domenica 22 marzo 2015

Reviving Hatshepsut, la più nobile delle Dame

Ho fatto trascrivere, decifrare e tradurre quelle tavolette della Regina Hatshepsut.
Questo genere di lavoro è un triplice tradimento. Al limite, noi non potremmo mai contornare il Suo pensiero con le nostre parole moderne e in lingua straniera. Checché ne sia, sottopongo più avanti gli scritti della Regina Faraone dove ho scoperto il Suo Diario intimo. Sono io che lo qualifico così. Sono meravigliata di constatare che il Suo stile assomiglia molto alla poesia di Barca. Hatshepsut scriveva di nascosto senza dichiararsi Lei stessa, alla luce del Sole, come "scriba". Ecco perché non saprei dire chi ha influenzato chi, o chi ha ispirato chi.
Riproduco alla rinfusa quelle osservazioni della Regina Faraone che potrebbero essere dei "poemetti in prosa", o delle "visioni" dell'aldilà, dei frammenti su cui meditare. Poiché le tavolette non erano datate, ho optato per un ordine arbitrario, così come le ho trovate nello zaino di Barca. L'essenziale, è dare la Parola alla Regina... Forse l'ultima parola della fine che è, in fin dei conti, l'Inizio della Storia.

(...)

Seconda Tavoletta

Non c'è che un solo Dio. I Suoi profeti verranno a diffondere le Sue parole divine attraverso il mondo. Gli uomini creati ad immagine di Dio si chiederanno: "Perché non siamo Noi al Suo posto?". Io, mi sono consacrata ad Amon, il solo Dio che conosca.
Gli uomini faranno eternamente la guerra perché vogliono occupare il posto di Dio! Che follia! Che menzogna!
Restituire la parte di Dio in noi a Dio stesso: in ciò consiste la Pace. Avere il coraggio di seguire la Verità che è in Lui.
In lontananza, il cammelliere passa dondolandosi... guida la sua cavalcatura... onda calma... al di là del Sole.
All'infinito, conduco il mio popolo...
Occhio del giorno si dissolve nella dolcezza orientale...
Fonda l'aurora... vittoriosa nella notte, tempo degli incontri.
Si dice che ho avvelenato mio padre e mio marito per mettermi la Doppia Corona sulla testa. E' falso. Sono tutti e due morti nel loro letto. Gli affari di Stato della Doppia Corona sono stati una vera tegola in testa. Sole divino del Destino che ho sposato nella gloria di Dio. Ma perché sono stata scelta?
Il Mio Nome impressiona i sacerdoti e il popolo: Khememet-Imen-Hatshepsut. Luminosa semenza che s'unisce a Dio. La più nobile delle Dame governa sul Trono di Colui che mi ha generata.
La mia fede in Dio e la mia diplomazia mi hanno salvata dalle bufere e dalle meschinità. La Mia Maestà si dirige verso il Bene, la Giustizia, l'Efficacia... Come una figlia che svolge funzioni utili a Colui che l'ha messa al mondo.

Io Sono la Protettrice della Perfezione di Dio.

La Donna Faraone - Hédi Bouraoui







Inanna, Dea dell'Amore

Inanna è la Dea dell'Amore, ma non appartiene a nessuno. Si "aggira" come una prostituta. Lei è la Dea delle prostitute; indugia nelle taverne. Enheduanna la lusinga dicendo: "Ho approntato il Tuo letto nella taverna", il regno delle prostitute. Ciononostante, Lei vigila sul matrimonio: "Avere un marito/avere una moglie/prosperare nella bontà dell'Amore/sono cose Tue, Inanna".
Inanna presiede a tutte le manifestazioni dell'Amore.

