questo come potente guaritrice.
Nel mondo classico greco, i serpenti conferiscono il Dono della Profezia alle Pizie nei Siti Oracolari.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
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giovedì 29 gennaio 2015
il Risveglio della Dea Regina
Come sei bella, Amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono Colombe, dietro il tuo Velo...
Come un nastro di Porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia,
come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo...
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, Opera di mani d'Artista,
il tuo ombelico è una Coppa rotonda che non manca mai di Vino drogato.
il tuo Ventre è un mucchio di Grano, circondato dai gigli,
i tuoi Seni come due cerbiatti, Gemelli di gazzella...
Quanto sei bella e quanto sei graziosa, oh Amore,
Figlia di delizie.
Cantico dei Cantici
Rendimi folle, oh Devi, Madre del Mistero,
che di Mistero intridi i Cuori di coloro che Ti amano,
sprofondami irreparabilmente nel tempestoso Oceano infinito.
Nell'opinione comune alcuni ridono della Tua Libertà,
altri versano lacrime di tenerezza,
alcuni danzano vorticando nella Beatitudine,
ma chi può penetrare il Tuo Mistero?
il Tuo eterno Gioco d'Amore con l'Amore?
Tu sei Divina Follia, oh Dea!
Ramprasad
Chi è Costei che sorge come l'Aurora, bella come la Luna,
fulgida come il Sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?
Cantico dei Cantici
Tu che sei la più bella di tutte le Stelle, come quel dolce pomo,
come il giacinto...
La Tua figura è incantevole e i tuoi occhi...
...e dolcemente Amore si effonde sul volto seducente che in sommo grado ha onorato Afrodite.
Saffo
Gli occhi tuoi sono Colombe, dietro il tuo Velo...
Come un nastro di Porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia,
come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo...
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, Opera di mani d'Artista,
il tuo ombelico è una Coppa rotonda che non manca mai di Vino drogato.
il tuo Ventre è un mucchio di Grano, circondato dai gigli,
i tuoi Seni come due cerbiatti, Gemelli di gazzella...
Quanto sei bella e quanto sei graziosa, oh Amore,
Figlia di delizie.
Cantico dei Cantici
Rendimi folle, oh Devi, Madre del Mistero,
che di Mistero intridi i Cuori di coloro che Ti amano,
sprofondami irreparabilmente nel tempestoso Oceano infinito.
Nell'opinione comune alcuni ridono della Tua Libertà,
altri versano lacrime di tenerezza,
alcuni danzano vorticando nella Beatitudine,
ma chi può penetrare il Tuo Mistero?
il Tuo eterno Gioco d'Amore con l'Amore?
Tu sei Divina Follia, oh Dea!
Ramprasad
Chi è Costei che sorge come l'Aurora, bella come la Luna,
fulgida come il Sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?
Cantico dei Cantici
Tu che sei la più bella di tutte le Stelle, come quel dolce pomo,
come il giacinto...
La Tua figura è incantevole e i tuoi occhi...
...e dolcemente Amore si effonde sul volto seducente che in sommo grado ha onorato Afrodite.
Saffo
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mercoledì 28 gennaio 2015
la Donna-Dea Shakti
Il Tantra considera il Femminile la personificazione della Saggezza, l'Energia della Coscienza, mentre la forza maschile rappresenta l'essere, la volontà e la percezione. Riverisce tutte le forme e le qualità del Femminile Cosmico, che sono l'Aspetto Femminile del Divino: ricettività, amorevole gentilezza, compassione, bellezza.
La Sessualità è metafora delle qualità della Dea.
La Dea Shakti è dunque l'Archetipo della Divinità Femminile. Nei tempi antichi, era onorata come incarnazione dell'Erotismo e la Sorgente di tutta la Creazione.
Ogni donna era vista come Shakti, la Dea incarnata, la Forza Divina Realizzatrice, che sta dietro e sostiene tutte le manifestazioni, come sola e unica Forza per effettuare ogni Realizzazione.
(...)
