mercoledì 22 ottobre 2014

Dualità Divina

La Dea Doppia è un archetipo del passato che rappresenta l'idea della sovranità femminile, in un contesto di antichi lignaggi sciamanici caratterizzati da princìpi e pratiche di donne, che formarono la struttura organizzativa delle più antiche culture del mondo prima del patriarcato.
Scolpite nella pietra, nell'osso, nell'argilla, dipinte sui muri o forgiate come vasi, queste immagini di donne gemelle spesso condividono un unico corpo, altre presentano una donna con due teste, altre ancora hanno i fianchi congiunti con quattro seni chiaramente delineati. Gemelle che si generano e rinnovano l'un l'altra, l'icona della dea doppia esprime in modo positivo, salutare e dinamico i poli duali della nostra natura: vita e morte, luce e tenebra, ovulazione e mestruazioni, ossia quello che l'autrice chiama "la nostra intensa e singolare esistenza bipolare", esortandoci a ripensare quanto ha di prezioso la nostra condizione biologica e ad attingere alla potente corrente sotterranea dell'energia femminile "che fluisce là dove siamo dai tempi
più antichi fino a oggi".

Dee, sacerdotesse, regine, sciamane, guerriere, streghe, donne; co-governatrici, leader religiose e temporali, amanti, sorelle, amiche, madri e figlie, tutte, ugualmente, sono contenute nell'archetipo della dea doppia, che, come in uno specchio, si riflette nell'intimità del vincolo femminile. Sono donne che condividono lo stesso lignaggio, la stessa trasmissione della proprietà e della conoscenza, attraverso la linea femminile di madre in figlia. Donne che si identificano in donne, donne che condividono il potere e che ci forniscono un modello femminile egualitario di convivenza, scambio, fiducia, amore, esortandoci ad acquisire nuove capacità l'una dall'altra.

Non solo, esse ci forniscono anche un modello femminile di governo: le regali regine che siedono sul trono, fianco a fianco, in posizione di potere, o il corteo della Dea, seguita da due regine, in una cerimonia intesa a conferire la regalità all'uomo che sta in piedi di fronte a lei, sono immagini di grande potenza, che ci rimandano a un tempo in cui i re ricevevano la loro legitttimazione dalle sacerdotesse che impersonavano la Dea.

Queste testimonianze ci giungono da molte parti del mondo e da culture di differenti periodi: dal Neolitico, dall'età del Bronzo, dal periodo classico; dall'Africa del Nord, dall'Asia Centrale, dal Medio Oriente, dall'India, dal Tibet, dall'Antica Europa e dalle aree del Mediterraneo e dell'Egeo, e ci suggeriscono l'esistenza di un coerente lignaggio femminile, forse mai interrotto, che si è espresso nei millenni attraverso tortuosi legami di pratiche sciamaniche, rituali estatici e linguaggi in codice. Una sorta di lingua segreta, sepolta nel passato e nascosta nella storia recente: nelle arti tessili femminili con la loro storia dei tessuti, nell'arte popolare con i suoi canti e le sue danze, nelle tecniche di guarigione con i loro rimedi curativi e poteri magici, nelle facoltà oracolari e profetiche. 

 tratto da:  http://www.universitadelledonne.it/dea%20doppia.htm




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