giovedì 23 giugno 2016

Rennes le Chateau

Quelle scoperte erano enormi e sconvolgenti, eppure sapevo di aver appena iniziato a comprendere il Mistero della Presenza Divina nel mondo e in me stessa. Ma c'era una cosa di cui ero assolutamente certa con la saggezza del mio Cuore ritrovato: la Dea stava davvero riemergendo dagli inferi in cui era stata confinata per migliaia e migliaia di anni.

La Dea era tornata.

Il Sentiero della Dea - Phyllis W. Curott 


martedì 14 giugno 2016

Stella Maris

Urusvati. È tempo di dire che diamo questo nome alla stella che si avvicina inarrestabile alla Terra. Da epoche antiche è stata il simbolo della Madre del Mondo, e l’Era della Madre del Mondo deve iniziare quando la Sua stella è vicina alla Terra come mai prima. La Grande Epoca sta per cominciare, poiché la comprensione dello spirito è connessa alla Madre del Mondo. Anche per coloro che ne conoscono la data, è meraviglioso vedere avvicinarsi fisicamente il predestinato. Il giungere di quest’Epoca grandissima è importante; muterà in modo sostanziale la vita sulla Terra. Un’Epoca Grande! Quanto Mi rallegra vedere i nuovi raggi che perforano lo spessore della Terra.
Se anche dapprima è arduo sopportarli, poi la loro emanazione induce nuovi elementi, indispensabili all’impeto. Nuovi raggi colpiscono la Terra per la prima volta da quando si è formata.
Oggi comincia il risveglio femminile. Oggi una nuova onda raggiunge la Terra, e nuovi focolai si sono accesi; poiché la sostanza dei raggi penetra nel profondo. 
È gioioso sentire l’avvento della Nuova Epoca. 
La Madre del Mondo appare nell’epoca nuova come simbolo dell’Origine femminile, e l’Origine maschile restituisce spontaneamente il tesoro del Mondo all’Origine femminile. Le
Amazzoni incorporavano la forza del Principio femminile, ma ora occorre manifestare l’aspetto di perfezione spirituale della donna. 
Ho già detto che la Madre del Mondo nasconde il Suo Nome. Ho già detto che la Madre del Mondo vela il Suo Volto. Ho già citato la Madre del Buddha e del Cristo.
Invero è tempo di mostrare che l’unica Madre di entrambi i Signori non è un simbolo, ma una Grande Manifestazione dell’Origine Femminile, in cui si rivela la Madre spirituale del Cristo e del
Buddha.
Fu Lei che Li istruì, che Li preparò alla vittoria.
Da tempo immemorabile la Madre del Mondo sospinge alla vittoria. Nella storia dell’umanità la Sua Mano intesse un filo che non si spezza. Sul Sinai risuonò la Sua Voce. Assunse l’immagine di Kali. Fu alla base del culto di Iside e di Ishtar. Dopo Atlantide, allorché un grave colpo fu inferto al culto dello spirito, la Madre del Mondo cominciò a intessere un nuovo filo, che ora sta per irradiare. Dopo Atlantide la Madre del Mondo velò il Suo Volto, e vietò di pronunciare il Suo Nome, fino a quando verrà l’ora delle costellazioni.
Essa si è manifestata solo in parte, e mai in misura planetaria.
Si possono citare molti esempi di Magi, anche elevati, che lasciarono dietro di sé conseguenze inattese e il desiderio di trovare sostegno negli strati inferiori della materia. Questa perversione si potrebbe chiamare il canale dell’intelletto, e può impedire a lungo la comunione con altri mondi.
Ora gli uomini cercano per vie meccaniche ciò che è già predestinato spiritualmente.
L’Insegnamento dell’Epoca Futura riunirà spirito e intelletto.
Il corso dei pianeti permette di accelerare la comunione fra i mondi, e lo sviluppo dello spirito umano procederà lungo vie nuove.
I luminari consentono di affrettare il passo del genere umano. 
Foglie del Giardino di Morya - Illuminazione 

venerdì 20 maggio 2016

V.I.T.R.I.O.L.