Benché le Energie Femminili e Maschili siano ambedue importanti, oggi è necessario focalizzarsi al massimo su quella femminile, per controbilanciare l'energia maschile, predominante nella nostra attuale cultura. La vita quotidiana in questo mondo stressato non incoraggia di certo le donne e gli uomini a riconoscere o accettare la Dea, ma riaccendere l'Energia Sessuale Femminile fa venir fuori la Sua Natura Divina.
...per un vero praticante maschile del Tantra, le Donne andavano adorate, onorate e riverite come Portatrici nel mondo di Energia Illuminata.
Tantra - Alice Ki
La Sessualità è metafora delle qualità della Dea.
La Dea Shakti è dunque l'Archetipo della Divinità Femminile. Nei tempi antichi, era onorata come incarnazione dell'Erotismo e la Sorgente di tutta la Creazione.
Ogni donna era vista come Shakti, la Dea incarnata, la Forza Divina Realizzatrice, che sta dietro e sostiene tutte le manifestazioni, come sola e unica Forza per effettuare ogni Realizzazione.
(...)
Benché le Energie Femminili e Maschili siano ambedue importanti, oggi è necessario focalizzarsi al massimo su quella femminile, per controbilanciare l'energia maschile, predominante nella nostra attuale cultura. La vita quotidiana in questo mondo stressato non incoraggia di certo le donne e gli uomini a riconoscere o accettare la Dea, ma riaccendere l'Energia Sessuale Femminile fa venir fuori la Sua Natura Divina.
...per un vero praticante maschile del Tantra, le Donne andavano adorate, onorate e riverite come Portatrici nel mondo di Energia Illuminata.
Tantra - Alice Ki
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martedì 27 gennaio 2015
la Dea Avvoltoio
Per l'archeologa Marija Gimbutas, Atena rappresenta una Divinità discendente dai prototipi antico-europei o minoici: "l'immagine della greca Atena fa emergere alcune caratteristiche acquisite dalla Dea Avvoltoio dell'Europa antica".
(...)
Le gambe umane dell'Avvoltoio in alcune pitture di Çatal Hüyük ci dicono che non si tratta di un uccello, ma piuttosto della Dea nell'aspetto di un avvoltoio: un uccello che vola alto nel cielo, padrone dell'aria, inattaccabile dalle frecce e dalle fionde del cacciatore. (...) A questo proposito la studiosa Marija Gimbutas osserva: "risulta evidente che per millenni le Ali ampie ebbero un'enorme rilevanza simbolica. Le Ali dell'Avvoltoio a Çatal Hüyük hanno un'apparenza sovrannaturale: più che ali vere e proprie, che hanno una curvatura differente, ricordano scope rettangolari, o pettini. Nel folclore europeo, la scopa delle Streghe (da strix, 'uccello notturno') era il mezzo per scomparire a qualsiasi attacco nemico e raggiungere in un battibaleno il luogo dei loro incontri.
Il Potere Divino del Pettine può essere meglio percepito in immagini dove il Pettine appare come una Dea con seni e testa. (...)
Tra i molti appellativi, Atena aveva anche quello di 'Nike', la Dea Alata della Vittoria: il Suo abito frangiato rappresentava la sua combattività sempre desta, l'Autonomia Sovrana dall'Integrità inattaccabile, un esempio di Potenza ed Energia Sovrannaturale che probabilmente si è ripetuto nei millenni, un'eredità della Dea Avvoltoio e un possibile modello per Tecla, la fanciulla vittoriosa che difende l'altezza che ha raggiunto in ogni senso, fisico e spirituale.
(...)
Per comprendere il comportamento di Tecla occorre fare riferimento agli esempi delle Dee che l'hanno aiutata a essere ciò che è: una Donna consapevole del suo Valore Sacro. Soprattutto le Dee Atena e Artemide rappresentavano la versione Verginale della Grande Dea Avvoltoio di Çatal Hüyük , venerate dalle Amazzoni, Donne guerriere pronte a difendere la loro integrità e libertà di movimento.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
(...)