Inanna, Dea importante in Sumeria per migliaia di anni, bilancia ampiamente l'unilateralità tipica delle divinità maschili delle attuali culture monoteistiche e costituisce un esempio dell'elemento femminile mancante nella Natura Divina. Il Suo essere multi-sfaccettato colma una parte vitale dell'identità delle donne.
Gli alti stendardi di Inanna si ergono come bandiere svettanti tra i bastioni di quelle credenze tradizionali che limitano le donne. Io Sono una di quei milioni di donne che ovunque nel mondo stanno cercando di ridefinire loro stesse e le loro culture in modi che accolgano il Pieno Potenziale Creativo Femminile

Nel mio primo incontro con Lei fuori dai miei sogni la scoprii cantare un'ode alla Sua Vulva:

"Fissa la Mia Vulva
il Mio corno stellato dell'Orsa
ormeggia la mia esile barca del Cielo
la Bellezza della Mia Vagina, nuova Luna crescente"

Inanna, Signora dal Cuore Immenso. Inni della Gran Sacerdotessa sumera Enheduanna - Betty De Shong Meador



sabato 21 marzo 2015

la Gran Sacerdotessa di Ur

Enheduanna onora Inanna stessa come l'immagine della Divinità che unisce, affermando che "Lei indossa il Piano scolpito del Cielo e della Terra". L'assira Ishtar, evolvendosi nella sumera Inanna, è un aspetto del Dio Unificato, dice Parpola, che offre le basi per "la somiglianza di fondo del concetto degli Assiri e di quello biblico di Dio".
La prima prova scritta di questa intrigante linea di sviluppo è nell'insistenza da parte di Enheduanna sul fatto che Inanna sia "più grande dei grandi Dèi" e che Lei sia la Suprema Espressione dell'Unità nella Pluralità dell'Universo.
Da un lato Inanna consolida i temi provenienti dalle antiche pratiche religiose; dall'altro è interamente mesopotamica e unica. Diversamente da qualsiasi altra divinità sumera, Essa attrae come una calamita una moltitudine di Poteri che, come viene espresso nella poesia di Enheduanna, "fanno pesare la Mia Parola su tutte le altre".

Inanna è un movimento irresistibile che dirige l'immaginazione.
Nel nostro Pantheon di dee occidentali non abbiamo nulla che si avvicini al Suo dominio e alla Sua varietà. Inanna è un focolaio di consapevolezza che tenta di incarnarsi e definire se stessa. E' un'espressione della psiche mesopotamica che ha manifestato se stessa in questa Donna Divina, Paradossale, Complessa.

Nella tesi interessante di Parpola, Inanna/Ishtar è paragonabile allo Spirito Santo, l'aspetto del Dio Unico che si manifesta in relazione agli umani.
Inanna era una Dea che attraeva i Poteri non solo del mondo conosciuto, ma anche dell'intero Cosmo, "il Piano scolpito del Cielo e della Terra". Abbracciava l'intero continuum dell'autorità, dal più Oscuro al più Luminoso. Creatura di Terra e anche di Cielo, rifletteva la natura paradossale umana.

Se prendiamo in considerazione il probabile contributo di Enheduanna alla letteratura biblica, ci confrontiamo con un'Autrice che potrebbe avere influenzato un innumerevole numero di individui durante i secoli. Lei potrebbe facilmente essere "stata con noi fin dal Principio". Quando poi consideriamo il contributo di Inanna alla Teologia e il fatto che le descrizioni di Inanna da parte di Enheduanna sono le litanie scritte più antiche del Principio Attivo Femminino esistente in natura, ciò che in India conosciamo come "Shakti", l'importanza della Gran Sacerdotessa di Ur assume un risalto enorme.

Inanna, Signora dal Cuore Immenso. Inni della Gran Sacerdotessa sumera Enheduanna - Betty De Shong Meador



giovedì 19 marzo 2015

Al Padre che mi insegnò la Fratellanza

Esistono tracce, nei millenni, del Fondatore della Fratellanza? 

I vari popoli lo chiamarono Rama, Osiride, Orfeo, e con altri bei nomi, la cui memoria si conserva. Non cercate quale sia il migliore di tutti. Tutti soffrirono e furono fatti a pezzi. I contemporanei non perdonano mai la sollecita cura del Bene comune. Nel trascorrere delle epoche l'Insegnamento si trasmuta, così si riuniscono le parti disperse di un solo corpo. 