I due amanti si amarono davanti ai suoi occhi, per tutta la notte, mentre lei lottava col veleno.
Sapeva in ogni fibra della propria carne che se avesse lasciato che il veleno prevalesse sul sangue, il mondo avrebbe conosciuto una Regina Nera di odio e di tenebra e di vendetta. 
Eppure, anche se il suo corpo lottava per non morire, guidato da una sapienza innata, la Regina restava salda nella sua anima e nel suo spirito. Qualcosa in lei era ad un altro livello di consapevolezza, quella era la Morte che le toccava, per non doverne mai abbracciare altre.
Fu così che si lasciò morire a tutte le illusioni di un amore mortale e sensuale, e a quelle di un amore divino, e si apprestò a conoscere il segreto più oscuro e luminoso di tutti, quello che giace nel profondo del corpo nero della Terra.

VITRIOL

Debdeashakti


Oscura Dea Splendente

Ade la condusse per mano nella stanza nuziale, quella dove mai le aveva donato piacere. Piuttosto, lì l'aveva derubata dell'innocenza. Quanto efferato può essere l'amore di un Dio, tanto più quello di un Dio di Morte. La sua spietatezza può condurre una Dea alla gloria della Resurrezione, ma guardatevi, fanciulle mortali, dal conoscere il suo tocco, che non v'è rinascita per voi, piccole falene.
Mai Ade l'aveva baciata, riservandole sempre e soltanto il sapore duro delle sue fruste e delle sue lame. La Regina non capì fino all'ultimo quale sarebbe stato il dono di congedo del suo sposo, finché non ne ebbe davanti la visione, più crudele di tutte le ferite inferte alla sua carne, alle sue emozioni e alla sua mente.
Sul letto che credeva suo e su cui non aveva mai giaciuto, tenera fanciulla dalle illusioni bruciate, vi era una donna. Bella e seducente, la sfidava con occhi felini  Era tutto ciò che lei non era, e che non poteva essere. Col corpo integro e caldo, avvolgeva quello del suo sposo tra le sue spire, come fosse un piccolo fanciullo. Mai Ade le era apparso tanto inerme e abbandonato al piacere, così come adesso lo era tra le braccia di quella donna. Se riusciva a sostenere lo strazio di quella visione abbastanza a lungo, le pareva persino di scorgere in lui le sembianze di Dioniso, il Dio dell'ebbrezza folle e della gioia sfrenata. Povera piccola Regina, che ancora non era ciò che sarebbe presto diventata. Credete voi mortali che sia un gioco da fanciulle, diventare la Custode dei due Regni?
Fu solo un attimo, quello in cui i suoi occhi indugiarono sulle labbra voluttuose della donna rossa, come mordevano e prendevano possesso di quelle di Ade. Come lui rispondeva al bacio, senza sottrarsi, davanti ai suoi occhi. Fu un attimo soltanto, eppure le restituì il senso dell'eternità. 
Lo Scorpione, quell'immenso scorpione che le apparve davanti, oscurando la visione dei due complici amanti. Fu solo un attimo, e il suo aculeo le aveva trapassato il petto, da parte a parte. Il suo cuore ormai spaccato irrimediabilmente, mentre fiotti di veleno nero e denso come la pece si versavano nel suo sangue, senza pietà.
C'è un momento, in cui una Dea diventa pienamente consapevole del proprio potere ed è il momento in cui le viene spaccato il cuore, e nello stesso istante lei subisce la prova più grande. Chi potrà dire chi avrà la meglio, tra il veleno e il sangue?

Debdeashakti

La Regina delle Api

".. e insieme, saremo Liberi".