Le gambe umane dell'Avvoltoio in alcune pitture di Çatal Hüyük ci dicono che non si tratta di un uccello, ma piuttosto della Dea nell'aspetto di un avvoltoio: un uccello che vola alto nel cielo, padrone dell'aria, inattaccabile dalle frecce e dalle fionde del cacciatore. (...) A questo proposito la studiosa Marija Gimbutas osserva: "risulta evidente che per millenni le Ali ampie ebbero un'enorme rilevanza simbolica. Le Ali dell'Avvoltoio a Çatal Hüyük hanno un'apparenza sovrannaturale: più che ali vere e proprie, che hanno una curvatura differente, ricordano scope rettangolari, o pettini. Nel folclore europeo, la scopa delle Streghe (da strix, 'uccello notturno') era il mezzo per scomparire a qualsiasi attacco nemico e raggiungere in un battibaleno il luogo dei loro incontri.
Il Potere Divino del Pettine può essere meglio percepito in immagini dove il Pettine appare come una Dea con seni e testa. (...)
Tra i molti appellativi, Atena aveva anche quello di 'Nike', la Dea Alata della Vittoria: il Suo abito frangiato rappresentava la sua combattività sempre desta, l'Autonomia Sovrana dall'Integrità inattaccabile, un esempio di Potenza ed Energia Sovrannaturale che probabilmente si è ripetuto nei millenni, un'eredità della Dea Avvoltoio e un possibile modello per Tecla, la fanciulla vittoriosa che difende l'altezza che ha raggiunto in ogni senso, fisico e spirituale.
(...)
Per comprendere il comportamento di Tecla occorre fare riferimento agli esempi delle Dee che l'hanno aiutata a essere ciò che è: una Donna consapevole del suo Valore Sacro. Soprattutto le Dee Atena e Artemide rappresentavano la versione Verginale della Grande Dea Avvoltoio di Çatal Hüyük , venerate dalle Amazzoni, Donne guerriere pronte a difendere la loro integrità e libertà di movimento.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
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Virgo Virago
Il Mistero dell'essere di Tecla e la straordinarietà delle sue vicissitudini sono spiegabili solo attraverso la Sacralità del Mito, in cui agiscono quelle Divinità che hanno vissuto determinati eventi per la prima volta in un tempo primordiale e che per gli antichi rappresentavano Modelli da imitare; vivere i Miti nell'antichità, infatti, implicava ripetere nel presente quel primo Accadimento Divino.
Tutto il carattere Sacro del racconto mitico risale in definitiva al carattere sacro dell'Origine.
l'Androginia di Tecla, il suo vestirsi da uomo, potrebbe ad esempio rispecchiare l'Androginia della Dea Atena chiamata Pallade. La parola greca 'Pallas' poteva essere usata tanto al maschile quanto al femminile: nel primo caso significava un giovane uomo forte, nel secondo una forte giovinetta, una Virago, come si direbbe in latino.
Anche la Nuda Verginità di Tecla, che può essere guardata solo a caro prezzo, potrebbe essere paragonata a quella della Dea Vergine Atena. La Dea si era immersa nelle acque di un fiume e, vista dal giovane Tiresia che cacciava nel Luogo Sacro e aveva scorto quello che non avrebbe dovuto vedere, ovvero il Suo seno e il grembo di Atena, aveva posto le mani sugli occhi del giovane, accecandolo.
Sante Dee Martiri, tra Paganesimo e Cristianesimo - Elisa Ghigghini
Tutto il carattere Sacro del racconto mitico risale in definitiva al carattere sacro dell'Origine.
l'Androginia di Tecla, il suo vestirsi da uomo, potrebbe ad esempio rispecchiare l'Androginia della Dea Atena chiamata Pallade. La parola greca 'Pallas' poteva essere usata tanto al maschile quanto al femminile: nel primo caso significava un giovane uomo forte, nel secondo una forte giovinetta, una Virago, come si direbbe in latino.
Anche la Nuda Verginità di Tecla, che può essere guardata solo a caro prezzo, potrebbe essere paragonata a quella della Dea Vergine Atena. La Dea si era immersa nelle acque di un fiume e, vista dal giovane Tiresia che cacciava nel Luogo Sacro e aveva scorto quello che non avrebbe dovuto vedere, ovvero il Suo seno e il grembo di Atena, aveva posto le mani sugli occhi del giovane, accecandolo.
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