Ma chi sarà a raccoglierle? 

La memoria dei popoli sa chi è Colei che profonderà le sue forze per ricomporre assieme le parti viventi
Ricordate i molti che patirono per la Fratellanza.

Maestro Morya - Fratellanza - 1937



martedì 17 marzo 2015

la Signora dal Cuore Immenso

Gli inni sumeri del 2300 a. C. di Enheduanna alla Dea Inanna celebrano il legame della Sacerdotessa con la Dea e con l'Archetipo femminile, nel primo documento mai scritto a una Divinità Antica.

Oh, mia Signora,
mia Regina,
Io rivelo a tutta la terra il Tuo Splendore
Io celebro la tua gloria

Loderò il tuo corso
la tua Magnificenza assoluta
per sempre

Tu
chi può toccare la Tua Divinità
chi può eguagliare i Tuoi riti

possa il grande An
che Tu ami
implorare la tua pietà

possano gli Dèi grandi tutti
calmare il tuo temperamento
possa tu allietare 
mentre ti avvicini
il Trono di chiaro lapis azzurro
della Regina
possa l'alto seggio
dirti
SIEDI

possa il tuo luogo sacro in cui ti adagi
dirti
riposa
cedi il passo
rimettiti in forze

ove spunta l'alba
Utu sfolgora
possano le genti annunciare
la Tua Divinità gloriosa
Oh Tu che sei Regina
possano essi dichiarare il Tuo Splendore

per te
An ed Enlil
e tutti gli Dèi di comune accordo
stabiliscono per Te un grande destino

a Te 
essi attribuiscono
la dignità di Regina della Stanza del Trono
e Tu
oh Regina
di' quale delle Tue Divine sorelle
è degna della Regalità

Regina
Padrona
Tu sei Sublime
Tu sei Venerabile

mia Signora
ho mostrato la Tua fulgida grandezza
rivolgi il Tuo Cuore a me

le Tue azioni sono senza limiti
possa io pregare la Tua eminenza
Oh Inanna la Pura
dolce è la Tua lode.

Inanna, Signora dal Cuore Immenso




Eva ritrova Lilith

...Poichè Adamo tentò di costringerla a ubbidire con la forza, Lilith pronunciò con rabbia l'ineffabile nome di Dio, si levò in aria e lo lasciò. Lilith fuggì verso il Mar Rosso, dove Dio la punì uccidendo ogni giorno cento dei suoi figli demoni.
La scacciata Lilith portava insieme alla sua fiera indipendenza di donna, passione, iniziativa sessuale e una conoscenza misteriosa attraverso il corpo. Queste caratteristiche, potenziali naturali per gran parte delle donne, furono bandite dalla donna idealizzata dagli uomini, la moglie obbediente e la madre, Eva. Lil, una tempesta distruttiva o uno spirito del vento sumero, da cui Lilith prese il nome, possiede caratteristiche parallele a quelle di Inanna: in quanto spirito del vento, scaglia tempeste e uragani. Nel contrasto tra Lilith ed Eva osserviamo che la crudele, rabbiosa Inanna dai poteri di morte, l'erotica Inanna, persino quell'Inanna che crea forme culturali in modo completamente indipendente, viene bandita nel Mar Rosso nella forma di Lilith. Eva, che resta, è destinata a ubbidire a suo marito, a giacere sotto di lui e a partorire con dolore. Qualsiasi traccia della Inanna dei poemi di Enheduanna è oscurata nella costretta e umiliata Eva. (...)
Yahweh e il suo servo terreno, Adamo, operano insieme per limitare la piena espressione dell'essere femminile. Questa costrizione ebbe ovviamente effetto anche sugli uomini. Con il freno posto alla sessualità di Eva, sparì la possibilità di una piena esplorazione erotica, cosa che fu una perdita per entrambi. Se ne andò anche la possibilità di stima reciproca per gli sforzi creativi, dal momento che Eva era subordinata al marito. L'Adamo che rimase fu potenziato artificialmente dalla massiccia repressione delle emozioni naturali di Eva e dalla negazione della sua uguaglianza. La gerarchia dell'uomo sopra le donne fu saldamente messa al sicuro dalle dichiarazioni di Yahweh.
Riflettiamo sul bisogno di Adamo di essere sostenuto dalla limitazione drastica della natura di Eva. Il rimedio appare estremo. Diversamente da An quando affronta Inanna, Yahweh non crolla davanti all'azione aggressiva e disobbediente di Eva; come An, però, Yaweh è incapace di tollerare l'uguaglianza della donna. Lui risolve il problema, non rinunciando come An, ma svalutando la donna. Sua è la maledizione che le donne hanno sopportato per tremila anni. Di contro, la riduzione del potere della donna consente agli uomini di liberarsi dalla stretta della madre. L'influenza del pensiero greco aggiunse l'elevazione dello spirito maschile lontano dal corpo, in una divisione che ha dominato la filosofia greca e il pensiero occidentale in generale.