La Regina degli Inferi spiegò le sue ali nere, figlie delle profondità della Terra, e fece per abbandonare per sempre quel regno freddo e umido in cui era stata confinata. Povera illusa, si credeva ormai capace di scegliere da sé il proprio destino. Ma già altri avevano deciso per lei.
Il suo crudele sposo l'afferrò per i capelli e la ricacciò indietro. Per lo Scorpione c'è un unico nemico temibile e questi è l'Ape. Guidata dal Sole, quasi mai si contamina con le profondità delle Terra, sebbene conosca tutti i segreti più oscuri del Fuoco che la alimenta.
"Aspetta, mia Regina, non aver fretta d'andare. Non ti raggiungerò nei boschi, né mi nutrirò del tuo miele. E' questo il mio regno, l'unico che posso donarti come mia sposa. Il regno della luce è precluso per noi".
La Regina abbassò la testa a riflettere. Triste destino e insieme glorioso, quello dell'Ape. Eterna Vergine, non ha bisogno di un compagno per dirigere e creare. E solo il più meritevole dei suoi figli può fecondarla, dopo immane sforzo. Che fare? Accettare un fiero compagno in un regno senza luce oppure essere una Madre Vergine nel regno del Sole?
"Questo è ciò che farò, mio amato sposo. Affinché ciascuno dei regni abbia una sovrana capace di intendere i Misteri del buio e della luce e di mantenerne gli equilibri, ad ogni inverno e ad ogni notte dell'anima, io tornerò da te, che altrimenti resteresti qui solo in eterno. Non esistono altre Dee capaci di sostenere il tuo gelido tocco e non ne esistono capaci di dirigere il lavoro delle api. Io esisto per entrambi i mondi. Tornerò nel buio degli Inferi ogni volta che il sole si oscurerà e la luna resterà a effonderne il pallido riflesso. Tornerò a portarti quel calore che ignori, mio sposo oscuro. Io, unica tra le immortali, sarò la Dea della Vita e della Morte".

Ade la guardò soddisfatto, poi la prese per mano per condurla al talamo prima di lasciarla andare.

Debdeashakti

 

mercoledì 18 maggio 2016

Colei che regna sui Tre Mondi

Torre Eburnea, 
merlata di gloria,
ti ergi diritta a mostrare il Cammino.

Sorella di un albero, hai radici nella terra dei morti, dagli Inferi plumbei trai la materia grezza per la tua gestazione;
Sorella di un albero, hai tronco possente,  le intemperie del mondo ti hanno a lungo temprato, sfuggi alla folgore e alla tempesta piegandoti a baciare la terra, poi ti ergi di nuovo, dritta e lieta a ricevere il bacio del sole;
Sorella di un albero, hai rami nel cielo, capelli di un angelo, capaci di catturare le stelle e di portare quaggiù il loro canto lontano.

Dea dei tre mondi, Regina tra le Dee,
ogni regno ti viene donato affinché Tu lo governi in saggezza, ovunque Tu appari nella giusta forma.

Tenera fanciulla dalle gote di mela, un giorno fosti rapita laggiù dove la luce non ha accesso.
Ti sei disperata, lo so, come potevi fare altrimenti? A quel tempo non sapevi che la luce è bandita per nove mesi, e nessuna gestazione è possibile se prima, come il seme, non accetti di morire.

Fiera sovrana di oro vestita, oggi nutri il tuo popolo in abbondanza, la terra è il tuo dominio,  dirigi i lavori delle piccole operaie e intanto il mondo torna a vivere e prosperare, inondato di miele e della tua grazia, conservi il ricordo della spietatezza che ti fu inferta in un pungiglione ben nascosto, ché l'ape accorta quasi mai vi ricorre.

Lassù nei cieli e nelle stelle, ve n'è una, un tempo chiamata Lucifera, e che noi chiamiamo Venere. Anch'essa è il tuo regno, da cui ti esiliasti in un tempo lontano. Che onore c'è infatti a regnare nell'abbondanza, quando esistono pianeti che ancora conoscono il dolore e la mancanza? Promettesti di restare, finché ognuno dei fratelli della terra non avesse ricordato la divinità che lo abita, e da allora mantieni fede alla tua promessa.

O tu, Devi dei tre mondi, spandi Amore sulla Terra, che Tu sempre sia glorificata.

Debdeashakti