Viviamo le conseguenze della nostra eredità greca e del nostro essere avvolti dai valori giudaico-cristiani. Lo sminuire il potere delle donne e trascurare il collegamento con il mondo naturale ci consentono di ignorare gli effetti che la conquista delle piante e della vita degli animali ha avuto sulle genti della terra. Stiamo raccogliendo i frutti della risoluzione estrema di Yaweh.

Inanna, Signora dal Cuore Immenso - Betty De Shong Meador



lunedì 16 marzo 2015

la Vita Amorosa dell'Alveare

La vita nell'Alveare consiste nel fatto che le Api, assai più che non le formiche e le vespe, cooperano affinché il loro lavoro riesca in pieno accordo. Se si vuol arrivare a capire da cosa provenga questo fatto, si osservi che le Api hanno una vita nella quale è represso, in modo straordinariamente energico, il principio che si esprime negli altri animali nella vita sessuale: nelle Api esso è fortemente respinto.
Tra le Api si provvede infatti alla procreazione mediante pochi prescelti individui femminili, le Regine, mentre negli altri la vita sessuale è più o meno soppressa. Ma nella vita sessuale è presente la vita amorosa, e la vita amorosa è soprattutto un fatto animico. Per il fatto che determinati organi del corpo sono elaborati da questo elemento animico, essi giungono alla manifestazione, all'espressione della vita amorosa. In quanto nelle Api la vita amorosa è repressa e circoscritta alla sola Regina, la vita sessuale entro l'Alveare è altrimenti trasformata in tutta l'azione che le Api sviluppano tra di loro. Ecco perché gli uomini degli antichi tempi, i quali nella loro saggezza conoscevano questo fatto in tutt'altra maniera di come oggi lo si conosce, attribuivano quel meraviglioso agitarsi nell'Alveare alla vita amorosa, alla vita che essi mettevano in relazione con il Pianeta Venere.
Ora possiamo precisare che quando si descrivono da un lato le vespe o le formiche si può affermare che si tratta di animali che si sottraggono all'influsso del Pianeta Venere, al quale invece sono del tutto soggette le Api, che sviluppano la vita amorosa nel complesso del loro Alveare. Qui essa diventa una vita saggia, e vi potete immaginare quanto saggia debba essere. Vi ho già descritto diversi fatti sulla procreazione della discendenza, in essa vi è molta saggezza inconscia. Le Api sviluppano questa saggezza inconscia nella loro azione esteriore. Così abbiamo nell'Alveare nel suo complesso, come una sostanza, l'elemento che in noi vive manifestamente quando il nostro cuore sviluppa Amore. L'intero Alveare è compenetrato di vita amorosa, le singole Api rinunciano tutte all'Amore e sviluppano complessivamente l'Amore nell'Alveare.

Si comincia quindi a comprendere la vita delle Api quando si appura che l'Ape vive come in un'atmosfera tutta impregnata d'Amore.

Le Api - Rudolf Steiner